2 Novembre

Il Milite ignoto cento anni dopo

1921-2021. Cronaca e storia del 4 novembre. La fine della "Grande Guerra" dove oltre seicentomila soldati in grigioverde morirono, l’ultimo sussulto di uno Stato liberale in crisi poi affondato dal fascismo. Il secolo di una liturgia laica che rischia l'oblìo

di Marco Patricelli

Una liturgia laica creata sull’onda emozionale, politica e istituzionale. Quando il cannone cessò di tuonare in tutta Europa il Milite ignoto divenne il simbolo di un orrore che si credette erroneamente come l’ultimo partorito dalla civiltà occidentale sui campi di battaglia. Un po’ ovunque sorsero sacrari, cippi, monumenti, nel ricordo dei soldati partiti e non tornati, caduti e sepolti, polverizzati dalle esplosioni e interrati nel nulla. Il culto della guerra accantonato dal culto della pietà, intesa anche e soprattutto come pietas latina.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, alla cerimonia di partenza della bandiera che avvolse il feretro del Milite Ignoto dalla Basilica Patriarcale, Aquileia (Foto Ansa).

In Italia fu come altrove ma con qualche elemento in più. Uscita dal conflitto come potenza più nominale che reale, perché vincitrice ma marginalizzata alle trattative di pace dove spadroneggiarono Francia e Impero britannico, con la scomoda eredità di chi aveva disinvoltamente cambiato alleanze a guerra già in corso, l’Italia era stremata economicamente e socialmente. Troppo fragile il collante unitario, troppo grande lo sforzo che le si era chiesto per l’offensiva continua sull’Isonzo e per non collassare dopo Caporetto. La guerra  mondiale, chiamata “grande” nell’illusione fallace che non ce ne sarebbe stata un’altra, poteva essere annoverata anche come quarta guerra di indipendenza, perché portava Trento e Trieste nei confini del Regno con la convinzione di portarci anche la costa adriatica orientale dove risuonava «il dolce sì» di Dante. Oltre seicentomila soldati in grigioverde erano morti per cementare col sangue la nuova frontiera, buona parte dei quali ignorava dove era stata mandata a combattere e soprattutto perché. Trento e Trieste come astrazioni mentali per contadini e braccianti del Sud (ma non solo) che non erano mai usciti dal loro microcosmo di sudore e fatica, per sputare sangue in trincea, nelle cariche...


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