20 Ottobre
Immigrati, è sbarcata la realtà
Il blocco dei porti non c'è, la missione in Libia è un desiderio. I numeri dei salvataggi, il ruolo delle Ong e quello delle altre missioni. Il governo preme sull'Ue ma...
Com'era la storia? Chiudere i porti, fermare le Ong? Il problema dell'immigrazione non è in mare è a terra. Francia, Italia e Germania continuano a volare rasoterra. Non a caso l'Italia stamattina con il premier Paolo Gentiloni continua a premere sull'Unione europea ("la Ue eviti che la situazione sia insostenibile"), finora s'è capito che siamo alle buone intenzioni (e gli obiettivi dell'Italia non appaiono chiari) ma da sole servono a ben poco e anche la bozza di accordo trovato sul tema non risolverà il problema, forse limiterà l'afflusso ma a condizione che venga chiuso il corridoio del deserto. Cosa praticamente impossibile senza uno schieramento di forze enorme. Vediamo i numeri, la terra, i confini della Libia. Il titolare di List squaderna il Cia World Factbook: la Libia è il diciassettesimo paese più esteso del mondo, ha oltre 4 mila chilometri di confine su terra, di cui 989 km con l'Algeria, 1.050 km con il Chad, 1.115 km con l'Egitto, 342 km con il Niger, 382 km con il Sudan, 461 km con la Tunisia. Nessuno di questi paesi confinanti è sicuro. Ecco la mappa, giusto per farsi un'idea concreta:
La costa libica è lunga 1770 chilometri, in gran parte incustodita, non è il luogo ideale per fare una gita fuori porta, fischiano pallottole. In Libia non comanda nessuno. Il 6 luglio a Tallin, Estonia, qualcuno dovrà portare una mappa da mostrare ai ministri dell'Interno che si riuniscono per un vertice dell'Unione europea, una cosa che dovrebbe richiamare tutti alla realtà. Il punto è che i tre paesi che hanno sbandierato l'accordo hanno tutti un appuntamento con la storia che ne limita gli spazi di manovra: la Germania vota il 23 settembre, l'Italia è in piena campagna elettorale, la Francia ha un problema di terrorismo che fa rima (anche) con...
Com'era la storia? Chiudere i porti, fermare le Ong? Il problema dell'immigrazione non è in mare è a terra. Francia, Italia e Germania continuano a volare rasoterra. Non a caso l'Italia stamattina con il premier Paolo Gentiloni continua a premere sull'Unione europea ("la Ue eviti che la situazione sia insostenibile"), finora s'è capito che siamo alle buone intenzioni (e gli obiettivi dell'Italia non appaiono chiari) ma da sole servono a ben poco e anche la bozza di accordo trovato sul tema non risolverà il problema, forse limiterà l'afflusso ma a condizione che venga chiuso il corridoio del deserto. Cosa praticamente impossibile senza uno schieramento di forze enorme. Vediamo i numeri, la terra, i confini della Libia. Il titolare di List squaderna il Cia World Factbook: la Libia è il diciassettesimo paese più esteso del mondo, ha oltre 4 mila chilometri di confine su terra, di cui 989 km con l'Algeria, 1.050 km con il Chad, 1.115 km con l'Egitto, 342 km con il Niger, 382 km con il Sudan, 461 km con la Tunisia. Nessuno di questi paesi confinanti è sicuro. Ecco la mappa, giusto per farsi un'idea concreta:
La costa libica è lunga 1770 chilometri, in gran parte incustodita, non è il luogo ideale per fare una gita fuori porta, fischiano pallottole. In Libia non comanda nessuno. Il 6 luglio a Tallin, Estonia, qualcuno dovrà portare una mappa da mostrare ai ministri dell'Interno che si riuniscono per un vertice dell'Unione europea, una cosa che dovrebbe richiamare tutti alla realtà. Il punto è che i tre paesi che hanno sbandierato l'accordo hanno tutti un appuntamento con la storia che ne limita gli spazi di manovra: la Germania vota il 23 settembre, l'Italia è in piena campagna elettorale, la Francia ha un problema di terrorismo che fa rima (anche) con la parola immigrazione. Che si fa? Si dichiara molto, ma nel concreto si fa ben poco. Perché? Semplice, la Libia è un problema sì politico, ma senza lo strumento militare non si risolve niente, solo che nessuno sotto elezioni e con la pressione dell'opinione pubblica manda i suoi soldati a morire nel deserto. Soluzione? Affidarsi a eserciti regolari locali e soprattutto alle milizie irregolari che mostrano i fucili nel cuore dell'Africa. Mission impossible. E il blocco dei porti? Lo stop alle Ong? Seguite il titolare di List, le parole si infrangono di fronte al muro di titanio della realtà.
Il ministro dell'Interno Marco Minniti è certamente un uomo capace che conosce il problema, ma si sta avvitando in un gioco politico nel quale rischiamo di restare con il cerino in mano. Il giorno del super sbarco di immigrati nelle nostre cose a fatto fare al suo volo diretto a Washington un'inversione di rotta ed è tornato in Italia. Colpo di scena, cosa ha saputo di così grave Minniti tanto da fare dietrofront? E' la sola notizia degli sbarchi o c'è altro? Il taccuino del titolare di List (per ora) è vuoto sul tema. In attesa di qualche spiegazione su questa singolare decisione nell'audizione parlamentare prevista per mercoledì alle 16.30 (attendiamo una dottrina Minniti sul tema, una strategia dell'Italia e molto altro) proviamo a mettere insieme i pezzi della scacchiera. Fermare le Ong ferma il flusso di migranti dall'Africa verso le coste italiane? No, per una semplice ragione, le navi delle Ong non hanno la maggior parte del carico di vite che sbarcano in Italia. Sono i dati della Commissione europea a svelarlo nei particolari in un report del 2 febbraio del 2017. Cominciamo con un grafico:
La metà dei salvataggi in mare è effettuata dalle navi italiane della Guardia Costiera e della Marina, le Organizzazioni non governative pesano sul 22 per cento dei soccorsi. Hanno un ruolo accresciuto, senza dubbi, ma non costituiscono il cuore delle operazioni, sono una parte. E dunque anche fermandole tutte, la massa complessiva di migranti sarebbe in ogni caso enorme. Basta fermare le Ong in prossimità della costa libica per fermare gli sbarchi? No, questo è un altro pio desiderio: i trafficanti di uomini donne e bambini non sono pervasi da uno spirito umanitario, incassano il biglietto pagato da chi vuole partire, imbarcano il passeggero sulle carrette del mare e se quest'ultimo arriva vivo o morto a destinazione è un non-problema. Sono tagliagole, non frati francescani. Quante navi impegna l'operazione di Frontex con l'operazione Triton nel Mediterraneo? Ecco un altro grafico:
Blocchiamo anche queste? Andiamo avanti. Quante sono invece le navi dell'operazione Sophia? Sempre per sapere e per capire, ecco un altro grafico illuminante:
Serve altro? Sì, un bagno di realtà. Il problema non è in mare, ma in Libia, se non si mettono in sicurezza i confini di quel paese, non ci sarà pace, continuerà la guerra e gli sbarchi non finiranno mai. L'Africa è un continente immenso, ci abitano 1.2 miliardi di persone, in molti paesi c'è guerra, persecuzione, carestia, fame. Certo, ci sono i migranti economici, l'immigrazione non è un diritto, ma nessuno sulla terra ha ancora scoperto come convincere un essere umano a accettare di morire, l'istinto di sopravvivenza è insopprimibile. L'età media della popolazione africana è di 20 anni, sono giovani. Dunque resta il problema: come si fa uscire l'Africa da questa situazione? Ancora una volta, il problema è a terra. E nella mente di chi governa. Serve una nuova politica globale per lo sviluppo dell'Africa. Che fanno in Occidente? Andiamo in Italia, l'Istat ha pubblicato stamattina dei dati istruttivi, allacciate le cinture.
01
C'è una cosa che va: la disoccupazione
Buone notizie, stamattina l'Istat ha pubblicato i dati sull'occupazione e disoccupazione in Italia. Confermano quanto sanno i lettori di List, il paese è imballato, ha una crescita lenta che non produce posti di lavoro e quelli che ci sono vanno a chi ha più di cinquant'anni e non ai giovani. Ecco la tabella di sintesi:
Poteva andare peggio? Non c'è mai limite, il titolare di List ricorda sempre a se stesso che quando hai toccato il fondo spesso arriva il momento di scavare, ma un paragone aiuta a capire com'è messa l'Italia contemporanea sul tema dei temi, il lavoro. La disoccupazione è di due punti più alta rispetto alla media dell'Eurozona:
Sono numeri che non incoraggiano all'ottimismo, il titolare di List affida la sintesi al bravissimo Francesco Seghezzi, direttore di Adapt, questo il suo tweet definitivo:
Che facciamo? Nonostante tutto, ci sono un sacco di buone ragioni per andare avanti, scalare le montagne, continuare a lottare, tutti i giorni. E una di queste buone ragioni si chiama....Wimbledon! Tranquilli, il titolare continuerà a scrivere, con la racchetta è una schiappa, con la penna si arrangia. E List è il dritto e rovescio di tutti i giorni. Andiamo sul campo centrale, facciamo un viaggio insieme nel passato e nel presente. Serve per primo il titolare di List, voi rispondete con il vostro colpo preferito.
02
Wimbledon
Verde. Non c'è possibilità di sfuggire all'incantesimo di quel colore che s'inerpica sulle tribune, s'aggrappa al Royal Box, pulsa sul campo da gioco. Devi alzare gli occhi al cielo, a Wimbledon, per trovare una via di fuga cromatica. Ah, no, ecco, c'è un giallo cinetico che schizza come un proiettile, è il servizio dell'uomo di ghiaccio, la racchetta suona come la cassa di legno di un tamburo, la corda tesa e elastica come quella di violino. La risposta dell'uomo di fuoco è un fulmine carico d'effetto, la palla torna indietro spinta da un rovescio che cambia la curvatura dello spazio, gira su se stessa, attraversa il confine che divide l'uomo di ghiaccio dall'uomo di fuoco, atterra improvvisamente sull'erba, fa un rimbalzo e fugge via, imprendibile. "C'mon!" urla l'uomo di fuoco. L'uomo di ghiaccio non lo guarda. Fissa il verde. Wimbledon, 1980, campo centrale, John McEnroe contro Bjorn Borg.
Il piccolo titolare di List ha 12 anni, è incollato alla tv e da quel momento capisce che il tennis è la cosa più pazza, sublime, inafferrabile del mondo. Più avanti, con gli anni, i chili, le vittorie e le sconfitte, scoprirà che solo altri due campi da gioco possono condurre a quello stato di folle ubriachezza: gli scacchi e le donne. Wimbledon comincia oggi. E' una storia che va avanti dal 1877, sono 140 anni che il torneo si presenta all'appuntamento. E' come il ritorno dell'amata che non vedi da un anno: fai finta di resistere, mentre in realtà sei già là, a bordo campo, a fare il raccattapalle.
Wimbledon comincia oggi, nasce nel 1877 quando quelle sagome dell'All England Lawn Tennis and Croquet Club decisero che quello strano gioco valeva un torneo. Duecento spettatori, biglietto da uno scellino, un vincitore, Spencer Gore. Erano tutti vestiti di bianco, i giocatori. E lo sono ancora. E' la tradizione di Wimbledon, una cosa che sulla terra resiste, persiste, esiste. Sugli altri campi puoi esibire divise sgargianti, al limite del codice penale, a Wimbledon no, devi essere immacolato, candido, luminoso. I quindicimila occhi del Centre Court ti guardano, nessuna distrazione, please. Le donne arrivarono sul campo da gioco, quasi subito, nel 1884. E non se ne sono mai andate, sono la grazia al fulmicotone del tennis, l'essenza di Wimbledon.
Borg, McEnroe, l'uomo di ghiaccio e l'uomo di fuoco. Era il tennis con la racchetta di legno, presto quel mondo sarebbe finito, ma il tennis e la leggenda di Wimbledon sarebbero andati avanti. Materiali leggeri, preparazione atletica, stagioni lunghe e faticose, il business globale, la televisione, lo stile, il lusso, il denaro, la fama, la sconfitta, la vittoria, la gloria. Per la prima volta nell'era moderna i primi cinque giocatori nella classifica mondiale sono sopra i trent'anni. Cosa è successo? La preparazione atletica costruisce giocatori longevi, genio, muscoli, tenacia, tecnica, sono il cocktail nello shaker, ma le stagioni sono lunghe, lo stress è quello di una guerra di logoramento e alla fine l'ingrediente che pesa, che fa la differenza, che conduce alla conquista del game è quello di sempre, una fottuta, inesorabile, questione di psicologia. E' sempre lo scontro tra l'uomo di ghiaccio e l'uomo di ferro. E' nelle pagine meravigliose scritte da John McPhee in Tennis (Adelphi) che vediamo il film dell'Io sul campo da gioco. Non siamo a Wimbledon, ma alla semifinale degli Open Usa del 1968, a Forest Hills, sul campo da gioco ci sono Arthur Ashe e Clark Graebner. Anche quella volta fu tutta una questione di freddo e caldo. E il problema alla fine della fiera è tutto racchiuso in una frase di John McEnroe: "Arrivare fino in fondo". Nel 1980 a Wimbledon il giovane Paganini della racchetta perde, Borg vince il suo quinto titolo sull'erba del campo centrale. L'ultimo, perché l'anno dopo sarà McEnroe a "arrivare fino in fondo". L'era di Borg iniziata nel 1976 si chiude con uno spettacolare record di vittorie, comincia quella di McEnroe e di un altro fantastico giocatore, Jimmy Connors. Dio, come scorrono i ricordi: eravamo bambini, il titolare di List andava al campo di terra battuta di Torregrande a giocare con i fratelli, Tore e Pietro. Una palla, una racchetta, un sogno. Giocavamo sulla terra battuta. Nessuno di noi sarebbe diventato un tennista, si capiva lontano un miglio, ma le braccia e le gambe erano colmi giovinezza e ogni volta che sparavi un dritto e incrociavi un rovescio era come stare là, sul centrale a Wimbledon.
Sarà un torneo meraviglioso, in campo i fantastici quattro: Murray, Djokovic, Federer, Nadal. Il detentore del titolo, Andy Murray, nato a Glasgow, in Scozia, l'anno scorso fece impazzire Londra e il Regno Unito. Una volta Jimmy Connors disse: "Wimbledon sui giornali non comincia finché non scendono in campo i britannici". Snob. Rafael Nadal e Andy Murray saranno in campo già oggi, colpi su colpi, si fa sul serio da subito. Contro Murray ci sarà Alexander Bublik, Kazakhstan, nato nel 1997, un tipetto svelto da non sottovalutare. Nadal incrocerà la racchetta con l'australiano John Millman, uno che sta al 137° posto nella classifica ma qui tutto questo vale fino a un certo punto, siamo sull'erba, non è la scartavetrata terra battuta, non l'iperveloce sintetico, non il cemento, qui tutto si fa straordinariamente veloce, preciso, soffice. E inatteso. E' Wimbledon.Roger Federer, che straordinario atleta, insegue il record dei record, la leggenda, la cima della storia, l'ottavo titolo. Wimbledon è ricco, Jaguar, Evian, Lavazza, Ibm, gli sponsor pagano perché qui c'è uno spettacolo immortale, soffia un'aria così British che sembra di stare a corte con la Regina, l'eleganza si fonde con il pop, il silenzio si risolve in una cascata d'applausi. Che punto, che colpo, che corsa sotto rete, che smash, santi numi ha fatto la veronica! doppio fallo, palla di servizio, ace, sulla riga.
Freddo, caldo. Forza. Concentrazione. Il gioco non si svolge in campo, è in un altro luogo nascosto, mai dimenticare queste parole di Novak Djokovic: "Ti sembra che l'incontro si svolga in campo, in realtà si svolge fra le tue orecchie". Il tennis è un infinito dialogo con Io. Freddo. Caldo. Che cosa era Jimmy Connors? Un caldo. E Ivan Lendl? Un freddo. I ricordi scorrono come i titoli d'apertura di un film, passano dall'era di Borg e McEnroe a quella di Boris Becker, Mats Wilander, Stefan Edberg. E le donne, santi numi, come giocano, provateci a intercettare il servizio di Marina Navratilova e il rovescio di Steffy Graf. Wimbledon è tornato, dio sia lodato. C'è Andre Agassi sul campo, è una volpe da terra battuta, vince sul campo centrale una volta, l'erba lo tradisce, la palla gli schizza davanti agli occhi, lo sguardo e il colpo più veloce sono quelli di Pete Sampras. Un altro caldo. Un altro freddo. Comincia oggi, Wimbledon. Aveva ragione quella sagoma che sul campo da gioco diventava un tennista d'irregolare bellezza, Adriano Panatta: "Il tennis l'ha inventato il diavolo".
Game! Set! Match! Dove siamo? A Wimbledon, dove puoi essere se non qui, vestito di bianco, hai sempre 12 anni, signor giudice di sedia, il titolare lo sa che sei inesorabile, che sei il tempo che scorre, tu assegni il punto finale, sei la sabbia nella clessidra, ma oggi tutto (ri)comincia. Wimbledon.
03
Occhio al lancio di Space X
Cosa resta da fare durante la giornata? Guardare il decollo di un razzo di Space X. La missione è stata fermata dalla segnalazione di un'anomalia da parte dei computer. Ci riprovano oggi. La compagnia spaziale di Elon Musk lancia in orbita un satellite Intelsat. Musk è uno di quelli a cui non si può dire che una cosa è impossibile. Ricordate sempre una frase di Albert Einstein: "Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo".
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.