26 Giugno
Il nuovo disordine, l'America (e noi)
La crisi del coronavirus, l'esplosione della "cancel culture" e il mondo parallelo dell'Italia che con il crollo della produzione e la prospettiva di una disoccupazione galoppante parla di vitalizi, di giochi di Palazzo, di Palamara. Trump ha uno scenario quasi (im)possibile, non può vincere nel 2020 con i discorsi del 2016
Che succede? Siamo nel pieno di una crisi micidiale, l'Italia è travolta dalla recessione, rischiamo di perdere due milioni di posti di lavoro, il nuovo (dis)ordine mondiale cambierà la nostra vita, non è la fine del mondo, ma un altro mondo e ne vediamo i segnali sul contatore Geiger della realtà. C'è un solo posto al mondo dove si parla sostanzialmente d'altro, un mondo parallelo, l'Italia. Le cronache delle gazzette sono un monumento ai vitalizi riapparsi come la Madonna in Parlamento, agli Orban al Quirinale, poi ci mettiamo su una spruzzata di intercettazioni del Palamara di turno, qualche smutandato, un po' di cronaca scollacciata, un'eredità contesa, una storia di corna e mai amore e via così, più veloci della luce contro il muro di titanio. Allacciate le cinture e seguite il titolare di List.
01
Il paese con le armi di distrazione di massa
Toh, il taglio dei vitalizi è sparito in Parlamento, la Commissione contenziosa del Senato ha fatto marcia indietro, i partitanti oh, cielo, si scandalizzano, come se non sapessero che - essendo "contenziosa", cribbio - poteva succedere e dunque... è successo. Giustizia sarà fatta! Ora tutti promettono che il taglio che ci sarà, da destra a sinistra, da Di Maio a Salvini, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Renoche ci sarà. Il paese che ha il record di crollo della produzione discute di questo, siamo i migliori nel far esplodere armi di distrazione di massa. E la massa abbocca con regolarità.
Così sentiamo il senatore Renzi, un esperto del settore funamboli, dire che va fatto "un patto tra Pd e Movimento Cinque Stelle per governare fino al 2023 e evitare un Orban al Colle". Renzi è uno che ogni tanto la dice giusta, poi torna a fare Renzi e si vede in tutto il suo splendore....
Che succede? Siamo nel pieno di una crisi micidiale, l'Italia è travolta dalla recessione, rischiamo di perdere due milioni di posti di lavoro, il nuovo (dis)ordine mondiale cambierà la nostra vita, non è la fine del mondo, ma un altro mondo e ne vediamo i segnali sul contatore Geiger della realtà. C'è un solo posto al mondo dove si parla sostanzialmente d'altro, un mondo parallelo, l'Italia. Le cronache delle gazzette sono un monumento ai vitalizi riapparsi come la Madonna in Parlamento, agli Orban al Quirinale, poi ci mettiamo su una spruzzata di intercettazioni del Palamara di turno, qualche smutandato, un po' di cronaca scollacciata, un'eredità contesa, una storia di corna e mai amore e via così, più veloci della luce contro il muro di titanio. Allacciate le cinture e seguite il titolare di List.
01
Il paese con le armi di distrazione di massa
Toh, il taglio dei vitalizi è sparito in Parlamento, la Commissione contenziosa del Senato ha fatto marcia indietro, i partitanti oh, cielo, si scandalizzano, come se non sapessero che - essendo "contenziosa", cribbio - poteva succedere e dunque... è successo. Giustizia sarà fatta! Ora tutti promettono che il taglio che ci sarà, da destra a sinistra, da Di Maio a Salvini, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Renoche ci sarà. Il paese che ha il record di crollo della produzione discute di questo, siamo i migliori nel far esplodere armi di distrazione di massa. E la massa abbocca con regolarità.
Così sentiamo il senatore Renzi, un esperto del settore funamboli, dire che va fatto "un patto tra Pd e Movimento Cinque Stelle per governare fino al 2023 e evitare un Orban al Colle". Renzi è uno che ogni tanto la dice giusta, poi torna a fare Renzi e si vede in tutto il suo splendore. Nella testa di questo leader di un partito del 2% tutti quelli che non vengono scelti da lui sono degli Orban (che in ogni caso fa gli interessi dell'Ungheria, è eletto - il nostro premier no - sta nel gruppo del Partito popolare europeo e ha il filo diretto con Angela Merkel) e dunque tutto quello che viene dall'altra parte è brutto, sporco e cattivo. È un'idea sbagliata della politica, leva la dignità alle persone, fa male al paese che Renzi dice di voler salvare, in realtà lo confonde con se stesso.
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Quello che è incredibile, è che il paese ha ancora grandi risorse e riesce a recuperare la fiducia.
02
Una boccata d'aria di fiducia
I dati Istat pubblicati oggi dicono una cosa se volete ovvia, ma non tutto l'ovvio a volte si materializza, quindi il fatto che "le stime effettuate con i dati raccolti a giugno 2020 indicano un miglioramento, rispetto al mese di maggio 2020, sia dell'indice del clima di fiducia dei consumatori (da 94,3 a 100,6) sia dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 52,7 a 65,4)" è una boccata d'aria in un paese soffocato dal Soviet dello Stato e dai cacciatori di redditi di cittadinanza. Sta riaprendo qualcosa, nel deserto, ma almeno c'è chi ci sta provando. E come diceva Albert Einstein "chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo".
Un piccolo rimbalzo. Se le misure anti-crisi del governo fossero state reali, con i soldi, cash, direttamente in conto corrente, come hanno fatto in Germania, per i piccoli imprenditori, gli autonomi, la rete di micro-aziende che non vive di export ma di mercato interno, cioè gran parte del sistema economico dell'Italia, avremmo già un altro passo. Che sciagurati.
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Quello che conta accade altrove. Lo scenario del disordine del coronavirus è tremendo, la battaglia tra Stati Uniti e Cina è in corso, sta vincendo Pechino. La democrazia sta rivelando la sua debolezza, la dittatura la sua efficacia. Xi Jinping non vede l'ora di poter negoziare con il democratico Joe Biden la "resa americana". Trump, pur avendo intuito il problema (lo squilibrio della bilancia commerciale e l'avanzata tecnologica di Pechino) gli sta in realtà dando una mano ad accelerare la fine. Se ne vedono i bagliori all'orizzonte.
03
Il declino americano
Non è la prima volta che si dice che l'America è un paese in crisi e la sua potenza è declinante, tutte le previsioni fatte in passato sul tramonto americano si sono rivelate sbagliate. Negli anni Ottanta c'era chi prevedeva la fine dell'impero, nel 1991 il crollo del Muro di Berlino riportò tutti sulla Terra, l'Unione sovietica si dissolse, la Germania si tuffò nel lavoro della riunificazione, il Giappone entrò in una fase lunghissima di stagnazione economica, declino sparì, arrivò il trionfo con "la fine della storia", gli Stati Uniti cominciarono una lunga cavalcata sulla prateria del boom tecnologico dominato dal microchip, l'era del silicio. Un'era di egemonia solitaria, di superpower senza avversari in grado di contrastare questa forza, gli Stati Uniti d'America.
Trent'anni dopo - e dopo due mandati del primo presidente nero della storia, Barack Obama - arriva America First. Donald Trump. Che cosa è successo in questo lungo periodo della storia americana? I clan dei Clinton e dei Bush hanno guidato la globalizzazione, con stili diversi, linguaggio e immaginario differenti, ma sul terreno comune dell'incontrastata potenza americana e della diffusione dei valori liberali, una fase di espansionen dell'economia e della democrazia.
La vittoria di Obama su John McCain nel 2008 sembrava il trionfo e la prosecuzione di questa storia di infinito progresso, ma nel frattempo uno shock globale aveva già cambiato l'agenda, la Grande Crisi del 2008 è stata il primo rintocco di campana a morte per quella fase storica. Rattoppata la ferita, inaugurato con i quantitative easing della Federal Reserve e i salvataggi pilotati dallo Stato un altro ciclo di espansione dell'economia americana, lanciata un'altra corsa pazza di Wall Street, sono rimasti sul terreno i problemi dell'America che avevano lanciato Obama alla Casa Bianca: la società senza eguaglianza, la precarietà della middle class, la violenza, l'America delle guerre infinite (Afghanistan e Iraq), il paese stordito dall'uso degli oppiacei, la famiglia americana polverizzata. L'incubo ad aria condizionata di Henry Miller è diventato l'arena dei social media, l'imbarbarimento del dibattito pubblico, non il cinguettìo dell'uccellino ma il ruggito delle fiere nell'arena. L'esito di questa dissoluzione è la comparsa del Tweeter in Chief, Donald Trump.
Il 3 novembre l'America vota e siamo di nuovo dentro una crisi globale, quella del coronavirus. Una crisi ben più grave con un ordine mondiale in via di liquidazione (finita Yalta, finito tutto) e la nascita di un sistema alternativo (politico, economico, militare, finanziario, alternativo al dollaro e all'attuale sistema dei pagamenti) che minaccia la democrazia, già in pesante ritirata. Vediamo, anche e soprattutto in Italia, masse adoranti il dittatore della Cina, Xi Jinping, il re degli oligarchi della Russia, Vladimir Putin, il giocatore d'azzardo della Turchia, Erdogan. La democrazia è percepita come un problema, non efficace. Sono segnali tremendi. L'epicentro di questo terremoto culturale è negli Stati Uniti.
L'esperimento di Obama non ha curato il paese, lo ha lasciato più diviso che mai, ma Trump ha raccolto le macerie senza mai pensare di riunirle, ha puntato sull'economia dimenticando che gli Stati Uniti sono anche una potenza culturale e politica. Con Trump parlare di "amministrazione" è difficile, con Obama c'erano i clan democratici, la grande influenza dei Clinton (che poi si rivelerà letale per lui e per i Dem), tutto il mondo dell'industria globalizzata (e delocalizzata in Cina), lo star system di Hollywood e l'apparato di sorveglianza e controllo sociale della Silicon Valley. Trump ha vinto perché non aveva questo arsenale. Aveva dalla sua parte le legioni dell'uomo dimenticato della provincia americana (e bisogna vedere se le avrà ancora), un pezzo di Wall Street e poco altro. In queste condizioni, dal day one alla Casa Bianca il suo impegno doveva essere quello di costruire l'alleanza che non c'era. Non lo ha fatto. Questo è il suo limite e questo potrebbe costargli la presidenza.
Intervistato da Fox News Trump ha attaccato Biden, ma non ha mai detto cosa sarà il suo second term, dove e come sarà l'America nel suo sempre più ipotetico secondo mandato. Si preoccupa del voto per posta ("abbiamo votato nella Prima guerra mondiale, abbiamo votato nella Seconda guerra mondiale: ora abbiamo un virus che per novembre sarà molto rallentato e dobbiamo votare") ma non dice come intende contenere l'espansionismo militare cinese e russo (Mosca vende i suoi sistemi anti-aerei S400 all'India); collega Biden alla penetrazione della Cina sui mercati ("la Cina ci ha derubato sotto Barack Obama e Joe Biden e ci avrebbe distrutto economicamente se non fossi stato eletto") ma il negoziato sul commercio dopo 4 anni di guerra dei dazi è un'opera di nanismo politico; attacca la politica dei democratici, la violenza e il disordine delle metropoli americane governate dai dem ("la violenza a Chicago è fuori controllo: è peggio dell'Afghanistan, dell'Honduras e Guatemala, pensate a cosa accadrebbe con Biden presidente") ma dov'è il disegno per un cambio di rotta?
Alla fine di questo suo primo (e forse unico) mandato è chiaro che Trump non è un repubblicano, che la sua agenda non ha radici, che ha smarrito le intuizioni di America First, che c'è un abisso tra i suoi primi discorsi e quello che oggi twitta compulsivamente. Un presidente senza discorso è un presidente che perde. Trump non è ovviamente un democratico travestito da repubblicano, è semplicemente Trump, il prodotto di una crisi, il peggior nemico di se stesso. Mancano 4 mesi al voto per la Casa Bianca, Trump continua a fare campagna in maniera scomposta, vede solo nemici (ne ha tanti, ma nella vita esistono anche gli alleati), segno che è entrato in una fase paranoica, nixoniana (senza essere Nixon e senza Kissinger al suo fianco), una dimensione ossessiva che di solito quando sei Presidente della prima potenza mondiale non porta niente di buono.
04
Il 2020 non è il 2016
Trump pensa di vincere con questa strategia, spaccare l'opinione pubblica, mobilitare la sua base, e sperare che l'economia riprenda a correre. Potrebbe anche vincere così (e sarebbe un miracolo), ma ci sono dei dati di realtà da cui non si può prescindere, pensare di cavalcare la tigre come se il 2020 fosse uguale al 2016 è un errore. Come ricorda il Wall Street Journal, il rating di approvazione è al 40% e anche meno, "il territorio di George W. Bush e Jimmy Carter", due presidenti che non furono rieletti. Recuperare la fiducia degli elettori in 4 mesi, con una tempesta perfetta che lo circonda è (im)possibile.
David Brooks sul New York Times spiega che gli Stati Uniti sono di fronte a cinque cambiamenti:
1. La crisi sanitaria del coronavirus;
2. L'influenza e consapevolezza della gravità delle questioni razziali che prende corpo e consapevolezza nell'elettorato bianco che aveva votato Trump;
3. Il riallineamento politico degli elettori che hanno un rigetto nei confronti del Partito repubblicano di Trump;
4. la "quasi religione" del movimento della Giustizia Sociale per cui la storia non è altro che uno scontro tra gruppi di interesse in cui ci sono oppressi e oppressori, i punti di vista non sono più una ricerca della verità, ma a loro volta uno strumento di potere, a partire dal linguaggio, dalle parole usate;
5. La recessione economica da lockdown che sta cambiando il volto dell'economia americana (il Texas ieri ha sospeso il piano di riapertura).
Sono sufficienti per far cadere Trump e portare alla Casa Bianca un candidato allo stato gassoso come Biden? La risposta è sì. Perché Trump non ha offerto finora una visione del suo secondo mandato, per ora non ce l'ha e comincia ad essere troppo tardi per averne una. Trump ieri era uno sconosciuto per gli elettori americani che hanno investito su di lui, ma oggi lo conoscono, nel bene e nel male. E là fuori è inverno.
05
La divergenza tra Borsa e realtà
Quali sono le condizioni dei mercati finanziari? La domanda non riguarda solo i trader, Gordon Gekko e qualche speculatore della domenica che di solito finisce tosato, riguarda tutti noi perché ciò che accade nella finanza oggi si ripercuote sulla nostra vita, dai prezzi delle case alla sicurezza del proprio posto di lavoro. Quella che sta emergendo (ne abbiamo parlato anche ieri su List) è una pericolosa "disconnessione" tra l'andamento della Borsa e le condizioni reali dell'economia.
Al di là degli episodi delle singole sedute, gli indici hanno ripreso a correre (hanno ripreso l'85% del loro valore fissato a metà gennaio), nonostante le incertezze della ripresa. I prezzi sono dunque rimbalzati dopo il collasso di inizio anno, la diminuzione dei tassi di interesse ha contribuito all'allentamento delle tensioni. Questo grazie all'azione delle banche centrali che hanno ripreso in varia forma il quantitative easing, acquistando asset a ritmo costante. Ma lo scollamento esiste e l'aggiornamento del Global Financial Stability Report del Fondo monetario internazionale lo rileva come un grande fattore di rischio per il futuro prossimo. Se l'economia non comincia a correre, i prezzi prima o poi crolleranno.
L'altro punto debole del sistema è l'indebitamento esponenziale pubblico e privato (l'Italia nel avrà un rapporto tra debito e pil pari al 166% secondo le ultime stime del Fondo che abbiamo pubblicato ieri). Secondo il Fondo il rischio di una crescita delle insolvenze è reale e potrebbe minare la stabilità finanziaria. Una lunga scia di fallimenti.
***
Il primo fallimento di questa catena è culturale. La Giustizia sociale, appunto, è cieca, rabbiosa, contagiosa.
06
Cancellare Cristoforo Colombo
La rimozione della statua di Cristoforo Colombo a New Haven, Connecticut (Foto Ansa)Le ondate della storia possono essere irragionevoli, ma questo non le cancella. Vanno prese in considerazione perché sono l'espressione di un'anima logorata, quella dell'Occidente. Così non bisogna sorprendersi del fatto che Philadelphia voglia rimuovere la statua di Cristoforo Colombo in città. Lo ha chiesto il sindaco Jim Kenney. "Il 22 luglio chiederemo alla Philadelphia Art Commission l'approvazione per rimuovere la statua da Marconi Plaza".
Il tramonto dell'Occidente comincia con l'abbattimento dei suoi simboli. Quanto ero bambino la scoperta dell'America fu uno dei capitoli più affascinanti del racconto della mia maestra, Lina. Ricordo che passavo le ore a disegnare le tre caravelle, la Niña, la Pinta e la Santa Maria, per il bambino che ero quella era l'avventura della scoperta. Quarant'anni dopo, quell'incanto diventa un peccato mortale e la condanna all'inferno dell'oblìo.
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Il disordine è prima di tutto culturale. E mondiale.
07
Il nuovo (dis)ordine e la vecchia Onu
Henry Kissinger qualche mese fa aveva centrato in pieno il problema: il mondo dopo il coronavirus non sarebbe stato più lo stesso, è necessario inventare un nuovo ordine. Vediamo la confusione, sentiamo il clangore lontano delle armi. La copertina dell'Economist è la frammentazione di un vecchio mondo che pretende di essere governato come se fossimo nel 1945.
Questo non è più possibile, le istituzioni internazionali devono essere riformate prima che l'anarchia sfoci in una guerra. Settantacinque anni fa, il 26 giugno del 1945, fu firmata da 50 paesi la Carta dell'Onu. Da allora il mondo è cambiato, le Nazioni Unite no, il suo Consiglio di sicurezza riflette un ordine mondiale che non rispecchia la realtà. Anche qui, c'è un segnale della discontinuità dell'amministrazione Trump: finché c'era Nikki Haley, l'Onu era di nuovo una sede interessante della battaglia politica globale, con un impegno assertivo degli Stati Uniti sui dossier più importanti, poi Haley ha lasciato il suo incarico di ambasciatrice all'Onu e il sipario è calato di nuovo sulle Nazioni Unite dove domina l'alleanza di veto della Cina e della Russia. Anche questa è una ritirata.
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Qual è stato l'impatto del coronavirus sulle attività umane e sul nostro pianeta? Abbiamo un po' di risposte.
08
Il coronavirus via terra e aria
Tre agenzie spaziali - NASA, ESA (European Space Agency) e JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency) - hanno unito gli sforzi per analizzare cosa è accaduto sul pianeta Terra durante la diffusione della pandemia. I dati scientifici provenienti da più fonti sono stati resi diponibili su una piattaforma online e il risultato è notevole.
09
Un po' di evasione spaziale
Un pianeta delle dimensioni di Nettuno che orbita intorno a una giovane stella. Il sogno di tutti gli astronomi è che si tratti di un pianeta con condizioni abitabili, che ospiti la vita, che ci siano gli alieni. Niente di tutto questo pare sia successo e forse è meglio non scoprirlo (gli alieni potrebbero non essere dei buoni amici, soprattutto se hanno le abitudini sterminatrici degli esseri umani), ma i telescopi Tess e Spitzer hanno individuato questo oggetto nel cielo stellato e dunque si fantastica su cosa possa abitare laggiù, nel pianeta (chiamato AU Mic b, pessimo nome) che gira intorno alla stella AU Microscopii (un po' meglio), circondata da un velo di polvere cosmica.
La cosa più divertente di tutta questa storia è il poster in stile cinema sci-fi che hanno prodotto alla Nasa per festeggiare la scoperta:
In fondo, siamo sempre là, a quel tratto d'immaginario cosmico che fu creato da Herbert George Wells ne "La guerra dei mondi". Guardate il poster del primo film tratto dal libro:
Wells fu un eccezionale visionario, leggete tutto, chiudete gli occhi, lasciate che i tentacoli della sua prosa vi stringano:
L'isola del Dottor Moreau è un incubo terrestre, La macchina del tempo è il romanzo-sogno di tutti noi e il suo viaggio vi rivelerà quanto Wells avesse chiara la visione del presente, il nostro; La guerra dei mondi è la paura di noi e dell'altro, il terrore dell'impossibile tanto possibile da essere atteso. Con questi tre titoli Wells ha costruito i pilastri della science fiction in tre diverse declinazioni. Wells è un pionere, insieme a un piccolo gruppo di uomini e donne (pensate all'importanza del Frankenstein di Mary Shelley) ha creato nuovi mondi e possibilità. Triste è l'essere che non si ferma mai per coltivare l'illusione di viaggiare. Quello è spostarsi, il viaggio è per fortuna un'altra dimensione dell'immaginazione. Buona giornata.
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diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.