25 Giugno
Il modello ultimo
Lo scenario economico del Fondo monetario internazionale, crolla la produzione nel 2020, Italia all'ultimo posto (con la Spagna). Il governo è al bivio, prepara un altro provvedimento economico per metà luglio, aiuti per turismo e auto. Il debito corre, non si sa dove. Le neo-mamme lasciano il lavoro. Che fare? Leggere Canetti per salvarsi
Che succede? Puntuale, inesorabile, onesta, è arrivata la realtà. Qui a List la attendiamo sempre con grande rispetto e pazienza. Nel caso del grande sottosopra del coronavirus abbiamo avvisato i naviganti per tempo e con tutti i particolari sulla natura della crisi sanitaria, la sua genesi e sviluppo, gli effetti del secondo virus ora in piena circolazione, il collasso economico, e la profondità dell'impatto che avrebbe avuto un lockdown deciso con l'emotività e senza selettività.
Sapevamo che la chiusura generale avrebbe condotto a uno sprofondo pericoloso per un paese con bassa produttività, che vive di cassa, liquidità informale, piccolo business (ci torneremo ricordando un saggio del professor Giuseppe De Rita che abbiamo pubblicato proprio qui su List tempo fa), azienda familiare e molto fai da te che non trova mai spazio nei discorsi degli intelligenti a prescindere. Fa sorridere amaramente vedere il presidente del Consiglio convocare un autore di disastri come il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, per fingere di bacchettarlo (Tridico è un pezzo del potere dei Cinque Stelle, inamovibile) e far sapere che ora sulla Cassa integrazione si cambia. Nel frattempo i cavalli sono scappati dal ranch.
Abbiamo disegnato tempo fa gli esempi sulle curve possibili (U, V, L e altre più o meno fantasiose e plausibili), stiamo verificando giorno dopo giorno che non sarà una V, una ripresa a razzo, stiamo provando oggi che cosa significa propagare terrore e sfiducia (ieri e ancora oggi) nelle famiglie e nelle imprese: distruggere i consumi. La crisi in corso è causata dalla rottura delle catene della produzione e mancanza di fiducia. Il restate a casa ha avuto un effetto micidiale. Nel nostro paese c'è chi lo ha preso alla lettera: restano a casa in attesa di un assegno di sussistenza, abbiamo creato il più grande immaginario incentivo per non cercare lavoro,...
Che succede? Puntuale, inesorabile, onesta, è arrivata la realtà. Qui a List la attendiamo sempre con grande rispetto e pazienza. Nel caso del grande sottosopra del coronavirus abbiamo avvisato i naviganti per tempo e con tutti i particolari sulla natura della crisi sanitaria, la sua genesi e sviluppo, gli effetti del secondo virus ora in piena circolazione, il collasso economico, e la profondità dell'impatto che avrebbe avuto un lockdown deciso con l'emotività e senza selettività.
Sapevamo che la chiusura generale avrebbe condotto a uno sprofondo pericoloso per un paese con bassa produttività, che vive di cassa, liquidità informale, piccolo business (ci torneremo ricordando un saggio del professor Giuseppe De Rita che abbiamo pubblicato proprio qui su List tempo fa), azienda familiare e molto fai da te che non trova mai spazio nei discorsi degli intelligenti a prescindere. Fa sorridere amaramente vedere il presidente del Consiglio convocare un autore di disastri come il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, per fingere di bacchettarlo (Tridico è un pezzo del potere dei Cinque Stelle, inamovibile) e far sapere che ora sulla Cassa integrazione si cambia. Nel frattempo i cavalli sono scappati dal ranch.
Abbiamo disegnato tempo fa gli esempi sulle curve possibili (U, V, L e altre più o meno fantasiose e plausibili), stiamo verificando giorno dopo giorno che non sarà una V, una ripresa a razzo, stiamo provando oggi che cosa significa propagare terrore e sfiducia (ieri e ancora oggi) nelle famiglie e nelle imprese: distruggere i consumi. La crisi in corso è causata dalla rottura delle catene della produzione e mancanza di fiducia. Il restate a casa ha avuto un effetto micidiale. Nel nostro paese c'è chi lo ha preso alla lettera: restano a casa in attesa di un assegno di sussistenza, abbiamo creato il più grande immaginario incentivo per non cercare lavoro, e infatti abbiamo il record europeo di Neet (Not in Education, Employment, or Training), una legione di potenziali disadattati. La Grande Ilusione del paghiamo noi per voi, tanto è gratis perché noi siamo lo Stato, presto si risolverà in una fiammeggiante disillusione. Crash.
01
In fondo alla classifica della crisi
Così oggi, 24 giugno, con l'estate mai fiorita, dopo quasi tre mesi di lockdown e una riapertura che è la scoperta di una verità anticipata (la desertificazione dell'economia), eccoci qua a compulsare le stime aggiornate del Fondo monetario internazionale sullo scenario postcoronavirus. Conte, ai confini della realtà, disse: "L'Italia è un modello". E l'Italia è all'ultimo posto per la crescita in Europa, insieme alla Spagna e non è un caso. Siamo il modello ultimo.
I numeri parlano da soli, siamo ultimi, e condividere questo record (al quale noi siamo abbonati) con la Spagna non è una consolazione. Nemmeno vedere che la Francia non fa poi tanto meglio (-12,5% nel 2020) è un balsamo, perché il conto più difficile da sostenere non sarà il crollo della produzione ma quello dei posti di lavoro persi e di uno Stato che non funziona.
02
I fattori d'incertezza della ripresa
Il Fondo monetario sottolinea l'incertezza delle previsioni che sono influenzate da questi fattori:
- La lunghezza della pandemia e dei lockdown (ieri negli Stati Uniti si è avuto il record di contagi in un solo giorno, questo rallenterà la riapertura dell'economia americana e Wall Street è finita in rosso fisso);
- L'uso del distanziamento sociale che influisce direttamente sulla spesa;
- Il ricollocamento di lavoratori che hanno perso il posto;
- L'uscita di persone dalla forza lavoro delle imprese che renderà difficile un rimbalzo immediato della crescita quando la pandemia si alleggerirà;
- L'interruzione della catena della distribuzione che impatta sulla produttività.
03
I mercati sbagliano, ma poi hanno sempre ragione
La volatilità del mercato - avverte il Fondo - è alta. Perché c'è la grande divergenza tra lo stato reale di un'economia in cerca di ripresa nell'incertezza e il rally delle ultime settimane del mercato azionario:
Euforia per il domani, cieco ottimismo? In realtà i trader guardano i numeri e li proiettano sul domani: il mercato dell'auto americana si sta(va) riprendendo, il consumo di benzina è in aumento, i dati sulla vendita di nuove abitazioni sono andati bene, i numeri delle vendite al dettaglio sono buoni, la ripresa è un fatto. Come la presenza del virus. È questa necessaria coabitazione che non è stata ancora messa a fuoco. I mercati sbagliano, ma hanno sempre ragione. Dunque proiettano aspettative. E poi arrivano i dati sul contagio nelle città americane (35 mila nuovi casi in un giorno, in aumento in più di 20 Stati, gran parte concentrati a Sud e a Ovest degli Stati Uniti, le terapie intensive quasi piene a Houston, 7 mila casi in California) e la Borsa fa un bagno:
Convivere con il coronavirus significa avere delle strategie di contrasto che partono da poche ma stringenti regole di igiene, test, tracciamento e isolamento dei casi, lockdown mirati, una strategia che comincia ad essere chiara ma trova limiti di applicazione nella vita di ogni giorno, soprattutto nell'Occidente libero, nelle democrazie. Lo abbiamo detto e scritto fin dall'inizio: non siamo la Cina militarizzata e anche la dittatura di Xi Jinping ha visto un ritorno del coronavirus e la sconfitta della sua propaganda. Così Wall Street investe sulla speranza, ma poi si risveglia e corregge con una brusca sterzata il prezzo del futuro no covid che per ora non c'è e non sappiamo se mai ci sarà.
Nelle economie avanzate il calo della produzione sarà dell'8% nel 2020, un peggioramento di 1.9 punti rispetto alle previsioni fatte dal Fondo monetario nell'aprile scorso. Lo scenario peggiora. E chi vaneggia del rimbalzo del 2021 dovrebbe tenere bene a mente questo: anche con una reazione buona nel 2021 (una crescita del 4,8%) le economie avanzate avranno il Prodotto interno lordo in ogni caso inferiore di 4 punti percentuali rispetto al 2019. Per l'Italia questo significa doversi rimboccare le maniche, avviare riforme, smetterla di raccontarsi le bugie, tagliare la spesa improduttiva, aiutare sul serio con liquidità urgente famiglie e imprese, proteggere i più deboli, spezzare le rendite, introdurre merito e competenza. Praticamente, un miraggio.
04
Il debito corre, non si sa verso dove
La situazione è talmente grave che il ministro Gualtieri ieri durante l'audizione in Commissione Bilancio ha annunciato che il governo chiederà l'autorizzazione a un nuovo scostamento di bilancio prima di metà luglio, l'esecutivo punta a varare un nuovo decreto per far slittare ulteriormente gli adempimenti fiscali delle imprese più colpite dalla pandemia e "alleggerire sostanzialmente il carico fiscale delle imprese che hanno subito maggiormente l'impatto del coronavirus". Il ritardo accumulato è enorme. E il debito che si sta allegramente accatastando senza un chiaro disegno sul che fare è ancor più preoccupante, niente è gratis. Guardate questa tabella, sempre tratta dall'aggiornamento del World Economic Outloook del Fondo monetario:
Quest'anno il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Italia schizzerà al 166.1%, nel 2018 era al 134.8%. Sono livelli di indebitamento che in futuro peseranno come un macigno, il nostro spazio di manovra fiscale si ridurrà sostanzialmente a zero. Chi paga? In caso di avvitamento della crisi pagheremo subito noi, certamente in futuro i nostri figli. Viviamo nell'epoca del debito:
Con un debito che galoppa, l'Italia tratta il momento storico come se fossimo entrati nel luna park e ci fosse zucchero filato gratis per tutti. Quindi che il debito cresca, non si capisce per fare cosa, finora stiamo finanziando l'emergenza senza un reale criterio, soldi a pioggia (dimensione dell'intervento proporzionale alla visione, micro) che tra l'altro neppure arrivano a destinazione per il dedalo burocratico costruito dalle contorte menti del ministero dell'Economia.
05
I pieni poteri di Gualtieri e lo stato d'eccezione
Noi abbiamo un ministro dell'Economia che con una norma palesemente incostituzionale punta(va) a prendere "i pieni poteri", tanto da poter ribaltare quanto deciso il Parlamento sulla destinazione delle risorse economiche per contrastare la crisi. In pratica una sorta di "stato d'eccezione" dell'economia (e della democrazia). Che una norma simile sia stata presentata per l'approvazione delle Camere, dice quanto danno sia stato fatto dal lockdown e quanto si approfitti dell'emergenza per fare passare una legislazione da bisca clandestina. Un emendamento del governo ha parzialmente corretto il tiro imponendo al ministro un passaggio in Commissione, ma la norma per come è disegnata sembra pronta ad essere bocciata al primo ricorso che arriva di fronte alla Corte Costituzionale.
In uno scenario terribile come quello che abbiamo descritto, sono stati apparecchiati gli Stati generali, una rappresentazione che è servita al premier per autoincensarsi e comprare tempo, rinviare l'esame dei problemi e dei dossier aperti. La situazione ora sta precipitando, stanno emergendo i numeri della crisi e l'assenza di quello che era stato promesso: la cassa.
La cosa più surreale di ieri è proprio l'appello di Gualtieri, il quale dopo essersi presentato (più o meno involontariamente) la mattina come uno che chiede i "pieni poteri", va in Commissione Bilancio e parla come se fosse il Mahatma Ghandi dell'Economia: "Il governo presenterà al Parlamento una nuova richiesta di scostamento la cui entità è in corso di definizione", ha detto Gualtieri durante la sua audizione in Commissione Bilancio. Il ministro dell'Economia ha assicurato che "il governo è pronto anche con un dialogo, che l'audizione di oggi rappresenta un momento utile, proprio per ascoltare e affrontarli nel quadro del prossimo decreto e sulla base delle risorse che saranno disponibili, quindi vorrei manifestare disponibilità del governo a dialogare con voi, relatori e tutti i parlamentari per definire insieme una possibile allocazione di temi e questioni che consenta di poter concentrare meglio le risorse disponibili senza disperderli". Dove? Il crollo del turismo e dell'auto sono davanti a tutti, sono posti di lavoro e produzione, interesse nazionale. I soldi devono andare prima di tutto in questi settori. La lezione di Obama che salvò l'industria di Detroit è un memento per chiunque governi.
Se non avesse consentito di presentare un comma dove diventava l'Imperatore della Cassa, Gualtieri sarebbe stato quasi credibile, ma leggiamo il comma 8 delle "Disposizioni transitorie e finali" del Decreto rilancio:
8. Le risorse destinate a ciascuna delle misure previste dal presente decreto sono soggette ad un monitoraggio effettuato dal Ministero dell’economia e delle finanze. Il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base degli esiti del monitoraggio di cui al periodo precedente, al fine di ottimizzare l’allocazione delle risorse disponibili, è autorizzato ad apportare con propri decreti, sentito il Ministro competente, le occorrenti variazioni di bilancio provvedendo a rimodulare le predette risorse tra le misure previste dal presente decreto, ad invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica.
Il testo è chiaro: il Parlamento decide l'allocazione delle risorse, poi Gualtieri decide di spostarle con un suo decreto. Non sa caso questo comma è già stato emendato nella giornata di ieri ben due volte, è una stupidaggine giuridica che nasconde male il vero intento: annullare ex post ciò che stabilisce il Parlamento. Siamo in un teatro di maschere.
06
Le neo-mamme che lasciano il lavoro
Dove mettere i soldi? Un altro numero indica la strada: le mamme, le donne, hanno bisogno di sostegno reale non di chiacchiere. In un anno sono oltre 37 mila le neo-mamme lavoratrici che hanno presentato le dimissioni. E non è difficile immaginare perché: non riescono a conciliare il mestiere di mamma con il lavoro. Quando non ci sono nonni, in Italia diventa praticamente impossibile. E durante il lockdown abbiamo visto gli effetti sulle donne del doppio impegno, un lavoro incredibile di cui la nostra società non riconosce il valore perché ha smarrito la bussola dei valori. I dati sono dell'Ispettorato nazionale del Lavoro, che registra tutte le dimissioni volontarie, che ne verifica la "genuinità" per evitare il fenomeno delle "dimissioni in bianco" all'atto dell'assunzione (ti assumo ma se arriva una gravidanza scattano le dimissioni). Su più di 51 mila, tra dimissioni e risoluzioni consensuali complessivamente censite, il 73% delle volte a lasciare il lavoro è la madre. Questa è una vera emergenza, la libera partecipazione al lavoro delle donne, si tratta della libertà tout court.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con la domanda del compagno Lenin sul taccuino: che fare? Leggere Canetti per salvarsi.
07
La provincia dell'uomo
I quaderni di appunti sono sempre una scoperta, riservano sorprese, pepite brillanti nella buia caverna, illuminazioni. "La provincia dell'uomo" è la raccolta dei pensieri di uno scrittore formidabile (qui su List abbiamo citato tante volte il suo capolavoro che gli valse il premio Nobel, "Massa e potere") che in queste pagine si abbandona al fluire dei pensieri, tenendoli a briglia sciolta, pronto a richiamare il passo giusto, l'arte dell'andatura che per chi scrive è contenuto, ritmo, parola cesellata, colpo di fulmine, il passo, il trotto, il galoppo, l'indietreggiare, la sgroppata, l'impennata, il salto. Le geniali intuizioni di Canetti sono frammenti di proiettile, colpi d'ascia, tramonti e albe, aurore della speculazione filosofica e letteraria.
Questi bagliori per il vostro cronista sono una bussola, si accendono soprattutto la notte, sono la compagnia ideale dell'insonnia, alleviano il peso di vivere, sono la culla di un amore lontano che ti manca come un ramo reciso di netto da uno splendido albero, quello della vita. Quando Canetti ti sussurra che "il progresso ha i suoi vantaggi; di tanto in tanto esplode", pensi a quello che sta accadendo oggi, alla dissipazione di occasioni, alla povertà che vedi negli occhi spenti dei passanti, alla ricchezza sprecata, e allora ecco affiorare sul pelo dell'acqua delle tue pupille "la cosa più dura: tornare sempre a scoprire quello che si sa già", e poi pensare a quei momenti meravigliosi dell'infanzia, un tempo che era sempre epifania e sorpresa, il padre e la madre, la magia dove "nell'eternità tutto è inizio. Mattino profumato" e allora, cari lettori, bisogna "vivere come se si avesse dinnanzi a sé un tempo illimitato. Appuntamenti da qui a cent'anni". Massì, ci rivediamo qui, tutti i giorni, tra cent'anni. E ricordatevi che viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Buona giornata.
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.