16 Giugno

Il risveglio delle nazioni

La globalizzazione ha prodotto l'esplosione del nazionalismo e del protezionismo. Una parabola cominciata negli anni Ottanta, come risposta alla crisi degli anni Settanta, con la liberalizzazione dei mercati e la moltiplicazione di istituzioni non elettive. Lorenzo Castellani racconta la rivolta della politica.

di Lorenzo Castellani

Nel mondo occidentale stiamo assistendo al ritorno delle nazioni. Identità locali e nazionali sono riaffiorate nel dibattito e nell’offerta politica degli ultimi anni nonostante gran parte della classe intellettuale dell’Occidente credeva di averle seppellite per sempre. In questa dinamica s’inserisce un ambiguo e nuovo ruolo dello Stato che da un lato cerca di ritornare protagonista attraverso il controllo dei confini e del protezionismo economico e dall’altro mostra tutte le spuntature delle proprie vecchie armi, soprattutto in Europa. Insomma, la globalizzazione sembra produrre l’esplosione del nazionalismo, il progressismo economicista una reazione conservatrice e irrazionale, il sovranazionalismo un tentativo di riappropriazione dello Stato nazionale. La storia non aiuta a predire il futuro e spesso nemmeno a comprendere il presente nella sua interezza, ma è ad essa che bisogna rivolgersi se si vuole sperare di cogliere quanto meno l’essenza delle trasformazioni che oggi ci si parano di fronte.

La globalizzazione sembra produrre l’esplosione del nazionalismo, il progressismo economicista una reazione conservatrice e irrazionale.

Il film storico potrebbe riavvolgersi fino alla fine della Seconda guerra mondiale, ma chi scrive ritiene che sia sufficiente considerare come vero punto di svolta, per comprendere alcuni problemi del presente, il periodo tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.

Le democrazie occidentali erano entrate in crisi a metà degli anni Settanta per la stagflazione, per la crisi petrolifera ed un sovraccarico eccessivo di spesa pubblica dovuto all’ampliamento del welfare state. La risposta delle élite occidentali fu la liberalizzazione dei mercati, la managerializzazione dall’amministrazione pubblica, la riduzione dell’inflazione e il congelamento della spesa pubblica. Nel 1986 i paesi europei firmavano l’Atto Unico Europeo che avviava la transizione verso il mercato unico europeo, mentre Thatcher e Reagan forgiavano la deregulation finanziaria. Il liberalismo politico ed economico saliva alla sua massima potenza intellettuale e politica. Nel 1991, infatti,...


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