6 Aprile
Imprenditori in cerca della riapertura
In Lombardia e Veneto 8 mila aziende hanno fatto richiesta ai prefetti per riavviare la produzione. L'ordine mondiale nel dopo-coronavirus, le responsabilità della Cina (e quelle dell'Oms alla pechinese). Vai dove ti porta il virus, perché è una battaglia per fisici e matematici
Che succede? Stiamo per entrare in quello che Henry Kissinger in un commento sul Wall Street Journal chiama l'ordine del post-coronavirus e Pechino, nonostante si sforzi di apparire ciò che non è (e non può essere), ha troppe domande inevase. Riprendendo un articolo di Niall Ferguson sul Sunday Times, ne abbiamo pubblicato 6 ieri su List e il silenzio che segue per ciascuna di esse è la prova della colpevolezza della nomenklatura cinese. Ci torneremo tra qualche riga.
01
Tornare a produrre
In Italia attendiamo l'esito del Consiglio dei ministri (deve approvare gli aiuti alle imprese, è ripreso dopo una lunga pausa per contrasti tra Pd e 5Stelle sul ruolo di Sace, le garanzie dello Stato ai prestiti), il punto importante è di contesto, clima, impatto del secondo virus: sta crescendo la reazione del mondo della produzione, in Lombardia e in Veneto c'è mobilitazione per la riapertura, alla prefetture sono già arrivate richieste da parte di 8 mila aziende, stanno partendo i tavoli per capire come e quando riavviare l'attività economica. C'è vita e energia, è un segnale positivo. Chi dice "ce la faremo" ha ragione, ma non accade stando sul divano di casa, bisogna creare condizioni di sicurezza e tornare a produrre, fare. Le aziende che possono ricorrere allo smartworking, devono essere aiutate a fare gli investimenti in tecnologia (e cultura manageriale) che sono necessari. Ma si può fare. La seconda manifattura d'Europa non si può fermare. Perché il blocco ha un solo esito: la carestia.
02
BoJo e la Regina
Boris Johnson è entrato in ospedale per controlli (ha il coronavirus, come sapete), si sono diffuse voci fin da ieri sera che fosse stato necessario il ricorso al ventilatore. Lui ha twittato:
Ha ancora sintomi da coronavirus, resta alla guida del governo. In gran forma ieri sera è apparsa la regina...
Che succede? Stiamo per entrare in quello che Henry Kissinger in un commento sul Wall Street Journal chiama l'ordine del post-coronavirus e Pechino, nonostante si sforzi di apparire ciò che non è (e non può essere), ha troppe domande inevase. Riprendendo un articolo di Niall Ferguson sul Sunday Times, ne abbiamo pubblicato 6 ieri su List e il silenzio che segue per ciascuna di esse è la prova della colpevolezza della nomenklatura cinese. Ci torneremo tra qualche riga.
01
Tornare a produrre
In Italia attendiamo l'esito del Consiglio dei ministri (deve approvare gli aiuti alle imprese, è ripreso dopo una lunga pausa per contrasti tra Pd e 5Stelle sul ruolo di Sace, le garanzie dello Stato ai prestiti), il punto importante è di contesto, clima, impatto del secondo virus: sta crescendo la reazione del mondo della produzione, in Lombardia e in Veneto c'è mobilitazione per la riapertura, alla prefetture sono già arrivate richieste da parte di 8 mila aziende, stanno partendo i tavoli per capire come e quando riavviare l'attività economica. C'è vita e energia, è un segnale positivo. Chi dice "ce la faremo" ha ragione, ma non accade stando sul divano di casa, bisogna creare condizioni di sicurezza e tornare a produrre, fare. Le aziende che possono ricorrere allo smartworking, devono essere aiutate a fare gli investimenti in tecnologia (e cultura manageriale) che sono necessari. Ma si può fare. La seconda manifattura d'Europa non si può fermare. Perché il blocco ha un solo esito: la carestia.
02
BoJo e la Regina
Boris Johnson è entrato in ospedale per controlli (ha il coronavirus, come sapete), si sono diffuse voci fin da ieri sera che fosse stato necessario il ricorso al ventilatore. Lui ha twittato:
Ha ancora sintomi da coronavirus, resta alla guida del governo. In gran forma ieri sera è apparsa la regina Elisabetta, 96 anni, grande lezione di leadership:
“We will meet again”. The Queen. BoJo è in ospedale, Elisabetta II è sul trono. L'isola d'Inghilterra respinse gli assalti di Hitler, anche il microbo sarà sconfitto. Intanto, bisogna sempre ricordare cosa dice Gordon Gekko: "Il denaro non dorme mai". Diamo un'occhiata ai mercati, sono il termometro della crisi.
03
I mercati pensano alla fine del lockdown
Wall Street ha aperto bene e la seduta prosegue con un forte rialzo:
Cosa c'è dietro questa fiducia? L'idea che il lockdown stia in qualche maniera funzionando, che il picco della crisi sia passato o comunque sia vicino alla discesa, il fatto che l'amministrazione Trump stia pensando già a un piano di riaperture nelle prossime settimane (e così anche in Europa). Gli analisti di Morgan Stanley citati dal Financial Times dicono che "il peggio è alle nostre spalle". Forse è troppo presto, serve prudenza, in ogni caso, la settimana si apre nel segno dell'ottimismo.
***
Il vero problema per tutti è capire che scenario sarà quello del dopo-coronavirus. Di dritto e di rovescio, si torna al punto di partenza: la Cina.
04
Xi Jinping e le domande senza risposta
Le rimettiamo in fila, per completezza della cronaca e amore della verità (che non arriva):
1. Cosa è successo esattamente a Wuhan all'inizio dell'epidemia? Ancora non abbiamo la risposta. Il virus si è sviluppato davvero nel mercato di Wuhan, ha originato davvero dal pipistrello che viene venduto come genere commestibile? Questo sarebbe già un fatto non solo disgustoso, ma politicamente rilevante perché un paese che opera nel commercio mondiale non può avere simili bassezze sanitarie. Ma Ferguson va oltre e pone un altro interrogativo nel campo del non dicibile della diplomazia: il virus è nato nel laboratorio di ricerca biologica di Wuhan?
2. La dichiarazione dell'emergenza a Wuhan è arrivata solo a metà gennaio, mentre le morti da coronavirus di cui ora abbiamo conoscenza sono censite già a metà dicembre. Su List abbiamo dato una timeline precisa dei ritardi del governo cinese nel denunciare il rischio enorme per la comunità internazionale. Che ruolo ha avuto il governo nella copertura della reale situazione della crisi del coronavirus?
3. Perché il governo cinese il 23 gennaio dopo aver messo in lockdown la città di Wuhan ha stoppato i voli dalla metropoli verso il resto della Cina, ma non i voli dalla provincia di Hubei verso il resto del mondo?
4. Perché il portavoce del ministero degli Esteri diffonde notizie di false cospirazioni (ha affermato che il virus in realtà è un prodotto americano) e non è stato rimosso?
5. Dove sono finiti il tycoon Ren Zhiqiang e il medico di Wuhan Ai Fen? Avevano criticato il regime sulla gestione del coronavirus, sono scomparsi, di loro non si hanno più notizie.
6. Quante persone realmente sono state uccise in Cina dal virus?
In attesa delle risposte, ricordiamo alle anime belle che siamo di fronte a un evento catastrofico causato da un virus nato misteriosamente in un mercato di Wuhan, nella provincia di Hubei, di cui non sappiamo niente e di cui il governo cinese ha informato il mondo male, in ritardo, senza le precauzioni che avrebbe dovuto prendere per evitare la diffusione globale.
05
Primo e secondo virus. A che punto siamo?
I danni causati dal paese guidato da Xi Jinping sono incalcolabili e hanno costretto i governi di tutto il mondo a mettere in campo varie soluzioni per rispondere al collasso dell'economia provocato dal lockdown delle comunità. Ecco gli strumenti utilizzati, grafico del Fondo monetario internazionale:
Lo shock è tale da provocare un'ondata di incertezza mai vista prima nella storia delle pandemie:
Mentre il resto del mondo è in isolamento, con l'economia bloccata, i posti in terapia intensiva esauriti, decine di migliaia di persone morte, la popolazione segregata, la Cina ha ripreso a produrre e ha lanciato un'offensiva diplomatica per passare dallo status di "untore" a quello di "salvatore". Non è vero niente, ma nella società contemporanea le apparenze sono più di un inganno. Ecco due grafici che riassumono perfettamente la situazione, il primo riguarda i casi di coronavirus nel corso del tempo:
Questa è la parabola dell'economia cinese, stop e ripartenza, mentre tutti gli altri paesi sono sostanzialmente fermi:
Guardate le concentrazioni di diossido di azoto in Cina prima e dopo la crisi del coronavirus:
Contabilità globale del disastro in corso? Eccola:
Guardate i numeri, ricordate che la Cina ha 1,4 miliardi di abitanti, scorrete i dati degli altri paesi, scrivete la domanda sul taccuino: i numeri di Pechino sono affidabili?
A questo regime il governo italiano tributa inchini. La crisi del coronavirus ha mostrato che la linea filocinese di Palazzo Chigi non è un episodio sporadico della politica estera dell'esecutivo, la firma dell'intesa sulla nuova Via della Seta era il rafforzamento dell'influenza politica di Pechino in Italia.
06
L'Onu: vietare la vendita di animali selvatici
Abbiamo pubblicato alcune foto dei mercati asiatici, luoghi senza il minimo controllo sanitario. Abbiamo consigliato la lettura di Spillover, il libro sui cacciatori di virus scritto da David Quammen, un viaggio istruttivo nei luoghi dove si comprano e vendono animali di tutti i tipi. Le foto dovrebbero bastare a capire la portata gigantesca del problema, visto che il virus è nato nel mercato di Wuhan. La cosa è tanto grave che - anche in questo caso in ritardo - le Nazioni Unite oggi hanno chiesto di vietare in tutto il mondo i mercati dove si vendono animali selvatici. Elizabeth Maruma Mrema, responsabile ad interim della convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità, ha chiesto ai governi di agire per evitare future pandemie, ci basta e avanza questa. Ci siamo preoccupati molto per una possibile catastrofe nucleare, alla fine un essere infinitamente piccolo, un virus, ci ha ricordato che esistono arsenali che avevamo dimenticato. La sicurezza del cibo è il tema geopolitico in cima all'agenda.
07
L'Oms alla pechinese
Agenda mancata completamente dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Tutto era evidente, tranne che all'apparato dell'Oms che si è sempre preoccupato di difendere l'operato della Cina e ondivagare sulla dichiarazione d'emergenza per pandemia. Ma il tempo è galantuomo e alla fine l'Oms è diventata indifendibile.
L'editorial board del Wall Street Journal ha chiesto - al fine di evitare un'altra strage - di riformare con urgenza l'Oms. La scorsa settimana il governatore della Florida Rick Scott ha invocato un'indagine del Congresso sull'Oms e il suo ruolo nella "copertura" dell'epidemia da parte del governo cinese. Tutte le pedine stanno andando a dama. Incrociamo la ricostruzione pubblicata oggi dal Wall Street Journal con i nostri precedenti resoconti.
Il presidente cinese Xi Jinping il 7 gennaio parla della pericolosità del nuovo coronavirus con i membri del Politburo del Partito comunista, dopo aver lasciato trascorrere ben 13 giorni, il 23 gennaio, procede con il lockdown di Wuhan. Nel frattempo 5 milioni di cittadini di Wuhan sono usciti dalla metropoli per il capodanno cinese, i voli dalla provincia di Hubei verso il resto del mondo non si fermano. Gli scienziati dei centri di ricerca in Europa cominciano a disegnare i piani di emergenza pandemica.
L'epidemia in Cina è presente almeno fin dai primi giorni di novembre, alla fine di dicembre secondo i media cinesi il genoma del nuovo coronavirus è stato sequenziato dai medici, ma Pechino ordina di non divulgare niente. Il 30 dicembre un medico-eroe, Li Wenliang, poi deceduto per coronavirus, avvisa le autorità sulla presenza di un nuovo virus e viene accusato di "turbare l'ordine sociale". Ma la diga del regime non tiene più. Le autorità cinesi il 31 dicembre avvisano l'Oms della presenza del nuovo coronavirus. Lo stesso giorno Taiwan lancia l'allarme: il virus si trasmette da uomo a uomo. L'Oms non ha rapporti con Taiwan, in ossequio alla politica cinese del "non puoi parlare con il mio nemico". Una gran lezione di indipendenza.
La drammatica sequenza di eventi e allarmi non basta all'Organizzazione mondiale della sanità che il 14 gennaio pubblica questo tweet:
"Le indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione del nuovo coronavirus da uomo a uomo". Magnifico, per l'Oms quello che dice la dittatura (medica e politica) cinese è oro colato. Passerà un'altra settimana per cambiare comunicazione. Intanto l'epidemia si espande rapidamente in tutti i paesi e l'Oms durante la riunione del 22/23 gennaio non dichiara l'emergenza internazionale. La Cina non è d'accordo, non vuole che siano messi al bando i trasporti. La dichiarazione del direttore generale, Tedros Ghebreyesus (un politico, non un medico, s'è visto) arriverà, anche stavolta, una settimana dopo, il 30 gennaio. Attenzione, il WSJ ricorda le parole di Ghebreyesus nell'occasione: "Il governo cinese deve essere ringraziato per le straordinarie misure che ha preso, non ho dubbi sull'impegno della Cina verso la trasparenza". Politica. E tantissimo tempo perso.
L'università di Southampton ha pubblicato uno studio che rivela come i casi si sarebbero potuti limitare del 95 per cento se la Cina avesse deciso tre settimane prima di contenere il virus. Non solo Pechino non lo ha fatto, ma l'Oms si è congratulata con il governo cinese per "la rapidità" dimostrata. Il 30 gennaio il direttore dell'Oms dichiarava che non c'era bisogno di limitare il commercio e i viaggi da e per la Cina. L'Oms è dominata dalla Cina. E come abbiamo visto, non è stato un buon affare per i destini del mondo.
08
Mappa di un mondo piccolo e infinito
Come abbiamo visto, siamo in un campo che è una moltitudine di punti che poi vanno uniti. Quando vediamo i virologi in tv (ultimo ritrovato dell'intrattenimento) ci dobbiamo ricordare che la storia è più complessa di come la raccontano, il campo del micro (il virus) non corrisponde a quello del macro (il contesto). La cosa più stupefacente in questa vicenda che ha sconvolto la nostra vita è la straordinaria ramificazione delle relazioni. È un po' come una mappa di Internet, vediamone una piccola porzione:
Dove siamo noi? Siamo immersi in un piccolissimo, invisibile nucleo di relazione che ha sempre un "nodo" inaspettato, una via che conduce verso lo sconosciuto. Per sapere, per capire, bisogna leggere Nexus, di Mark Buchanan, scoprirete che questa storia è un dominio della matematica e soprattutto della fisica, serve una grande elasticità mentale, bisognare entrare nella logica (im)prevedibile delle reti (e non restarvi impigliati). Vai dove ti porta il virus.
Diciamo spesso che "il mondo è piccolo" quando improvvisamente spunta una conoscenza dove (e come) non ti aspetti. Il mondo non è mai stato così piccolo come in questi giorni. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.