19 Dicembre
Il quarto surplus della Germania e un altro deficit italiano
Dieci miliardi di extra budget dei tedeschi e il nostro bilancio approvato a Bruxelles. La differenza e la comune senescenza di Roma e Berlino, il continuismo del governo del cambiamento, la sfida per il futuro persa dall'Europa
La Germania per il quarto anno consecutivo presenta un surplus di bilancio di oltre 10 miliardi di euro. L'Italia fa bilanci creativi perché non ha mai curato il suo debito pubblico.
Il rapporto tra debito e Pil di Berlino è pari al 64.1 per cento contro la media dell'88.9 per cento dell'Eurozona. Quello dell'Italia è del 132 per cento. In questi tre numeri c'è la storia contemporanea dell'Europa, della Germania e dell'Italia.
L'Italia ha avuto il via libera della Commissione Ue al suo bilancio in deficit (2.04 per cento), un'attesa e un risultato che sembrano la soluzione di ogni nostro problema, l'inizio di una nuova era di felicità. Bene la composizione del conflitto (non si possono sommare il caos in arrivo della Brexit e una crisi in Italia), poi c'è la realtà, una grande illusione, perché dietro la spesa c'è l'ennesimo rinvio dei problemi.
Siamo in pieno continuismo. Tanto lo è che il differenziale tra Btp e Bund è sceso a 254 punti (ieri era a 270 punti), il minimo da settembre:
La Germania è l'unico paese dell'Eurozona ad avere un surplus e, come riporta l'Handelsblatt, per il ministro delle Finanze Olaf Scholz questo tesoro nelle casse dello Stato è fonte di imbarazzo. Perché? Saranno tedeschi, ma la spesa fa gola a tutti, dunque si stanno sollevando le critiche e le richieste. Critiche per non aver investito la cassa, richieste da parte di chi vuole servizi nuovi, soluzioni a problemi che come tutti ha anche la Germania.
Scholz deve difendersi dal ministro dei Trasporti che chiede soldi per rinnovare la Deutsche Bahn, la ferrovia tedesca; deve ascoltare il ministro della Difesa e la Cancelliera Angela Merkel a proposito di aumento della spesa militari e bilancio della Nato (l'esercito tedesco non è capace neppure di auto-trasportarsi in maniera decente) e Merkel aveva promesso...
La Germania per il quarto anno consecutivo presenta un surplus di bilancio di oltre 10 miliardi di euro. L'Italia fa bilanci creativi perché non ha mai curato il suo debito pubblico.
Il rapporto tra debito e Pil di Berlino è pari al 64.1 per cento contro la media dell'88.9 per cento dell'Eurozona. Quello dell'Italia è del 132 per cento. In questi tre numeri c'è la storia contemporanea dell'Europa, della Germania e dell'Italia.
L'Italia ha avuto il via libera della Commissione Ue al suo bilancio in deficit (2.04 per cento), un'attesa e un risultato che sembrano la soluzione di ogni nostro problema, l'inizio di una nuova era di felicità. Bene la composizione del conflitto (non si possono sommare il caos in arrivo della Brexit e una crisi in Italia), poi c'è la realtà, una grande illusione, perché dietro la spesa c'è l'ennesimo rinvio dei problemi.
Siamo in pieno continuismo. Tanto lo è che il differenziale tra Btp e Bund è sceso a 254 punti (ieri era a 270 punti), il minimo da settembre:
La Germania è l'unico paese dell'Eurozona ad avere un surplus e, come riporta l'Handelsblatt, per il ministro delle Finanze Olaf Scholz questo tesoro nelle casse dello Stato è fonte di imbarazzo. Perché? Saranno tedeschi, ma la spesa fa gola a tutti, dunque si stanno sollevando le critiche e le richieste. Critiche per non aver investito la cassa, richieste da parte di chi vuole servizi nuovi, soluzioni a problemi che come tutti ha anche la Germania.
Scholz deve difendersi dal ministro dei Trasporti che chiede soldi per rinnovare la Deutsche Bahn, la ferrovia tedesca; deve ascoltare il ministro della Difesa e la Cancelliera Angela Merkel a proposito di aumento della spesa militari e bilancio della Nato (l'esercito tedesco non è capace neppure di auto-trasportarsi in maniera decente) e Merkel aveva promesso a Trump di aumentare il contributo della Germania nella Nato.
Che fare con l'extra budget? Handelsblatt ricorda che il direttore dell'Ifo, Clemens Fuest, ha proposto di spostare quel denaro in un fondo speciale da utilizzare poi per pagare le pensioni dei tedeschi. L'idea è coerente con lo scenario tedesco, ricordiamo che tre sono i paesi più vecchi del mondo: Giappone, Germania e Italia.
Anche in questo caso, vediamo una grande differenza tra Roma e Berlino. Il governo giallo-verde fa una riforma per andare in pensione prima - e i costi sono tutti da scoprire, soprattutto per le generazioni che sono al lavoro - mentre il governo di Berlino cerca di rendere sostenibile il percorso previdenziale che, in realtà, molte proiezioni non danno per niente al sicuro.
Nel caso di Roma e Berlino, siamo di fronte allo stesso problema: una popolazione che invecchia e una visione agli antipodi. In Germania si approva una nuova legge sull'immigrazione per selezionare i migranti che servono all'industria tedesca; in Italia si fa un gran chiasso, si bloccano gli sbarchi, ma la politica migratoria non esiste, tutto è affidato al caso e i clandestini nelle città (di cui Salvini non a caso non parla mai, se non quando si presenta la convenienza a fini di propaganda) sono il vero problema; la politica industriale in Germania è un fatto concreto, basta pensare al settore dell'automobile, in Italia si inventano ecotasse e incentivi demagogici che vanno contro l'interesse nazionale (cioè non tengono conto delle fabbriche di FCA in Italia che cominceranno ora a produrre l'auto elettrica per il 2020), in Germania lo Stato supporta i giganti dell'auto, li sostiene nell'espansione globale. Dichiarazione di Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, oggi di fronte agli attivi unitari di Cgil Cisl e Uil: "Le auto elettriche sono prodotte da aziende estere: si rischia un boomerang. Verranno favorite le imprese che non lavorano nel nostro Paese".
Berlino naturalmente approfitta delle asimmetrie del sistema dell'Eurozona, ha una ramificata ed efficace burocrazia presente a Bruxelles, ha sistemato prima le sue banche (tra l'altro non benissimo, basta vedere i guai non piccoli di Deutsche Bank) e poi imposto regole ferree per tutti, ha fatto suo il Quantitative easing che ha criticato in pubblico ma ha incassato in privato, come l'Italia oggi sovranista che non ha la minima idea di quanto sia stato importante per il nostro debito pubblico avere la pronta cassa della Bce. Anche qui, tutto bene per l'oggi, i problemi nasceranno - sono all'orizzonte - domani quando dovremo tutti tornare sulla terra del reale costo del denaro.
Di fronte a tutto questo a Roma non possono sollevare eccezioni - è colpa della Germania, è colpa della Francia - per la semplice ragione che i governi precedenti hanno fatto la classica scena del "dateci un po' di flessibilità" e quello attuale è rimasto del cambiamento solo sulla carta. Alla fine quale sarebbe la discontinuità del governo Conte? Come ieri, ha incassato deficit da spendere oggi e rateizzare domani sulle spalle degli italiani che lavorano.
Nella constituency della maggioranza giallo-verde i produttori sono dimenticati, vengono privilegiati gli assistiti (reddito di cittadinanza) e l'Italia paese per vecchi (i pensionandi), ma dei giovani, del futuro, del lavoro (e quindi dell'impresa che lo crea) non c'è traccia negli atti e nei fatti di governo della Lega e dei Cinque Stelle. Essendo un paese di vecchi, si privilegia la visione a corto raggio (e come vedremo presto, in realtà senza gran lugimiranza per la stessa popolazione invecchiata), la politica oggi è "tutto qui e subito", il domani da noi è minoritario. C'è solo un problema: così non si arresta il declino, si accelera.
È in questa dimensione di senescenza tra Roma e Berlino che si coglie la parabola di una civiltà raccontata da Spengler nel Tramonto dell'Occidente.
L'altro ieri un amico al telefono mi diceva: "Ho attraversato il ponte che conduce da Hong Kong a Macao e improvvisamente ho capito una volta per tutte che abbiamo perso la partita con l'Oriente". Clic.
Il ponte è questo:
Il più lungo del mondo. Questa è la distanza che ci separa dal mondo che fa futuro. Dopo aver visto queste immagini, pensate al ministro Toninelli, al governo e alle polemiche sul ponte di Genova. Pochi chilometri, un'opera semplice, un paese auto-complicato che resta inesorabilmente se stesso desiderando essere altro. Il continuismo del Gattopardo.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
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legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
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della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.