9 Aprile
In attesa dell'ondata
Lagarde (Bce): "Segnali preoccupanti per l'occupazione in Europa". Proiezioni dell'ILO: la pandemia distruggerà 195 milioni di posti. Le Confindustrie del Nord al governo: "Dobbiamo riaprire prima che si spenga il motore d'Italia". Conte sfida l'Olanda (e la Germania): "Ammorbidimento della regole di bilancio o faremo senza l'Europa". Mai stuzzicare la fantasia dei tedeschi
Che succede? Stanno rombando i cacciabombardieri della crisi. Stavamo per spingere il tasto per dare il via alla pubblicazione, quando ieri sera è comparso sul monitor il testo di un intervento di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, su Le Monde. Dice tante cose che abbiamo già letto, ma la cosa nuova - e da noi attesa - riguarda il lavoro: iniziano a arrivare segnali preoccupanti dal mercato del lavoro dell'area euro. Gong.
01
Lagarde: segnali preoccupanti
Lagarde fa l'esempio del decollo a razzo dei sussidi di disoccupazione in America, guardate il grafico del Fondo monetario internazionale:
Prima 3.3 milioni di (ex) lavoratori americani iscritti, poi altri 3.3 milioni. In Europa le cose non vanno così veloci, abbiamo un sistema diverso, ma evidentemente Lagarde ha visto numeri che noi per ora non conosciamo e probabilmente c'è una velocità di diffusione della disoccupazione che sta toccando anche il nostro mondo: "Se la disoccupazione ci mette di solito più tempo ad aumentare in Europa ed è meno volatile, dei primi segnali preoccupanti emergono". Prepariamoci. A che cosa? Al grande botto, arriverà. Dobbiamo attrezzarci.
Su cosa possiamo contare? In teoria ci sarebbero dei governanti, ma il quadro non è dei migliori. Lo abbiamo scritto e detto, c'è una crisi forte delle leadership contemporanee. C'è una guerra tra Cina e Stati Uniti per la supremazia nell'ordine mondiale del post-coronavirus. E si possono avere opinioni differenti sui due giganti dello scenario geopolitico, su Washington e Pechino, su Donald Trump e Xi Jinping, come in questa puntata di RadioList con il titolare e il socio spagnolo:
Ma alla fine poi bisogna immaginare cosa fare in un mondo dove la globalizzazione subirà un arresto, il commercio mondiale arretrerà, la solidarietà sembra evaporare (vedi alla voce Unione europea, purtroppo). Quando la Storia muove le sue forze primordiali (la paura,...
Che succede? Stanno rombando i cacciabombardieri della crisi. Stavamo per spingere il tasto per dare il via alla pubblicazione, quando ieri sera è comparso sul monitor il testo di un intervento di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, su Le Monde. Dice tante cose che abbiamo già letto, ma la cosa nuova - e da noi attesa - riguarda il lavoro: iniziano a arrivare segnali preoccupanti dal mercato del lavoro dell'area euro. Gong.
01
Lagarde: segnali preoccupanti
Lagarde fa l'esempio del decollo a razzo dei sussidi di disoccupazione in America, guardate il grafico del Fondo monetario internazionale:
Prima 3.3 milioni di (ex) lavoratori americani iscritti, poi altri 3.3 milioni. In Europa le cose non vanno così veloci, abbiamo un sistema diverso, ma evidentemente Lagarde ha visto numeri che noi per ora non conosciamo e probabilmente c'è una velocità di diffusione della disoccupazione che sta toccando anche il nostro mondo: "Se la disoccupazione ci mette di solito più tempo ad aumentare in Europa ed è meno volatile, dei primi segnali preoccupanti emergono". Prepariamoci. A che cosa? Al grande botto, arriverà. Dobbiamo attrezzarci.
Su cosa possiamo contare? In teoria ci sarebbero dei governanti, ma il quadro non è dei migliori. Lo abbiamo scritto e detto, c'è una crisi forte delle leadership contemporanee. C'è una guerra tra Cina e Stati Uniti per la supremazia nell'ordine mondiale del post-coronavirus. E si possono avere opinioni differenti sui due giganti dello scenario geopolitico, su Washington e Pechino, su Donald Trump e Xi Jinping, come in questa puntata di RadioList con il titolare e il socio spagnolo:
Ma alla fine poi bisogna immaginare cosa fare in un mondo dove la globalizzazione subirà un arresto, il commercio mondiale arretrerà, la solidarietà sembra evaporare (vedi alla voce Unione europea, purtroppo). Quando la Storia muove le sue forze primordiali (la paura, le epidemie, i conflitti tribali, la carestia, i cambiamenti climatici) tutto il resto si inabissa. Stanno emergendo nuovi continenti, nuove regole. Dobbiamo sopravvivere a tutto questo e fare in fretta. È una battaglia lunga, ma la fase decisiva è rapidissima, è adesso.
02
Tulipani vs italiani (una variante di Germania vs Francia)
L'Europa ha un problema con il rigore dell'Olanda, ma in realtà dietro i tulipani c'è la maggioranza degli elettori della Germania (che dietro le quinte fa sapere di essere irritata per il comportamento degli olandesi, ma in realtà lascia fare). L'Eurogruppo è finito la notte sugli scogli e di giorno si è spiaggiato. Si riprende oggi (giovedì) e tutto ruota intorno all'uso dell'ammorbidente da parte della lavanderina olandese. Ammorbidire cosa? Le regole per l'utilizzo dei finanziamenti del Fondo salva stati, il Mes. In effetti l'operazione ha grandi limiti - giuridici e finanziari - ma ci sono un po' di soldi (circa 500 miliardi) e prima di emettere altro debito si cerca un prestito senza oneri e condizioni pesanti. In questo quadro si capisce cosa vogliono la Francia e la Spagna (un accesso al Mes e uno strumento per finanziare la futura ricostruzione in Europa), cosa cerca la Germania (mani libere e zero condivisione del debito), mentre quando si arriva all'Italia si capisce che non abbiamo risorse, che ne abbiamo un disperato bisogno, che non abbiamo tempo e abbiamo il fiato corto (finora imprese e famiglie sono andate avanti con i propri mezzi), che non vogliamo emettere troppo debito nuovo (perché quello che c'è è già enorme, lo Stato è un titano che mangia risorse e le entrate fiscali sono crollate), che non abbiamo un piano per l'emergenza, che potremmo accedere ai fondi del Mes con condizioni light, ma il governo ha problemi di stabilità interna (i Cinque Stelle pensano che solo a nominarlo, il Mes, schizzino sul lampadario i sondaggi della Lega) e così siamo finiti contro la diga dell'Olanda mentre è in arrivo l'alta marea del collasso della produzione. Con questo programma così chiaro, il governo italiano va alla battaglia e...
03
Conte cerca l'ammorbidente e minaccia di "fare senza l'Europa"
Dietro lo scontro tra Olanda e l'Italia in realtà ci sono Germania e Francia. Conte probabilmente s'illude di giocare la partita in proprio (fa paralleli obliqui tra se stesso e Winston Churchill, non c'è molto altro da aggiungere), così intervistato dalla Bild dice:
Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Usa che mettono al momento a disposizione il 13% del loro Pil. Io chiedo un ammorbidimento delle regole di bilancio. Altrimenti dobbiamo fare senza l'Europa e ognuno fa per sè. Non dobbiamo alla fine starcene lì con le mani incrociate: operazione riuscita, ma il paziente Europa è morto.
Il punto è condivisibile in linea di principio, ma ogni tanto bisogna chiedersi cosa pensano dall'altra parte. Che cosa hanno in mente a Berlino? Intanto hanno messo una dotazione (reale, non il fumo che si agita a Palazzo Chigi) di 1100 miliardi di euro per contrastare il crollo della produzione e del commercio. Conte punta sul fatto che i tedeschi alla fine qualcosa cederanno, dunque faranno un compromesso, gli olandesi poi sono troppo piccoli, non si fa saltare tutto il banco dell'Eurozona perché quelli di Amsterdam hanno un problema. Tutto vero, probabile che finisca così. Ma attenzione alla Germania, lo spirito europeista dei tedeschi non è più forte della loro idea di nazione, fanno piani su ogni aspetto della vita e nella loro testa l'idea della rottura dell'Eurozona c'è sempre stata (e la memoria del marco è viva), poi bisogna ricordare l'antropologia teutonica, i tedeschi lavorano nel campo del possibile (e spesso vi includono tanto i sogni celestiali quanto gli incubi peggiori) e quando la faccenda si fa probabile allora si può star certi che hanno un piano nel cassetto. Mai alimentare l'immaginazione dei dei tedeschi.
04
Mai stuzzicare le fantasie della Germania
La memoria aiuta, nell'estate del 2011, quando la crisi del debito sovrano europeo galoppava, The Economist pubblicò un immaginario piano di Berlino per organizzare l'uscita di un gruppo di paesi in crisi fuori dall'Eurozona.
Un ottimo racconto giornalistico che aveva un sottotesto: questa è finzione, ma nel cassetto della Germania il piano reale c'è. È logico che si facciano fictional scenarios, servono a disegnare il percorso di un fatto, la sua parabola, calibrare le decisioni. Siamo in un momento dove bisogna applicare la regola del giocatore di biliardo, calma e gesso.
***
Il governo, il Parlamento, non hanno mai una grande memoria, la classe politica al potere ancora meno. Alcuni ricordano cosa rischiammo nel 2011, ma la maggior parte dei protagonisti di oggi - a cominciare dal presidente del Consiglio - non ha nessuna esperienza. E non ci riferiamo solo alla pratica della politica. Cosa accadde nel 2011? Fu una cosa da tutto in una notte. E nessuno stappò lo champagne.
05
Toh, chi si rivede, il 2011 (potenziato)
La scintilla del sottosopra italiano è nella Grande Crisi del 2007-2008, il crac dei mutui subprime in America che porta al collasso di alcune banche, scatena una crisi finanziaria che ha come esito il credit-crunch e culmina con il fallimento di Lehman Brothers (15 settembre 2008). Quei fatti condurranno all'elezione di Barack Obama in America e all'intervento della Federal Reserve guidata da Ben Bernanke per salvare i settori chiave dell'economia americana, le banche e l'industria dell'auto in testa. In Germania governa la cancelliera Angela Merkel, in Italia a Palazzo Chigi governa per soli due anni Romano Prodi (2006-2008) sostituito poi nuovamente con il voto del 2008 da Silvio Berlusconi che allora sembra avviato a governare alla sua massima potenza. In Francia all'Eliseo c'è un agguerrito Nicolas Sarkozy, il presidente della Banca centrale europea è il francese Jean-Claude Trichet, sta per arrivare Mario Draghi e alla Bundesbank Jens Weidmann.
Mentre l'economia americana avvia la sua galoppata verso un periodo di eccezionale crescita che dura da dieci anni, l'Europa ha un problema di tenuta finanziaria e sfiducia che si abbatte sul rating sovrano e naturalmente sui paesi con alto debito e bassa crescita. La Grecia è il primo paese a cadere, ma il vero gigante a cui tutti guardano è l'Italia con il suo debito pubblico monstre. In un clima di generale sfiducia e innalzamento della valutazione del rischio-paese, nel 2011 l'Italia è al centro del maelstrom finanziario. Il governo Berlusconi risponde alla crisi... rinviandola. Mentre l'Italia entra in una turbolenza politica gigantesca, cominciano le primavere arabe: cadono i regimi di Ben Alì in Tunisia e di Mubarak in Egitto, i francesi a Bengasi preparano la caduta del regime del colonnello Gheddafi in Libia. Il Financial Times il 14 febbraio del 2011 pubblica un editoriale dal titolo chiaro e definitivo: "Arrivederci, Silvio".
Mentre le primavere arabe montano la rivolta, si fa strada l'idea che il Cavaliere in Italia - alla pari di Ben Alì e di Mubarak e di Gheddafi - non possa restare in sella. Berlusconi è inseguito dalla magistratura per il Rubygate, l'Italia è in una situazione complicata con gli alleati perché si oppone all'azione militare in Libia già decisa da Sarkozy, appoggiata dagli inglesi e dal Dipartimento di Stato di Hillary Clinton, con Obama che lascia il comando delle operazioni a "Lady Libia".
La crisi finanziaria dell'Europa diventa ciclopica e nel novembre del 2011 si compie la storia del "salvataggio dell'Euro" raccontata da Peter Spiegel sul Financial Times nel 2014:
Cannes, novembre 2011, Angela Merkel piange. In un drammatico vertice nella notte la Cancelliera scoppia in lacrime. L'Eurozona è in pericolo. I problemi si chiamano Grecia e Italia. Ma se Atene si può salvare, l'Italia è il problema del "too big to bail", troppo grande (il debito) per essere salvata, le stime dell'epoca parlano di un piano da 600 miliardi di euro che nessuno ovviamente ha a disposizione, né la Banca centrale europea né il Fondo monetario internazionale. Christine Lagarde arriva a Cannes con un piano di assistenza per l'Italia da 80 miliardi. Il governo italiano non è d'accordo e a sorpresa Barack Obama pronuncia questa frase: "I think Silvio is right", penso che Berlusconi abbia ragione. Il prestito del Fmi non s'ha da fare. Giulio Tremonti, il ministro dell'Economia, mantiene la posizione: l'Italia può accettare il monitoraggio del Fmi, ma non il programma di assistenza. La cancelliera Merkel inoltre ha un problema con la Bundesbank che non sposa il piano. Il vertice si chiude con un nulla di fatto, Obama che consola con un abbraccio Angela Merkel (nella foto qui sotto) e Silvio Berlusconi che rivela ciò che doveva essere segreto: il Fmi ha offerto assistenza all'Italia che l'ha rifiutata. Quella notizia scatenerà l'indomani mattina il fuoco dei mercati.
Barack Obama abbraccia Angela Merkel dopo il drammatico vertice di Cannes (Foto Ansa)La pressione finanziaria già nell'estate del 2011 è al massimo, lo spread in novembre sale a 575 punti, Berlusconi ha da tempo sulla sua scrivania l'opzione Monti. L'ex commissario dell'Unione europea (scelto da Berlusconi) va a Palazzo Chigi con l'accordo di (quasi) tutti il 16 novembre del 2011. Il voto di fiducia arriva due giorni dopo, il 18 novembre, ecco come andarono le cose alla Camera:
Tutti favorevoli al governo tecnico, tranne il gruppo parlamentare della Lega. Un mese dopo quel governo varerà un pacchetto di misure economiche urgenti chiamato "Salva Italia". Ecco come andò il voto:
Tutti favorevoli, tranne la Lega, l'Italia dei Valori e un pugno di voti ribelli.
Ancora una volta l'Italia presenta una crisi economica, un sottosopra giudiziario, un governo d'emergenza. Il governo Monti - come quelli di Amato e Ciampi - resterà in carica per un anno, il 21 dicembre del 2012 si dimette e l'Italia dopo l'esperienza di un esecutivo tecnico (sostenuto come abbiamo visto da quasi tutti i partiti) andrà al voto per cercare una svolta. Si chiude la seconda Repubblica, si apre la Terza, una stagione di traumi molteplici. E i grillini arrivano in Parlamento.
***
Otto anni dopo, in patria e in Europa, siamo punto e a capo. Con una grande differenza: lo shock globale è di dimensioni più grandi e più profonde. Quanto?
06
La pandemia distruggerà 195 milioni di posti
La crisi innescata dal coronavirus è di enorme impatto, guardate la prima pagina del Financial Times di ieri:
Dati dell'Organizzazione internazionale del lavoro. La distruzione di ore-lavoro nel mondo equivale a 195 milioni di posti persi, oltre un miliardo di lavoratori è attivo in settori che sono in picchiata, il novanta per cento abita in economie avanzate e emergenti che sono in questo momento in lockdown. Sono i numeri di una catastrofe globale. Serve altro? L'invasione delle cavallette e un matto che fa saltare in aria un silos nucleare, il resto c'è tutto. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
***
Ce la faremo? Con tutta questa gente che sta seduta sul divano, l'impresa ci sembra decisamente complicata. Quanto? Gli industriali del Nord hanno lanciato l'ultimo allarme, dopo questo, si aprono le porte dell'ignoto.
07
La lettera delle Confindustrie del Nord
Ci sono due Italie, una che guarda ai paesi del Nord Europa, alla Germania, ai mercati esteri, un'altra che aspetta che qualcuno le risolva i problemi mentre sta seduta sul divano a spupazzarsi il telecomando o fa concertini sul balcone. Quelli che stanno cercando di salvare impresa e posti di lavoro sono in gran parte concentrati in poche regioni, tutte al di sopra del fiume Tevere: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. Stiamo parlando del 45 per cento del Prodotto interno lordo italiano. Se si fermano da quelle parti, è la fine di tutto.
Bisogna essere chiari, diretti: il governo che ha aperto un'offensiva contro i presidenti di queste Regioni non ha avuto una brillante idea, si tratta di puro masochismo, aggiungere crisi alla crisi è questione di un attimo. Ma in fondo è logico, se non hai mai lavorato in vita tua, non hai mai visto come funziona un'industria, hai passato nel migliore dei casi il tuo tempo su carte bollate di nessuna importanza, pensi che tutto questo sia un videogame, in realtà la crisi finirà per bussare direttamente al portone di Palazzo Chigi. C'è poco tempo. In attesa di vedere anche questo sottosopra, le Confindustrie del Nord hanno scritto al governo. Il quale è impegnato nell'epica campagna bellica in Baviera e dintorni, ma dovrebbe guardare un po' più a Sud, c'è il motore dell'economia italiana che vuole ripartire e quello che chiedono si può fare senza bisogno di fare Rambo in videoconferenza con Mark Rutte.
Bisogna riaprire, questo dicono. Riaprire per non morire due volte. Con il coronavirus e con il secondo virus, la carestia. Cosa scrivono gli industriali? Un paio di passaggi chiave:
Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che all’emergenza sanitaria seguirà una profonda crisi economica: dobbiamo quindi essere in grado di affrontarla affinché non si trasformi in depressione e per farlo abbiamo bisogno innanzitutto di riaprire in sicurezza le imprese.
Parla il 45 per cento del Prodotto interno lordo italiano:
Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del PIL italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia.
Il governo vuole andare avanti con il lockdown? Ci sono delle conseguenze:
Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese.
Passare alla fase 2:
Chiediamo quindi di definire una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. È ora necessario concretizzare la “Fase 2”.
Prima la salute, certo, ma senza pane se ne va anche quella, in fretta:
Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale.
Basta con i codici Ateco, un criterio ridicolo di selezione delle imprese, non più attuale rispetto allo scenario contemporaneo:
Occorre uscire dalla logica dei codici Ateco, delle deroghe e delle filiere essenziali a partire dall’industria manifatturiera e dai cantieri. È una logica non più sostenibile e non corretta rispetto agli obiettivi di sanità pubblica e di sostenibilità economica. Il criterio guida è la sicurezza.
Sicurezza come? Ecco cosa propongono gli imprenditori.
Bisogna mettere le imprese in condizione di attuarlo, assicurando loro la possibilità di:
- mettere le imprese nelle condizioni di reperire tutti i dispositivi di protezione individuale e garantire il loro approvvigionamento mediante un agevole percorso di fornitura che passi da un flusso costante e prioritario nelle procedure doganali
- velocizzare il percorso di autorizzazioni da parte dell’ISS per i dispositivi prodotti in deroga alle normative sanitarie, ma che dimostrino requisiti di protezione soddisfacenti
- mettere in campo un pacchetto di misure di finanziamento a fondo perduto che supportino gli investimenti delle imprese nella sicurezza basato su alcune linee d’azione fondamentali: adozione di protocolli di sanificazione degli ambienti di lavoro; ripensamento degli spazi lavorativi per ridurre al minimo i contatti tra le persone; nuova mobilità da e per i luoghi di lavoro e all’interno dei siti produttivi; ricorso allo smart working.
Chiediamo un impegno per definire insieme un piano di contenimento del virus sui luoghi di lavoro basato su:
- una collaborazione tra Autorità preposte, imprese e sindacati per consentire una efficiente gestione dell’operatività delle imprese nel periodo di emergenza, funzionale ad evitare pericolose situazioni di contrasto che metterebbero a repentaglio gli sforzi di collaborazione. Ciò deve poter avvenire anche a livello territoriale e regionale per costruire e sperimentare nuovi “modelli” di lavoro
- a livello regionale occorre condividere con i Servizi Sanitari modelli di collaborazione in cui le imprese diventano luoghi in cui si attuano le politiche per la salute a partire dalle attività di screening preventivo sulle quali si attendono decisioni tempestive e univoche delle autorità competenti: con l’ausilio fondamentale di test sierologici validati o con programmi coordinati di “tamponi” sul territorio
- In sintesi, occorre ripartire rapidamente per dare al Paese, alle imprese e ai lavoratori un’agenda chiara ed un quadro certo in cui operare. Il criterio guida è la sicurezza: le aziende sicure sono tutte uguali. Per questo occorre condividere un modello di collaborazione con Istituzioni, Autorità sanitarie, Associazioni industriali, Organizzazioni sindacali
***
Sono parole sagge, concrete. È il mondo del fare. Che non significa affatto che non sia presente l'altra parte del risiko, il pensare. Non puoi far bene se non pensi bene.
Quando vai in giro a fare questo lavoro, in una situazione da pazzi, dove le forze dell'ordine ti fermano più volte al giorno, prendi il cibo nell'unico fornetto aperto nei dintorni, vedi cose incredibili, paesaggi lunari o forse marziani, scenari che sembrano ai confini della realtà, ma ti confermano in fondo che le ondate di inquietudine non sono mai casuali, segnalano sempre qualcosa. L'arrivo di un fatto straordinario che mette a prova la sopravvivenza, costringe a cambiare, costituisce una prova di sforza enorme per la tenuta psicologica. Cosa c'è davvero là fuori? Seguite il titolare di List.
08
Giro d'Italia
Quando vai in giro a fare questo lavoro, in una situazione da pazzi, dove le forze dell'ordine ti fermano più volte al giorno, prendi il cibo nell'unico fornetto aperto nei dintorni, vedi cose incredibili, paesaggi lunari o forse marziani, scenari che sembrano ai confini della realtà, ma ti confermano in fondo che le ondate di inquietudine non sono mai casuali, segnalano sempre qualcosa. L'arrivo di un fatto straordinario che mette a prova la sopravvivenza, costringe a cambiare, costituisce una prova di sforza enorme per la tenuta psicologica. Cosa c'è davvero là fuori? Seguite il titolare di List.
Mascherine. Dicono che ci obbligheranno a portarle ogni giorno quando siamo in esterno. Ho visto un film, descriveva un mondo dove si poteva respirare solo in altura, in pianura ci potevi andare solo con un respiratore e una tuta spaziale. La Terra era morta a metà, giù il veleno, su ancora un po' di vita. Questo padre, questo figlio, sono nella dimensione del gioco. Hanno entrambi la mascherina, ma il bambino ha chiesto al padre di giocare. E lui l'ha fatto. Ecco, ho appreso che i giocattoli non sono "necessari" e chi lo ha deciso è un idiota, perché in questo incubo il giocattolo per i bimbi è l'evasione dal dolore della solitudine, la fantasia che vola libera. Giocattoli, ne ho un ricordo vivido, anche voi, sono l'incanto, la magia, tutto quello che il coronavirus non ci deve togliere. I giocattoli sono necessari.
Riposare in pace. Ponte San Pietro, provincia di Bergamo. Un prete, le bare, l'ultimo saluto. E questa immensa solitudine. Niente funerali. Se ne vanno senza un bagliore d'anima, un'ultima visione dei propri cari, il conforto della mano dell'amata che ti stringe prima di andare via, lontano, da un'altra parte, in un posto dove tutti ci ritroveremo. La maledizione del coronavirus è quest'assenza del conforto, questo vuoto indicibile, la separazione che non si consuma, anche la morte e il lutto restano sospesi.
Sorella Luna. Sul cielo d'Italia, a Napoli, con la fusoliera di un Canadair che entra in scena. Per molti questa Luna è stata una contemplazione della propria anima, uno scoprirsi e speriamo perdersi. C'è un estremo bisogno di lasciarsi un po' andare, sognare, riprendere il filo del fantastico. Il coronavirus ci ha scagliato in una dimensione dove non sembra esserci domani, dove tutti i giorni sono uguali. Non è così, non sarà così. Mettete un disco (sì, un disco, un'immagine del passato, godetevi il ricordo del fruscìo della puntina sulla traccia, quel suono rotondo, caldo) e cantate Volare. Vi troverete in un sogno dipinto da Marc Chagall. Il coronavirus può attendere.
L'erba a piazza Navona. Questo è il preludio di cosa accadrebbe se l'uomo non ci fosse. La natura torna, si riprende i suoi spazi, fa il suo corso, piante rampicanti salirebbero sui marmi della Fontana dei Quattro Fiumi, tutti i palazzi sarebbero coperti di piante giganti, rami, foglie, alberi e nidi di predatori volanti nella Chiesa di Sant'Agnese in Agone, animali selvatici correrebbero sulla piazza e poi, secoli dopo, ogni rovina sarebbe sommersa, nascosta, cancellata. Non accadrà, ma lasciate crescere quell'erba, è un buon segno. La vita continua. Agitata, non mescolata. Come un buon Gin Martini.
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intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.