23 Luglio
Il mondo nuovo e il Parlamento che pensa sia quello vecchio
L'ordine del post-coronavirus, il governo Draghi, la ripresa e la necessità di tenere aperta l'economia con l'unico strumento disponibile, i vaccini. Di fronte a questo scenario, i partiti italiani hanno ripreso il vecchio gioco del come prima più di prima. La lettera del Presidente Mattarella sul pasticcio delle leggi è un avviso ai naviganti, il semestre bianco non sarà quello delle mani libere
Che succede? Siamo tra "color che son sospesi" (Inferno, canto II, Divina Commedia) in un mondo in piena rivoluzione. Nonostante lo scenario sia quello di un cambiamento accelerato che sta mutando le nostre condizioni di vita. Guardate cosa potevamo fare prima della pandemia e quanto tutto quello che c'è dopo sia più complicato - e costoso. Osservate il dibattito sull'energia, quello del G20 a Napoli, dove Cina e India difendono la loro rivoluzione industriale fatta con gli idrocarburi e l'oligopolio di materie prime che disegnano la tecnologia, e chiedetevi come sarà il domani della nostra manifattura e chi pagherà la bolletta di una transizione forzata. Sono cose che accadono ora, innescate da nuovi 3 e vecchi interessi nazionali travestiti da nuovi -ismi. Mentre il mondo si trasforma in un sistema di nuovi belligeranti, il sistema politico italiano si balocca con l'idea di un "ritorno al passato" impossibile e un futuro dove nessuno paga le conseguenze delle sue azioni, tutto è gratis, ti pagano perfino per non lavorare e si potrà vivere tutti a carico dello Stato.
Nessuno si pone la domanda semplice: chi paga? Il Parlamento italiano dovrebbe tornare rapidamente a terra perché in questi giorni pare che la ragione non alberghi nelle teste dei partitanti. I leader inseguono i sondaggi (si vota per le amministrative) e questa corsa (verso il nulla) rischia di impattare sul governo di Mario Draghi, l'unica possibilità che abbiamo di evitare il crash (che abbiamo già sfiorato mesi fa). Andiamo con ordine.
Ieri il premier ha varato alcuni strumenti per "tenere aperta l'Italia" e non chiuderla come inevitabilmente sarebbe stato se non si fosse agito di fronte all'ascesa della variante Delta del coronavirus. Dunque sono cambiati i criteri per l'assegnazione delle fasce colorate alle Regioni così da non far andare in giallo (da oggi) un bel po' di zone...
Che succede? Siamo tra "color che son sospesi" (Inferno, canto II, Divina Commedia) in un mondo in piena rivoluzione. Nonostante lo scenario sia quello di un cambiamento accelerato che sta mutando le nostre condizioni di vita. Guardate cosa potevamo fare prima della pandemia e quanto tutto quello che c'è dopo sia più complicato - e costoso. Osservate il dibattito sull'energia, quello del G20 a Napoli, dove Cina e India difendono la loro rivoluzione industriale fatta con gli idrocarburi e l'oligopolio di materie prime che disegnano la tecnologia, e chiedetevi come sarà il domani della nostra manifattura e chi pagherà la bolletta di una transizione forzata. Sono cose che accadono ora, innescate da nuovi 3 e vecchi interessi nazionali travestiti da nuovi -ismi. Mentre il mondo si trasforma in un sistema di nuovi belligeranti, il sistema politico italiano si balocca con l'idea di un "ritorno al passato" impossibile e un futuro dove nessuno paga le conseguenze delle sue azioni, tutto è gratis, ti pagano perfino per non lavorare e si potrà vivere tutti a carico dello Stato.
Nessuno si pone la domanda semplice: chi paga? Il Parlamento italiano dovrebbe tornare rapidamente a terra perché in questi giorni pare che la ragione non alberghi nelle teste dei partitanti. I leader inseguono i sondaggi (si vota per le amministrative) e questa corsa (verso il nulla) rischia di impattare sul governo di Mario Draghi, l'unica possibilità che abbiamo di evitare il crash (che abbiamo già sfiorato mesi fa). Andiamo con ordine.
Ieri il premier ha varato alcuni strumenti per "tenere aperta l'Italia" e non chiuderla come inevitabilmente sarebbe stato se non si fosse agito di fronte all'ascesa della variante Delta del coronavirus. Dunque sono cambiati i criteri per l'assegnazione delle fasce colorate alle Regioni così da non far andare in giallo (da oggi) un bel po' di zone del paese e portarlo tutto rapidamente a una situazione di pre-lockdown. Questa prima decisione ha dato più peso ai ricoveri ospedalieri che anche oggi restano bassi, sotto controllo e domani si vedrà. Il secondo punto della strategia di Draghi è stato quello di rafforzare lo strumento del Green Pass come documento non per la libera circolazione (che non è mai stata messa in discussione e dipende in realtà dalla colorazione delle zone) ma per evitare che nelle manifestazioni pubbliche e nei luoghi dove il pericolo di contagio è più alto si sviluppino focolai incontrollabili e "fabbriche" di varianti resistenti ai vaccini. Il Green Pass entrerà in vigore dal 6 agosto, oltre 40 milioni di certificati sono stati scaricati dagli italiani, non da un gruppo di pochi intimi.
La popolazione ha capito che l'azione del governo Draghi è concentrata sul superamento dell'emergenza con strumenti nuovi. Non esiste la perfezione, quella è di chi parla molto e non fa mai niente. Il mondo è pieni di critici, farlo non costa niente, costruire qualcosa è capacità, tenacia, competenza e fatica. Il fatto è tanto vero che l'appello del premier a vaccinarsi è stato accolto con grande entusiasmo. In Piemonte, Veneto, Lazio, Lombardia e gran parte delle Regioni è scattata la corsa al vaccino, con prenotazioni perfino raddoppiate rispetto al giorno precedente l'annuncio la conferenza stampa di Draghi. "Oggi abbiamo registrato un boom di prenotazioni che vanno dal +15 al +200% in base alle Regioni", ha commentato il generale Figliuolo. Questo è un segnale chiaro ai partiti, inseguire i no vax e coloro che ancora non si sono vaccinati perché "tanto lo fanno gli altri" con l'andare delle settimane sarà una strategia perdente, la maggioranza degli italiani vede l'azione del governo come l'unica possibile per non finire di nuovo nell'incubo dei lockdown.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, oggi ha fatto sapere di essersi vaccinato a Milano, prova che le parole di Draghi hanno colto nel segno. Lo fa sempre tenendosi aperta la porta degli scettici, ma inseguire l'opposizione di Giorgia Meloni per un partito di governo (non da oggi, ma fin dalla sua fondazione bossiana che risale all'anno 1989) come la Lega è un errore. Agli italiani non servono partiti che urlano, ma che sappiano governare. Non contano i sondaggi, ma il buongoverno e i voti. Quelli arriveranno alla fine della legislatura, quando si farà l'elenco dei fatti e delle parole e i cittadini accoglieranno i primi rigettando i secondi.
Anche Giorgia Meloni oggi ha affermato: "Sì mi vaccino, non sono no vax, non sono contraria ai vaccini". Altro segno che Draghi ha dato un colpo di maglio a posizioni ambigue, tentativi di cavalcare l'irrazionalità. Non riguarda solo i partiti di destra, tutti sono intrisi di populismo. Dovranno aggiustare il tiro e pensare di più al bene degli italiani e meno alla propaganda sui social. Vale dunque anche per il Pd e i Cinque Stelle perché il "rigorismo" del partito di Letta è quello di chi non ha una soluzione di governo per il paese (se l'avessero avuta la maggioranza giallo-rossa non si sarebbe dissolta), mentre i Cinque Stelle sono un non-partito esploso al punto da avere un leader finto davanti alle telecamere (Giuseppe Conte) e uno vero dietro le quinte (Beppe Grillo).
La Lega ha fatto uscire una nota in cui dice di essere determinata a rimanere nel governo e a guidare a lungo il Paese ma ha manifestato "profonda irritazione". Sono segnali di un clima di piccola guerriglia parlamentare che stanno però lasciando dei segni nei partiti. Nella Lega dicono "che tutto il partito, a cominciare da Matteo Salvini, è impegnato a sostenere le riforme", mentre i Cinque Stelle minacciano sfracelli sulla Giustizia (e proprio in queste ore si fanno notare per le troppe assenze in Aula) e "il Pd tira la corda su nuove tasse e Ddl Zan". Siamo ai bagliori lontani, ma è chiaro che l'arrivo del periodo del "semestre bianco" per tutti significa avere più mani libere. Non così per il Presidente Mattarella, che oggi - nel giorno del suo ottantesimo compleanno - ha fatto una mossa politica molto importante, la vedremo tra qualche riga.
I Cinque Stelle cercano un impossibile posizionamento di "lotta e di governo" non avendo alcuna soluzione praticabile (oggi la ministra Dadone ha paventato un'uscita dei ministri pentastellati del governo, attendiamo che lo facciano, si accomodino e scopriranno la loro irrilevanza), ieri Giuseppe Conte ha dovuto prendere atto della realtà, Draghi non è un premier come gli altri, metterà la fiducia sulla riforma della Giustizia presentata da Marta Cartabia e la maggioranza dovrà contarsi e vedremo se anche scontrarsi.
Enrico Letta mette (o meglio, cerca di tenere) il Pd in assetto draghista, ma tutti sanno che all'interno dei dem c'è un diffuso malpancismo fin dall'arrivo di Draghi (culminato con le dimissioni dell'allora segretario Nicola Zingaretti). I dem non toccano palla su quello che conta, i dossier dell'economia sono (per fortuna) nelle mani del Presidente del Consiglio, i sondaggi sulle amministrative non sono quelli di un trionfo (specialmente a Roma dove Roberto Gualtieri fatica a trovare una collocazione politica e sarebbe minacciato perfino da Calenda nella corsa al ballottaggio, vedremo), così il segretario del Pd oggi afferma che "il governo non scricchiola, è naturale che di fronte a passaggi complessi ci siano discussioni", mentre sulla Giustizia dice che si tratta di un "passaggio complesso, come lo sono stati e lo saranno altri". Alla fine, il leader dei dem pensa che "ci sarà la fiducia dall'intera maggioranza". Più che di ottimismo, si tratta di realismo, una crisi di governo esporrebbe non Draghi, ma i partiti di fronte al loro fallimento di fronte alla realtà.
80 anni. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Foto Ansa).Il gong della giornata politica - e la certificazione che il quadro è in movimento - l'ha suonato il Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella ha promulgato il Dl Sostegni bis, ma un testo inzeppato dal Parlamento di norme che fanno orrore ha messo il Quirinale nella condizione di dover scrivere ai presidenti della Camera e del Senato che la misura è colma e soprattutto che nel semestre bianco è vero che il Presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere, ma tutti gli altri suoi poteri (e non sono marginali) sono intatti e Mattarella intende esercitarli tutti.
La lettera del Presidente della Repubblica a Casellati e Fico contiene passaggi importanti sotto il profilo della tecnica parlamentare e un sotto testo politico che si farà sentire nel futuro prossimo, già dalla prossima settimana, quando il governo Draghi porrà la fiducia sulla riforma della Giustizia. "Ho provveduto alla promulgazione in considerazione dell’imminente scadenza del termine per la conversione e del conseguente alto rischio, in caso di rinvio, di pregiudicare o, quantomeno, ritardare l’erogazione di sostegni essenziali per milioni di famiglie e di imprese", scrive Mattarella che aggiunge: "La consapevolezza della straordinarietà e della gravità del momento che il Paese sta attraversando per le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza pandemica, tutt’ora in corso, nonché della necessità di attuare speditamente il programma di investimenti e riforme concordato in sede europea non può, peraltro, affievolire il dovere di richiamare al rispetto delle norme della Costituzione".
Di nuovo: "Avverto la responsabilità di sollecitare nuovamente Parlamento e Governo ad assicurare che, nel corso dell’esame parlamentare, vengano rispettati i limiti di contenuto dei provvedimenti d’urgenza, come già richiesto con analoga lettera dell’11 settembre 2020".
Il Quirinale fa notare come il potere di emendamento del Parlamento non sia illimitato, richiama la sentenza n. 247 della Corte Costituzionale che "ha chiarito che il potere di emendamento parlamentare deve intendersi limitato a “disposizioni che siano coerenti con quelle originarie o dal punto di vista oggettivo e materiale, o dal punto di vista funzionale e finalistico”. Gong, qui suona un avvertimento per gli emendatori all'opera in queste ore sulla riforma della Giustizia, dove Draghi ha detto chiaramente che una cosa sono gli aspetti tecnici, un'altra la sostanza, il quadro generale della riforma.
Mattarella scrive, con severità: "Il testo che mi è stato trasmesso contiene 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari. Tra le modifiche introdotte ve ne sono alcune che - alla luce del disposto costituzionale e della ricordata giurisprudenza costituzionale - sollevano perplessità in quanto perseguono finalità di sostegno non riconducibili all’esigenza di contrastare l’epidemia e fronteggiare l’emergenza, pur intesa in senso ampio, ovvero appaiono del tutto estranee, per finalità e materia, all’oggetto del provvedimento".
Gli esempi che il Quirinale porta a sostegno del suo intervento parlano da soli: "L’art. 7-ter, in materia di recupero, riconversione funzionale e valorizzazione di beni demaniali ad uso militare situati all'interno di parchi nazionali; l’art. 9, comma 1-quater, in tema di autonomia scientifica dell’lNGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) nelle attività svolte in coordinamento con il Dipartimento della protezione civile; l’art. 10, comma 13-quater, che interviene sui termini per l’applicazione delle disposizioni recate dai decreti legislativi di riforma dello sport; l’art. 30-bis, che introduce misure di semplificazione finalizzate ad agevolare la produzione delle industrie facenti capo all’Agenzia Industrie Difesa; l’art. 31, comma 7, che prevede un contributo al settore dei treni storici della Fondazione FS Italiane; l’art. 54-ter, in tema di riorganizzazione del sistema camerale della Regione siciliana (commercio, industria, artigianato e agricoltura); l’art. 63-bis, in materia di convenzioni accessorie al rilascio dei permessi di costruire concernenti la realizzazione di nuovi edifici residenziali; l’art. 67, comma 13-bis, riguardante la riapertura dei termini, scaduti lo scorso giugno, per un’istruttoria di competenza dell’Agcom; l’art. 75-bis, con cui si incrementano le risorse per l’indennità di servizio prevista per l’impiego all’estero di personale preposto alla sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari e degli uffici degli addetti militari all’estero". Sono norme che non hanno nulla a che fare con l'oggetto della legge, l'emergenza Covid e la ripresa economica.
Continua Mattarella: "Inserimenti di norme con queste modalità, oltre ad alterare la natura della legge di conversione, recano pregiudizio alla qualità della legislazione, possono determinare incertezze interpretative, sovrapposizione di interventi, provocando complicazioni per la vita dei cittadini e delle imprese nonché una crescita non ordinata e poco efficiente della spesa pubblica".
Passaggio doveroso sulla decretazione d'urgenza, un fatto rilevato anche da altri presidenti della Repubblica più volte in passato: "Tale rischio è fortemente accentuato dal significativo incremento del ricorso alla decretazione d’urgenza verificatosi durante l’emergenza COVID, anche per fare fronte alle esigenze di attuazione del PNRR. Dal febbraio 2020 al luglio 2021 sono stati adottati dal Governo 65 decreti-legge rispetto ai 31 dei 18 mesi precedenti. Tra l’altro, i provvedimenti d’urgenza hanno comprensibilmente assunto di frequente in questa fase un’estensione eccezionale". C'è naturalmente la presa d'atto dello "stato d'eccezione", ma si tratta di una fase che dovrebbe chiudersi.
Conseguenza? Il caos delle norme. Scrive Mattarella: "La moltiplicazione dei decreti-legge, adottati a distanza estremamente ravvicinata, ha determinato inoltre un consistente fenomeno di sovrapposizione e intreccio di fonti normative: attraverso i decreti-legge si è provveduto all’abrogazione o alla modifica di disposizioni contenute in altri provvedimenti d’urgenza in corso di conversione e, in più occasioni, si è assistito alla confluenza nelle leggi di conversione di altri decreti legge".
Gran parte del caos nell'ultimo anno e mezzo è opera del governo Conte che, al netto dell'emergenza senza precedenti e della comprensibile esigenza di fare in fretta (ma bisognerebbe anche far bene, e così non è stato, tanto che il governo è imploso), ha fatto un uso eccessivo dello strumento del decreto. Leggiamo ancora la lettera del Presidente della Repubblica: "In merito alle caratteristiche che è andata assumendo la decretazione d’urgenza, ha avuto modo di esprimersi più volte in senso critico il Comitato per la legislazione della Camera dei Deputati che, in particolare, ha invitato il Legislatore ad evitare “la commistione e la sovrapposizione, nello stesso atto normativo, di oggetti e finalità eterogenei” e il Governo “ad operare per evitare la confluenza tra diversi decreti-legge, limitando tale fenomeno a circostanze di assoluta eccezionalità da motivare adeguatamente nel corso dei lavori parlamentari”. Dunque serve "un ricorso più razionale e disciplinato alla decretazione d’urgenza". E "occorre dunque modificare l’attuale tendenza. I decreti-legge devono presentare ab origine un oggetto il più possibile definito e circoscritto per materia. Nei casi in cui l’omogeneità di contenuto è perseguita attraverso l’indicazione di uno scopo, deve evitarsi che la finalità risulti estremamente ampia".
Come fare? Tutto è noto, ma non seguito con diligenza dalle Camere: "Nella procedura di conversione, come prescritto dai Regolamenti parlamentari, l’attività emendativa dovrà essere limitata dalla materia ovvero dalla finalità originariamente oggetto del provvedimento, come definite dal Governo. La confluenza di un decreto-legge in un altro provvedimento d’urgenza, oltre a dover rispettare il requisito dell’omogeneità di contenuto, dovrà verificarsi solo in casi eccezionali e con modalità tali da non pregiudicarne l’esame parlamentare. Anche per rimuovere la abituale prassi, ormai generalizzata, che consiste nella presentazione di maxi emendamenti sui quali porre la questione di fiducia, prassi sulla quale si è registrato un monito critico da parte della Corte Costituzionale con la citata sentenza n. 32 del 2014".
Qui scatta l'avviso del Quirinale: "Formulo, pertanto, un invito al Parlamento e al Governo a riconsiderare le modalità di esercizio della decretazione d’urgenza, con l’intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale, nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili".
No, il semestre bianco non sarà affatto quello di un Presidente che assiste silente alle camarille parlamentari, Mattarella lo dice chiaramente, tutti gli altri poteri del Quirinale restano: "Per quanto riguarda le mie responsabilità, valuterò l’eventuale ricorso alla facoltà prevista dall’articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposte. Anche tenendo conto che il rinvio alle Camere di un disegno di legge di conversione porrebbe in termini del tutto peculiari – alla luce della stessa giurisprudenza della Corte costituzionale – il tema dell’esercizio del potere di reiterazione, come evocato in una lettera del 22 febbraio 2011 del Presidente Napolitano. Auspico che queste considerazioni e questi rilievi siano oggetto di approfondimento e di riflessione nell’ambito del Parlamento e del Governo».
L'articolo 74 della Costituzione dà al Capo dello Stato il potere di bloccare una proposta di legge o un disegno di legge o un decreto legge convertito in legge, dopo la sua approvazione definitiva da parte del Parlamento. Questo potere è stato esercitato 22 volte da Francesco Cossiga (1985-1992); 8 volte da Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006); 7 volte da Sandro Pertini (1978-1985); 6 volte da Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999); 1 volta da Giorgio Napolitano (2006-2015), una sola volta da Sergio Mattarella.
Il Presidente della Repubblica manda un messaggio politico chiaro, diretto a chi pensa di poter approfittare del semestre bianco per tornare al come prima più di prima. Non ci saranno "mani libere" e chi pensa di destabilizzare il governo Draghi con manovre dilatorie o blitz che puntano a scassare una legislazione già fragile e sotto stress (siamo in presenza di un governo d'emergenza, d'unità nazionale, promosso dal Capo dello Stato di fronte al pericolo di un'implosione del sistema durante la pandemia, un esecutivo figlio dello stato d'eccezione) nel momento in cui l'Italia è in piena ripresa e uscita dalla crisi pandemica incontrerà la diga del Quirinale. Da oggi sono tutti avvisati. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.