8 Luglio

Il sorteggio di Grillo e la crisi della politica-Netflix

Il fondatore dei Cinque Stelle tira fuori l'idea estrarre a sorte i componenti di una delle due Camere. Liquidata come una battuta, in realtà è la spia di un problema: la rappresentanza nell'era della politica-Netflix. Da Atene a Beppe, Lorenzo Castellani spiega perché liquidare il sistema liberale non è una buona idea.

di Lorenzo Castellani

Beppe Grillo ha sostenuto, in più di un’occasione nelle ultime settimane, che almeno una delle due Camere dovrebbe essere composta da membri estratti a sorte. La proposta è stata liquidata come una delle tante provocazioni a cui il comico ci ha abituato. Dietro la boutade però si nasconde una lunga storia e la ricerca di risposte alle trasformazioni difficili che le democrazie occidentali stanno affrontando in questi anni. 

Non sorprende che la proposta di ritorno al sorteggio arrivi dal fondatore del Movimento 5 Stelle, cioè il partito che ha fatto della democrazia diretta il proprio make-up, trucco con cui interfacciarsi con gli elettori. Questa forma di democrazia, infatti, porta con sé il sorteggio come unica alternativa al detestato concetto di rappresentanza. D’altronde Grillo era colui che minacciava di aprire il Parlamento, sede della democrazia rappresentativa, come una scatoletta di tonno. La sua battaglia anti-casta a favore dei “cittadini”, della “trasparenza” e della “partecipazione” nasce da una radicale contestazione della forma tradizionale delle democrazie liberali. Lo stesso Movimento 5 Stelle seleziona la propria classe parlamentare con quanto di più simile ci sia al sorteggio, seppur in una dinamica elettorale. Chiunque può candidarsi, in una comunità di poche decine di migliaia di persone, attraverso una piattaforma online per essere votato dagli altri utenti.

La battaglia anti-casta di Grillo a favore della "partecipazione" nasce da una radicale contestazione della forma tradizionale delle democrazie liberali.

Le attività tipiche della politica sono state di fatto rimosse dal sistema Casaleggio: niente gavetta, niente costruzione di network trasversali, niente discorsi e incontri pubblici, niente giornalisti. Con qualche decina tra amici e parenti il meccanismo grillino ha permesso all’uomo qualunque di essere eletto come parlamentare, ciò grazie anche a leggi elettorali bloccate e controllate dai partiti. C’è un meccanismo, nelle democrazie Occidentali, più simile al...


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