15 Luglio
Il pedaggio ritorna allo Stato
Dopo sei ore di Consiglio dei ministri, accordo tra governo e Atlantia: nel capitale entra Cassa depositi e prestiti (risparmio postale), la famiglia Benetton esce entro un anno, quotazione in Borsa. Conte atteso nel fine settimana da un vertice europeo difficile sul Recovery Fund.Il premier olandese Rutte: "Sussidi solo a condizioni rigide"
Aggiornamento. Sei ore di Consiglio dei ministri per raggiungere l'esito più logico in una storia che si trascina illogicamente da due anni, due maggioranze, due governi (e lo stesso premier): Autostrade sarà scorporata dal gruppo Atlantia, diventerà una società pubblica, la famiglia Benetton uscirà progressivamente dal capitale. Chi mette i soldi? L'unico soggetto che li ha in casa della politica, Cassa depositi e prestiti. Di chi sono i soldi? Dei correntisti postali, i soldi sono sempre degli italiani, in forma di contribuenti e risparmiatori. Il ministero dei Trasporti e quello dell'Economia hanno portato a casa l'unica opzione possibile senza correre il rischio di finire in tribunale, con una causa miliardaria (23 miliardi di potenziale risarcimento) che i Benetton in caso di rottura del negoziato avrebbero certamente innescato. Il titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri, aveva la carta della public company (il nome che si usa quando si vogliono imbellettare le nazionalizzazioni) e l'ha giocata perché le altre erano tutte destinate a perdere oggi o domani. Il Consiglio dei ministri è stato sospeso per quasi un'ora dopo la mezzanotte per approfondire questa parte del negoziato: uscita di Atlantia da Autostrade entro un anno, ingresso di Cassa depositi e prestiti e quotazione in Borsa. Conte per tutta la notte si è preoccupato di far uscire che lui era in fase granitica. Copione scontato, l'inflessibile presidente del Consiglio che sul dossier è stato flessibile fino all'invisibile per due anni.
La public company un giorno ci sarà, è chiaro invece quello che c'è: la nazionalizzazione di Autostrade, il controllo dello Stato, un altro pezzo di capitale influenzato dalla politica, l'uso del risparmio postale in modo improprio. Non è una buona cosa per l'Italia che ha bisogno di investimenti dall'estero, di fiducia e di iniziativa privata. Nessuno fa impresa volentieri in un posto dominato dal neo...
Aggiornamento. Sei ore di Consiglio dei ministri per raggiungere l'esito più logico in una storia che si trascina illogicamente da due anni, due maggioranze, due governi (e lo stesso premier): Autostrade sarà scorporata dal gruppo Atlantia, diventerà una società pubblica, la famiglia Benetton uscirà progressivamente dal capitale. Chi mette i soldi? L'unico soggetto che li ha in casa della politica, Cassa depositi e prestiti. Di chi sono i soldi? Dei correntisti postali, i soldi sono sempre degli italiani, in forma di contribuenti e risparmiatori. Il ministero dei Trasporti e quello dell'Economia hanno portato a casa l'unica opzione possibile senza correre il rischio di finire in tribunale, con una causa miliardaria (23 miliardi di potenziale risarcimento) che i Benetton in caso di rottura del negoziato avrebbero certamente innescato. Il titolare del Tesoro, Roberto Gualtieri, aveva la carta della public company (il nome che si usa quando si vogliono imbellettare le nazionalizzazioni) e l'ha giocata perché le altre erano tutte destinate a perdere oggi o domani. Il Consiglio dei ministri è stato sospeso per quasi un'ora dopo la mezzanotte per approfondire questa parte del negoziato: uscita di Atlantia da Autostrade entro un anno, ingresso di Cassa depositi e prestiti e quotazione in Borsa. Conte per tutta la notte si è preoccupato di far uscire che lui era in fase granitica. Copione scontato, l'inflessibile presidente del Consiglio che sul dossier è stato flessibile fino all'invisibile per due anni.
La public company un giorno ci sarà, è chiaro invece quello che c'è: la nazionalizzazione di Autostrade, il controllo dello Stato, un altro pezzo di capitale influenzato dalla politica, l'uso del risparmio postale in modo improprio. Non è una buona cosa per l'Italia che ha bisogno di investimenti dall'estero, di fiducia e di iniziativa privata. Nessuno fa impresa volentieri in un posto dominato dal neo Soviet.
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Che succede? Ci stiamo avvicinando a gran velocità al Consiglio europeo del 17/18 luglio, un vertice importante perché è il primo del semestre di presidenza Ue di Angela Merkel, perché è quello che misura la febbre da coronavirus dell'Unione, perché l'Italia ci spera - e come sempre ci fa. Anche nel caso Autostrade. L'altra notizia rilevante sul piano geopolitico viene dal Regno Unito, il governo inglese ha bandito dalla fine dell'anno la tecnologia 5G di Huawei e l'azienda cinese dopo aver protestato contro Downing Street ha rivolto un messaggio all'Italia: voi non fatelo. È la conferma di come l'Italia sia percepita dalla Cina come la portaerei di Pechino in Europa. Il Consiglio dei ministri inizia tra poco, ore 22.00, il solito giro di giostra notturno. Tre scenari sono sul tavolo: il rinvio per limare le tensioni, la revoca della concessione ad Aspi o l'uscita dei Benetton, con un aumento di capitale e la discesa di Atlantia a una quota minoritaria. Allacciate le cinture, andiamo in autostrada. Seguite il titolare di List.
01
Autostrade. On The Road Again
Il nuovo ponte di Genova, dovrebbe essere inaugurato i primi giorni di agosto (Foto Ansa).Non c'è la voce di Willie Nelson, ma quella di Conte, Di Maio, Crimi, Zingaretti. Un frastuono. Revochiamo tutto! Basta, ci hanno preso in giro! Quante volte avete sentito Conte dirlo? E così pure i Cinque Stelle. Tante, troppe. Due anni, due maggioranze, due governi (e sempre lo stesso premier) hanno costruito un copione surreale. L'ultima, il Consiglio dei ministri di oggi è slittato alle 22.00, il governo è diviso e non sa che fare: i pentastellati vogliono la defenestrazione dei Benetton, la revoca della concessione, il tabula rasa e poi si vedrà; il Partito democratico è per una soluzione più meditata che però mal si concilia con il passo al buio fatto dal segretario Zingaretti che ha dichiarato il suo appoggio a Conte. In mezzo c'è lui, Conte, il quale fa finta di essere il grande mediatore, ma lascia le pronte digitali ovunque e così poco fa s'è beccato un titolo di Repubblica alla quale è stata allungata la copia di una lettera che Paola De Micheli, titolare del ministero dei Trasporti, aveva scritto a Conte ben 4 mesi fa, il 13 marzo, chiedendo al premier di prendere una decisione sulla concessione di Autostrade. Cosa suggeriva De Micheli?
Considerata la delicatezza e la complessità della questione credo sia opportuno sottoporre al consiglio dei ministri la percorribilità della soluzione transattiva nei termini di cui sopra ovvero nei diversi termini che Tu e il Consiglio dei ministri riterrete individuare.
De Micheli ricorda nella lettera gli impegni di Autostrade e avvisa che "l'attuale situazione di incertezza in relazione alla non definita procedura di risoluzione della Convenzione rischia di compromettere comunque la situazione finanziaria di Aspi che, per le vie brevi, ha segnalato una ormai prossima crisi di liquidità che comporterebbe il venir meno degli investimenti già programmati sulla rete autostradale in concessione, alla quale si aggiungerebbe inevitabilmente una ricaduta sui livelli occupazionali della società stessa". Quanto vale la partita? Il solo potenziale contenzioso, la lite tra Autostrade e lo Stato in tribunale, tra i 10 e i 20 miliardi. Poi c'è l'ombra del crac del debito...
Stiamo ai fatti di ieri e oggi: le condizioni proposte da Autostrade andavano nella direzione del presente. Quattro mesi fa. E Conte non rispose. È lo stesso Conte che ieri ha detto "questa situazione si trascina da molto tempo". Intanto il Consiglio dei ministri slitta perché c'è un lieve problema: i fondi di investimento internazionali (Germania, Cina, Francia, Stati Uniti), hanno segnalato che con la revoca non solo va in fumo il loro investimento, ma Atlantia ha un debito da 10 miliardi che con la revoca rischia di andare in default. Chi paga? E chi si prende la responsabilità di innescare un crac colossale, uno dei più grandi della storia del capitalismo italiano? Lo farà Conte. O forse non faranno proprio niente e decideranno di non decidere, un bel rinvio che è la liturgia di questo governo. Stanotte lo sapremo, finora tutto va secondo copione: casino totale. Tanto che Atlantia è rimbalzata in Borsa e il rumor del mercato è il seguente: On the road again.
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Il potere è stare nel castello. Qualche volta è quello di Kafka. E in Germania prendono il reale e l'immaginario molto sul serio.
02
Il Conte nel castello della Cancelliera
Giuseppe Conte e Angela Merkel nei giardini del castello di Meseberg (Foto Ansa).In agenda c'è il negoziato sul Recovery Fund, la cancelliera Merkel ha iniziato un giro di consultazioni con i leader europei nel castello di Meseberg, la foresteria del governo tedesco. Ieri è stato il turno di Giuseppe Conte, oggi tocca a Pedro Sanchez, ma nella capitale, a Berlino. Com'è andata per il premier italiano? Male, signora mia, Conte è entrato inamidato e in pochette e ne è uscito spettinato e in disordine. La cancelliera cerca ovviamente un compromesso, ma il nostro grande statista non può cedere alle piccole cose che propone Merkel, dunque egli dichiara da vero conducator che "la trattativa sul Recovely Fund non può ridursi a una discussione su qualche miliardo in più o in meno". Perché chissenefrega dei miliardi, si capisce che siamo superiori al vile denaro, solo che poi stiamo con il piattino in mano, ma questi sono dettagli.
In uno dei surreali sottosopra che ci regala da quando è a Palazzo Chigi, il Conte 2 europeista in Germania ha fatto la dichiarazione di principio contro il Conte 1 sovranista: "L'Europa deve offrire soluzioni non illusioni e paure, quelle lasciamole ai movimenti nazionalisti". Egli, il Conte, è un contenitore di tutto, cambia stagione e si trova sempre pronto.
Fin qui, zero tituli, ma poi arriva il momento che rivela il problema, la verità trapela come sempre quando un politico alza la voce, di solito è quello in cui sta abbassando le penne: "Penso che non sia nell'interesse di nessuno, neppure di Paesi che non dovessero beneficiare del programma Next Generation Eu, introdurre condizionalità al punto da rendere di scarso impatto pratico e a compromettere l'effettività del sostegno che può derivare da questo programma: sarebbe una follia". Conte è in difficoltà e dovrà cedere, è evidente.
Naturalmente ai giornali, il premier di ritorno in un Paese che non legge la stampa internazionale, riserva la sua versione Rambo in pochette, estratto di anabolizzanti dal Corriere della Sera: "Io non voglio cedere su nulla. Il negoziato è molto difficile, ci sono molte resistenze", anche perché la cancelliera gli ha fatto intendere che a qualcosa l'Italia dovrà rinunciare, ma lui è netto: "Usciamo dalla logica di una negoziazione a 27 - dice - sennò finiremo con un compromesso al ribasso, sia sul Recovery Fund che sul bilancio pluriennale europeo. I due tavoli non si possono separare. Se ci riduciamo a cercare un accordo tra tutti i Paesi finisce che dovremo gettare a mare quel che ne viene fuori".
03
L'olandese volante Rutte
Instancabile. La cancelliera Angela Merkel e il premier olandese Mark Rutte lo scorso 9 luglio a Berlino (Foto Ansa)Bene, applausi. Qualche dato di realtà? Arriva dal primo ministro olandese Mark Rutte: "Il dietro le quinte" dei negoziati, ha detto Rutte di fronte al Parlamento olandese, "non mi fa sperare sulla possibilità di raggiungere un accordo. I sussidi dovrebbero comportare condizioni molto rigide, questo è l'unico modo", per arrivare a un accordo. "Non sarei in grado di spiegare come possiamo concedere sovvenzioni senza promesse di riforme serie e modalità per assicurarci che effettivamentequeste riforme avvengano. Ma non credo che questa idea sarà accettata". Non siamo nelle mani di Giuseppe Conte, ma di Angela Merkel. Solo la cancelliera può trovare una via d'uscita per l'Italia. Noi ne abbiamo raccontato troppe senza averne disegnato nessuna.
04
Il piano Merkel si chiama verità
La verità? La dice la cancelliera Merkel che in un paio di passaggi dimostra cosa è uno statista.
1. Ci vorrà più tempo. "Potrebbe anche volerci un altro incontro prima della fine di luglio. Io sarei lieta se si potesse chiedere con un solo incontro".
2. L'interesse della Germania. "Rivolta alle cittadine e ai cittadini tedeschi dico che la Germania ha interesse al funzionamento di tutto il mercato interno dell'Ue, perché quando le catene economiche non funzionano è un problema per tutti. Ora abbiamo un complito complesso che è quello di varare il bilancio pluriennale dell'Ue, ma anche il recovery fund, ossia il programma per la la prossima generazione dell'Ue".
3. Potenza e denaro del RF. "Il Recovery fund deve essere qualcosa di potente, qualcosa di importante. Non posso ancora dire che sono sicura che arriviamo ad un accordo, le vie da percorrere sono ancora lunghe, ma deve essere qualcosa di importante, non qualcosa che finisca per essere rimpicciolita. È una cosa che ha una dimensione politica, al di là dei numeri, è compito di tutti i 27 Stati membri dell'Ue, di costruire dei ponti. Non vedo nella posizione italiana qualcosa che metta in pericolo, abbiamo trovato oggi molte cose in comune, ma le dobbiamo trovare anche con gli altri".
4. Autostrade. Al solito, si è parlato di politica interna anche a Meseberg, alla fine Autostrade è servita come arma di distrazione di massa dal flop teutonico del Conte. Merkel ha commentato con ironia: "Si è parlato tanto di autostrade oggi qui. Sono proprio curiosa di sapere come andrà questo Consiglio dei ministri di domani". Stanotte (forse) la cancelliera conoscerà l'esito della saga al casello. Siamo messi così, in coda per pagare il pedaggio.
05
L'Europa, la Cina e il caso italiano
Messaggio sulla Cina. La cancelliera ha ricordato che gli Stati membri dell'Ue devono raggiungere "una posizione comune sulla Cina", dopo gli ultimi sviluppi a Hong Kong che hanno visto le autorità di Pechino imporre la legge sulla sicurezza all'ex colonia britannica. Chi è il principale alleato della Cina in Europa? L'Italia, unico paese del G7 che ha siglato un'intesa politica sulla Belt and Road.Nell'agenda della cancelliera la Cina è fondamentale. Trovare un equilibrio con Pechino non è semplice. Per le imprese tedesche è fonte di ricavi, ma se pensiamo al solo mercato dell'acciaio (fondamentale per la Germania), i sentimenti si raffreddano. Xi Jinping non è un benefattore, ha un disegno preciso: dominare il mondo, disegnare un nuovo ordine senza la supremazia del dollaro, la fine del secolo americano.
06
BoJo spegne Huawei. E i cinesi avvisano l'Italia...
Non a caso l'Anglosfera si è riunita su questo punto: sbarrare la porta all'accesso della tecnologia cinese 5G negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Oggi è arrivata la notizia ufficiale:il colosso cinese delle telecomunicazioni è stato escluso dalle forniture per la nuova rete 5G nel Regno Unito dal 31 dicembre. La decisione è arrivata dal Consiglio di Sicurezza nazionale sotto la presidenza di Boris Johnson.Il giro di vite su Hong Kong ha dato al premier britannico il chiodo al quale agganciare il quadro della politica di contenimento del Dragone cinese. L'offerta del passaporto inglese a centinaia di migliaia di cittadini dell'ex colonia britannica è una mossa di grande impatto e Pechino certamente reagirà. I rapporti tra BoJo e Xi sono tesi, le relazioni bilaterali sono al minimo. Gli inglesi a Hong Kong conservano interessi enormi, è da sempre la loro porta sull'Oriente, la reazione di Londra fa parte della logica delle relazioni internazionali, è dettata dalla storia.
Come ha reagito Huawei? Condannata la decisione di Downing Street, ha mandato una carezza (e un avviso) all'Italia: "La deludente inversione di rotta del governo britannico è stata da quest'ultimo giustificata con riferimento alle sanzioni imposte dal governo statunitense, sebbene non supportate da prove e non ad alcuna violazione da parte di Huawei" si legge in una nota dell'azienda. "Ci aspettiamo che il governo italiano prosegua il suo processo di digitalizzazione sulla base di criteri di sicurezza obiettivi, indipendenti e trasparenti per tutti i fornitori, preservando la diversità e la concorrenza nel mercato". Ci aspettiamo.
Nel frattempo, arrivano cattive notizie sul fronte della produzione, il rimbalzo a V non c'è. L'economia del Regno Unito infatti cresce solo dell'1,8% mensile a maggio, dopo il crollo del 20,3% ad aprile, nettamente al di sotto del +5% atteso dagli analisti. Su base annuale il Pil si contrae del 24%, contro un atteso -20% e a fronte del -25,3% di aprile. Nei tre mesi fino a maggio il Pil del Regno Unito cede del 19%, contro un atteso -17% e contro il -10,4% del precedente trimestre.
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Numeri, numeri, numeri. Quelli dei conti americani sono in fase di decollo verticale. Un giorno racconteremo il Big One del debito degli Stati Uniti. Per ora la barca va come il piroscafo di Mark Twain sul fiume Mississippi.
07
Il deficit americano galoppa
Il deficit americano galoppa verso i tremila miliardi di dollari, il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo nei 12 mesi da giugno è pari al 14%, il livello più alto dai tempi della Seconda guerra mondiale. Nel solo mese di giugno il deficit è stato pari a 864 miliardi di dollari. La crisi del coronavirus sta accumulando problemi per oggi e domani.
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Il coronavirus è un colpo di fulmine sul tavolo da biliardo. Tutti i leader sono alla ricerca di un fil rouge, una linea, un'idea. E tutti temono la seconda ondata. Nel dissenso della scienza, un consenso politico pare sia arrivato: indossare la mascherina al chiuso. Non è proprio la rivoluzione francese, ma questo passa il convento del presente.
08
Il 14 luglio della mascherina Macron
Parata militare. Il presidente Emmanuel Macron oggi a Parigi durante le manifestazioni del 14 luglio (Foto Ansa).La storia sa essere buffa: dalla presa della Bastiglia all'obbligo della mascherina, così è l'avanti-indietro della Francia del 14 luglio. Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron è andato in tv e in un'intervista ha annunciato che dal primo agosto in Francia sarà obbligatorio indossare le mascherine in tutti i luoghi chiusi. Niente lockdown, anche se ci fosse una seconda ondata, perché "il confinamento crea disuguaglianze e problemi".
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Cercate problemi? Prendete il gommone e andate a fare una gita in barca nel Mare del Sud della Cina.
09
Battaglia navale in Asia
Il Pacifico non è in pace, il Giappone non si sente sicuro, più a Sud scendiamo con il veliero e più navi battenti bandiera cinese incrociamo. Non è un episodio asiatico di Love Boat, ma uno dei tanti campi in cui Pechino dispiega la sua forza e mostra le sue mire espansionistiche. Così il segretario di Stato Mike Pompeo ha messo nero su bianco che le rivendicazioni di Pechino sulle risorse off-shore nel Mar meridionale cinese "sono completamente illegali, così come la sua campagna di bullismo per controllarle". La tocca piano, Pompeo. Di che tratto di mare stiamo parlando? Questo:
Chi rivendica cosa? Ecco un'altra mappa del Council on Foreign Relations:
Secondo Pompeo "Pechino usa l'intimidazione per minare i diritti sovrani degli Stati costieri del sud-est asiatico nel Mar Cinese Meridionale, cacciarli via dalle risorse offshore, affermare il dominio unilaterale e sostituire il diritto internazionale con quello della 'ragione dalla parte dei forti'. L'approccio di Pechino è stato chiaro per anni. Nel 2010, l'allora ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese Yang Jiechi disse ai suoi omologhi dell'Asean che 'la Cina è un grande Paese e altri Paesi sono piccoli Paesi, e questo è solo un dato di fatto'. La visione del mondo predatrice della Rpc non ha posto nel Ventunesimo secolo". Non ha posto?
Cosa accade in mare quando ci sono tensioni territoriali? Si schierano i gruppi d'attacco, le portaerei prima di tutto. Dove sono posizionati in questo momento i pezzi della US Navy? Ecco la mappa:
Tre gruppi sono schierati nella zona d'influenza della Cina, vediamoli nel dettaglio.
USS America è di guardia sulle coste del Giappone, nella base navale di Sasebo:
La portaerei Nimitz, bandiera della marina americana, naviga nelle acque del Pacifico, vicino all'arcipelago delle isole Filippine:
Il gruppo guidato dalla portaerei Ronald Reagan è nell'oceano di fronte a Java e Sumatra:
C'è un grande affollamento dalle parti della Cina. A Pechino giocano a battaglia navale, il problema è che Xi Jinping pensa di poter osare senza conseguenze. Questo con gli americani alla fine conduce sempre a scoprire che all'improvviso premono il grilletto.
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La nostra serata è lunga, il Consiglio dei ministri è convocato per le 22.00. C'era una volta un'estate, Paolo Conte cantava "via via, vieni via con me". Venticinque anni dopo, sono spiaggiato in attesa di Giuseppe Conte. C'è qualcosa che non torna nell'esistenza di questo paese. E nella mia vita. A più tardi.
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l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.