25 Luglio
Il metodo Draghi rivela i limiti dei partiti
Il paese aperto, la ripresa economica, il boom delle vaccinazioni dopo l'appello del premier. E i partiti che inseguono chimere: dai no vax che non hanno alcun consenso e peso elettorale, alla riforma della Giustizia che i giacobini di ieri (e di oggi) cercano di frenare
Come vanno le cose? Guardate la foto che apre questo numero di List. L'ho scattata ieri mattina, aeroporto Leonardo da Vinci, Fiumicino. Una grande folla ai controlli, poi l'imbarco, sono italiani che partono per le vacanze. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i vaccini. Dunque le cose stanno andando bene, stiamo uscendo dalla crisi pandemica, le attività economiche hanno riaperto, la ripresa italiana è forte (abbiamo un +5% del Pil a portata di mano nel 2021), la vaccinazione ha avuto un balzo (prenotazioni raddoppiate in molte Regioni) dopo l'appello del premier, il Green Pass è già il documento personale del "new normal", sono cambiati i criteri per l'attribuzione dei colori e così nessuna Regione è finita in giallo, lo scudo del vaccino contro la variante Delta funziona, i ricoveri per ora non preoccupano, le terapie intensive sono poche.
01
Il metodo Draghi e il fragile consenso dei partiti
Questa soluzione non è né di destra né di sinistra, è il "metodo" di Mario Draghi che convince gli italiani. I partiti sono impegnati in una corsa sfrenata alla caccia di consensi virtuali. E in questo Gran Premio del Nulla stanno andando in testa coda. Ultima Supermedia di Agi/YouTrend:
Ancora più esplicita è la curva storica dei consensi dei partiti (sempre nei sondaggi):
Andiamo con ordine: nei sondaggi c'è stato il sorpassino di Fratelli d'Italia sulla Lega, i due partiti ora corrono appaiati (non si sa dove vadano, ma questo è un altro discorso). La Lega nell'aprile del 2018 era sotto il 20%, dopo le elezioni europee nell'aprile del 2019 balzò a oltre il 35%, poi Salvini auto-innescò la crisi di governo e da quel momento i consensi hanno cominciato a scendere. Contemporaneamente, Fratelli d'Italia è passato dal 5% dell'aprile 2018 al 20,4% odierno. Ascese e cadute rapide, dunque consensi iper-volatili che hanno bisogno...
Come vanno le cose? Guardate la foto che apre questo numero di List. L'ho scattata ieri mattina, aeroporto Leonardo da Vinci, Fiumicino. Una grande folla ai controlli, poi l'imbarco, sono italiani che partono per le vacanze. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i vaccini. Dunque le cose stanno andando bene, stiamo uscendo dalla crisi pandemica, le attività economiche hanno riaperto, la ripresa italiana è forte (abbiamo un +5% del Pil a portata di mano nel 2021), la vaccinazione ha avuto un balzo (prenotazioni raddoppiate in molte Regioni) dopo l'appello del premier, il Green Pass è già il documento personale del "new normal", sono cambiati i criteri per l'attribuzione dei colori e così nessuna Regione è finita in giallo, lo scudo del vaccino contro la variante Delta funziona, i ricoveri per ora non preoccupano, le terapie intensive sono poche.
01
Il metodo Draghi e il fragile consenso dei partiti
Questa soluzione non è né di destra né di sinistra, è il "metodo" di Mario Draghi che convince gli italiani. I partiti sono impegnati in una corsa sfrenata alla caccia di consensi virtuali. E in questo Gran Premio del Nulla stanno andando in testa coda. Ultima Supermedia di Agi/YouTrend:
Ancora più esplicita è la curva storica dei consensi dei partiti (sempre nei sondaggi):
Andiamo con ordine: nei sondaggi c'è stato il sorpassino di Fratelli d'Italia sulla Lega, i due partiti ora corrono appaiati (non si sa dove vadano, ma questo è un altro discorso). La Lega nell'aprile del 2018 era sotto il 20%, dopo le elezioni europee nell'aprile del 2019 balzò a oltre il 35%, poi Salvini auto-innescò la crisi di governo e da quel momento i consensi hanno cominciato a scendere. Contemporaneamente, Fratelli d'Italia è passato dal 5% dell'aprile 2018 al 20,4% odierno. Ascese e cadute rapide, dunque consensi iper-volatili che hanno bisogno di una prova, il voto. In ogni caso, Salvini ha il problema di Meloni, quest'ultima ha a sua volta il problema di gestire quel consenso, per sostenere quel ritmo deve continuamente accelerare. Salvini idem. A destra siamo nel pieno di una corsa pazza, no limits. E come vedremo non è una buona notizia per quei partiti.
Nel centrosinistra la situazione vede il calo costante del Movimento Cinque Stelle e il galleggiamento del Pd in una dimensione da terzo partito che ha bisogno di alleanze per contrastare l'ascesa della destra. Le conseguenze sono chiare: Giuseppe Conte deve dimostrare di avere la leadership e ha bisogno di aumentare il consenso nei sondaggi, dunque cerca di differenziarsi nel governo, de facto diventa l'antagonista interno di Mario Draghi, situazione imbarazzante perché il premier gode di un vasto consenso. Enrico Letta a sua volta deve fare dichiarazioni di "draghismo" ma nello stesso tempo accentuare il tratto a sinistra del partito, il risultato è che va in rotta di collisione (vedere alla voce "tasse") con il premier.
Lo scenario attuale è quello di partiti di media grandezza, non c'è nessun grande partito che ha il potere di fare da aggregatore di un'ampia maggioranza, non esiste un soggetto "federatore", c'è una fortissima competizione, la ricerca ossessiva di conferme (virtuali) per le leadership e un quadro parlamentare polverizzato. Nel febbraio del 2022 questo Parlamento deve eleggere un nuovo Presidente della Repubblica.
Ecco perché i partiti rumoreggiano, cercano una bandiera, ma la realtà è che il "metodo Draghi" sta esponendo i leader di fronte al loro deficit di competenza e serietà. Il populismo di destra e di sinistra è allo specchio di un premier che sa fare il suo mestiere. La domanda che circola tra gli italiani quando i partitanti compaiono in tv è la seguente: ma questi qui, quando un giorno toccherà a loro, sapranno governare?
La risposta per ora è "no". Ai partiti serve un periodo di decantazione nel draghismo. Ci sono due temi sui quali i leader sono apparsi "unfit", inadeguati: la vaccinazione (e il Green Pass) e la riforma della Giustizia. Andiamo con ordine.
02
Vaccinazione e Green Pass
A destra Matteo Salvini e Giorgia Meloni (lui s'è vaccinato l'altro ieri, dopo le parole di Draghi, lei ha detto "lo farò") mantengono una posizione critica sull'uso del Green Pass e una linea ambigua su chi non vuole vaccinarsi. Non c'è una difesa ufficiale dei no vax, ma entrambi in modo fumoso sollevano un tema di "libertà di scelta". Il problema è che quella "libertà" da difendere non esiste, l'anarchia non è un valore al quale si può concedere spazio in questo scenario, le nostre azioni incontrano i doveri ben delineati dall'articolo 2 della Costituzione, siamo in presenza di una minaccia eccezionale, il coronavirus taglia le aspettative di vita, uccide direttamente con il contagio e indirettamente con il collasso economico.
La stragrande maggioranza degli italiani è già entrata in una dimensione che ci permette di passare dall'emergenza alla convivenza con il coronavirus. Oltre 24 milioni di cittadini hanno completato la vaccinazione con due dosi (il 54,55% della popolazione sopra i 12 anni), più di 40 milioni di Green Pass digitali sono stati scaricati e i contrari sono una minoranza che andrà a scendere ulteriormente con la sua diffusione capillare per via della vaccinazione.
Salvini e Meloni non devono concedere spazio a un gruppo di scettici che non ha nessun peso elettorale, perché rischiano l'effetto boomerang, la perdita del consenso presso quella larghissima maggioranza di italiani che crede nel "metodo Draghi" e l'ha fatto proprio. Lega e Fratelli d'Italia stanno mancando uno dei passaggi chiave del nuovo ordine del post-coronavirus, l'idea di libertà e sicurezza nell'era pandemica, è un punto che investe la loro capacità domani di stare al governo quando Draghi avrà terminato la sua missione.
03
Cura, diritto, vita e morte
"Ognuno si cura come vuole", dice Salvini. Ma in realtà ognuno si cura con le medicine disponibili - se vuole curarsi - quelle che stanno sul mercato mondiale dei farmaci. Nel caso del Covid-19 e delle sue varianti si sono i vaccini e sono efficaci, un ottimo scudo, mentre le cure monoclonali hanno prezzi proibitivi e non risolvono il problema della massa da immunizzare. Alta disponibilità, basso costo, efficacia. Questo guida la cura del mondo nell'era del coronavirus.
Dunque il "come vuole" diventa semmai un "come posso", mentre il punto reale di questa posizione è un altro, il non detto, il "non voglio" che incontra anch'esso dei limiti, consiglio la lettura non dell'opera di un virologo qualsiasi, ma di Sant'Agostino sul libero arbitrio. Quali sono i limiti? Qui entriamo in un campo ben più ampio, nemmeno sfiorato dalle risposte di Salvini, Meloni o altri politici, ma è utile fare una passeggiata a un livello più alto, perché spiega molto di quello che sta accadendo ai piani bassi. Andiamo avanti.
Sappiamo che il diritto a rifiutare la cura in certi casi equivale al "lasciarsi morire", sappiamo che l'eutanasia in Italia non è legale, c'è il diritto alla vita non un diritto alla morte (conosco bene il tema, fa parte della cultura ancestrale della mia terra, sono nato in Sardegna, dove "s'accabadora" entrava nelle case dei morenti per dare una fine rapida), ma sappiamo anche che ci sono casi in cui pur non potendo chiudere il cerchio in un attimo, con una "dolce morte", posso accorciare la mia esistenza e lasciare che il male vinca in fretta, si prenda me stesso, una liberazione dal dolore e dall'attesa. Questa tragica scelta è possibile, ma quel "non voglio" incontra anch'esso un muro invalicabile: non deve avere conseguenze dirette sugli altri.
Faccio un esempio chiaro e diretto: un malato di cancro con poche speranze di vita può decidere di rifiutare i cicli chemioterapici, può optare per una "cura del dolore", può andare in sedazione profonda e farsi accompagnare (non provocandola) alla morte, aspettare il momento in cui arriverà la sua ora senz'ombra. Ci sarà la disperazione dei suoi cari, delle persone che l'hanno amato, un infinito memento. Là si conclude la grandiosa opera della vita e della morte, nel dolore, ma non più nella malattia.
Il caso del "non voglio" (il vaccino) è ben diverso: il rifiuto di immunizzarsi ha conseguenze sugli altri, perché il virus può aggredire un corpo che non ha uno scudo, può propagarsi con grande forza (fino ad essere letale) sugli altri, può mutare fino a diventare più resistente ai vaccini e mettere a rischio, di nuovo, l'intera umanità. Qui non finisce affatto il capitolo della malattia, al contrario il male si propaga. E così prosegue la scia di morte dei più fragili, di chi non si è vaccinato e anche dei vaccinati che hanno sì uno scudo per il coronavirus - ma non per le complicazioni e accelerazioni di altre patologie presenti che quel virus mutato potrebbe rendere a sua volta letali (gran parte dei decessi nasce da queste fragilità). Il no al vaccino ha un impatto devastante sulla comunità, la espone a rischi mortali, alla crisi sanitaria e al blocco dell'economia che a sua volta taglia le aspettative di vita. C'è chi non lo capisce (evidentemente ha la pancia piena ed è garantito), dopo oltre un anno di pandemia.
04
I no vax sul piano elettorale non hanno peso
Sul piano elettorale i no vax in Italia non hanno peso. Non valgono la partita del domani (e non lo varrebbero neppure se contassero qualcosa nel gioco elettorale, ci sono cose che superano i calcoli e le convenienze dell'istante) e se la destra che intende guidare l'Italia non può permettersi posizioni ambigue, dichiarazioni fumose, frasi che vanno bene per gli sciamani ma non per dei politici che devono fare scelte ponderate e tutelare la vita degli italiani.
L'analisi di Sps Trend, dell'Università degli Studi di Milano (pubblicata il 21 luglio scorso), sul comportamento degli italiani rispetto ai vaccini è chiara: "I contrari al vaccino anti COVID 19 sono pochi e sono sempre meno.
"Prima che iniziasse il piano vaccinale, a dicembre 2020 circa il 12% degli intervistati dichiarava di non volersi vaccinare, oggi i contrari sono la metà, il 5%, mentre è in continua crescita la disponibilità a vaccinarsi". Ecco i punti chiave:
- La grande maggioranza degli italiani è disponibile a vaccinarsi, oltre l’80%.
- La disponibilità a vaccinarsi è in continua crescita: a dicembre 2020, il 60% dichiarava di essere disponibile a vaccinarsi, a giugno si è raggiunto l’85% (molti di questi già vaccinati).
- I contrari al vaccino sono invece una minoranza che si è ridotta ulteriormente in questi mesi: a dicembre erano il 12%, oggi sono solo il 5%.
- I più propensi a vaccinarsi sono gli anziani e i giovani.
- Tra gli scettici, la principale preoccupazione riguarda gli effetti collaterali. Sono invece pochi i contrari ai vaccini per principio.
- Cresce il consenso per l’obbligatorietà del vaccino. Oggi più del 50% degli italiani è a favore, a dicembre solo il 40%.
- La maggior parte degli italiani non ha dubbi sulla sicurezza del vaccino e si fida della comunità scientifica.
Anche in caso di obbligatorietà del vaccino, l'opposizione sarebbe minima:
E c'è grande fiducia nelle raccomandazioni della comunità scientifica:
Mai inseguire le minoranze rumorose. Quello che conta è sempre la maggioranza silenziosa.
Questo quadro pare sfuggire a Salvini e Meloni che, tra l'altro, stanno facendo un favore al Partito democratico, perché a Enrico Letta ora non sembra vero di poter cavalcare (giustamente) un argomento che ha il consenso generale degli italiani, quasi un evento per i dem, ormai un fatto rarissimo, tale è lo scollamento di quel partito dalla realtà di ogni giorno, dal popolo. Quanto ai Cinque Stelle, è proprio quel partito ad avere sempre sostenuto posizioni scettiche sui vaccini, ora si sono (ri)convertiti alla "scienza" (pronunciano questa parola con enfasi davanti alle telecamere e fa sorridere, visto che inseguivano le scie chimiche) e così la destra offre la ghiotta occasione di far dimenticare le sgangherate uscite pentastellate sul tema.
Salvini e Meloni, invece di sostenere la maggioranza degli italiani, preferiscono alimentare la corsa demagogica di una minoranza rumorosa su posizioni di retroguardia, confuse nell'ignoranza? Pensano che in fondo così manterranno il rapporto con la loro ala destra e anche gli altri elettori resteranno? Può darsi, può accadere perfino che vincano in ogni caso le prossime elezioni, ma con queste premesse poi perderanno rovinosamente la sfida di ogni giorno, quella del governo. Sono sulla buona strada.
05
Riforma della Giustizia e bandiere bucate
Qui passiamo dall'altra parte dello schieramento, allo strano centro-sinistra composto da Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. Draghi ha messo Giuseppe Conte di fronte alla realtà: la riforma della Giustizia è una condizione essenziale per l'accesso ai fondi del Recovery Plan, l'Italia deve chiudere trent'anni di giacobinismo che ha devastato il paese, i magistrati non sono una casta intoccabile, devono essere responsabili e efficienti (anche per il bene dei tanti che nei tribunali lavorano seriamente), i processi devono avere una durata certa, non esiste l'imputato per sempre, vanno riaffermati i principi dello Stato di diritto, la civiltà giuridica al posto della barbarie. La riforma non solo è necessaria, ma rivela un orizzonte pieno di bandiere bucate dalla storia.
Guardasigilli. Marta Cartabia, responsabile della Giustizia, sua la riforma che andrà in Parlamento la prossima settimana. Draghi ha posto la questione di fiducia (Foto Ansa).I Cinque Stelle rispolverano il menù che ne fece la fortuna elettorale, ma quella stagione è finita. Il successo della raccolta di firme di Radicali e Lega sui referendum sulla Giustizia (300 mila firme in pochi giorni) ne è la prova. Conte è uscito dall'incontro con Draghi con quello con cui era entrato, il nulla. D'altronde i ministri pentastellati (ben consigliati da Beppe Grillo, il vero leader del Movimento) avevano già votato la riforma Cartabia in Consiglio dei ministri, il premier ha così annunciato la questione di fiducia e messo il fu avvocato del popolo di fronte al "metodo Draghi": non si aprono problemi se non si hanno soluzioni. Quanto al Partito democratico, oggi guidato da Enrico Letta, è di fronte alla sua storia: cavalcò la falsa rivoluzione giudiziaria, la usò per restare al potere, si fece scudo politico di quella magistratura che oggi è non solo perdente, ma è avviluppata negli scandali e in una lotta fratricida. È la prova ulteriore della necessità della riforma, gli italiani vogliono Giustizia, non giustizialismo. Anche qui, su un tema chiave, emerge il deficit sulla capacità di governo di due partiti in cerca d'autore. La verità è che senza Draghi, c'è il vuoto.
***
In questo scenario, il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera ai presidenti delle Camere che è un gong per chi si illude di tornare al come prima più di prima. Stigmatizzando l'orrore normativo del disegno di legge Sostegni Bis (il Parlamento vi ha inserito di tutto, contro ogni logica legislativa), Sergio Mattarella ha detto ai partiti una cosa che rassicura: niente giochi per indebolire il governo Draghi durante il semestre bianco. Il Quirinale tra pochi giorni non avrà più il potere di sciogliere le Camere, ma tutte le sue altre prerogative sono in piedi. E non sono poche. Mattarella è più che vigile e chi pensa di smontare il "metodo Draghi" per nascondere le proprie insufficienze e far ripiombare l'Italia nel caos è avvisato. Siamo sulla buona strada, bisogna ricotruire l'Italia, vaccinatevi.
***
C'è altro? Chiudiamo questo numero domenicale di List con un libro (anzi due) di eccezionale importanza e attualità.
06
Le origini del totalitarismo
L'opera di Hannah Arendt mi appare sempre più attuale. La rilettura di questo libro, a distanza di anni, è illuminante. Ogni passaggio una rivelazione.
Guardate la confusione delle proteste in piazza di chi dice di voler difendere la libertà, tenete a mente le teorie cospiratorie di cui si alimentano. Scrive Arendt:
La plebe è composta da tutti i declassati. In essa è rappresentata ogni classe della società. Perciò è cosí facile confonderla col popolo, che pure comprende tutti gli strati. Mentre nelle grandi rivoluzioni il popolo lotta per la guida della nazione, la plebe reclama in ogni occasione l’«uomo forte», il «grande capo». Essa odia la società, da cui è esclusa, e il parlamento, dove non è rappresentata. I plebisciti, con cui i dittatori moderni hanno ottenuto cosí eccellenti risultati, sono quindi un vecchio espediente degli uomini politici che capeggiano la plebe.
Quando l'ho letto, ho pensato a quanto scriveva Oswald Spengler ne "Il tramonto dell'Occidente":
Una casta ha degli istinti, un partito ha un programma, una fazione ha un capo: questa è la via che conduce dal patriziato e dalla plebe agli Ottimati e ai Popolari e poi ai pompeiani e ai cesariani. L’epoca della vera sovranità dei partiti abbraccia appena due secoli e per noi, dopo la guerra mondiale, si trova già nel suo arco discendente. Che la massa elettorale con un moto concorde designi degli uomini che debbono difenderne gli interessi, come secondo la veduta ingenua di tutte le costituzioni, ciò fu possibile solo agli inizi e presupponeva il non esistere nemmeno di rudimenti di una organizzazione di gruppo. Così fu nel 1789 in Francia, nel 1848 in Germania. Ma nel punto in cui un’assemblea si costituisce subito si formano unità tattiche la cui coesione si fonda sulla volontà di conservare la posizione dominante già conquistata, unità che non si considerano più per nulla come i portavoce dei loro elettori, ma che invece con ogni espediente della propaganda volgono a far di questi dei docili strumenti per la realizzazione dei loro fini. Una corrente che nel popolo si è organizzata diviene con ciò stesso lo strumento della corrispondente organizzazione e le cose procedono irresistibilmente in questo senso finché la stessa organizzazione diviene a sua volta lo strumento di un capo. La volontà di potenza è più forte di ogni teoria. Al principio il complesso direttivo e organizzativo si giustifica con un programma; poi esso vien difeso da coloro cui fa capo solo in vista della potenza e della preda, come oggi accade dappertutto, in tutti i paesi migliaia e migliaia di uomini vivendo del partito e delle cariche e delle prebende da esso distribuite. Per ultimo ci si dimentica del programma e l’organizzazione lavora solo per sé stessa.
Il libro di Spengler, "Il tramonto dell'Occidente" è del 1918. Il libro di Arendt, "Le origini del totalitarismo" è del 1949. Due libri scritti dopo la prima e la seconda guerra mondiale. Quando i populismi presero il potere. Ripubblico il grafico del fondo Bridgewater con la curva l'indice del populismo:
Siamo in un mondo in fiamme. Mi viene in mente il ciclo trecentesco sul Giudizio Universale della Cappella degli Scrovegni a Padova, diventata patrimonio dell'umanità, uno dei siti Unesco. Prendo un'immagine che racchiude in maniera esemplare tutti i pericoli che corriamo quando non prevale la ragione, il diavolo dipinto da Giotto:
Il genio di Giotto che rappresenta il male. Sì, cari lettori, viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Buona domenica.
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iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.