23 Maggio
Il virus ha fermato l'auto. Hertz dichiara bancarotta
Il colosso dell'autonoleggio va in chapter 11 in America e in Canada. La flotta parcheggiata è di 700 mila veicoli, la metà proviene da tre costruttori: Ford, General Motors e Fiat-Chrysler. La Cina accelera la stretta su Hong Kong, gli Stati Uniti avvisano Pechino: "È una campana a morto sull'autonomia"
Quanto è grave la crisi del coronavirus? Hertz ha dichiarato bancarotta negli Stati Uniti e in Canada. Il colosso mondiale dell'autonoleggio ha presentato istanza di fallimento: "L'impatto di Covid-19 è stato improvviso e drammatico, causando un brusco calo delle entrate dell'azienda e delle prenotazioni future", ha dichiarato la società in una nota. Le attività in altre aree, tra cui Europa, Australia e Nuova Zelanda non sono comprese nel "chapter 11".
Hertz ha una flotta di 700 mila veicoli parcheggiata e 19 miliardi di debiti. Il fallimento è un altro gong micidiale per il mercato dell'auto che è in profondo rosso, la metà della flotta della sola Hertz proviene da tre costruttori: Ford, General Motors e Fiat-Chrysler. Non solo, un fallimento come quello di Hertz è complesso sul piano finanziario, perché le automobili non sono di proprietà della società, ma sono un bene in leasing, questo significa che il crac rischia di avere ulteriori contraccolpi su tutta la catena finanziaria della mobilità. I 700 mila veicoli di Hertz, inoltre, avrebbero un altro effetto: invaderebbero il mercato dell'usato. Sta colando tutto a picco.
Ieri a Los Angeles. Automobili per il noleggio ferme nel parcheggio del Dogers Stadium (Foto Ansa).Hertz è uno dei marchi più conosciuti al mondo, una società nata in America con una storia gloriosa. Fu fondata nel 1918 da un pioniere dell'automobile a noleggio, Walter Jacobs, che all'età di 22 anni diede vita al business a Chicago con una flotta di 12 Ford T. Jacobs qualche anno dopo (1923) cedette la sua creatura a John D. Hertz, ma restò una figura di primo piano dell'azienda fino alla sua uscita nel 1960. Fin dal principio Hertz fu un caso di successo, nel 1925 i ricavi erano pari a 1 milione di dollari. Negli ultimi 4 anni la società ha accumulato perdite ingenti senza riuscire...
Quanto è grave la crisi del coronavirus? Hertz ha dichiarato bancarotta negli Stati Uniti e in Canada. Il colosso mondiale dell'autonoleggio ha presentato istanza di fallimento: "L'impatto di Covid-19 è stato improvviso e drammatico, causando un brusco calo delle entrate dell'azienda e delle prenotazioni future", ha dichiarato la società in una nota. Le attività in altre aree, tra cui Europa, Australia e Nuova Zelanda non sono comprese nel "chapter 11".
Hertz ha una flotta di 700 mila veicoli parcheggiata e 19 miliardi di debiti. Il fallimento è un altro gong micidiale per il mercato dell'auto che è in profondo rosso, la metà della flotta della sola Hertz proviene da tre costruttori: Ford, General Motors e Fiat-Chrysler. Non solo, un fallimento come quello di Hertz è complesso sul piano finanziario, perché le automobili non sono di proprietà della società, ma sono un bene in leasing, questo significa che il crac rischia di avere ulteriori contraccolpi su tutta la catena finanziaria della mobilità. I 700 mila veicoli di Hertz, inoltre, avrebbero un altro effetto: invaderebbero il mercato dell'usato. Sta colando tutto a picco.
Ieri a Los Angeles. Automobili per il noleggio ferme nel parcheggio del Dogers Stadium (Foto Ansa).Hertz è uno dei marchi più conosciuti al mondo, una società nata in America con una storia gloriosa. Fu fondata nel 1918 da un pioniere dell'automobile a noleggio, Walter Jacobs, che all'età di 22 anni diede vita al business a Chicago con una flotta di 12 Ford T. Jacobs qualche anno dopo (1923) cedette la sua creatura a John D. Hertz, ma restò una figura di primo piano dell'azienda fino alla sua uscita nel 1960. Fin dal principio Hertz fu un caso di successo, nel 1925 i ricavi erano pari a 1 milione di dollari. Negli ultimi 4 anni la società ha accumulato perdite ingenti senza riuscire a invertire la rotta dei conti. Avis, Enterprise e Uber hanno guadagnato quote importanti di mercato, siamo in un campo dove la concorrenza è dura e i debiti bruciano la cassa. Poi, il colpo di maglio del virus. Così, cento anni dopo, Hertz rischia di essere liquidata da un agente invisibile. L'inizio della fine è in Cina.
***
Le pietre rotolano a valle. E la Cina rivela il suo volto (dispotico), prepara un giro di vite (sì, leggete Henry James, ore passate bene con il brivido) su Hong Kong, guardacaso avamposto dell'Oriente che batteva bandiera inglese e di certo non italiana, visto che tra gli alleati di questo regime totalitario c'è il nostro governo che non riesce a spiccicar parola sul caso dell'ex colonia e la nuova legge che si apparecchia per tenerla sotto chiave. Attendiamo parole dal premier Conte, dai Cinque Stelle filocinesi e dal Partito democratico che condivide la politica estera dell'esecutivo.
Siamo nell'era del Pacifico, gran parte dei fatti che impattano sulla nostra vita vengono dal remoto Oriente e dalla vicinissima Cina. Il ritorno del Celeste Impero sulla scena mondiale, la cavalcata degli anni Novanta con l'espansione del commercio, la sua proiezione sui mercati e sulla politica è un'onda lunga che sta cambiando le regole del gioco geopolitico profondamente. La crisi del coronavirus ha aperto un momento inatteso per Pechino, il rallentamento della globalizzazione, la chiusura e la diffidenza dell'Occidente verso la Cina.
01
I dragoni di Xi Jinping
Il presidente Xi Jinping ha mosso subito i dragoni della sua diplomazia in Europa e negli Stati Uniti. La galoppata improvvisa dell'incertezza cinese diventa un dilemma per tutte le altre potenze e gli attori transnazionali (multinazionali, fondi di investimento, banche, i capitali volanti protagonisti dell'ultimo capitalismo senza confini) un gioco d'ombre sfuggente e veloce.
La rapidità e determinazione con cui si sta muovendo la Cina fanno impressione:
1. Un lockdown di 76 giorni su Wuhan che l'Occidente ha imitato senza calcolarne i contraccolpi economici e sociali;
2. La rimessa in moto della macchina industriale cinese e un programma di acquisizioni globale dove ogni spazio lo consente;
3. Un'operazione di diplomazia aggressiva e spregiudicata condotta dalla rete di ambasciate sparse nel mondo come mai si era visto prima;
4. Un ruolo non in difesa ma in attacco all'interno dell'Organizzazione mondiale della Sanità egemonizzata dalla Cina;
5. La corsa al vaccino che appare non come il "recupero" di una situazione di imbarazzo ma come il tentativo di stabilire il primato sulla sicurezza sanitaria, l'acquisizione di un'arma politica in grado di cambiare gli assetti geopolitici.
02
Dopo Wuhan. Calendario, velocità, intensità (e virus)
L'agenda di Xi Jinping in fondo è chiara: mantenere il paese sotto controllo all'interno (un esperimento sociale da 1,4 miliardi di abitanti) trasformare un momento di debolezza in un punto di forza grazie alla cronologia degli eventi. La Cina esce dalla crisi (e lo fa più facilmente grazie agli strumenti della dittatura e del controllo sociale) prima dei paesi occidentali, si tratta di un vantaggio competitivo enorme sulla corsa del dopo coronavirus. Il calendario della politica globale segue le strade e i tempi del contagio. Da Est a Ovest, poi da Nord a Sud. Seconda ondata? Vedremo. Questo non significa che Xi Jinping non sia in difficoltà, lo è, ma il sistema cinese ha dimostrato di poter tenere botta e ribaltare la situazione nel momento in cui la Fortezza Americana è colpita al cuore dall'epidemia. Siamo di fronte a un raffinato gioco di colpi proibiti che gli Stati Uniti faticano a contrastare perché sottoposti al continuo stress test della democrazia, al check and balance, in un momento in cui ci sono 39 milioni di americani in fila per ricevere il sussidio di disoccupazione. Velocità e intensità sono le parole chiave del momento.
03
Nessun obiettivo di crescita per la prima volta in 25 anni
La debolezza e la forza in questo racconto convivono. La prima è nella decisione dell'Assemblea nazionale del Popolo di non fissare un obiettivo economico di crescita, è la prima volta che accade in 25 anni. Il premier Li Keqiang lo ha annunciato in apertura dei lavori dell'assemblea, spiegando che la Cina "dovrà affrontare alcuni fattori difficili da prevedere", indicando tra questi il coronavirus e le incertezze sul commercio. Pechino aumenterà la spesa pubblica (è previsto un disavanzo di bilancio di oltre il 3,6% del Pil), il governo punta a creare 9 milioni di nuovi posti di lavoro nel 2020 (l'anno scorso ha creato 13,52 milioni di nuovi posti di lavoro).
Per la prima volta dal 1994 Pechino non fa previsioni, linea prudente, segno che per ora non sono previste massicce operazioni di stimolo economico, una notizia non buona per la crescita mondiale. Ricordiamo che la Cina nel 2019 è cresciuta "solo" del 6,1% (il ritmo più lento da tre decenni) e tutto il motore dell'economia mondiale dipende dal carburante di Pechino. Rinuncerà alle sue ambizioni? No, l'anno prossimo sarà il centenario della fondazione del Partito comunista cinese. Preparano qualche sorpresa. Quale?
Li Keqiang ha detto che la mancanza di un obiettivo "consentirà a tutti noi di concentrarci sulla necessità di garantire stabilità e sicurezza". Queste ultime due parole sono il programma di Xi Jinping e per attuarlo bisogna prima di tutto avere il totale controllo del territorio del paese.
04
Il giro di vite su Hong Kong
In questo gioco di specchi, la Cina obbedisce al suo istinto imperiale e aumenta la stretta sui territori vicini che considera parte integrante del suo spazio vitale: Hong Kong, Taiwan, il Tibet. C'è stato un momento - e poteva succedere - in cui la leadership di Xi Jinping sembrava in bilico, ora è il momento propizio per accelerare il piano per tenere Hong Kong sotto controllo e tutto lascia intendere che potrebbero esserci novità anche su Taiwan. Il dragone è in movimento e la dottrina di Deng Xiaoping del "One country, two states" vacilla di fronte alla realtà: c'è un solo sistema, quello di Pechino. Che legge stanno preparando per il futuro di Hong Kong? Nuove norme sulla sicurezza.
La bozza di risoluzione è stata inserita nell'agenda dei lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo che si è aperta ieri e potrebbe avere il via libera già il 28 maggio. La delega per la redazione della nuova legislazione per Hong Kong sarà data al Comitato Permanente dell'Anp, le nuove disposizioni verranno poi incluse nella Legge Fondamentale, la Basic Law, che regola i rapporti tra la Cina e Hong Kong. Attenzione, la legge "sarà introdotta tramite promulgazione" senza bisogno di passare per le istituzioni locali.
Tutto ruota intorno all'articolo 23 della Basic Law che prevede che Hong Kong attui leggi "per proibire ogni atto di tradimento, secessione, sommossa, sovversione contro il governo centrale del Popolo, furto di segreti di Stato, per proibire a organizzazioni o enti politici stranieri di condurre attività politiche nella regione e per proibire a enti od organizzazioni politiche della regione dallo stabilire legami con enti od organizzazioni politiche straniere". Siamo di fronte alla kriptonite. Che fare? Il varo di una simile norma spetta a Hong Kong, ma l'Assemblea Nazionale del Popolo in base all'articolo 31 della Costituzione Cinese può a sua volta legiferare sui territori. Gong.
La Cina non si accontenterà di una dichiarazione di principio per mostrare che vuole mantenere l'ordine nell'ex colonia, prepara la stretta. Un'altra rivolta dei gruppi democratici e degli studenti non può permettersela. Dunque la legge darà a Pechino la facoltà di stabilire agenzie di sicurezza sul territorio e questo basta e avanza per far scattare l'allarme tra gli Stati democratici.
05
Gli Stati Uniti: è una campana a morto per l'autonomia
Mike Pompeo, segretario di Stato americano, ha messo subito i piedi nel piatto, via Twitter: "Gli Stati Uniti condannano la proposta di imporre una legge nazionale su Hong Kong e incitano Pechino a riconsiderarla. Siamo a fianco della gente di Hong Kong".
E a Pechino come l'hanno presa? "Hong Kong è un affare interno della Cina", dice il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, "e nessun Paese ammetterebbe separatisti sul proprio territorio". Risposta classica, non siamo ai tempi della diplomazia del ping pong tra Washington e Pechino, Nixon e Kissinger sono il passato, oggi siamo a Trump e Xi. Siamo pronti sulla riva del fiume con il taccuino squadernato, qualcosa passerà.
***
Cose italiane? Niente che ci faccia venire voglia di far zampillare inchiostro dalle vene. Come chiudiamo questo numero di List? Siamo stati in Spagna (ieri) e in Cina, facciamo tappa in Giappone, ne vale la pena.
06
Ciliegi in fiore e postriboli
Quando volete ritrovare l'ironia e la calma, quando l'anima è in tempesta per cose di nessuna importanza, prendete un libretto edito da Taschen sul grande artista giapponese Hiroshige e lasciatevi trasportare dall'inchiostro, dai colori, dalla grazia, qui c'è tutto il Giappone con i suoi ciliegi in fiore in un quartiere dei divertimenti e dei postriboli:
La festa del petalo candido nel luogo dove trionfa il godimento dei sensi. E se tutto questo vi sembra uno stridore (e non lo è affatto) allora ecco la sorpresa degli animali ritratti in forme regali, magnifiche composizioni di segno e colore:
Una gru al levare del sole, Rane e rose a Yamabuki, una coppia di anatre mandarine sul ghiaccio, un cuculo sotto la pioggia estiva a Isozaki. Così, ricongiunto alla natura, tranquillo e sulfureo, cancellata ogni preoccupazione e affanno, sgombrato il sentimento, il titolare si dedica alle virtù dello spirito e va a bere un paio di Gin Martini. Il bar è sempre (ri)aperto.
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Post scriptum: il mattino ha l'oro in bocca (Shining, versione italiana) dunque ecco un bel fallimento. Tre caffè, un taccuino nuovo, inchiostro verde, si parte.
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dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.