27 Ottobre
Kim sta giocando sott'acqua
La Corea del Nord prepara il lancio di missili dai suoi sommergibili. Kissinger: coinvolgere la Cina, a rischio la sicurezza in Asia. Libia, il generale Haftar a Mosca. La politica di Minniti e i crimini contro i migranti in Libia
Quelli che hanno visto un sacco di film di guerra ma non hanno mai letto un libro di storia dicono: "Finora in Corea del Nord non è successo niente". Sono gli onusiani in summer style, i pacifisti in blazer, i salottieri che s'immaginano sempre sul ponte del Falcone Maltese, quei tipi da slow food e enoteca che trasferiscono il prezzo dei menù di Cracco alla politica internazionale. I giornali sono pieni di queste sagome da yachting, si contendono le spoglie tipografiche insieme ai copiatori seriali del New York Times. La realtà è un'altra: finora è successo moltissimo. Cosa? Innanzitutto abbiamo una nuova notizia:
Kim gioca sott'acqua. Secondo gli esperti di 38North la Corea del Nord si sta preparando al lancio di uno o più missili balistici da un sommergibile. Le analisi delle immagini satellitari delle operazioni in corso nella base navale di Mayang-do suggeriscono questo sviluppo. Il ponte del sommergibile classe SINPO è stato coperto da teli, per oscurare le attività. Qualche giorno fa, l'intelligence degli Stati Uniti aveva segnalato un "inusuale alto livello di attività dei sommergibili nordcoreani". Kim è sott'acqua.
Quanti sommergibili può manovrare Kim Da cinquanta a sessantadue, secondo le analisi degli esperti militari. In ogni caso, siamo in presenza di una delle flotte di sottomarini più grandi del mondo. Non sono tecnologicamente avanzati, ma quando vai in immersione armato di missili sei una minaccia costante per chiunque.
Cosa sta succedendo? Kim manovra i suoi pezzi sulla scacchiera, continua a giocare al gatto e al topo. Il problema è che lui pensa di essere il gatto. E non siamo in un cartoon di Tom e Jerry.
Non è successo niente? Riepiloghiamo e stiamo in quota periscopica:
La Corea del Nord ha sviluppato due tecnologie complementari per diventare una piena e temibile potenza...
Quelli che hanno visto un sacco di film di guerra ma non hanno mai letto un libro di storia dicono: "Finora in Corea del Nord non è successo niente". Sono gli onusiani in summer style, i pacifisti in blazer, i salottieri che s'immaginano sempre sul ponte del Falcone Maltese, quei tipi da slow food e enoteca che trasferiscono il prezzo dei menù di Cracco alla politica internazionale. I giornali sono pieni di queste sagome da yachting, si contendono le spoglie tipografiche insieme ai copiatori seriali del New York Times. La realtà è un'altra: finora è successo moltissimo. Cosa? Innanzitutto abbiamo una nuova notizia:
Kim gioca sott'acqua. Secondo gli esperti di 38North la Corea del Nord si sta preparando al lancio di uno o più missili balistici da un sommergibile. Le analisi delle immagini satellitari delle operazioni in corso nella base navale di Mayang-do suggeriscono questo sviluppo. Il ponte del sommergibile classe SINPO è stato coperto da teli, per oscurare le attività. Qualche giorno fa, l'intelligence degli Stati Uniti aveva segnalato un "inusuale alto livello di attività dei sommergibili nordcoreani". Kim è sott'acqua.
Quanti sommergibili può manovrare Kim Da cinquanta a sessantadue, secondo le analisi degli esperti militari. In ogni caso, siamo in presenza di una delle flotte di sottomarini più grandi del mondo. Non sono tecnologicamente avanzati, ma quando vai in immersione armato di missili sei una minaccia costante per chiunque.
Cosa sta succedendo? Kim manovra i suoi pezzi sulla scacchiera, continua a giocare al gatto e al topo. Il problema è che lui pensa di essere il gatto. E non siamo in un cartoon di Tom e Jerry.
Non è successo niente? Riepiloghiamo e stiamo in quota periscopica:
La Corea del Nord ha sviluppato due tecnologie complementari per diventare una piena e temibile potenza nucleare e le conseguenze politiche sono enormi:
- lo sviluppo di un arsenale di missili balistici (capacità di lancio);
- la miniaturizzazione della testata nucleare (l'arma di distruzione di massa);
- Kim jong-un sa di essere giunto al punto del Too Nuclear To Fail, troppo nucleare per cadere, e approfitta del suo nuovo status per dettare una nuova agenda geopolitica in Asia;
- gli Stati Uniti per la prima volta dal dopoguerra sono minacciati da uno Stato che non fa parte del club nucleare;
- la strategia del condannare e procrastinare non è più possibile;
- il centro del mondo è l'area del Pacifico;
- la Cina ha un problema serissimo con Pyongyang;
- l'Asia ha oggi nel club nucleare la Cina, l'India, il Pakistan e la Corea del Nord;
- l'Europa senza la bomba atomica (è della Francia e non dell'Unione europea) è politicamente debole;
- Trump è nelle stesse condizioni di JFK durante la crisi dei missili di Cuba nel 1962, con una differenza: Kim non è un partner del quale ti puoi fidare, i sovietici alla fine lo furono.
La guerra di parole tra Donald Trump e Kim jong-un è la conseguenza di questo scenario, il punto terminale di trent'anni di errori e orrori. Sul Wall Street Journal stamattina Henry Kissinger piazza con lucidità tutti i pezzi sulla scacchiera: gli Stati Uniti, la Cina, la Corea del Nord, il Giappone e la Corea del Sud. E ricorda che il 5 agosto scorso - grazie al superbo lavoro di Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti all'Onu - c'è stata una svolta con le sanzioni contro la Corea del Nord approvate dalla Cina e dal Giappone. Cosa è successo? Il regime di Kim è diventato una minaccia di instabilità anche per Pechino. Kissinger ricorda che di fronte a una Corea del Nord capace di miniaturizzare e produrre in serie testate nucleari, la tentazione di Corea del Sud, Giappone, Vietnam e altri di costruire il proprio arsenale atomico cresce a dismisura. Siamo tornati in uno scenario di proliferazione delle armi nucleari. Il declino dell'arsenale nel corso dei decenni è stato costante, ma gli investimenti nello sviluppo di tecnologia sono ripresi: gli Stati Uniti hanno un piano da mille miliardi di dollari, la Russia ha già rimpiazzato buona parte dei suoi missili balistici, gli altri seguono a ruota e l'incognita dell'Iran pesa sullo scenario del Medio Oriente.
E' per queste ragioni che una soluzione del dilemma nucleare della Corea del Nord è urgente e non più rinviabile. Non è successo niente? E' successo fin troppo.
01
La Bomba
Cosa succede quando esplode una bomba atomica? Gli scienziati stanno esaminando i filmati dei vecchi test per scoprirne i devastanti effetti nel dettaglio, la reale potenza. Ecco un video appena pubblicato da Wired:
Qualcuno è ancora d'accordo sul lasciare a Kim, lo svitato dell'Asia, la possibilità di spingere il bottone e vedere l'effetto che fa? In attesa della risposta intelligente, il titolare di List fa un salto da un'altra parte del globo. Andiamo in Libia, zona che ha un certo interesse per l'Italia, a vedere cosa sta combinando una nostra vecchia conoscenza, il generale Khalifa Haftar.
02
L'uomo del Cremlino
Il generale Haftar oggi è a Mosca. E' la terza volta nel giro di pochi anni e nel disco fisso della memoria del titolare di List ci sono le immagini di qualche tempo fa del generale libico a bordo della portaerei russa Ammiraglio Kuznetsov, al largo della Libia. Un capo di Stato che firma accordi di guerra e pace. Haftar sarà a Mosca per informare la diplomazia (e la difesa) della Russia sulle relazioni con il premier del governo di Tripoli, Serraj, a Parigi e sull'evoluzione della guerra in Libia. La tela diplomatica di Haftar è molto fitta: qualche giorno fa è stato in Egitto, una visita a sorpresa e secondo The New Arab il generale avrebbe chiesto - senza però ottenere soddisfazione - una presa di posizione ufficiale dell'Egitto contro la missione navale italiana in Libia. Il Cairo non ha dato seguito, ma è chiaro che la tela di ragno del generale è ampia e può contare su forze che hanno interessi contrapposti a quelli italiani. Roma sostiene Serraj, Haftar vuole la fine del premier libico, non ne condivide gli obiettivi, contrasta decisamente - lo ha ribadito in un'intervista al Corriere della Sera - i piani di Palazzo Chigi e la missione navale al largo di Tripoli, la considera come una violazione della sovranità libica. In realtà non è una questione di sovranità, ma di contrasto al governo "onusiano" di Serraj che Haftar considera abusivo. Il potere è lui. La Libia unita? Il titolare di List non ci scommetterebbe un euro in questo momento. Quando i russi si siedono al tavolo da poker, tutto è possibile. Specialmente se dall'altra parte c'è la coppia Putin-Lavrov. E' gente che sa giocare pesante, tiene le carte coperte e non tradisce il minimo movimento del volto. Abilissimi. E' gente che controlla lo Stato più grande del mondo al settanta per cento ricoperto di permafrost. Sono freddi.
Mosca ha un obiettivo: una base militare in Libia, l'accesso diretto al Mediterraneo, a un tiro di schioppo dall'Italia. Un obiettivo impensabile finché Barack Obama non ha commesso l'errore di restare imbambolato sulla "red line" della Siria. Putin ha mosso i pezzi da maestro di scacchi, ha aperto la campagna siriana, fatto decollare l'aviazione, schiacciato l'Isis e le fazioni anti-Assad, messo boots on the ground con le forze speciali, liberato Palmyra (e fatto suonare un'orchestra sinfonica russa tra le splendide rovine) rafforzato la collaborazione con l'Egitto e stretto l'alleanza con Haftar in Cirenaica. La ritirata obamiana ha lasciato il campo libero a Mosca. E il Medio Oriente non è più lo stesso. Mentre Obama prendeva il Premio Nobel per la Pace, Putin faceva lo stratega. I risultati si vedono.
L'Italia che fa? Pressata dall'attivismo della Francia di Macron ha messo in campo due navi per controllare le acque libiche e cercare di frenare gli sbarchi di migranti. Non il programma geopolitico di una media potenza, ma quello di un governo che pensa alle elezioni. La Libia non sarà una zona d'influenza italiana perché il Grande Gioco non è in mare, ma a terra. Lo faranno altri. Chi? Francia e Germania. Sul radar del titolare di List c'è Angela Merkel.
03
Merkel e la Libia. Achtung
Il gioco di Angela. Nel frattempo, achtung. Angela Merkel sta cominciando a guardare alla Libia. La cancelliera tedesca sta aspettando di piazzare il colpo definitivo alle elezioni del 24 settembre. Conquistato il quarto mandato, imprimerà tutta un'altra curvatura all'azione della Germania (anche) nel Mediterraneo. Un preludio di quello che accadrà è arrivato ieri durante un incontro della Cancelliera con gli esponenti dell'Agenzia Onu per i rifugiati e l'Organizzazione internazionale per i migranti. Merkel ha detto che per la Libia il modello da adottare sarà quello dell'accordo dell'Unione europea con la Turchia (guarda caso evocato anche dal generale Haftar) e che la discussione è prematura (traduzione, devo essere rieletta) ma ci sarà. Il modello Erdogan (nella foto sopra, con Angela Merkel) che non è proprio quel che ci vuole per dare un senso di umanità a quello che sta facendo l'Europa con i migranti. Ma d'altronde, questa sembra essere la linea generale. Cieca di fronte alla violenza e alla morte. Siamo diventati esperti anche noi nel settore del lavoro sporco conto terzi.
04
Chuck Minniti
E la diminuzione degli sbarchi dalla Libia? Il miracolo del ministro dell'Interno Marco Minniti in versione Walker Texas Ranger? E' un tripudio per Chuck-Norris Minniti, una svolta law and order, che meraviglia. Il titolare di List l'altro ieri a Tgcom24 ha provato a spiegare che le comparazioni non reggono, che ci sono cause diverse, che i numeri sulle Ong sono comunque non decisivi. Su questo punto sono molto interessanti le cose dette da Eugenio Ambrosi, direttore regionale dell'Organizzazione internazionale per i migranti: "Questo tipo di comparazioni va fatto in un lungo periodo, basta avere due settimane di cattivo tempo rispetto all'anno scorso ed ecco un calo nel numero degli sbarchi". Non solo, Ambrosi spiega anche che c'è una significativa riduzione del numero di ingressi di migranti dall'Africa sub-sahariana e un altro fattore importante nella stabilizzazione lenta di alcuni parti della Libia. Minniti? Cerco di far galleggiare la barca del Pd.
Siamo in pieno ciclo elettorale, dunque tutto fa brodo e il brodo viene distribuito al popolo che a sua volta se lo beve senza guardare i fatti, i numeri, il contesto. Un popolo non informato così diventa una massa il cui interesse viene all'occasione spostato su argomenti che distraggono dal vero punto chiave dell'agenda: che politica sta facendo l'Italia per la stabilità nel Mediterraneo? Fino a poche settimane fa avevamo una linea di salvamento, galleggiamento e di totale impotenza nei confronti dell'Europa. Abbiamo preso schiaffi da tutti, perfino a Tallin. Visti i sondaggi e il cambiamento d'umore dell'opinione pubblica, il governo ha deciso di procedere con un accordo bilaterale con la Libia che si basa sulla limitazione dell'azione delle Ong e il dirottamento dei migranti nei centri di detenzione in Libia. La risposta a Grillo e Salvini è arrivata così. Solo che in quei campi libici l'accoglienza è letale. Succede di tutto. Si muore. Gli abusi, le violenze, gli assassinii sono ultra-documentati, ma pare non interessino nessuno. Si fa presto a andare a parlare con Papa Francesco e esibirne la foto, la realtà in Libia è di ben altro tenore. Esistono report dettagliati delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni indipendenti che raccontano la realtà, l'incubo della Libia. Siamo civili?
Pensiamo di poter esercitare un'autorità morale? Se lo siamo, se pensiamo di avere titolo per dare lezioni agli altri, allora dobbiamo tenere conto dello scenario, leggere un report pubblicato da Amnesty International che documenta cosa succede, eccone un estratto:
"Gli abusi sui migranti sono ampiamente documentati, includono esecuzioni, torture, e privazioni di cibo, acqua e trattamento sanitario. L'Organizzazione internazionale per i migranti ha riportato casi di riduzione in schiavitù dei migranti provenienti dalla zona sub-sahariana. I trafficanti, il dipartimento anti-immigrazione e la guardia costiera, sono direttamente coinvolti in queste gravissime violazioni dei diritti umani".
Diamo al carnefice il compito di risolvere il nostro problema. Possiamo andare fieri di questo? L'importante è chiudere gli occhi e parlare d'altro, i giornali sono pieni di cose che servono a spegnere il cervello. E' il dramma dell'Africa. E si risolve con un impegno diretto in Africa, non con la delega a chi non rispetta i diritti umani. E' solo un altro modo di piantare il seme dell'odio. Crescerà e si moltiplicherà. La demografia non mente come la politica.
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- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.