2 Aprile
Il secondo virus
La crisi (economica) del coronavirus. L'industria dell'auto collassa, la manifattura americana si sta bloccando, il prezzo del petrolio è sulla giostra. L'Italia è ferma alle chiusure, nessuno ha un piano di riaperture (e il sito dell'Inps fa crac). Libri per sapere, capire, andare avanti
Che succede? Giuseppe Conte ci ha raccontato che la fase 2 non c'è, che ci sarà un giorno la fase 3 e via così. Abbiamo due conferme: la circolare del Viminale sulle passeggiate genitori-figlio era un clamoroso pasticcio, restiamo nell'emergenza piena e i famosi progressi possono essere definiti come fumosi perché la base statistica è debole. Sintesi: siamo in balìa della Fortuna e speriamo non ci volti le spalle. La nostra vicenda purtroppo è una tragedia con il sugo degli spaghetti che cola sulla giacca, una cosa dolorosa e sbracata, avvilente perché il dibattito pubblico non è adeguato alla gravità della crisi, il governo parla di "prima la salute", bene, bravi applausi, ma non racconta che è arrivato il secondo virus, il collasso economico. E non sarà più clemente del coronavirus, anzi. Perché questo silenzio? Semplice, il primo virus serve a costruire il consenso sulla paura, ma il secondo virus quel consenso lo distrugge. Dunque si parla del coronavirus, sperando di batterlo e celebrare un'eroica vittoria, mentre si glissa sul crollo dell'economia perché un piano d'emergenza non c'è e si spera di raccattare qualche miliardo dall'Unione europea.
L'Europa? Su Repubblica c'è un intervento di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, che chiede scusa e dice "siamo con voi". Parole, nei fatti l'Unione europea non ha fatto niente non per salvare l'Italia ma per salvare se stessa. La Germania ha in mente i suoi bilanci, noi abbiamo in mente i nostri e senza coraggio non si va da nessuna parte. Spiace, ma l'Eurocrazia si è dimostrata unfit. In un tempo di guerra, abbiamo scoperto di avere leader che non sono adatti a decidere in tempo di guerra.
Il virus dell'economia nel frattempo sta galoppando, è sul campo, sta già mietendo morti e feriti. La situazione è di estrema gravità, è quello che si...
Che succede? Giuseppe Conte ci ha raccontato che la fase 2 non c'è, che ci sarà un giorno la fase 3 e via così. Abbiamo due conferme: la circolare del Viminale sulle passeggiate genitori-figlio era un clamoroso pasticcio, restiamo nell'emergenza piena e i famosi progressi possono essere definiti come fumosi perché la base statistica è debole. Sintesi: siamo in balìa della Fortuna e speriamo non ci volti le spalle. La nostra vicenda purtroppo è una tragedia con il sugo degli spaghetti che cola sulla giacca, una cosa dolorosa e sbracata, avvilente perché il dibattito pubblico non è adeguato alla gravità della crisi, il governo parla di "prima la salute", bene, bravi applausi, ma non racconta che è arrivato il secondo virus, il collasso economico. E non sarà più clemente del coronavirus, anzi. Perché questo silenzio? Semplice, il primo virus serve a costruire il consenso sulla paura, ma il secondo virus quel consenso lo distrugge. Dunque si parla del coronavirus, sperando di batterlo e celebrare un'eroica vittoria, mentre si glissa sul crollo dell'economia perché un piano d'emergenza non c'è e si spera di raccattare qualche miliardo dall'Unione europea.
L'Europa? Su Repubblica c'è un intervento di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, che chiede scusa e dice "siamo con voi". Parole, nei fatti l'Unione europea non ha fatto niente non per salvare l'Italia ma per salvare se stessa. La Germania ha in mente i suoi bilanci, noi abbiamo in mente i nostri e senza coraggio non si va da nessuna parte. Spiace, ma l'Eurocrazia si è dimostrata unfit. In un tempo di guerra, abbiamo scoperto di avere leader che non sono adatti a decidere in tempo di guerra.
Il virus dell'economia nel frattempo sta galoppando, è sul campo, sta già mietendo morti e feriti. La situazione è di estrema gravità, è quello che si definisce clear and present danger. Quanto chiaro e quanto presente? Facciamo il nostro giro di giostra. Seguite il titolare di List.
01
La manifattura americana si sta fermando
Mentre era in cottura la nota serale di List, è arrivata la chiusura di Wall Street, parte la musica dei Globlins, Profondo rosso e borsa di nuova nella Fossa delle Marianne:
Il rally si è di nuovo interrotto. E non avevamo alcun dubbio. Che cosa è successo? Gli indicatori della manifattura americana stanno cominciando a raccontare la storia vera del coronavirus, il crollo della produzione. È uscito l'indice Pmi dell'Institute for Supply Management, è andato sotto i 50 punti (49,1) questo significa che l'economia è in contrazione.
L'indice Pmi e gli altri sottoindici sono tutti sotto i 50 punti, segno di rallentamento. Ma l'indice che più di qualunque altro in questo contesto ci racconta lo scenario di estremo pericolo è il Supplier Deliveries, le consegne ai fornitori. Ha fatto registrare un balzo del 65% (quasi 8 punti in più rispetto a febbraio) e questo vuol dire che le consegne hanno subito un rallentamento. In tempi di crescita dell'economia è normale che questo accada, significa che c'è una forte domanda. Ma qui siamo già nel sottosopra, in un altro mondo e in realtà l'indice va letto in maniera inversa: il rallentamento delle consegne non è dovuto alle richieste in aumento dei clienti, è un problema di approvvigionamenti legati alla diffusione del coronavirus. Gong.
È bastato questo (insieme alle parole di Trump che ha messo in guardia sulla diffusione dell'epidemia in America) per innescare le vendite a Wall Street. E siamo solo all'inizio della storia.
02
La giostra del petrolio
Tutta l'economia gira con il petrolio e il gas. Improvvisamente le anime belle hanno realizzato come funziona. Si litiga per la fare la fila al supermercato, si fanno scorte per un domani di carestia, ma il popolo non ha ancora visto cosa può accadere nel settore dell'energia, con effetti che arriveranno nelle case di tutti, nella vita di ogni giorno. Ci sono i primi segnali.
Le aziende nascono e muiono, è normale. Ma se un settore collassa tutto insieme, allora siamo di fronte a uno shock. E se quel settore è quello dell'energia e della materia prima che manda avanti l'economia, allora... Mettiamola così, speriamo che vada tutto bene. Nel frattempo registriamo il peggio e il meglio sul taccuino.
Così abbiamo preso nota che il gruppo americano Whiting Petroleum Corporation, specializzato in depositi di scisto nel Nord Dakota e nel Colorado occidentale, ha invocato la bancarotta assistita, il ricorso al Chapter 11 della legge fallimentare americana.
Sul taccuino stamattina c'è un rimbalzo del prezzo (Wti Futures +8.9% a 22.12 dollari al barile, il Brent guadagna + 10.71% a 27.39 dollari al barile), no, non è cambiato lo scenario economico, si sta solo cercando un prezzo stabile che non sia quello degli abissi oceanici. E tutto è più o meno basato sulla speranza di un intervento degli Stati Uniti per porre fine alla guerra tra Arabia Saudita e Russia, la ricostruzione di un format di cooperazione dei paesi produttori dopo il collasso di Opec Plus nell'ultimo vertice a Vienna. Va aggiunto un altro elemento, il presidente Trump incontrerà domani alla Casa Bianca i principali produttori americani di petrolio, cosa possa dire (e fare) non si sa ancora, c'è la speranza e il mercato prezza anche e soprattutto quella. Ecco una panoramica dei futures sull'energia:
Sono movimenti che per ora non indicano un terreno stabile del mercato, come rabdomanti, si cerca un punto di caduta e la via per la risalita. Non è un mestiere facile, il petroliere.
***
In Italia che succede? Ci pensa Conte.
02
Il coronavirus in Italia non si ferma (l'Inps sì)
Sabbie mobili. Il premier ieri alle 19.20 (sempre orari curiosi) ha fatto una conferenza stampa e ribadito cose ovvie e non poteva essere che così, ha detto che "la fase 2 partirà quando avremo l'ok degli scienziati" (e siamo curiosi di vedere chi si prenderà la responsabilità politica) mentre i contagiati, i guariti e i morti sono sempre un numero importante e il cosiddetto "plateau" ci sarà pure ma a noi sembra ancora altissimo. Ecco l'ultimo bollettino della Protezione civile:
Sono numeri sui quali ora si possono cominciare a fare dei bilanci intermedi. Le tv e i giornali italiani si sono allertati quando il governo inglese qualche giorno fa ha avvisato i suoi cittadini dicendo che un numero di 20.000 morti nel Regno Unito è da considerare come un dato perfino accettabile. La cosa ha scatenato il sarcasmo nei confronti di Boris Johnson e così sui telegiornali di casa nostra abbiamo visto l'esercizio di ampia critica, benissimo. Naturalmente nessuno ha pensato di andare a guardare i nostri numeri, quelli dell'Italia, la gestione del governo Conte. A che punto siamo noi? I dati di sono questi: il totale dei casi di coronavirus sale a 110.574, più 4.782 nelle ultime 24 ore; i nuovi decessi sono stati 727 contro gli 837 di ieri. I guariti sono 16.847 con un incremento di 1.118 unità, in terapia intensiva siamo a + 12 contro i + 42 di ieri (questo è il vero dato da osservare con molta attenzione). Quanti sono i morti finora? Sono arrivati a quota 13.155 (un botto), il lockdown non è finito, il tasso di mortalità rispetto ai contagiati è superiore al 10 per cento (altro botto) e la domanda che resta sul taccuino è la seguente: se il governo inglese è definito come un gruppo di incapaci dedito al consumo di pinte di birra, come bisogna definire il governo Conte che a questo punto della storia (non siamo neppure a metà del percorso) è già arrivato a 13 mila morti? Perché a questi decessi poi bisognerebbe sommare i morti in casa, da soli, nella disperazione, nell'ingiustizia di un isolamento deciso senza preparare l'assistenza per i più deboli, senza nessun test prima e dopo il decesso. Come la mettiamo con tutto questo? Stendiamo un pietoso velo.
***
Lo stesso velo che stendiamo sull'Inps, riposi in pace, senza aver fatto la guerra. Bisognava collegarsi al sito dell'Istituto previdenziale per il bonus da 600 euro per gli autonomi e le partite Iva, uomini e donne abbandonati con un'elemosina mentre il sistema economico sta collassando e l'unica cosa che sa dire il premier è chiudere e mi raccomando la salute. Peccato che per stare in salute sia necessario nutrirsi, mangiare, evitare la fame. Il sito dell'Inps è andato in tilt. Il presidente ha detto che "era un attacco hacker". Non c'è un solo esperto che dia credito a questa versione dei fatti. Semplicemente e inesorabilmente non sanno fare il loro lavoro. E a quanto pare tutto passa in cavalleria, le dimissioni per inettitudine e bugia in Italia non esistono.
***
Il fronte sanitario farà il suo corso, dobbiamo solo aspettare, quello del secondo virus, la crisi economica è appena iniziato e corre con una rapidità sconvolgente. Sono usciti i dati del mercato dell'auto (fondamentali per qualsiasi economia avanzata) e sono terrificanti.
03
Il crollo del mercato dell'auto
L'auto resta in fabbrica, la catena di montaggio è ferma. Le immatricolazioni di auto in marzo sono scese all'85,42% per un totale di 28.326 vetture. A marzo dell'anno scorso erano state 194.302. Nel primo trimestre la contrazione è stata del 35,47% a 347.193 unità, contro le 538.067 dei primi tre mesi del 2019. Crollo mai visto nella storia dell'automobile in Italia. Il gruppo Fiat-Chrysler, al quale bisogna guardare con estrema attenzione per la presenza degli stabilimenti produttivi del gruppo in Italia, ha avuto un calo del 90,34%, con soli 4.649 veicoli immatricolati. Nel primo trimestre dell'anno, Fca ha venduto 85.875 autoveicoli, il 35,04% in meno rispetto ai primi tre mesi del 2020. Il centro studi Promotor, "la drammatica caduta delle vendite di auto in marzo è interamente dovuta all'emergenza coronavirus e al conseguente blocco della stragrande maggioranza delle attività produttive. Le previsioni per i prossimi mesi sono di cali analoghi o superiori fino a che durerà l'emergenza". Caduta verticale degli ordini in corso, proiezioni di un calo complessivo del 60%, con questi numeri ballano decine e decine di migliaia di posti di lavoro tra canale di produzione e commercio diretto e indotto nell'automotive del nostro paese. Siamo in una crisi ben più grande di quella del 2008.
***
Come intende affrontarla il governo? Ha chiuso tutto: i cittadini in casa, la manifattura è quasi tutta spenta. Serve un piano straordinario, non si vede. Ma abbiamo una cosa che è lampante: il governo Conte sta cercando di attaccarsi a un treno europeo. Per fare cosa? Avere un prestito.
04
Conte fa il Punt e Mes
Dice Conte che la fase due "partirà quando avremo l'ok degli scienziati", che la fase due "sarà quella della convivenza con il virus", che "la fase tre sarà quella dell'uscita dall'emergenza". Dove siamo ora? Che domande, fase 1 fissa.
Di tutte le parole che ha pronunciato Conte, le uniche davvero nuove - e ci aspettavamo che accadesse, prima o poi - sono quelle che ha dedicato al Mes. Conte ha detto sì che è uno strumento inadeguato, poi ha divagato sullo "shock epocale" infine, di fronte all'inesorabile fatto che la Germania non cederà sui coronabond (che nome infelice) ha affermato che "se il Mes entrerà in un ampio pacchetto di ventaglio senza condizionalità può essere uno strumento tra gli altri per una strategia europea". Traduzione: ci stiamo preparando ad accettare una proposta di utilizzo dei fondi del Mes a condizioni più leggere.
Non si capisce come mai l'Italia non predisponga un piano straordinario di emissione del debito pubblico. Le condizioni di mercato sono per noi storicamente favorevoli, guardate qui:
Stiamo emettendo debito pubblico ai tassi più bassi della storia (guardate a che livello erano i tassi nel 1991-92) e invece di andare a piazzare titoli in asta - con la copertura tra l'altro della Bce che con il quantitative easing assorbe gli shock sui titoli di Stato - ci prepariamo andare allo sportello del Mes, dando così l'impressione (questo è davvero negativo) ai mercati di essere con l'acqua alla gola. C'è un altro dato, stavolta politico: legarsi al Mes significa avere un altro vincolo esterno, mette il governo in una sorta di (relativa) zona di sicurezza, al riparo da rovesci interni, ma si tratta di una scelta di politica economica che vincola anche i governi del futuro, di qualunque colore essi siano. C'è un problema politico evidente, l'Italia non sembra in grado di fare grandi riforme, l'alleanza tra Partito democratico e Cinque Stelle non è riformatrice, per le contraddizioni pentastellate su innovazione, capitale, lavoro, sviluppo. È una coalizione di spesa senza crescita, mancano i numeri, l'accordo politico per fare riforme strutturali, avviare la ricostruzione quando la crisi sarà finita. Ecco perché si va a caccia dei soldi del Mes, è più facile, si va allo sportello, si incassa, si strappano condizioni con meno vincoli possibile, ma non si chiede alla coalizione di governo di fare la cosa giusta per il paese, non si chiede ai Cinque Stelle di maturare. Tutti restano nani, opposizione compresa. Vista di sopra e di sotto, di dritto o di rovescio, la scelta di accedere al Mes è ovvia, ma per salvare almeno la faccia della democrazia andrebbe seriamente esaminata in Parlamento (che di fatto è chiuso, non discute e non delibera) e mixata con un'operazione di debito e investimenti, come hanno fatto gli altri paesi. Non siamo più nel mondo di Maastricht, il patto di stabilità è sospeso, l'unica cosa a cui dobbiamo guardare sono i mercati che sono a caccia di buoni rendimenti. E noi potremmo stare sul mercato in maniera competitiva, se ci fosse un governo.
***
C'è altro sul taccuino? Oh, la falsificazione sistematica della realtà da parte della Cina, quelli che noi applaudiamo dopo averci donato il virus.
05
I numeri della Cina sul contagio sono falsi
I numeri della Cina sul coronavirus sono falsi. Non abbiamo dubbi in proposito, ma Bloomberg rafforza la nostra idea (che nasce dall'osservazione dei fatti) sul tema: la Cina "ha celato l'entità" dell'epidemia, sottostimando sia i casi totali sia i decessi causati dalla malattia. È il contenuto di un rapporto dell'intelligence redatto per la Casa Bianca, citato da tre funzionari americani, di cui Bloomberg è a conoscenza. Pechino nel report viene accusata di aver fornito una "cronaca pubblica incompleta", i numeri "sono falsi". Bastano due dati: in Cina si sono registrati solo circa 82 mila casi e 3.300 morti (fonte Johns Hopkins University), mentre negli Stati Uniti già si registrano oltre 189 mila casi e più di 4 mila decessi. Ieri Deborah Birx, immunologa, consulente della Casa Bianca, ha detto che "la comunità medica ha interpretato i dati cinesi con l'idea che il virus fosse un cosa seria, ma più piccola di quanto ci si aspettasse, penso che ci mancasse una notevole quantità di dati, ora che vediamo ciò che è successo in Italia e in Spagna". Non erano visibili né i numeri né lo scenario della segregazione e della morte degli abitanti. Un segreto di Stato. Letale.
Post scriptum: l'Oms dice che "non c'è malafede ma difficoltà del sistema sanitario". Forse è venuto il momento di interrogarsi sulla natura dell'Oms e le sue curiose visioni della politica. La Cina è una dittatura, un altro virus. Solo che l'Oms non riesce a vederlo.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con visioni, cose da leggere, auspici, malefici, disincanti e incanti.
06
Lasciare la Terra, restare a terra
Scappare, ah che dolce pensiero. La copertina di Wired (quello vero) è una promessa:
Quali saranno le cose importanti da portare via dalla Terra per costruire una civiltà intergalattica? Che domande, in pieno coronavirus, non sappiamo neppure se riusciremo a sopravvivere qui, sulla Terra. Insomma, ognuno ci metta quel che vuole. Io direi pane carasau, pecorino sardo, cannonau e filuferru.
Schivare il desiderio di espatriare oltre la cintura degli asteroidi non è facile, ma per cercare di capire e sopravvivere qui sulla Terra occorre essere ben consapevoli che viviamo in una società decadente, idea chiarisssima per Ross Douthat, grande libro:
Ah, sono tempestato dal desiderio (di andare via, ma dove?) e dai fantasmi del passato. Così mi immergo tra le due guerre, tra i Venti e i Trenta, a cercare risposte alla crisi del qui e ora. Ci sono? Fin troppe, basta leggere le parole di John Maynard Keynes sulla pace di Parigi nel 1919, la fine della Prima e il preludio della Seconda guerra mondiale:
C'è una preoccupazione di Hoover, riportata da Keynes:
C'è un forte calo di operosità dovuto all'esaurimento fisico di larghi strati della popolazione per le privazioni e il logorio fisico e mentale della guerra.
"Mentale". Da tenere sul taccuino, per raccontare come sarà dopo il coronavirus.
S'è chiusa la "porta del futuro"? No, non si è chiusa, perché l'utopia è un genere che si rinnova anche in tempi cinici e smembrati di senso come quello che stiamo vivendo. Il libro di George Steiner, Nel castello di Barbablù, è un capolavoro di critica alla cultura (già, serve la cultura, perché senza si finisce a mangiare radici o scrivere circolari ministeriali incomprensibili) il cui scopo è più chiaro adesso, nell'era del coronavirus, è la cassetta degli attrezzi che ci serve per smontare tutto quello che abbiamo fatto e dargli un altro scopo, tono, vibrazione. Il progresso storico, come vediamo in questi giorni di solitudine, non è un dato scontato, tutto si può fermare e addirittura tornare indietro. La tensione degli uomini e delle donne migliori è quella di andare avanti. L'umanità ha visto di peggio, inimmaginabile per tutti noi:
Nelle ultime fasi della guerra dei Trent'anni, quando, come dicono le cronache, i lupi non trovavano che lupi per sfamarsi nelle città vuote, quanti prevedevano l'imminente guizzo delle energie culturali e l'affermarsi delle Americhe come forza di compensazione?
E poi, il senso del tempo, del salto, dell'imprevisto, del balzo:
La vita di Churchill abbraccia un arco di tempo che va da una battaglia combattuta a Omdurman, a cavallo e con la spada, quasi alla maniera omerica, alla realizzazione della bomba a idrogeno.
Abbiamo molta vita e tante vite davanti. Ci sarà sempre un esploratore, un inventore, uno scienziato, un poeta. Forza. Buona giornata a tutti.
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per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.