2 Settembre
Il treno dei partiti è fuori orario
Il governo va (finché c'è Draghi), ma i partiti inseguono minoranze rumorose. Il problema di una destra di governo e di una sinistra che ha bisogno del "nemico". L'immaginario e la realtà dopo il deragliamento dei No Vax in stazione. Pil, occupazione, ripresa, un po' di numeri. L'America delle "culture wars" e lo scontro istituzionale tra la Casa Bianca e la Corte Suprema sulla legge sull'aborto del Texas
Che succede? Siamo di fronte a giganti e nani. Il nostro paesaggio è si compone di grandi fatti che cambiano la storia e miseri episodi che per il cronista sono una perdita di tempo, ma chiamano al dovere del reportage. Fin dall'inizio dell'avventura di List (dalla metà del 2017, con un archivio oggi di 2350 numeri pubblicati), il nostro radar è sempre stato puntato sui trend della contemporaneità: la geopolitica, la tecnologia, lo spazio come frontiera della conoscenza, la filosofia come esplorazione totale, la produzione e il consumo di immaginario, la leadership come arte del governo, lo spirito del tempo e la grande maestra di vita, la storia. Tutto questo lo abbiamo contrappuntato di cronaca, curiosità, amore per la scrittura e il racconto. Poi c'è la realtà italiana. E uno si chiede cosa ci sia di reale in questo mondo colpito da una fervida immaginazione che non ha i piedi per terra.
01
L'inseguimento sbagliato della minoranza rumorosa
Quando si cerca di mixare questi elementi del giornalismo e del racconto con la politica italiana, questo lavoro diventa una sofferenza. Prendiamo la giornata di ieri, un esempio plastico del nulla che persevera nell'errore del nulla. La Lega in Commissione alla Camera ha votato contro il Green Pass. Il problema è che si tratta della stessa Lega (forse) che ha votato sì al Green Pass in Consiglio dei ministri. Dunque gli scenari sono due: o Claudio Borghi fa di testa sua, vota no, in dissenso con la linea del Carroccio, oppure lo fa con il mandato di Matteo Salvini. In entrambi i casi, qualcosa non torna: nel primo, Borghi è in piena auto-scissione e quindi sarebbe un episodio di disordine nel partito e di mancanza di leadership di Salvini; nel secondo, il segretario della Lega pensa di poter tenere una doppia linea...
Che succede? Siamo di fronte a giganti e nani. Il nostro paesaggio è si compone di grandi fatti che cambiano la storia e miseri episodi che per il cronista sono una perdita di tempo, ma chiamano al dovere del reportage. Fin dall'inizio dell'avventura di List (dalla metà del 2017, con un archivio oggi di 2350 numeri pubblicati), il nostro radar è sempre stato puntato sui trend della contemporaneità: la geopolitica, la tecnologia, lo spazio come frontiera della conoscenza, la filosofia come esplorazione totale, la produzione e il consumo di immaginario, la leadership come arte del governo, lo spirito del tempo e la grande maestra di vita, la storia. Tutto questo lo abbiamo contrappuntato di cronaca, curiosità, amore per la scrittura e il racconto. Poi c'è la realtà italiana. E uno si chiede cosa ci sia di reale in questo mondo colpito da una fervida immaginazione che non ha i piedi per terra.
01
L'inseguimento sbagliato della minoranza rumorosa
Quando si cerca di mixare questi elementi del giornalismo e del racconto con la politica italiana, questo lavoro diventa una sofferenza. Prendiamo la giornata di ieri, un esempio plastico del nulla che persevera nell'errore del nulla. La Lega in Commissione alla Camera ha votato contro il Green Pass. Il problema è che si tratta della stessa Lega (forse) che ha votato sì al Green Pass in Consiglio dei ministri. Dunque gli scenari sono due: o Claudio Borghi fa di testa sua, vota no, in dissenso con la linea del Carroccio, oppure lo fa con il mandato di Matteo Salvini. In entrambi i casi, qualcosa non torna: nel primo, Borghi è in piena auto-scissione e quindi sarebbe un episodio di disordine nel partito e di mancanza di leadership di Salvini; nel secondo, il segretario della Lega pensa di poter tenere una doppia linea di lotta e di governo. Entrambi gli scenari non fanno bene alla Lega, vediamo perché.
Il no in Commissione al Green Pass (sostenuto da Lega, FdI e ex del Movimento Cinque Stelle - il mix dice tutto sulla confusione politica) è stato respinto, ma resta agli atti e ha dato la possibilità a Enrico Letta, segretario del Pd, di alzare i toni e chiedere un "chiarimento politico" sul caso di dissociazione leghista. Chiarimento che non ci sarà, perché è evidente che si tratta di una mossa tattica, la Lega non ha alcuna intenzione di uscire dal governo e a Letta il nemico serve come il pane perché altrimenti dovrebbe occuparsi dei casini che ci sono nel suo partito e nell'alleanza con il Movimento Cinque Stelle, dunque passerebbe il tempo a tacere. A Letta va dunque benissimo che la Lega faccia Flip flop, ma a Salvini no. Perché? Un partito che aspira a governare il paese deve comportarsi con serietà, ordine, coerenza. Il Green Pass se riceve il via libera dai ministri leghisti a Palazzo Chigi, non può essere contestato in Parlamento dagli stessi leghisti.
Sono operazioni di piccolo cabotaggio che mettono in difficoltà i ministri del Carroccio e soprattutto allontanano il partito dalla stragrande maggioranza della popolazione che si è vaccinata e usa il Green Pass. Salvini sta inseguendo una minoranza rumorosa, dovrebbe guardare alla cronaca, ai fatti: i No Vax avevano minacciato di fermare i treni nelle stazioni, hanno deragliato, sono finiti sul binario morto, la loro manifestazione è andata deserta, non esistono sul piano numerico, hanno fatto flop e una forza politica non può diventare follower di gruppi tra i quali c'è anche qualche testa calda ma inesorabilmente vuota di buonsenso e piena. Salvini ha fatto grandi passi avanti sulla via del governo, ma questo continua ad essere non solo un passo indietro, ma un danno rilevante per il futuro. Gli elettori non sono fessi, vedono quello che accade, se Meloni guadagna voti tra gli arrabbiati (la preoccupazione di Salvini), questo non significa che sia candidata a governare il paese, tutt'altro. Una linea politica sbilanciata a destra, con una leadership che fa dell'Ungheria di Orban un modello, non è quello che serve e che potrà mai avere l'Italia per il semplice motivo che siamo dentro un campo di forze che conduce verso altre soluzioni. La democrazia non è solo quello che dicono gli elettori, ma quello che si materializza nell'interesse nazionale che è cosa ben diversa dal sovranismo immaginario della destra italiana. La Lega è a un bivio, Salvini deve decidere se rinchiudersi nel fortino di un partito che sta al governo ma ha una forma mentis d'opposizione, oppure maturare, pensare e agire da forza responsabile che rappresenta la maggioranza degli italiani, perché la storia corre e le lancette dell'orologio istituzionale stanno accelerando. Le scelte si fanno ora, se sono quelle viste ieri in Commissione con il no al Green Pass che è nelle tasche della maggioranza degli italiani, allora il dado è tratto e la destra italiana non sarà in grado di governare un paese che con la leadership di Mario Draghi ha intrapreso un altro cammino. Che cammino? Vediamo l'ultima pagina dell'Economist, quella che bisogna sempre guardare per capire dove va il mondo.
02
Crescita del Pil a + 6% nel 2021
L'ultima pagina dell'Economist è questa:
L'Italia avrà una crescita robusta nel 2021. Frutto di una strategia di vaccinazione, riapertura dell'economia (vedere alla voce Green Pass) e reazione rapida del sistema produttivo italiano orientato all'export. Sono risultati tangibili, sono fatti testimoniati da ulteriori numeri. Quali?
03
I conti economici trimestrali e la strada da fare
Ecco la curva sull'andamento dell'economia italiana, dati Istat pubblicati il 31 agosto:
Nota dell'Istituto di Statistica: "La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la crescita sostenuta del Pil dell’economia italiana nel secondo trimestre del 2021 diffusa nella stima preliminare, con aumenti del 2,7% in termini congiunturali e del 17,3% in termini tendenziali. Il forte recupero dell’attività produttiva riflette un aumento marcato del valore aggiunto sia nell’industria, sia nel terziario. Dal lato della domanda, a sostenere la crescita del Pil sono state le componenti interne dei consumi e degli investimenti il cui contributo è stato di +2,6 e +0,5 punti percentuali, mentre la componente estera ha fornito un apporto di 0,3 punti. Negativo è il contributo delle scorte per 0,8 punti percentuali. Le ore lavorate sono cresciute del 3,9% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dell’1,9%, mentre i redditi pro capite sono risultati sostanzialmente stazionari". C'è altro? I numeri dell'occupazione.
04
L'occupazione è in netta ripresa
Dopo una serie di devastanti lockdown la situazione è in netto miglioramento, numeri pubblicati dall'Istat:
Nota dell'Istat: "Nonostante a luglio si registri un contenuto calo del numero di occupati e una stabilità del tasso di occupazione, la forte crescita registrata nei precedenti cinque mesi ha determinato un saldo rispetto a gennaio 2021 di 550 mila occupati in più; in particolare i dipendenti a termine sono cresciuti di oltre 300 mila unità. Il tasso di occupazione è più alto di 1,6 punti percentuali. Tuttavia non si è ancora tornati ai livelli pre-pandemia (febbraio 2020): il numero di occupati è inferiore di oltre 260 mila unità, il tasso di occupazione e quello di disoccupazione rimangono più bassi, mentre il tasso di inattività è superiore di 0,7 punti". C'è ancora molta strada da fare, ma la direzione è quella giusta. L'attuazione del Recovery Plan è fondamentale per dare una spinta a questa ripresa in corso e prolungarla nel 2022.
***
Probabilmente questi elementi di realtà non saranno sufficienti a svegliare dal sonnambulismo i partiti italiani che corrono verso il muro di titanio dell'auto-sfacelo. I fatti impaginati raccontano un quadro politico completamente distaccato dalla realtà. C'è il governo, c'è soprattutto Mario Draghi, sotto c'è il vuoto. Non ci resta che attendere, prendere nota, aspettare con il taccuino squadernato sulla riva del fiume. Nel frattempo, andiamo a vedere cosa sta succedendo in America, un paese in ritirata e prigioniero delle "culture wars". Non c'è solo la crisi innescata dal disastroso esito del ritiro dall'Afghanistan, si sta aprendo uno scontro istituzionale dagli esiti imprevedibili. La crisi americana galoppa.
05
Scontro istituzionale tra la Casa Bianca e la Corte Suprema
La fortezza della legge americana è la Corte Suprema, un bastione inviolabile per qualsiasi presidente che ha un solo potere, nominare i giudici i quali sono in carica a vita. Biden non è la legge, è il potere esecutivo, ma la sua rabbiosa reazione sulla legge sull'aborto votata dal Texas ha aperto lo scontro istituzionale. Lo Stato repubblicano, punta avanzata delle politiche conservatrici in America, ha varato una legge restrittiva sull'interruzione di gravidanza, l'Heartbeat Act, che impedisce l'aborto dalla sesta settimana. La Corte Suprema non è intervenuta, il consiglio dei giudici è a maggioranza conservatrice (tre sono stati nominati dall'amministrazione Trump), si è spaccata sulla decisione, cinque giudici per il non-intervento contro quattro dissenzienti. Biden si è scagliato contro il Lone Star State: "Questa legge estrema del Texas viola apertamente il diritto costituzionale stabilito dalla sentenza della corte suprema Roe v. Wade e confermata come precedente per quasi mezzo secolo", ha detto il Presidente che poi ha assicurato che "proteggerà e difenderà quel diritto". Siamo al Presidente che annuncia azioni contro una decisione della Corte Suprema, un conflitto in cui Biden promette il sovvertimento di una decisione del più importante organo costituzionale degli Stati Uniti. Traduzione: se la Corte è progressista, tout va, ma se è di segno conservatore, allora il Presidente pretende di cambiarne le decisioni e probabilmente (cosa che era emersa durante la campagna presidenziale, poi negata da Biden perché imbarazzante sul piano istituzionale) variarne la composizione in un procedimento chiamato "unpacking the Court". Possibile? Con Biden tutto ormai è possibile.
Altri Stati americani hanno in corso procedimenti legislativi per cambiare le leggi sull'aborto (Idaho, Oklahoma e South Carolina, mentre il Mississippi ha varato una legge che vieta l'aborto dopo 15 settimane - caso sul quale dopo l'opposizione dei tribunali locali si dovrà pronunciare la Corte Suprema). I repubblicani da anni hanno l'obiettivo politico di cambiare gli effetti della sentenza Roe v. Wade del 1973, che ha stabilito il diritto delle donne ad abortire fino a che il feto non è in grado di sopravvivere fuori dell'utero, cosa che accade normalmente tra la 22/ma e la 24/ma settimana di gravidanza. Il livello dello scontro ora è altissimo, la Casa Bianca si è schierata, la Corte Suprema dopo la nomina di Amy Coney Barrett da parte di Trump ha una maggioranza conservatrice di 6 a 3. Le "culture wars" di un'America divisa stanno esplodendo con l'amministrazione Biden che ha un'agenda progressista in un paese dove i conservatori non sono una minoranza, ma sono favoriti nelle elezioni di midterm del 2022.
06
Le "culture wars" di un paese dilaniato. Un libro, "Bianco"
Per sapere, per capire, bisogna prima di tutto leggere. Le "culture wars" americane stanno arrivando in Europa, seguono l'ondata del politicamente corretto e di solito non correggono ma alimentano nuovi problemi. Ossessionati dalle minoranze finiscono per dimenticare le maggioranza. Sono in pista senza pausa, il sistema dei media ne è impregnato in eccesso, ne veicola ogni virgola senza considerarne mai l'effetto boomerang spesso in agguato. In America durante la presidenza di Donald Trump le "culture wars" dei liberal si sono moltiplicate, sono diventate un'ossessione (inginocchiatevi, ovunque voi siate, tranne in chiesa, 'che Dio da un po' è stato messo in discussione e presenta problemi esistenziali in un mondo che gradisce solo certezze).
Caduto Trump, il ballo in maschera non è finito, perché Biden aveva promesso di trasformare in realtà le sue promesse pandemiche e ora si trova di fronte al problema politico di soddisfare le richieste pressanti dei gruppi più radicali. Bel problema, fare quello che poi finirà per essere pagato dai poveri. L'ossessione nevertrumpista va studiata, non si comprende l'America senza averla osservata con attenzione. Un buon inizio è un libro di un grande scrittore, "Bianco" di Bret Easton Ellis. Qui c'è tutto quello che serve per comprendere e divertirsi: l'autobiografia pirotecnica di un gay che non fa parate, un eccelso scrittore, la vivisezione dell'anima americana esplosa in mille pezzi, la satira che ridicolizza i benpensanti delle classi in progress, il racconto di ieri, di oggi e soprattutto di domani.
Ellis, che meraviglioso scrittore e polemista:
Nell'estate precedente, quella del 2017, avevo perso alcuni amici (o presunti tali) non perché avevo votato per Donald Trump (non l'avevo fatto), ma perché sul mio podcast avevo finalmente espresso le mie idee a proposito delle ricche élite che vivevano su entrambe le coste, che stavano ancora frignando per via delle presidenziali, e avevo sostenuto che quest'incapacità di razionalizzare la cosa e affrontarla come un semplice dato di fatto era diventata insopportabile non solo per loro, ma anche per chiunque si trovasse a doversi sciroppare la messa in scena del loro trauma. Mi ero preso gioco dei miei amici ricchi che si lagnavano dell'ingiustizia del responso delle urne in occasione di un pranzo da Spago costato migliaia di dollari, e avevo criticato aspramente Meryl Streep per il suo indignato discorso anti-Trump ai Golden Globe pronunciato nella stessa settimana in cui aveva messo in vendita la sua dimora al Greenwich Village per trenta milioni di dollari.
Ieri Trump, domani un altro, perché Biden in fondo li annoia, non dà loro una ragione di vita. La compagnia di giro non cambia, il Giusto è sempre da quella parte del mondo affluente, ricercato. Se ne volete ammirare un esempio, in scala minore, non c'è bisogno di andare in America, basta farsi un giro al Festival di Venezia. Sono tutti ormeggiati in laguna, stanno serenissimi. Buona giornata.
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.