26 Ottobre
Istruzioni per l'uso del Beppe Day
"Non c'è Fico sul palco". Il grande dilemma della stampa italiana è questo. La realtà è che la festa dei 5Stelle non incorona nessuno, perché il re e geniale interprete è solo uno, Grillo. La sua è una vera storia, le altre no
Sul palco non c'è Fico. E perbacco, sì, proprio non c'è quel Fico sul palco. E non essendoci è più che giusto interrogarsi assai, perché se il Fico non sale sul palco la cosa si fa misteriosa e dunque quel Fico e quel palco devono essere raccontati, impaginati e titolati. Sul palco non c'è Fico e poi Egli non parla e voi capite che quel silenzio è tutto, un grande significato si cela in quel vuoto solo apparente, perché sì, perbacco, sul palco non c'è Fico e la pagina va riempita da quel vuoto cosmico.
Sul palco non c'è Fico. E la lettura dei giornali italiani stamattina pencola tra l'esilarante e il tragico perché sul palco non c'è Fico. Dopo tutto questo giro d'accordi sull'assente, immanente, presente e silente, la domanda: ma scusate, cari, chi è Fico? Classe 1974, ha aperto gli occhi a Napoli, svezzato a Trieste, una laurea in comunicazione, un master in knowledge management e vabbè, svariati lavoretti precari, ufficio stampa, redattore di casa editrice, vai con gli eventi e la ristorazione, poi ecco il call center e infine, grande, luminosa, la scia della stella cometa di Beppe, il MeetUp, funiculì funicolà, la valanga di 228 preferenze alle parlamentarie e sì, perdinci, ecco Montecitorio e la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. Fico è questo, nient'altro.
Sul palco non c'è Fico perché non serve. Se uno vale uno, basta uno a rappresentare il prototipo del catapultato grillino. E sul palco Fico non c'è e se ci fosse non cambierebbe niente. Non ha nessuna importanza all'interno della liturgia di Beppe. Sul palco non c'è Fico, amen e avanzi Di Maio con il vestito della prima comunione. Un altro nessuno che forse domani sarà qualcuno. Molto forse.
Il vero tema di questo passaggio nella vita...
Sul palco non c'è Fico. E perbacco, sì, proprio non c'è quel Fico sul palco. E non essendoci è più che giusto interrogarsi assai, perché se il Fico non sale sul palco la cosa si fa misteriosa e dunque quel Fico e quel palco devono essere raccontati, impaginati e titolati. Sul palco non c'è Fico e poi Egli non parla e voi capite che quel silenzio è tutto, un grande significato si cela in quel vuoto solo apparente, perché sì, perbacco, sul palco non c'è Fico e la pagina va riempita da quel vuoto cosmico.
Sul palco non c'è Fico. E la lettura dei giornali italiani stamattina pencola tra l'esilarante e il tragico perché sul palco non c'è Fico. Dopo tutto questo giro d'accordi sull'assente, immanente, presente e silente, la domanda: ma scusate, cari, chi è Fico? Classe 1974, ha aperto gli occhi a Napoli, svezzato a Trieste, una laurea in comunicazione, un master in knowledge management e vabbè, svariati lavoretti precari, ufficio stampa, redattore di casa editrice, vai con gli eventi e la ristorazione, poi ecco il call center e infine, grande, luminosa, la scia della stella cometa di Beppe, il MeetUp, funiculì funicolà, la valanga di 228 preferenze alle parlamentarie e sì, perdinci, ecco Montecitorio e la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. Fico è questo, nient'altro.
Sul palco non c'è Fico perché non serve. Se uno vale uno, basta uno a rappresentare il prototipo del catapultato grillino. E sul palco Fico non c'è e se ci fosse non cambierebbe niente. Non ha nessuna importanza all'interno della liturgia di Beppe. Sul palco non c'è Fico, amen e avanzi Di Maio con il vestito della prima comunione. Un altro nessuno che forse domani sarà qualcuno. Molto forse.
Il vero tema di questo passaggio nella vita del Movimento 5Stelle ha il nome di Grillo. Beppe deve "liberarsi" dai grillini, era il suo programma fin dall'inizio, dall'idea pazza coltivata con Gianroberto Casaleggio. Lo diceva nei suoi spettacoli Grillo, "un giorno ce ne andremo". Casaleggio se n'è andato prima, cambiando i piani di tutti e prima di tutto dell'amico Beppe. Il Movimento 5Stelle è un non-partito atipico, lasciare ad altri lo scettro non fa parte della liturgia della politica, investire un Di Maio, dargli le chiavi della sala comando e vedere cosa succede quando comincia a manovrare il joystick è operazione che può fare un uomo di spettacolo come Grillo, non Renzi o Berlusconi o altri della scena seriale. Può piacere o meno, può esser preso come uno scherzo, ma la scelta c'è e va ben al di là di tutte le questioni - che esistono, sia chiaro - sulla democrazia, il totalitarismo digitale, il mediocre in sella e via discorrendo. Tutto interessante, ma l'originalità dei Cinque Stelle sta altrove, di partiti con un solo proprietario l'Italia è colma: Renzi ha azzerato la dialettica del Pd, Berlusconi non si è mai nemmeno messo il problema e ci mancherebbe visto che l'invenzione è sua, la sinistra-sinistra non decolla proprio per l'assenza di un "padrone" cioè di una leadership carismatica, perfino gli alfanoidi hanno bisogno di un Alfanetto da esibire in video.
Nell'era della banalizzazione e dell'instant messenger non c'è tempo per intavolare discussioni democratiche, analizzare le questioni, mettere a fuoco i problemi. Parte un tweet sbagliato e ti divorano, ne azzecchi uno e ti osannano, non sei online e semplicemente... non sei. Se i giornali si interrogano pensosamente sul tema "sul palco non c'è Fico", tutto il resto casca tragicomicamente sul materasso, in una grassa risata d'irrealtà, e in fondo dice bene Grillo: "Fico è un romantico, se vuole può salire sul palco". In quei due lampi di fraseggio del Beppe, "romantico" e "se vuole", c'è quel pragmatismo da genovese che è partito da zero, che faceva ridere, ne ha fatti piangere molti in Parlamento e ora a settant'anni vuol continuare a fare ridere.
Chi può dargli torto? La vita è breve, c'è un gran casino là fuori e l'utopia può continuare anche senza di lui o con lui, ma un po' più lontano, con la distanza del santone con la barba, del vecchio padre più matto che saggio eppure di gran lunga più concreto di tutti i suoi adepti. Fico, il romantico, il soggetto sul quale si interrogano senza alcun imbarazzo i giornali in caduta verticale, è meno che pulviscolo in questa storia che di collettivo ha il nome ma in realtà è l'invenzione di una coppia, Beppe e Gianroberto, che ha colto i bagliori della contemporaneità e provato a dare una risposta alla crisi del reale e dell'immaginario italiano. Confusi, incasinati come nessuno, senza classe dirigente, i grillini contengono il caos, la luce e il buio, sono la soluzione chimica di due dottori con il maestrale in testa, i capelli lunghi e arricciolati di Casaleggio, lo sciame di boccoli argentati di Grillo, i Walter Matthau e Jack Lemmon della commedia politica italiana. Non sapranno governare, si dice (e a Roma si vede fin troppo), ma forse non avranno neppure il problema del governo e continueranno a esercitarsi nell'arte dell'utopia, del ruttodromo online senza costrutto, oppure un giorno cominceranno a diventare una forza politica incipriata come Di Maio, la realpolitik ben-vestita senza nient'altro addosso. Non lo sappiamo, alla fine queste cose le decidono forze sovrumane, elevazioni del singolo in altro, ondate di energia irrazionale che si chiamano popolo, massa e soprattutto storia.
Sul palco non c'è Fico, cribbio. Rimini chiude un sipario su una storia, Luigi Di Maio sul palco ne è se volete il distopico trionfo e nello stesso tempo la certificazione dell'impossibilità di essere impossibili fino all'ultimo. La votazione elettronica, il sistema non operativo, la filosofia internettiana, le connessioni e disconnessioni si esauriscono in uno splash atomico, neutrini formicolanti di non-sense buono per inchiostrare la carta dei giornali, nient'altro. Se Beppe avesse scelto Di Battista, non sarebbe cambiato molto, avremmo lo scooter e il jeans, quella barba da svegliato mai al posto dell'abitino della prima comunione, ma sempre con lo svarione geopolitico e grammaticale incorporato, cioè l'italiano medio che sta su Facebook e commenta cose che non sa, che non guarda la tv ma la osserva con lo stupore di chi ha scoperto gli straordinari colori degli insetti al microscopio e in un soliloquio interiore, mentre la birra gli cola sulla camicia, dice "ah, allora è così" e poi se ne dimentica perché nel frattempo lo zapping lo ha condotto da Quark a MasterChef.
Sul palco non c'è Fico e Dio, ci sarà Claudio Baglioni a condurre Sanremo e siamo sempre a "questo piccolo grande amore" che è del vicino-lontano 1972 e qui si pretende di discutere del contemporaneo in un paese che ha le lancette indietro: torna Berlusconi che in realtà non se n'è mai andato e fa apparire gli altri come quello che sono, terze file della Prima Repubblica; Renzi precipita, ha sfondato il pavimento del partito e si prepara a fare un bagno nella tonnara siciliana, la materia pulviscolare dei partitini consuma il suo Sabba scrivendo e riscrivendo il Rosatellum, i giornali sono un festival dello splatter, il degrado ad alzo zero del voyeurismo editoriale, essì, cribbio, bisogna proprio preoccuparsi perché "sul palco non c'è Fico". Alla fine, in questo spettacolo, è giusto che trionfi lui, Beppe Grillo, quel talento esploso sotto la Lanterna, un creatore-distruttore di visioni e divisioni. Non è il giorno del Di Maio, non è il refuso di Fico né la Vespa del Dibba, la prima è la storia di un principino senza mestiere che forse si farà e un giorno evaporerà, la seconda è la favoletta del più colto barbudo tra gli incolti, la terza è la strofa stonata di un bravo ragazzo avanti-pop in Vespa.
No, il racconto di questo teatro giallo e stellato è un altro, è quello di un sognatore al quale non si possono fare sconti nella critica ma si deve tributare il saluto riservato a quelli che non hanno avuto paura di provarci, che sono caduti, si sono rialzati e cercano ancora di stupire se stessi, è la storia di Beppe Grillo, genovese dentro e fuori, uno da "ma se ghe penso", il figlio di Piera e Enrico, il tifoso della Sampdoria che prende legnate e vince epici campionati, il rappresentante di commercio, il comico lanciato dal Pippo nazionalpopolare, il visionario sempre e per una stagione di sola andata senza ritorno fulminante politico, è il racconto di un uomo di nero vestito che stamattina faceva il check sound sul palco di Rimini, in versione da blues-man con gli anni elettrificati di una vita spericolata che nella sua voce da ragazzo diventa un testo che fa così: "Ho veduto una luce / e ho sentito una voce / che parlava di pace / con un tono feroce". Ah, perbacco, ma "sul palco non c'è Fico", ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò. Sul palco c'è Beppe, che vi piaccia o no, uno che ha fatto una cosa unica, originale, pazza, per ora non del tutto salutare ma necessaria e perfino contemporanea. Può sparire domani, il grande abbaglio, ma questo cocktail ad alta gradazione resta nei libri del barman chiamato storia. Sipario. Applausi.
Esaurita, per ora, la pratica grillina, dove andiamo? In un paese serio, in Germania. Domani i tedeschi votano. È il paese più stabile e "centrista" d'Europa, ma ha un problema di sbandamento a destra.
01
Il giorno di Angela
La corsa dei cavalli in Germania è arrivata agli ultimi cento metri. Domani i tedeschi rinnovano il Bundestag e scelgono il cancelliere. Angela Merkel vede il traguardo di uno storico quarto mandato, se le previsioni saranno rispettate sarà là in cima per la quarta volta, insieme al gigante della politica tedesca Helmut Kohl. Il paese più stabile e "centrista" d'Europa va alle urne con un solo grande dilemma: quanti voti prenderanno i nazionalisti di AFD? Non è un interrogativo di poco conto, la domanda gira vorticosamente nell'aria, entra nella carne della Germania, nella sua grandiosa e terribile storia. AFD è una formazione che ha subito un'ulteriore trasformazione nei mesi scorsi, la sconfitta della linea a destra ma in ogni caso dentro i canoni istituzionali di Frauke Petry ha prodotto un cambio di linea, un indurimento del linguaggio, la salita a bordo di elementi del neonazismo che dicono cose che in Germania lasciano il segno, lacerano, risvegliano, producono ondate di emozioni contrastanti.
Ricorda bene il quotidiano economico Handelsblatt che la posta in gioco non è quella della guida suprema, il cancelliere, ma il Parlamento, è per questo che primariamente si vota. Non ci sono coalizioni possibili senza Angela Merkel al volante, ma ci sono notevoli variazioni del quadro politico in ballo. Gli estremisti sono a destra e a sinistra. Alternative für Deutschland oggi è senza dubbi un partito xenofobo con un linguaggio che strizza l'occhio ai neonazisti, in un colpo di vento si è allontanato dall'idea originaria di essere un partito della destra borghese della Germania. Die Linke è un partito figlio della storia della Germania dell'Est, ha i cromosomi impregnati di marxismo reloaded ma sempre quello è, populista. Un movimento di protesta a destra, un altro a sinistra. Sono presenze politiche legittime in un quadro politico che tende al centro ma mostra segni di debolezza crescenti. Le grandi coalizioni governano bene, ma annullano le differenze e lasciano ai partiti estremi il campo del linguaggio hard, della comunicazione e dunque della politica che non ha risposte di governo ma offre la "consolazione" che fasce sempre più grandi di elettorato cercano come l'acqua. Non importa dove vada la Germania, ciò che conta per loro è la soddisfazione di un primordiale bisogno di urlare, gridare, non lasciare che l'inquietudine rimanga strozzata in gola come nel dipinto di Edvard Munch, L'urlo.
È questa inquietudine tedesca la febbre da misurare nel voto di domani. Un risultato importante dei partiti delle ali estreme innescherebbe non pochi problemi sulla tenuta complessiva del sistema tedesco, sulla natura della sua politica e delle sue soluzioni di governo. È fondamentale ricordar che questo scenario (im)possibile arriva in un momento in cui la Germania vive un momento di crescita record, ha la disoccupazione al minimo storico, un surplus di bilancio superiore alla Cina, un'industria che vola e si sta preparando a passo di carica alla sfida della digitalizzazione. Nonostante questo quadro felice, il paese è percorso da queste taglienti inquietudini, l'insoddisfazione di alcuni settori cresce, lo straniero è percepito come un nemico, il Club Med dei paesi latini guardato con sospetto. Il tema della distanza tra élite e popolo esiste, non è un'invenzione sovranista e nemmeno un tema da discussione nel caminetto degli intellettuali.
In mezzo ci sono "gli altri", un Partito socialdemocratico in crisi di leadership e identità, un'alleanza di ferro tra la Cdu della Merkel e il sister party, la Csu bavarese. Sono i partiti del popolo che a fasi alterne hanno sempre governato la Germania dal dopo guerra a oggi. Al centro di questo sistema di partiti popolari c'è lei, Angela Merkel, statista di eccezionale levatura che deve fare i conti con un panorama europeo popolato da nani e con all'orizzonte problemi seri di governance e tenuta: guardate la Spagna con la crisi catalana, la difficile fase di governo di Macron, la fragilità intrinseca dell'Italia e soprattutto gli effetti tutti da scoprire - anche per l'Europa, certo - della Brexit del Regno Unito. Merkel è de facto il capitano che manca all'Europa, ma la Germania non ha ancora deciso se essere non solo la locomotiva economica ma anche la ferrovia politica dell'Unione. Il tempo stringe, inesorabilmente, la sabbia nella clessidra sta finendo, le sfide della contemporaneità sono enormi.
Il titolare di List lo ha già scritto qualche numero fa: il vertice dei BRICS a Xiamen, in Cina, ha mostrato chiaramente il tentativo di disegnare un ordine mondiale diverso da quello uscito dal tavolo di Yalta, un dopo Guerra Fredda non c'è ancora, gli Stati Uniti sono in una fase di de-costruzione e ricostruzione della propria storia, Trump è una sfida all'establishment globalizzato, Putin uno scacchista di eccezionale capacità e cinismo politico, la Cina è un esperimento sociale che mette demografia e economia su una scala titanica, l'India si sta rapidamente allineando a questo processo, il mondo non è mai stato così insicuro dalla fine della Seconda guerra mondiale, la Corea del Nord è nucleare, l'Iran ha testato ieri un nuovo missile, e l'Europa questa splendida incompiuta fatica a trovare un suo posto in questo scenario. La Germania, croce e delizia della nostra storia, è l'unico paese che può prendere in mano il futuro e trasformarlo. Il resto non conta e ha una sola parola chiave: declino. I conti, i numeri, le possibile alleanze, li vedremo domani, ma quella è la contabilità spicciola, la posta in gioco è quella che si misura sulla longue durée della storia.
C'è altro in questo fine settimana che precede la tempesta d'acciaio della Germania? Un terremoto sospetto in Corea del Nord. Kim ha colpito ancora? Forse no, ma se l'avesse fatto...
02
Corea del Nord. Terremoto o bomba?
Un terremoto di 3.4 gradi in Corea del Nord ha attirato subito l'attenzione degli analisti militari: è un terremoto naturale o la scossa causata da un'esplosione di una bomba. I cinesi pensano si tratti di una bomba, altri come la Corea del Sud (fonte più che attendibile) puntano sull'evento naturale. Vediamo la mappa:
Mentre la terra trema, Kim che fa? Dopo la raffica di insulti su Trump, la macchina interna della propaganda è in pieno movimento. Kim jong-un sente che l'alleanza con la Cina sta franando, Pechino non può permettersi un "agente nucleare" incontrollabile in Asia. E allora? Partono le manifestazioni, come in ogni dittatura che si rispetti: il Partito dei Lavoratori e l'esercito nordcoreano si sono messi all'opera per organizzare manifestazioni di sostegno al grande capo. Il partito si è riunito per recitare il testo del discorso contro Trump, ribadire le accuse e le minacce agli Stati Uniti, ricordare che è pronta "la più dura delle risposte, senza precedenti nella storia". Il ministro della difesa ha recitato lo stesso copione e fissato l'obiettivo: "Schiacciare senza compassione qualsiasi più lieve provocazione del nemico che pretenda danneggiare la dignità suprema della Repubblica Popolare Democratica della Corea". Non sono buoni segnali, Kim ha paura. E la paura è una cattiva consigliera. Wait and see.
03
Brothers in Arms
Una storia mozzafiato, sul Wall Street Journal. È quella dei fratelli Goski, Chris e Mike, giovani americani nati a Red Oaks, venti miglia a sud di Dallas. Sono gemelli. Dopo l'11 settembre del 2001 rispondono alla chiamata del Paese, vanno a combattere, corpo dei Marines. Gemelli. Il padre, Tim Goski, li descrive così: "La cosa che Mike amava di più al mondo era Chris, la cosa che Chris amava di più al mondo era Mike". Chris e Mike finiscono sul campo di battaglia in Afghanistan e Iraq. Mike entra nella Delta Force, truppe speciali. Diventa padre. Chris fa il suo secondo giro di guerra in Iraq, 2006. Torna a casa, ha attacchi di panico, ma fa un altro giro di proiettili che fischiano vicino alle orecchie nel 2007. Dopo alcuni mesi Chris torna a casa. Ha negli occhi i morti in Iraq. Anche lui diventa padre. Nel 2009 torna a fare quello che è ormai il suo quinto round in Iraq. Come il fratello, entra nelle forze speciali. I gemelli Goski, guerrieri. Chris è un abile coordinatore delle operazioni d'artiglieria. Un suo compagno esplode disinnescando una bomba. Ne resta solo l'elmetto. I disturbi e la dipendenza da droghe e alcol di Chris aumentano. L'8 giugno del 2012 prende la sua pistola, la punta alla tempia. Fine. Il fratello gemello, Mike, entra in una spirale mentale senza fine. Il 3 luglio del 2016 Mike prende la sua pistola, la mette in bocca. Fine. Gemelli. Brothers in Arms, Dire Straits.
La guerra, terribile. Questa dimensione nota e sconosciuta dell'uomo. Per sapere, per capire, il titolare di List consiglia un libro.
04
Un terribile amore per la guerra
È il titolo di uno tra i libri più belli scritti da James Hillman. Un terribile amore per la guerra: "In un momento chiave del celebre film sul generale Patton, un memorabile George C. Scott passeggia per il campo di battaglia a combattimento finito: terra sventrata, carri armati bruciati, cadaveri. Volgendo lo sguardo a quello scempio, esclama: "Come amo tutto questo. Che Dio mi aiuti, lo amo più della mia vita". Che cosa è la guerra? Guardate Fury, la guerra dei carri armati. Una grande interpretazione di Brad Pitt.
05
PlayList
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06
23 settembre. Ray Charles
Nasce a Albany nel 1930, perde la vista a otto anni, conquista il mondo con Georgia on my mind.
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alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.