27 Febbraio
Il Pakistan ha abbattuto due caccia indiani
La crisi tra i due paesi diventa una guerra sui cieli del Kashmir. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, chiede di fermare l'escalation. Il vertice in Vietnam tra il Presidente degli Stati Uniti e il leader della Corea del Nord. Trump ottimista parla del "mio amico Kim". Le dimissioni del ministro degli Esteri iraniano innescate dalla visita di Assad a Teheran. Il presidente Rouhani al ministro: "Non le approvo"
Cari lettori di List buongiorno, l'evento che conta in agenda è l'incontro tra Donald Trump e Kim jong-un in Vietnam. Bisogna seguire la crisi interna in Iran, con le dimissioni di Zarif, India e Pakistan si fanno la guerra e stamattina le forze di Islamabad hanno abbattuto due caccia indiani, diamo un'occhiata alla Brexit e attendiamo come al solito il chiacchiericcio della politica interna. Storie di guerra, di potenza, di diplomazia, stamattina abbiamo anche un po' di fiction sceneggiata, un sottosopra di spie. Le cose importanti accadono altrove. Allacciate le cinture, stamattina si fa prima di tutto un giro di giostra in Oriente. Seguite il titolare di List.
01
Il Pakistan ha abbattuto due caccia indiani
Il Pakistan ha annunciato di aver abbattuto due caccia indiani penetrati nello spazio aereo pakistano. A sua volta, prima il Pakistan aveva invaso con due suoi jet lo spazio aereo indiano. L'abbattimento dei caccia è stato annunciato dal portavoce militare Asif Ghafoor su Twitter. Uno dei due jet indiani è caduto nel Kashmir indiano (i resti a terra, nella foto Ansa che apre List) mentre il secondo nel Kashmir pakistano e il pilota è stato arrestato dalle truppe pakistane.
La risposta del Pakistan arriva dopo l'incursione dei caccia di New Delhi che ieri hanno bombardato "accampamenti di estremisti" nel Kashmir pakistano. L'India ha rivendicato l'uccisione di 350 miliziani del gruppo jihadista Jaish-e-Mohammad (JeM). È la reazione all'attentato che due settimane fa aveva provocato la morte di una quarantina di soldati indiani. La tensione è altissima, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha chiesto a entrambi i paesi di evitare l'escalation. Avviso ai naviganti: sono due potenze nucleari.
***
Anche questo è un dossier che interessa Trump che oggi e domani è in Asia, in Vietnam, per incontrare Kim jong-un.
02
Trump e "il mio amico Kim"
Oggi Donald Trump e Kim...
Cari lettori di List buongiorno, l'evento che conta in agenda è l'incontro tra Donald Trump e Kim jong-un in Vietnam. Bisogna seguire la crisi interna in Iran, con le dimissioni di Zarif, India e Pakistan si fanno la guerra e stamattina le forze di Islamabad hanno abbattuto due caccia indiani, diamo un'occhiata alla Brexit e attendiamo come al solito il chiacchiericcio della politica interna. Storie di guerra, di potenza, di diplomazia, stamattina abbiamo anche un po' di fiction sceneggiata, un sottosopra di spie. Le cose importanti accadono altrove. Allacciate le cinture, stamattina si fa prima di tutto un giro di giostra in Oriente. Seguite il titolare di List.
01
Il Pakistan ha abbattuto due caccia indiani
Il Pakistan ha annunciato di aver abbattuto due caccia indiani penetrati nello spazio aereo pakistano. A sua volta, prima il Pakistan aveva invaso con due suoi jet lo spazio aereo indiano. L'abbattimento dei caccia è stato annunciato dal portavoce militare Asif Ghafoor su Twitter. Uno dei due jet indiani è caduto nel Kashmir indiano (i resti a terra, nella foto Ansa che apre List) mentre il secondo nel Kashmir pakistano e il pilota è stato arrestato dalle truppe pakistane.
La risposta del Pakistan arriva dopo l'incursione dei caccia di New Delhi che ieri hanno bombardato "accampamenti di estremisti" nel Kashmir pakistano. L'India ha rivendicato l'uccisione di 350 miliziani del gruppo jihadista Jaish-e-Mohammad (JeM). È la reazione all'attentato che due settimane fa aveva provocato la morte di una quarantina di soldati indiani. La tensione è altissima, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha chiesto a entrambi i paesi di evitare l'escalation. Avviso ai naviganti: sono due potenze nucleari.
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Anche questo è un dossier che interessa Trump che oggi e domani è in Asia, in Vietnam, per incontrare Kim jong-un.
02
Trump e "il mio amico Kim"
Oggi Donald Trump e Kim jong-un si incontrano per la seconda volta. Il primo vertice fu a Singapore il 12 giugno del 2018. Il faccia a faccia di oggi e domani si svolge in Vietnam, a Hanoi. Trump è ottimista (nella foto Ansa, in alto, mentre incontra Nguyen Phu Trong, il presidente del Vietnam), Kim non vede l'ora di abbracciarlo. Come sono lontani i tempi in cui i due leader se le suonavano di santa ragione in stile Antenati, colpi di clava epici, sono remoti i giorni in cui il Presidente americano apostrofava Kim come "rocket man". Archiviata la mega-pulsantiera (giocavano a chi aveva il gingillo più grande) per il lancio dei missili, secondo Trump è all'orizzonte un futuro "fantastico" per la Corea del Nord se rinuncia al nucleare.
"Il Vietnam sta fiorendo come pochi Paesi al mondo. La Corea del Nord farebbe lo stesso se denuclearizzasse velocemente. Il potenziale è incredibile, una grande opportunità come praticamente mai prima nella storia, per il mio amico Kim Jong-un. Vedremo molto presto. Molto interessante". Il mio amico. Come cambia il mondo. Sì, tutto interessante. Forse troppo. Vedremo in giornata gli esiti del primo giorno di colloqui. Trump insegue una dichiarazione di pace, di fine della guerra del 1953, un'operazione diplomatica delicata.
03
Corea del Nord. Quando Cheney disse: mai parlare di guerra
Il dossier del National Security Archive mostra quanto sia complessa la storia delle relazioni tra i due paesi. La lettura dei documenti declassificati va dall'amministrazione Nixon a quella di Clinton, i punti chiave sono i seguenti:
- L'alta probabilità che qualsiasi azione militare contro la Corea del Nord sarebbe difficile da contenere e causerebbe vittime su vasta scala. C'è un documento dove l'allora segretario alla Difesa e futuro vicepresidente Dick Cheney sostiene che non si deve nemmeno discutere di possibili azioni militari per non mettere in pericolo gli sforzi diplomatici per fermare il programma nucleare della Corea del Nord. Ecco la pagina dove si cita la posizione espressa da Cheney:
- Il ruolo fondamentale che la Cina deve svolgere nei negoziati diplomatici per allontanare la Corea del Nord dalle sue ambizioni nucleari;
- La politica del bastone e della carota con la Corea del Nord, dove sul tavolo ci sono Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e Cina;
- Il timore che alla fine degli anni Novanta emerge a proposito di un possibile collasso economico della Corea del Nord. Una leva per l'azione diplomatica, ma anche un rischio sul piano della sicurezza per l'area del Pacifico;
- L'attenzione al dettaglio unita alla sensibilità alle sfumature e alle incognite che hanno segnato le valutazioni di intelligence sulla situazione all'interno della Corea del Nord.
È una storia che viene da lontano, tutte le amministrazioni americane ci hanno provato. Trump sta riuscendo (forse) dove tutti gli altri hanno fallito. È dalla lettura dei documenti storici che si ricava il senso dell'oggi e l'esatta misura di quel che sta tentando di concludere la Casa Bianca con la Corea del Nord. I democratici criticano Trump sul dialogo con Kim? Lui risponde così:
Può piacere o meno, ma i fatti sono fatti. E alla luce della storia, per una volta Trump non ha torto. La carta canta. O piange, fate voi. Che facciamo ora? C'è un altro focolaio di tensione internazionale e movimento rapido della storia da osservare con grande attenzione, andiamo in Iran.
04
Le dimissioni di Zarif e la guerra politica in Iran
Che cosa sta succedendo in Iran? Il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif (qui sopra, nella foto Ansa) l'altro ieri ha annunciato le sue dimissioni con un post via Instagram: "Chiedo scusa per tutte le mancanze negli anni in cui sono stato ministro degli Esteri, ringrazio il Paese e i funzionari iraniani (per il loro sostegno) negli ultimi 67 mesi".
Zarif è un ministro che in Occidente è considerato l'interlocutore ideale, era in carica dal 2013, è sempre stato il mediatore della Repubblica islamica, ha una formazione accademica maturata negli Stati Uniti. È lui l'artefice dell'accordo sul nucleare iraniano del 2015 dal quale poi gli Stati Uniti si sono ritirati.
Le sue dimissioni sono state un lampo e poi si sono trasformate in un banco di nubi dove si cela una partita durissima all'interno del regime iraniano. C'è chi ipotizza l'uscita di altri diplomatici a breve, la scelta degli ayatollah di rispondere a tono alla politica dura di Washington, alle sanzioni dell'amministrazione Trump.
Zarif dopo l'annuncio delle dimissioni ha fatto capire chiaramente che ci sono state interferenze e il ruolo dei pasdaran in questa storia è dominante: "Siano da stimolo al ministero per riguadagnare il suo giusto ruolo nella conduzione della politica estera". La giornalista del Wall Street Journal Farnaz Fassihi ha riportato questa frase di Zarif destinata ai propri contatti su Telegram: "Il vero ministro degli Esteri è qualcun altro, non io".
05
La visita di Assad a Teheran fa scoppiare il caso
Lunedì 25 febbraio. Bashar al-Assad abbraccia l'Ayatollah Ali Khamenei a Teheran (Foto Ansa)Questa frase durissima di Zarif va collegata alla visita di lunedì scorso di Bashar al-Assad a Teheran, la prima dopo lo scoppio della guerra civile in Siria. Erano presenti tutti quelli che contano in Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, il presidente Rouhani ovviamente e soprattutto il generale dei Pasdaran, Qassem Soleimani. Lui, Zarif, il ministro degli Esteri della Repubblica Islamica, non c'era. Non era stato invitato. Troppo. Un segno di isolamento che nella diplomazia internazionale si tramuta in zero credibilità in qualsiasi tavolo. Secondo Foreign Policy l'uscita di Zarif sarebbe il preludio di una svolta radicale nel governo iraniano, una vittoria dell'ala dura del regime, ma la chiave per capire che cosa sta accadendo è in quel passaggio del commento di Mike Pompeo: "Vediamo se le mantiene" (le dimissioni, ndr). Rouhani infatti avrebbe respinto le dimissioni e secondo il Wall Street Journal ha inviato una serie di personalità a casa di Zarif per convincerlo a ripensarci, il vicepresidente Eshaq Jahangirì inoltre avrebbe chiamato Zarif offrendo le scuse di Rouhani per l'incidente della visita di Assad. Alla fine stamattina Rouhani ha fatto la mossa ufficiale con una lettera a Zarif che è stata resa pubblica: "Ritengo che le vostre dimissioni siano contro gli interessi del Paese e non le approvo", ha scritto Rouhani. Ritirerà le dimissioni? Vedremo.
Per gli Stati Uniti in ogni caso l'uscita di Zarif non cambia niente nella politica della Casa Bianca e non sono considerate neanche una trasformazione più radicale della linea di Teheran. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ex direttore della Cia, un uomo di solida formazione ed esperienza, ieri ha commentato: "Ne prendiamo atto, vediamo se le mantiene", ha affermato in un messaggio su Twitter. Pompeo è l'interprete della linea di Trump, non crede che a Teheran in questo momento vi sia spazio per riformisti e moderati, infatti aggiunge: "In ogni caso lui e (il presidente) Hassan Rouhani sono solo prestanome di una mafia religiosa corrotta. Sappiamo che è (la Guida spirituale) Khamenei a prendere le decisioni finali. La nostra politica non è cambiata, il regime deve comportarsi come un Paese normale e rispettare il suo popolo".
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Il campo da gioco che dobbiamo guardare in Europa è quello della Brexit. Ecco il punto nave, sulla Manica le acque sono agitate. Famoso titolo del Times che riassume lo spirito inglese: "Tempesta sulla Manica, il Continente è isolato".
06
Brexit. Theresa May gioca il posticipo
Alla fine, contano i crudi fatti, così Theresa May (sopra, nella foto Ansa, mentre ieri esce da Downing Street per andare alla Camera dei Comuni) ha detto chiaramente che se non verrà approvato il suo piano il prossimo 12 marzo chiederà più tempo per completare il processo di divorzio previsto per il 29 marzo. È il tentativo di non lasciare il Regno Unito nel limbo di un no deal, un non accordo senza regole, l'incertezza del commercio e della gestione dei confini. È la prima volta che il primo ministro inglese apre a una dilazione, a un allungamento dei tempi. Fino a ieri aveva giurato che la data del 29 marzo era sacra. Oggi non lo è più perché la realtà allunga l'ombra dei suoi tentacoli, emerge il tema della complessità. La semplificazione dei Brexiteers si è tramutata in un approccio semplicistico che ha reso la Brexit un groviglio di filo spinato dal quale il Parlamento inglese non riesce a uscire, se non al prezzo di una scarnificazione che poteva evitare se avesse prima di tutto chiarito che cosa si intendeva per uscita. Ridurre tutto il dibattito a una frase - "Brexit is Brexit" - ha fatto un certo effetto di fronte alla tv, ma come vediamo è diventato un cavallo di frisia oltre il quale non si riesce a andare. Brexit cosa? A scanso di equivoci: c'è un referendum, va rispettata la volontà popolare - e questo gli inglesi lo sanno meglio di tutti - ma quella che vediamo è appunto la lotta per tentare di trovare un'alternativa a quel voto, il cui peccato originale non è nella risposta genuina (qualunque essa sia) del popolo ma nella formulazione della domanda. Il problema della Brexit è ante e non post. Che cosa succederà? Nessuno può dirlo con certezza, basta osservare come si agitano anche dalle parti del Labour guidato da Jeremy Corbyn, un altro partito che è piombato in una crisi di identità, con dimissioni in massa per protesta contro Corbyn - accusato di antisemitismo e di aver favorito e dirottato la Brexit - e con la sortita dello stesso leader a Bruxelles in cerca di un altro deal, un nuovo accordo, e un secondo referendum. Siamo al caos totale.
L'idea di Theresa May di spostare di tre mesi la data di sganciamento della navetta inglese dall'Unione europea, in questo scenario, appare la cosa più saggia (e abbiamo detto tutto). D'altronde, se l'alternativa è quella di una bocciatura del piano di Downing Street e un pazzo momento Brexit, meglio prendere il calendario e allungarlo. A Londra vivono decisamente tempi interessanti. Forse troppo.
***
Situazione italiana? Niente di trascendentale e molto di disperante e esilarante: Di Maio perde e s'allunga il mandato ("dura altri quattro anni"); scaramucce varie sull'autonomia (no news, i pentastellati attaccano il ministro leghista Stefani accusandola di fare tutto da sola); Salvini incassa la presidenza della Sardegna (ma con qualche segnale di rallentamento per la sua forza trainante); il Partito democratico domenica celebra le primarie più mosce della sua storia. Lo scenario politico interno potete ascoltarlo in questa puntata di RadioList.
07
Doppio gong per Cinque Stelle e Lega
Il centrodestra vince, i Cinque Stelle collassano e perdono 300 mila voti. L'elezione regionale della Sardegna è una scossa alla maggioranza. Anche il dato della lista della Lega nell'isola deve far riflettere Salvini. Cosa accadrà al format di governo? Una coabitazione sempre più complicata e la naturale fine della transizione: il voto anticipato. Un'indagine del titolare di List con Francesco Damato. Ascolta RadioList.
RadioList è il podcast di List in vetta alle classifiche di iTunes. Questa puntata è già balzata sul podio nella classifica di iTunes, grazie a tutti.
Come chiudiamo questo numero di List? Voliamo.
08
Nasa Science Live
La Nasa manda in onda oggi la prima puntata del suo Science Live. Si parte ovviamente dalla Luna, la storia della sua esplorazione, la nuova corsa nello spazio.
Qui trovate tutto quello che serve. Per tornare sulla terra non ci sono problemi, abbiamo prenotato una navicella spaziale, guida il comandante dei Trasporti Toninelli. Se tutto va bene, si dimentica di tirare giù il carrello dello Shuttle ministeriale. Buona giornata.
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piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.