25 Gennaio
Il nome della rosa (e delle spine)
Romanzo Quirinale. Il centrodestra presenta una terna per la Presidenza della Repubblica: Pera, Moratti e Nordio. Letta non chiude: "Sono nomi di qualità". Anche il Pd e gli alleati preparano una rosa di nomi per il Colle. Il problema politico? Non è quello dei petali, ci sono molte spine, a cominciare da Draghi
Che succede? Il Romanzo Quirinale va avanti e non è così difficile capire dove stanno andando le pedine sulla scacchiera. Il centrodestra ha un vantaggio di qualche pezzo, è avanti con le mosse e proverà a piazzare il suo candidato nella quarta o quinta votazione. Lo schema che abbiamo anticipato su List è confermato da una serie di fatti. Il quadro politico è in frenetico movimento, ma alla fine tutto torna. La destra ha presentato una rosa di candidati, così farà anche la sinistra. Il problema non è quello dei petali, bisogna evitare di pungersi con le spine. Siamo alla guerra delle due rose (così fu chiamata la guerra civile combattuta in Inghilterra tra la casa di Lancaster e quella di York, 1455-85). Andiamo a raccontare la guerra delle rose italiana, seguite il titolare di List.
01
Il centrodestra presenta la terna e punta al Quirinale

Due fatti stamattina hanno dato il via alla seconda fase della corsa al Quirinale:
1. Il centrodestra ha svelato una terna di nomi per il Quirinale: l'ex presidente del Senato Marcello Pera, l'ex sindaco di Milano e assessore alla Sanità lombarda Letizia Moratti, l'ex magistrato Carlo Nordio. Sono tutte persone di qualità dell'area conservatrice che hanno dato prova di indipendenza.
2. Matteo Salvini ha parlato stamattina con i deputati della Lega e ha detto che "è il momento dell'orgoglio", dunque il centrodestra tirerà dritto, presenterà il suo candidato. Il ragionamento del leader della Lega si basa sulla storia parlamentare, le elezioni di un presidente con un robusto "largo consenso" non sono la regola, ma l'eccezione. Giorgio Napolitano nel 2006 fu eletto con 543 voti su 1009, Luigi Einaudi nel 1948 con 518 voti su 900, Antonio Segni nel 1962 con 443 voti su 854, Giovanni Leone nel 1971 con 518 voti...
Che succede? Il Romanzo Quirinale va avanti e non è così difficile capire dove stanno andando le pedine sulla scacchiera. Il centrodestra ha un vantaggio di qualche pezzo, è avanti con le mosse e proverà a piazzare il suo candidato nella quarta o quinta votazione. Lo schema che abbiamo anticipato su List è confermato da una serie di fatti. Il quadro politico è in frenetico movimento, ma alla fine tutto torna. La destra ha presentato una rosa di candidati, così farà anche la sinistra. Il problema non è quello dei petali, bisogna evitare di pungersi con le spine. Siamo alla guerra delle due rose (così fu chiamata la guerra civile combattuta in Inghilterra tra la casa di Lancaster e quella di York, 1455-85). Andiamo a raccontare la guerra delle rose italiana, seguite il titolare di List.
01
Il centrodestra presenta la terna e punta al Quirinale

Due fatti stamattina hanno dato il via alla seconda fase della corsa al Quirinale:
1. Il centrodestra ha svelato una terna di nomi per il Quirinale: l'ex presidente del Senato Marcello Pera, l'ex sindaco di Milano e assessore alla Sanità lombarda Letizia Moratti, l'ex magistrato Carlo Nordio. Sono tutte persone di qualità dell'area conservatrice che hanno dato prova di indipendenza.
2. Matteo Salvini ha parlato stamattina con i deputati della Lega e ha detto che "è il momento dell'orgoglio", dunque il centrodestra tirerà dritto, presenterà il suo candidato. Il ragionamento del leader della Lega si basa sulla storia parlamentare, le elezioni di un presidente con un robusto "largo consenso" non sono la regola, ma l'eccezione. Giorgio Napolitano nel 2006 fu eletto con 543 voti su 1009, Luigi Einaudi nel 1948 con 518 voti su 900, Antonio Segni nel 1962 con 443 voti su 854, Giovanni Leone nel 1971 con 518 voti su 1008), Giorgio Napolitano nel 2006 fu eletto con 543 voti. Salvini ha anche ribadito che i veti e i pregiudizi non sono possibili, la sinistra ha eletto il presidente della Repubblica negli ultimi trent'anni, è ora di cambiare.
Enrico Letta è davanti a un bivio, può partecipare al mondo della realtà o rinchiudersi in un fortino, dire no a tutto e attendere un colpo di fortuna (che può arrivare, sia chiaro). La sua prima reazione di fronte ai cronisti dopo l'annuncio della terna del centrodestra è stata questa: "Non ho mai detto che il centrodestra non è legittimato a proporre dei nomi. Ovviamente è legittimato. Questi sono nomi di qualità. Super partes? Sono nomi di qualità". È un grande passo avanti rispetto ai giorni scorsi, vedremo se si trasformerà in qualcosa di concreto nella corsa al Quirinale. Il segretario del Pd può naturalmente giocare di contropiede, sperare che Salvini non centri l'obiettivo dell'elezione di uno dei tre, far fare il giro di giostra alla destra e poi manovrare per un altro candidato che raccolga i voti necessari. Il centrosinistra a sua volta presenterà una terna? Lo scopriremo presto, potrebbe anche decidere di far "cuocere" i candidati del centrodestra, bruciarli e poi venire allo scoperto.
02
Il caso dello "straniero" Draghi e i partiti
Il campo di battaglia è aperto. Matteo Salvini in ogni caso segna un punto politico che è importante in questa fase della storia parlamentare: i partiti non possono rinunciare a presentare un candidato e votare "per forza" Draghi o un altro candidato che non ha una storia politica. Non è un dettaglio, perché questo è il problema di quello che sembrava pronto all'ascesa al Colle senza ostacoli.

E Mario Draghi che fa? Non è un politico che ha un retroterra nella vita di partito. E si vede. La sua "campagna" è partita male (una ruvida conferenza stampa dove ha lanciato la sua candidatura al Quirinale) e proseguita a strappi (un'altra conferenza stampa dove non voleva domande sul Quirinale). Quando ha visto che la partita si stava complicando in maniera letale ha preso l'iniziativa e provato a fare un lavoro di cucitura con i gruppi parlamentari. Forse non è troppo tardi, ma di certo è in ritardo e in ogni caso ha molti problemi. Draghi è in campo, la sua candidatura non è affondata come si pensa, ma per la prima volta la sua ascesa diventa una "subordinata" di altre storie in corso. Paga la sua distanza, l'inesperienza del campo parlamentare, ma ha dalla sua le relazioni nell'establishment, grande autorevolezza e capacità di persuasione (è il premier in carica e se va sul Colle darà lui l'incarico per il prossimo governo).
Tutto questo però potrebbe non bastare, le truppe parlamentari non lo amano, lo vivono come uno "straniero", i leader sanno che Draghi agisce in totale autonomia e i suoi punti di riferimento sono su un altro piano e livello. Non ha una soluzione del sudoku istituzionale: se va al Quirinale poi cosa succede al governo? E non può assicurare a nessuno che non si andrà a elezioni anticipate. Può vincere? Certamente. Se il centrodestra fallisce il colpo, la situazione non trova un punto d'equilibrio e i gruppi parlamentari tirano la palla alla viva il parroco, allora il giro ricomincia e Draghi potrebbe diventare quello che risolve il rebus, il candidato che spunta dalla mischia e va sul Colle. Siamo di fronte a una grande partita a poker, per vincere non solo serve il punto, ci vuole grande fantasia e sangue freddo.
Intanto si vota per la seconda volta, la parola d'ordine è sempre "scheda bianca". Ma la sfida è più che mai a colori. Come si diceva un tempo per le assemblee di partito, "le pareti grondano sangue". E c'è anche quello del premier, perché la sua corsa non è più con la vittoria in tasca, alle 17:24 del 25 gennaio, mentre scrivo, Draghi è più fuori che dentro.
03
La battaglia navale della politica e la profezia di Renzi

Matteo Renzi è un grande esperto di battaglie navali, questa è una guerra di sommergibili, corazzate, cacciatorpedinieri e portaerei. Come la vede Renzi? "Quello che ha la carta per chiudere la partita per il Quirinale, quello che ha l'asso in mano si chiama Matteo Salvini", dice a Radio Leopolda. Per il leader di Italia Viva Salvini "ha quattro ipotesi diverse: insistere su un nome di centrodestra, anche contro un pezzo del Parlamento sperando che passi, e se non passa fa la fine di Bersani. La seconda è cercare un grande accordo su un nome fuori dal giro, un nome della società civile. La terza ipotesi è un accordo con Conte e la quarta trovare un sistema di 'usato sicuro'". E allora Salvini che farà? "Non ha deciso, ma siccome queste sono le olimpiadi della politica, il mio suggerimento sommesso è quello di usare le prossime ore per far prevalere la politica. Se cercano gli effetti speciali rischiano di fare la fine di Bersani". Salvini ha deciso di andare a vedere cosa c'è in fondo al mare. È in fase cacciatorpediniere, dovrà fare molta attenzione ai siluri.
***
Signore, a che ora è la guerra? Non so l’ora esatta, ma al confine sentono sferragliare la fanteria corazzata, presto o tardi arriverà. Siamo a questo, nella distrazione totale, con le truppe che si muovono sul suolo dell'Europa, i missili puntati e una diplomazia che scivola verso il conflitto. L'epicentro di questa crisi non è a Kiev, non è a Mosca, non è a Bruxelles, è negli Stati Uniti, lo smarrimento della leadership americana è grande.
04
Preparare la guerra contro l'invasione (che non c'è)
L'America si prepara alla guerra contro un'invasione che non c'è, il Pentagono ha allertato 8.500 soldati (e il numero fa sorridere perché se Putin dovesse mai occupare l'Ucraina lo farebbe con un movimento di truppe di decine di migliaia di soldati), i paesi dell'Unione europea hanno cominciato a realizzare che a Washington hanno perso la testa e la Nato è divisa, il Dipartimento di Stato l'altro ieri ha evacuato i familiari dei diplomatici a Kiev, mossa che non è stata seguita dalle cancellerie europee. Joe Biden è entrato nella Situation Room della Casa Bianca (il problema è che non ne esce per guardare la realtà) e ha parlato con i leader di Regno Unito, Francia, Germania, Polonia e Italia, i presidenti del Consiglio europeo e della Commissione Ue. Risultato? Dal Cremlino avvisano: "C'è il rischio di un conflitto". Le parole sono pietre, prima si punta l'indice, poi si finisce per puntare i missili. Pessimo scenario.

I paesi dell'Unione stanno prendendo coscienza di un'escalation che può portare la situazione fuori controllo, da una parte c'è la Difesa americana che mette "in stato di massima allerta" le truppe, dall'altra un'Europa che non crede a un'invasione di Mosca e dunque il capo degli affari esteri dell'Ue, Josep Borrell dice che "non c'è nulla di nuovo", che "un attacco immediato" non esiste e non si conoscono ragioni per evacuare le ambasciate in Ucraina. Niente isteria, almeno a Bruxelles. Situazione opposta a Washington dove si respira un clima da 1962, crisi dei missili con Cuba. Biden ha grandi problemi in casa e un conflitto (che non c'è) può servire come arma di distrazione, il problema è che le guerre di parole sono diventate piani militari e qualcuno che preme il grilletto per sbaglio si trova sempre. L'unico risultato ottenuto finora dagli Stati Uniti è l'aumento dei prezzi del gas e la tensione sui mercati. Oggi il presidente francese Emmanuel Macron è in Germania per discutere una posizione comune con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Parigi e Berlino non seguiranno Washington, chiaro. Il problema è che alla Casa Bianca potrebbero decidere di fare tutto da soli e Biden non sembra essere pienamente padrone della situazione.
05
Biden ha una relazione complicata con le domande

Il presidente americano è nervoso, i sondaggi sono al minimo storico, lui cerca una strategia per uscire dall'angolo, il nemico russo però sembra non bastare. Così Biden è andato fuori controllo quando Peter Doocy, reporter di Fox News con cui Biden si è spesso scontrato, ha fatto una domanda sull'impatto che l'inflazione avrebbe potuto avere sulle elezioni di midterm, in programma a novembre, Biden ha commentato, riferendosi al giornalista, "stupido figlio di p....", convinto che il microfono fosse spento. È la seconda volta nel giro di una settimana che a Biden scappa la frizione con i giornalisti, qualche giorno fa ha risposto in maniera ruvida a una domanda della corrispondente di Fox News alla Casa Bianca, Jacqui Heinrich: "Perché lei sta aspettando che Putin faccia la prima mossa?". Biden aveva risposto, abbassando il tono della voce: "Che domanda stupida".
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con un lungo viaggio che abbiamo seguito fin dall'inizio. Si va nello spazio.
06
Il telescopio James Webb è arrivato sul punto Lagrange

Il telescopio spaziale James Webb ha raggiunto la sua d'osservazione finale (nel grafico qui sopra), il secondo punto di Lagrange (L2), a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Tra poco comincerà la fase di calibrazione degli strumenti (durerà due mesi) e poi si parte con l'esplorazione dell'universo fin dalle sue origini, il Big Bang. Che avventura.
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8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.