17 Febbraio
Il processo con un clic. E la domanda sottosopra
Caso Salvini, domani la votazione online dei grillini. Un caso inquietante di verdetto online. Grillo scopre che il quesito funziona al contrario: "Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si". È questa la democrazia diretta? Un numero di List sulla società del like, la distopia che diventa realtà
È dai tempi di Gesù e Barabba che l'uomo ha davanti ai suoi occhi il grande dilemma del giudizio popolare, il suo dritto e il suo rovescio, la scelta tra il Bene e il Male. Ci sono molti modi per fare (e farsi) "giustizia", la storia ci insegna che affidarsi alla folla di solito conduce al grave errore, spesso all'irreparabile.
01
Il metodo democratico
La democrazia è un metodo di governo delle vicende umane imperfetto, ma come ricordava sempre Winston Churchill non ne esiste uno migliore. Nella divisione dei poteri, la giustizia ha il ruolo di imporre la sanzione, realizzare il potere di coercizione dello Stato sui soggetti dotati di personalità giuridica. Nell'esercitare questo potere lo Stato si affida ai tribunali, alla magistratura. La sovranità del popolo, anche in questo caso, è sempre mediata. Nessuno è al di sopra della legge, nessuno impersona la giustizia, se non l'ordine giudiziario, la magistratura, che applica a sua volta la legge, a garanzia di tutti.
Il Parlamento (il potere legislativo) e il governo (il potere esecutivo) in questo sistema hanno alcune garanzie ulteriori. I padri costituenti avevano bene in mente il fatto che la lotta politica è feroce, sapevano che lo scontro tra fazioni non esclude l'uso improprio dell'accusa, che la strumentalizzazione giudiziaria è un male dal quale bisogna porre al riparo le istituzioni. Per questo nei paesi avanzati esistono, in varia forma e estensione, una serie di "immunità" per i membri del Parlamento e del governo. Questo meccanismo di garanzia rafforzata non sottrae il politico al giudice naturale, ma serve a "frenare" la lotta belluina tra fazioni, le invasioni di campo, l'errore e l'orrore della lotta politica per via giudiziaria. Ne abbiamo purtroppo un fiammeggiante esempio negli ultimi 25 anni di storia politica italiana.
02
La fuga orwelliana del Movimento Cinque Stelle
Il caso di...
È dai tempi di Gesù e Barabba che l'uomo ha davanti ai suoi occhi il grande dilemma del giudizio popolare, il suo dritto e il suo rovescio, la scelta tra il Bene e il Male. Ci sono molti modi per fare (e farsi) "giustizia", la storia ci insegna che affidarsi alla folla di solito conduce al grave errore, spesso all'irreparabile.
01
Il metodo democratico
La democrazia è un metodo di governo delle vicende umane imperfetto, ma come ricordava sempre Winston Churchill non ne esiste uno migliore. Nella divisione dei poteri, la giustizia ha il ruolo di imporre la sanzione, realizzare il potere di coercizione dello Stato sui soggetti dotati di personalità giuridica. Nell'esercitare questo potere lo Stato si affida ai tribunali, alla magistratura. La sovranità del popolo, anche in questo caso, è sempre mediata. Nessuno è al di sopra della legge, nessuno impersona la giustizia, se non l'ordine giudiziario, la magistratura, che applica a sua volta la legge, a garanzia di tutti.
Il Parlamento (il potere legislativo) e il governo (il potere esecutivo) in questo sistema hanno alcune garanzie ulteriori. I padri costituenti avevano bene in mente il fatto che la lotta politica è feroce, sapevano che lo scontro tra fazioni non esclude l'uso improprio dell'accusa, che la strumentalizzazione giudiziaria è un male dal quale bisogna porre al riparo le istituzioni. Per questo nei paesi avanzati esistono, in varia forma e estensione, una serie di "immunità" per i membri del Parlamento e del governo. Questo meccanismo di garanzia rafforzata non sottrae il politico al giudice naturale, ma serve a "frenare" la lotta belluina tra fazioni, le invasioni di campo, l'errore e l'orrore della lotta politica per via giudiziaria. Ne abbiamo purtroppo un fiammeggiante esempio negli ultimi 25 anni di storia politica italiana.
02
La fuga orwelliana del Movimento Cinque Stelle
Il caso di Matteo Salvini rientra in questo sistema che cerca di bilanciare i vari interessi in campo. Il Movimento Cinque Stelle ha distrutto questa già debole architettura (fu un errore cancellare l'immunità parlamentare) affidando il giudizio sull'operato del ministro dell'Interno a una distopica sentenza online. Siamo alla barbarie del diritto, un salto indietro ai tribunali del popolo. Colpevole. Innocente. Tutto con un clic da parte di una massa in bit che non ha letto le carte, non ha alcuna cognizione necessaria del diritto. Giudicare sulla base delle sensazioni, siamo al verdetto fondato sulle "emozioni". Con questa scelta il Movimento Cinque Stelle conferma di essere lontanissimo dai principi della liberal democrazia.
Di fronte all'emersione delle proprie contraddizioni interne, il Movimento sceglie la via di fuga dell'irresponsabilità, i parlamentari eletti diventano un terminale che dà esecuzione al verdetto elettronico. Sembra di stare dentro le pagine di un romanzo orwelliano, è la realtà dell'Italia, anno 2019. Questo passaggio - qualunque esso sia il risultato - costituisce un pericolo per il funzionamento della democrazia nel nostro paese.
03
Grillo e il paradosso del quesito
Il quesito è posto in una maniera impropria e l'esito è che per dire no, bisogna votare sì. Ecco la domanda:
Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
Se rispondi Sì allora Salvini ha ragione, ha esercitato il suo potere di ministro nel rispetto della legge, e non deve andare a giudizio. Se rispondi No il ministro dell'Interno deve essere processato. La domanda non è diretta (esempio: secondo te Matteo Salvini ha violato la legge e va processato?) ma indiretta, un sottosopra, è artificiosamente rigirata. Può confondere.
Perfino Beppe Grillo ha sentito il bisogno di dire che la formula è un pasticcio (ovviamente voluto):
"Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!". Grillo non mette in discussione il voto (cioè il punto fondamentale di questa incredibile storia di sommaria ingiustizia), ma citando Comma 22 e la sindrome di Procuste offre (in)volontariamente il quadro dell'incubo.
Comma 22 è il capolavoro di Joseph Heller, il romanzo di un paradosso dove gli aviatori che dovevano partecipare ai bombardamenti si trovavano di fronte a questa regola: "Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo".
La sindrome di Procuste è un disturbo psichico che conduce al sabotaggio delle azioni di un altro soggetto, azione scatenata dall'invidia. Qui siamo nel campo dell'azione politica e Procuste è quel personaggio della mitologia greca che aggrediva i viandanti, li stendeva su un letto e li allungava o accorciava per adattarli alle dimensioni del giaciglio della tortura. Non c'è bisogno di aggiungere altro, il quesito sottoposto ai militanti grillini è stato o allungato o accorciato, l'intento è quello di arrivare a un certo risultato.
Sono sufficienti queste brevi note per comprendere la gravità di quello che sta accadendo. Un partito presente nelle istituzioni, non un'associazione qualsiasi, invece di muoversi sul piano delle regole, ne inventa di proprie, scavalca il diritto parlamentare, lo rende vano, con conseguenze inattese che scopriremo domani, quando ci sarà il voto previsto dalle 10 alle 19. Tanti auguri, democrazia.
***
Sarebbe questa la democrazia diretta? Siamo di fronte a tendenze che stanno surfando nella coscienza collettiva, un totalitarismo che si esercita sullo smartphone, la digitalizzazione del giudizio privo di conoscenza, il gusto, la sensazione, l'emozione elevati a giudizio superiore, indiscutibile, definitivo. Ne abbiamo avuto una prova lampante nel più popolare dei test psicologici: il Festival di Sanremo.
04
Il Festival tra talent show, social e pop politics. Che fare?
Claudio Baglioni, Virginia Raffaele, Alessandro Mahmood e Claudio Bisio sul palco del teatro Ariston di Sanremo (Foto Ansa).di Alberto Contri
La vittoria assegnata al giovane italo-egiziano Mahmood ha fatto infuriare i partecipanti al televoto, e ha scatenato opposte tifoserie tanto sui social network che tra politici, ministri e giornalisti. Puntuali come dopo ogni partita della Nazionale di calcio (quando tutti si scoprono commissari tecnici), dopo Sanremo gli italiani hanno indossato i panni dei critici musicali e addirittura dei sociologi, vedendo nella spaccatura tra le giurie cosiddette di qualità e la massa dei televotanti, la stessa frattura che si sarebbe creata nel paese tra il popolo e le élite. Così l’ultimo Festival di Sanremo è diventato una sorta di Rashomon dove ognuno vede e racconta solo una piccola parte della verità. Continua a leggere l'articolo su List.
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Il pre-giudizio è un problema che riguarda l'eterno conflitto tra il Bene e il Male. Non esiste solo un pregiudizio "cattivo", c'è anche quello "buono", una politica dei buoni sentimenti che conduce all'oblìo dell'equità. Guardate il dibattito sull'immigrazione in Italia, privo di equilibrio. Da una parte quelli della ruspa sempre e comunque, delle navi in mezzo al mare anche quando non ce n'è bisogno, dall'altra gli utopisti no border, gli umanitaristi in mare senza umanità a terra, senza soluzioni concrete per evitare la disintegrazione di questi esseri umani. Siamo sempre nel campo delle emozioni che confondono la razionalità. Siamo in un'epoca di estremismo senza ideologia. Il caos.
05
Non siate troppo buoni
di Fabrizia Sabbatini
“Non me ne fotte nulla del Rwanda, però lo dico. Voi no, non ve ne fotte, ma non lo dite!”. È il 1994 quando Carmelo Bene, dalle poltrone del teatro Parioli, in un’epica puntata del Maurizio Costanzo Show, inveisce contro un gruppo di giornalisti. Siamo in piena deriva politicalcorrettista, è solo l’inizio di un lento declino che arriverà fino ai nostri giorni, una parabola che toccherà le sue vette più alte nell’ultimo decennio per poi iniziare a scivolare verso il basso. Continua a leggere l'articolo su List.
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Questo cocktail di pregiudizio (e ignoranza), penetrazione della tecnologia nella (in)coscienza, sta curvando lo spazio della nostra esperienza quotidiana, il nostro Essere nel mondo, un micidiale conflitto tra l'apparire e l'essere, il virtuale e il reale. Questa nevrosi sta consumando la democrazia, la sta corrodendo e non abbiamo niente con cui sostituirla, migliorarla. Lo scenario francese ne è un chiaro esempio: il sistema istituzionale produce un governo che è minoranza nel paese, l'opposizione intercetta una parte del malcontento ma non riesce a organizzarla sul piano del gioco democratico, il rancore diffuso online diventa movimento di piazza senza regole dove penetra di tutto, il buono e il cattivo, fino alla materializzazione dell'incubo totalitario nella forma dell'annichilimento e dell'odio razziale. Il caso Finkielkraut è un memento, è un'altra tappa di questo fil rouge del conflitto tra democrazia e massa informe che sceglie la piazza senza regole, il ruggito al posto del discorso. L'aggressione, l'uomo all'angolo.
06
L'aggressione a Finkielkraut e la democrazia rappresentativa
Montparnasse, Parigi. Un uomo viene aggredito da un altro uomo che indossa un gilet giallo con queste frasi: "Grande merda sionista", "noi siamo il popolo", "la Francia è per noi". Ecco quell'odio:
Non è una voce, è un ruggito primitivo, una fiera pronta ad azzannare un uomo inerme. Alain Finkielkraut ha "sentito l'odio assoluto e purtroppo non è la prima volta". Finkielkraut è una delle menti più brillanti d'Europa, un filosofo e accademico di Francia, è un intellettuale che ha simpatizzato per i gilet gialli, li ha osservati come una manifestazione importante, un'occasione per la democrazia francese. Ma come sempre il diavolo fa le pentole e non i coperchi, così il processo di mediatizzazione di questo movimento ha condotto all'esaltazione del peggio, l'assenza di un pensiero. Finkielkraut trova la formula efficace per definire questo processo di corruzione in un'intervista al Figaro:
La corruzione mediatica di questo movimento salutare è qualcosa di disperante. I sindaci che stanno intervenendo nel grande dibattito nazionale sono di tutt'altro livello e credibile competenza. I gilet gialli sono diventati gli avvocati involontari della democrazia rappresentativa.
Definitivo. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
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Come chiudiamo questo numero di List? Salutiamo un nostro amico lontano, la missione di Opportunity su Marte è finita.
07
Marte. Opportunity, missione compiuta
È da 15 anni su Marte, ci ha regalato immagini e emozioni senza confini. Il Mars rover Opportunity ha concluso la sua missione, una tempesta di sabbia ne ha interrotto le comunicazioni nel giugno scorso, tutti i tentativi di rianimarlo (l'ultimo questa settimana) sono stati vani. Dopo otto mesi, è arrivato il momento dell'addio (no, è un arrivederci). La sua avventura doveva durare 90 giorni marziani (il Sol che ha una durata di 24 ore 39 minuti e 35,244 secondi), è andata avanti per tre lustri. Un'incredibile avventura dell'uomo nello spazio:
Un giorno Opportunity sarà curato e tornerà a vivere. Quando l'uomo sbarcherà su Marte. Abbiamo un'ottima scusa per farci un Gin Martini, dobbiamo brindare all'eroica missione di Opportunity. Buona serata.
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immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.