13 Febbraio

Il tempo, l'orologio e la paralisi della Catalogna

Il governo non c'è e la situazione si è incastrata perché si è fermato l'orologio della politica. Maite Carpio racconta il caso surreale di un parlamento che non riesce a varare il governo. La Spagna, l'indipendentismo e la prigione reale che diventa istituzionale.

di Maite Carpio

Il Generalissimo Franco era conosciuto per il suo spiccato senso pratico, infatti sulla sua scrivania, lato sinistro, c’era una pila di dossier, piuttosto alta, con la dicitura “problemi che il tempo risolverà”. Per fortuna Franco non c è più e oggi il tempo ha la sua importanza. Anche legale.

La situazione catalana che, mi dispiace dirlo, sta diventando tediosa, ci insegna l’importanza del tempo in politica e oggi la Catalogna si è incastrata perché si è fermato l’orologio istituzionale. Come? Non c'è scadenza per l'investitura del nuovo President, come ha spiegato il segretario generale del Parlament, Xavier Mauro, perché è stato il tribunale Costituzionale a decidere che per investire Puigdemont è necessaria la sua presenza fisica nella Camera e un’autorizzazione speciale del Tribunale Supremo che segue il suo caso. Vuol dire che  non è ancora cominciato il conto alla rovescia che costringe il Presidente del Parlament, Roger Torrent, a investire un candidato.

Il problema è che Puigdemont, il candidato di Torrent, non torna (c'e qualcuno che gli consiglia di non tornare nel portabagagli di una macchina, ma per passare inosservato di  mettersi una di quelle maschere con la faccia di Puigdemont che tanto va di moda in questo carnevale) e come sappiamo questo fa di lui un candidato “improponibile”.

L’indipendentismo, arroccato nelle proprie contraddizioni, sta scricchiolando.

Questa paralisi ha cominciato inoltre  a demolire la compattezza del fronte indipendentista e intorno alla questione si è già aperta la prima crepa. Oriol Junqueras, incarcerato nella periferia di Madrid da 103 giorni (forse per questo motivo ha fatto un bagno di realtà) ha fatto sapere che “la priorità deve essere recuperare il Governo”. Ma non tutti nel suo partito, ERC, lo seguono e le rettifiche alle sue dichiarazioni (fatte via lettera durante un programma televisivo) sono continue e incoerenti. L’indipendentismo, arroccato...


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