14 Giugno
Il pieno di realtà
Il prezzo del carburante in America galoppa, la crisi di Biden sempre più grave, la Federal Reserve si prepara a un forte rialzo dei tassi. L'inflazione in Germania al massimo dal 1973, Berlino prepara una stagione di rigore fiscale (anche per noi). Come sta andando la guerra in Ucraina? La Russia avanza. Il voto (e il vuoto) in Italia
A che punto è la guerra? La risposta arriva dalla giornata delle borse mondiali. Commento di un amico, un fenomeno che somiglia al personaggio di Frank Slaughtery, il trader de La 25esima ora: "Sta venendo giù tutto". Il film di Spike Lee è un capolavoro, la giornata di ieri è stata un casino. Wall Street è finita gambe all'aria, il mercato è entrato ufficialmente in "fase orso" e se anche fosse semplicemente uno scoiattolo il risultato è che gli investitori hanno realizzato che la Federal Reserve ha sbagliato la prima mossa sui tassi e ogni passo successivo rischia di aprire una voragine. Secondo il Wall Street Journal, la banca centrale americana questa settimana alzerà i tassi di interesse dello 0,75%, un aumento di tre quarti di punto che non si vedeva dal 1994. Con l'inflazione che corre e gli analisti più seri che vedono un ulteriore balzo dei prezzi, non ci sono molte cose da fare: alzare i tassi, sperare che Biden ne azzecchi una e che Putin decida di fermarsi alla conquista del Donbass e non voglia fare strike in Ucraina e arrivare all'inverno per piegare l'Europa, pregare.
Il Washington Post è uscito con una storiella istruttiva sulla sgangherata politica energetica della Casa Bianca: a un certo punto, con l'inflazione in pieno rodeo, un gruppo di teste lucide ha suggerito al presidente di lanciare la grande campagna per i biocarburanti che, cribbio, avrebbero risolto il problema energetico americano e subito tirato giù i prezzi. Così Biden il 12 aprile è andato in Iowa, si è fatto fotografare di fronte a un trattore e ha cominciato a parlare dell'etanolo e tutti vissero felici e contenti. A un certo punto, è tornato cosciente e ha sollevato la logica domanda di fronte allo staff: ma a cosa serve tutto quello che...
A che punto è la guerra? La risposta arriva dalla giornata delle borse mondiali. Commento di un amico, un fenomeno che somiglia al personaggio di Frank Slaughtery, il trader de La 25esima ora: "Sta venendo giù tutto". Il film di Spike Lee è un capolavoro, la giornata di ieri è stata un casino. Wall Street è finita gambe all'aria, il mercato è entrato ufficialmente in "fase orso" e se anche fosse semplicemente uno scoiattolo il risultato è che gli investitori hanno realizzato che la Federal Reserve ha sbagliato la prima mossa sui tassi e ogni passo successivo rischia di aprire una voragine. Secondo il Wall Street Journal, la banca centrale americana questa settimana alzerà i tassi di interesse dello 0,75%, un aumento di tre quarti di punto che non si vedeva dal 1994. Con l'inflazione che corre e gli analisti più seri che vedono un ulteriore balzo dei prezzi, non ci sono molte cose da fare: alzare i tassi, sperare che Biden ne azzecchi una e che Putin decida di fermarsi alla conquista del Donbass e non voglia fare strike in Ucraina e arrivare all'inverno per piegare l'Europa, pregare.
Il Washington Post è uscito con una storiella istruttiva sulla sgangherata politica energetica della Casa Bianca: a un certo punto, con l'inflazione in pieno rodeo, un gruppo di teste lucide ha suggerito al presidente di lanciare la grande campagna per i biocarburanti che, cribbio, avrebbero risolto il problema energetico americano e subito tirato giù i prezzi. Così Biden il 12 aprile è andato in Iowa, si è fatto fotografare di fronte a un trattore e ha cominciato a parlare dell'etanolo e tutti vissero felici e contenti. A un certo punto, è tornato cosciente e ha sollevato la logica domanda di fronte allo staff: ma a cosa serve tutto quello che mi state costringendo fare? A niente Joe, questo è il punto. Quando Janet Yellen ha candidamente ammesso di essersi sbagliata sull'inflazione, è apparso chiaro che a Washington sono entrati in una terra ignota, senza mappe. L'America ha grandi risorse e quando meno te lo aspetti esce dal saloon uno che risolve tutto. No, non è Biden.
Il prezzo medio della benzina al gallone negli Stati Uniti continua a salire, è ampiamente oltre i 5 dollari, il diesel si sta avvicinando ai 6 dollari.
Con questa pressione sull'energia, la Fed dovrà alzare i tassi in maniera decisa. La scelta è tra recessione e inflazione fuori controllo.
Un bagno di realtà (leggere: sangue) questa è la scena in pieno svolgimento. Il punto di rottura è vicino, soprattutto per coloro che pensano che la guerra possa andare avanti senza conseguenze gravi per l'Occidente, oltre ogni ragione e evidenza strategica, oltre ogni danno calcolabile e incalcolabile - le vite spezzate. La strategia "premi l'acceleratore e vedi che succede" può funzionare alle 24 ore di Le Mans (e anche in quel gioco di velocità e resistenza ti devi fermare a fare benzina), non sul campo di battaglia, senza una meta, senza mai aprire un negoziato con Mosca, miniera del mondo e maggior potenza nucleare. Pensare di "indebolire la Russia" (il capo del Pentagono Ll0yd Austin dixit) o dichiarare che "la vittoria sarà sul campo di battaglia" (frase di un infallibile stratega europeo, Josep Borrell), non è come andare a sparare un paio di missili nel deserto contro Saddam Hussein e Muammar Gheddafi o lanciare un drone nelle montagne di Tora Bora per cercare di uccidere Osama Bin Laden che nel frattempo guarda le partite di calcio in tv a Abbotabad, Pakistan. Presto, tutto sarà esposto. Biden è a un bivio, la campagna militare in Ucraina sta andando male. O raddoppia gli sforzi, manda più armi, rischia la Terza guerra mondiale e fa a pezzi quel che resta della sua presidenza, o molla la presa e come minimo fa un bis del fallimento di Kabul. Zelensky? Dice che riconquisterà Mariupol. Nel frattempo, Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Mario Draghi preparano il viaggio a Kiev per giovedì.
***
In attesa della vittoria di Kiev, ricordo che in agosto cadrà un anniversario che è "la vergogna dell'Occidente" (frase di Frank-Walter Steinmeier, presidente della Germania): la ritirata dall'Afghanistan. Al comando della fuga, Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. Tutto dimenticato. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il giro di vite dei mercati
L'Occidente non può reggere questa pressione. Presto o tardi, vedremo un cambiamento prima di tono e poi di strategia degli Stati Uniti e dell'Europa (la definizione della vittoria e della sconfitta), si tratta solo di attendere sulla riva del fiume, con il taccuino squadernato.
Cominciamo con il cartellone dello spettacolo europeo, stamattina i listini europei tentano il rimbalzo, ecco le splendide chiusure di ieri:
Questo è il fox-trot della Borsa americana, Wall Street ha fatto il sottosopra:
I numeri non hanno bisogno di commenti, il mercato azionario sta colando a picco, l'inflazione nuota a bracciate larghe in un tratto di mare in tempesta dove le sanzioni giocano un ruolo chiave nel settore dell'energia (il solo blocco del petrolio russo crea problemi inattesi, stress sulla disponibilità di prodotti raffinati), i rendimenti dei titoli di Stato stanno decollando a razzo. Sono notizie pessime per i paesi con un alto debito, occhio allo spread italiano:
Siamo a 246 punti base tra Btp e Bund con il rendimento ampiamente sopra il 4%. La pressione sul nostro debito pubblico sta salendo a ritmi incalzanti. Si attendono le decisioni di politica monetaria per raffreddare l'inflazione, traduzione: rialzi dei tassi più forti. Questo si tradurrà in un aumento del rischio di recessione, un crash landing della produzione. Due gong arrivano dalla Germania, achtung.
02
Achtung, inflazione al massimo dal 1973 (+7,9%)
L'aumento dell'inflazione su base annuale al 7,9% a maggio e' il dato piu' alto dal 1973. Lo comunica l'ufficio di statistica tedesco Destatis aggiungendo che le cause del balzo dei prezzi al consumo sono da attribuire principalmente ai prezzi dell'energia e degli alimentari.
03
Stop a sussidi e debito. Lindner suona la campana (anche per noi)
Quando volete capire come andrà l'economia italiana, guardate alla Germania. Lezione di realismo (e doccia fredda) in arrivo dal ministro delle Finanze Christian Lindner che dipinge così la situazione economica dell'Eurozona: "La stagflazione è uno scenario possibile". L'Eurozona è in un periodo di inflazione galoppante e bassa crescita, la guerra in Ucraina sta accelerando questo quadro. La Germania come intende contrastare la caduta della produzione e l'aumento dei prezzi? Eliminando i sussidi e ponendo un freno deciso al debito. Esattamente quello che non vogliono fare i partiti in Italia, con 21 miliardi di euro destinati al reddito di cittadinanza e un debito pubblico che ha toccato
Il freno (previsto dalla Costituzione e sospeso durante la pandemia) comporterebbe una riduzione del livello di nuovi prestiti dai 140 miliardi di euro di quest'anno a soli 10 miliardi di euro. Per chi suona la campana? Intanto, dal mercato del petrolio, arriva una notizia che dice tutto sul destino delle sanzioni sulla Russia.
04
La Russia secondo fornitore di petrolio dell'India
La Russia ha superato l'Arabia Saudita diventando il secondo fornitore di petrolio dell'India a maggio, spingendo i sauditi al terzo posto, e restando ancora dietro all'Iraq che rimane al primo posto. A maggio le raffinerie indiane hanno ricevuto circa 819.000 barili al giorno (bpd) di petrolio russo, il più alto finora, rispetto ai circa 277.000 barili di aprile. Le sanzioni occidentali contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina hanno spinto molti importatori di petrolio a evitare il commercio con Mosca, spingendo il greggio russo a essere venduto a prezzi scontati. Ciò ha fornito alle raffinerie indiane, che raramente avevano acquistato petrolio russo a causa degli elevati costi di trasporto, l'opportunità di acquistare greggio a basso prezzo. Il petrolio russo ha rappresentato il 16,5% delle importazioni complessive di petrolio indiano il mese scorso. Il mercato non si fa tavolino a Washington e a Bruxelles e 'il resto del mondo' è più vasto dell'Occidente che ragiona ancora con schema da post- 1945. Siamo in un altro scenario del videogame della competizione tra grandi potenze.
***
Altre notizie che conducono al fictional scenario pubblicato l'altro ieri su List? Succedono cose turche.
05
La Turchia prolunga la missione in Libia
I porti petroliferi della Libia sono chiusi, gli scontri tra fazioni (l'eterna guerra civile in corso nel paese dalla caduta del colonnello Gheddafi nel 2011) stanno bloccando la produzione e l'export. L'impatto dello stop si sta facendo sentire sulle raffinerie in Europa. Tutto tace, nessuno se ne preoccupa. Nel frattempo, il Parlamento della Turchia ha deciso che le truppe turche di stanza in Libia rimarranno nel Paese nordafricano per un periodo di ulteriori 18 mesi. Così stabilisce la mozione presentata dal partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan. È il secondo prolungamento della missione che è iniziata nel novembre del 2019 con la firma di due accordi tra Erdogan e l'allora premier libico Fayez al Serraj. Nel primo si stabiliva il primato turco sulle acque del Mediterraneo orientale, nel secondo si mettevano le basi per la collaborazione nel settore militare. Gli stivali di Erdogan sul Nord Africa, zona di interesse nazionale dell'Italia.
Domanda sul taccuino: come vanno le cose sul campo di battaglia? Non sta vincendo l'Ucraina.
06
Distrutti tutti i ponti di Severodonetsk
Notizia secca: tutti i ponti che portano a Severodonetsk sono stati distrutti. Lo ha dichiarato il governatore della regione di Lugansk, Serhiy Gaidai, spiegando che da ora è impossibile portare merci in città come anche evacuare i civili. È la replica dell'assedio di Mariupol. Secondo l'intelligence britannica l'esercito russo rimane concentrato sull'assalto a Severodonetsk e ha fatto "piccoli progressi" a Kharkiv "per la prima volta in diverse settimane". L'esercito ucraino sta cedendo.
***
Il mondo è questo. Cosa succede in Italia?
07
Il voto (e il vuoto) in Italia
Quadro del voto nei Comuni. La destra vince e si aggiudica nove sindaci contro i tre della sinistra. Il centrodestra strappa i comuni di Palermo e Belluno e conferma Genova, La Spezia e L'Aquila. Il centrosinistra conquista Lodi e conferma Padova e Taranto. Fratelli d'Italia è il primo partito del centrodestra, anche nel nord, è Giorgia Meloni l'acchiappavoti della coalizione. Il Movimento Cinque Stelle precipita sotto il 5%. I ballottaggi saranno il 26 giugno. Stop. Altro giro, altra corsa.
Guardo i risultati del referendum (zero quorum, come atteso, e votanti per i sindaci al lumicino), i dati che arrivano nella notte sul voto nei Comuni. Appassionarsi a tutto questo è difficile. La crisi della democrazia è palese. Non interessa a nessuno, tutti al mare. E i numeri? Mettiamola così, piatta: è chiaro che la destra è favorita per la vittoria delle elezioni politiche del 2023, la sinistra è nei guai. Tutti hanno problemi, a destra la crisi della Lega è un fatto, ma alla fine Giorgia Meloni trascina l'alleanza e vince, mentre il "campo largo" immaginato dal Pd non esiste, i Cinque Stelle sono in via di estinzione (andate a guardare le percentuali pentastellate prese nei Comuni, sono senza scampo) e l'unica cosa che dovrebbe fare una persona intelligente come Enrico Letta è quella di mollare Giuseppe Conte al suo destino di leader inesistente (nulla era e nulla ritornerà) per provare a mettere insieme con Calenda, Renzi e galletti vari una coalizione in grado di battersi per la conquista del governo. Battersi, non abbattersi. Perché con i pentastellati il quadro è quello di un avvitamento. Conte non è visconte e non è neppure dimezzato, semplicemente... non è.
La destra vede la vittoria, ma non ci sono strade facili per il governo, si può vincere e poi perdere tutto a Palazzo Chigi. Il voto nei Comuni dice che Giorgia Meloni è la leader da battere, la figura che punta alla guida di Palazzo Chigi. Salvini ieri ha detto che "il leader lo sceglieranno gli italiani nel voto delle elezioni politiche". Eliminate le supercazzole dei sondaggi, si torna alla realtà, i voti. Chi vince? Il centrodestra è favorito, ma l'inflazione è il game changer, il governo ha le leve, i partiti la propaganda. Chi sta nell'esecutivo ha poche possibilità di variare lo schema di gioco, è Mario Draghi a gestire la palla, dunque per la Lega, il Pd e i Cinque Stelle il problema dello scenario economico dei prossimi mesi, diventa quello di come restare nell'esecutivo senza restarci. Il vantaggio in questo caso è tutto di Giorgia Meloni, posizione comoda, con telecomando, opposizione dura e via dritto fino al voto. Varianti? Infinite. Siamo in guerra, dunque nel campo del possibile e impossibile. Le sorprese ci saranno.
Che cosa è la politica italiana? Mi viene in mente il titolo di un libro di Giampaolo Pansa, ‘Lo sfascio’. In quelle pagine era narrata la vita politica del paese in declino, era uno sguardo lungo su quel fenomeno che Marco Pannella chiamava “partitocrazia”. Correva l’anno 1987, il vostro titolare aveva appena 18 anni, pensava di fare il giornalista, fece molti mestieri per guadagnarsi da vivere e studiare, dopo qualche anno, tra il 1991 e il 1992, si sarebbe ritrovato a impaginare in cronaca il crollo della Prima Repubblica.
La magistratura girò l’interruttore. In un paese senza alcuna tradizione liberale, intriso di individualismo anarchico a vocazione fascio-comunista, fu questione di un attimo, il resto venne giù da solo, uno tsunami populista che è arrivato fino a noi in trent’anni di degrado della classe politica. Quello precedente era un modello anomalo, certo, privo di alternanza (e in realtà fin troppo pieno di co-governo a livello centrale e locale), ma con una classe politica forgiata nelle grandi famiglie dei partiti popolari del Novecento. Era la macchina del consenso (e del dissenso) di un’Italia sconfitta nella guerra che si rialzò bene nel post-tutto in macerie, un paese che trovò la via della modernità con la ricostruzione, inventò il Boom, fece balzi da gigante nella scienza (eravamo i numeri uno nella Fisica con la Scuola di Panisperna), tenne la barra dritta nella silenziosa e letale Guerra Fredda con un Atlantismo di governo senza tentennamenti sino-russi, ma temperato e intelligente, (pensate alla politica dell’Italia di quegli anni con l’Eni di Enrico Mattei, una politica mediterranea e aperta all'Est, con l'Africa e il Vicino Oriente, per l'autonomia e l'interesse nazionale, eredità preziosa che arriva fino ai nostri giorni di shock energetico e guerra), un paese che reagì con mano ferma all’assalto del terrorismo alle istituzioni democratiche che giunse al culmine con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, segretario della Democrazia cristiana.
Quella ‘repubblica dei partiti’ (titolo di un importante libro di Pietro Scoppola sulla storia del sistema politico italiano), arrivò stanca e logorata all’appuntamento degli anni Novanta, Tangentopoli ne fu la tomba perché spazzò via con il qualunquismo giudiziario ogni possibilità di ricomposizione e rilancio, fu una strage della classe dirigente. E Roma cadde, fine di una storia senza alcuna goccia d'inchiostro per scriverne un'altra con un'idea del domani. Prima ancora cadde Milano che allora si fregiava del titolo di ‘capitale morale’ e poteva rimettere sulla linea di galleggiamento un paese che sprofondava a colpi di avvisi di garanzia e arresti, dopo aver attraversato una crisi finanziaria monstre e l'assalto della mafia allo Stato.
Prima del crollo, gli italiani suonarono con i referendum dei primi anni Novanta (e così si chiude il cerchio con la cronaca odierna) un ultimo gong per la democrazia. Cambiavamo la legge elettorale, era una profonda discontinuità, il colpo d’ariete che sfondava la porta del castello del partitismo e dava al legislatore una possibilità di cambiare rotta prima che fosse troppo tardi. Il Parlamento non colse il gong, ma la campana suonava lo stesso. Fu l’ultima volta. Poi è arrivato il momento del "nuovo miracolo italiano", della "gioiosa macchina da guerra", dell'eterna lotta italica tra guelfi e ghibellini.
Quello che venne dopo non fu una repubblica dei partiti, fu altro. Prese il via una storia fatta di leader di movimenti senza democrazia interna, dove i militanti furono ridotti a ‘massa elettorale’ (sempre più piccola) da sollecitare durante il voto e dimenticare una volta chiuse le urne. In vario grado di accelerazione, tutti sono arrivati allo ‘svuotamento’ degli strumenti di democrazia interna: Forza Italia fin dalla nascita fu un partito a ‘guida carismatica’ che inizia e finisce nella cronologia di Berlusconi; la Lega aprì la sua storia con la leadership di Umberto Bossi e un certo grado di organizzazione da partito novecentesco (ma senza competizione sulla guida), con Salvini si è riprodotto lo schema del leader mai in discussione, ma nel frattempo è sparito il partito come istituzione; Fratelli d’Italia è un partito talmente nuovo che è da inventare come forza di governo; il Movimento Cinque Stelle con Giuseppe Conte ha reso (im)possibile la categoria dell’elezione del candidato unico, fatto che non riuscì neppure ai sovietici. Il resto della compagnia di giro parlamentare è polverizzato, una mini-galassia di gruppi di potere che cercano scogli a cui aggrapparsi. E il Pd? Nella sua eterna transizione al potere (spesso anche quando perde) continua a dirsi ‘democratico’, ma è un organismo che auto-riproduce la stessa classe dirigente e ‘invoca’ i segretari invece di eleggerli (il caso di Enrico Letta, chiamato da Parigi a portare la croce di un partito iper-correntizzato, è l’esempio).
Il voto nazionale si sta materializzando, ci sono più o meno sei mesi di effettivo lavoro parlamentare, il resto è sospensione, attesa, siamo già dentro una campagna elettorale lacerante. C'è chi ipotizza la fine anticipata del governo Draghi. Ma per fare cosa? Il mare è in tempesta e aumenterà di forza, andare a remare nell'oceano, in piena guerra, con l'inflazione che vola, figuriamoci. Non c'è tempo per cambiare leadership, inventare quello che manca. I partiti devono fare coalizioni elettorali, sommare voti potenziali, scovare l'alchimia per eleggere i propri candidati 'protetti' in un Parlamento dimezzato da uno sciagurato taglio figlio di una demagogia che si è schiantata al suolo, bisogna fare le liste e sarà una mattanza, una lotta fratricida, qualcuno dovrà pur trovare gli slogan per catturare gli indecisi. Si arriverà alle elezioni per addizione e sottrazione. Il resto è solo un gioco di fumo e specchi.
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l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.