7 Agosto
La barca italiana e l'orchestrina
Il Consiglio dei ministri approva "salvo intese" il decreto d'agosto, altri 25 miliardi di debito, siamo a quota 100 miliardi in pochi mesi. Il caso dei verbali del Comitato tecnico scientifico sulla zona rossa a Alzano e Nembro, la scelta di Conte e quel perché che manca. TikTok e pistola, la battaglia di Trump. Libano, Nasrallah manda un avviso a Israele
Che succede? È iniziato poco dopo le 19.00 a Palazzo Chigi un Consiglio dei ministri, all'ordine del giorno l'esame del decreto Agosto, in agenda c'è anche la riforma del Consiglio superiore della magistratura. Il governo ha dato il via libera al decreto con la ormai consueta formula "salvo intese tecniche". La parola "tecniche" serve a dire che non ci sono problemi politici.
Dunque ci sono ancora problemi politici, ma l'orchestrina di Palazzo Chigi continua a suonare, per la semplice ragione che non c'è alcuna alternativa, nonostante i macroscopici errori, la montagna di debito pubblico che si sta accumulando sulle spalle degli italiani e lo scenario economico pieno di incertezze. L'opposizione non è in grado di far cadere l'esecutivo - e non ha un'idea per il domani, esattamente come la maggioranza, che naviga in un mare in burrasca, ma galleggia. Il caso dei verbali del Comitato tecnico scientifico e delle scelte fatte su zone rosse e lockdown è grave, mette in evidenza i limiti superati dal premier che si sposano con i limiti della qualità dell'esecutivo. La barca va, l'orchestrina suona, occhio all'iceberg.
Attendiamo come sempre il testo dei provvedimenti reali presi stasera dal governo - sperando sia disponibile in tempi umani - per dare conto delle misure, ci sono in rampa di lancio altri 25 miliardi di debito pubblico, metà delle risorse sarà impiegata per tamponare le richieste di cassa integrazione e altri provvedimenti straordinari sul lavoro, ci sarà anche una parte di bonus per i consumi e il rilancio delle città d'arte. Il decreto nell'ultima bozza è di 109 articoli (andiamo avanti con i mostri legislativi, siamo al terzo decreto dopo il Cura Italia e il Rilancio, 100 miliardi di debito in più). Sulle tasse sospese ci saranno novità: la rateizzazione annunciata sarà in due anni, riguarda solo...
Che succede? È iniziato poco dopo le 19.00 a Palazzo Chigi un Consiglio dei ministri, all'ordine del giorno l'esame del decreto Agosto, in agenda c'è anche la riforma del Consiglio superiore della magistratura. Il governo ha dato il via libera al decreto con la ormai consueta formula "salvo intese tecniche". La parola "tecniche" serve a dire che non ci sono problemi politici.
Dunque ci sono ancora problemi politici, ma l'orchestrina di Palazzo Chigi continua a suonare, per la semplice ragione che non c'è alcuna alternativa, nonostante i macroscopici errori, la montagna di debito pubblico che si sta accumulando sulle spalle degli italiani e lo scenario economico pieno di incertezze. L'opposizione non è in grado di far cadere l'esecutivo - e non ha un'idea per il domani, esattamente come la maggioranza, che naviga in un mare in burrasca, ma galleggia. Il caso dei verbali del Comitato tecnico scientifico e delle scelte fatte su zone rosse e lockdown è grave, mette in evidenza i limiti superati dal premier che si sposano con i limiti della qualità dell'esecutivo. La barca va, l'orchestrina suona, occhio all'iceberg.
Attendiamo come sempre il testo dei provvedimenti reali presi stasera dal governo - sperando sia disponibile in tempi umani - per dare conto delle misure, ci sono in rampa di lancio altri 25 miliardi di debito pubblico, metà delle risorse sarà impiegata per tamponare le richieste di cassa integrazione e altri provvedimenti straordinari sul lavoro, ci sarà anche una parte di bonus per i consumi e il rilancio delle città d'arte. Il decreto nell'ultima bozza è di 109 articoli (andiamo avanti con i mostri legislativi, siamo al terzo decreto dopo il Cura Italia e il Rilancio, 100 miliardi di debito in più). Sulle tasse sospese ci saranno novità: la rateizzazione annunciata sarà in due anni, riguarda solo il 50% dell’imposta dovuta per i mesi di marzo, aprile e maggio. La prima metà si può pagare in un'unica soluzione, entro il 16 settembre, o richiedere la rateizzazione, fino a quattro rate mensili di pari importo, prima rata entro il 16 settembre. Il restante 50%, potrà essere pagato con 24 rate mensili, prima rata prima rata entro il 16 gennaio 2021. Non ci saranno sanzioni e interessi sul dovuto e la rateizzazione.
Auto, ci saranno gli incentivi. Il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, mentre il Consiglio dei ministri è ancora in corso, conferma l'investimento nel settore automotive. Si tratta di "400 milioni" per l'ecobonus auto "e 90 milioni per contributi all'installazione di colonnine di ricarica installate da professionisti e imprese". Una buona iniziativa, il settore dell'auto va sostenuto, sono posti di lavoro e innovazione, la nostra manifattura.
E i licenziamenti? Non ci saranno, il governo in versione giallo-rossa ha espresso il suo vade retro. Le aziende non potranno mandar via nessuno finché ci sarà la cassa integrazione o altri strumenti straordinari. Anche se non verranno utilizzati. Interessante evoluzione del capitalismo italiano. Parliamoci chiaro, i licenziamenti non sono una bella cosa, fanno male, toccano la vita delle persone e non abbiamo mai conosciuto un imprenditore che fa queste cose a cuor leggero (neanche quelli che parlano di "esuberi"), perché chi ama le aziende ha il piacere di creare lavoro, produrre reddito e benessere anche per gli altri. Il fine nobile (e politicamente speculativo) della norma lo comprendiamo, ma imporre all'economia una dimensione artificiale è un grave errore e presto si rivelerà la realtà, semplice, inesorabile, puntuale: forzare le leggi dell'economia è un boomerang. Noi italiani siamo diventati specialisti nel lancio di boomerang.
Bellanova combattente. Nota di "colore". Teresa Bellanova ha lasciato il letto dell'ospedale dove doveva restare ricoverata per accertamenti fino a lunedì. Era stata modificata la norma che le stava a cuore, il "bonus filiera italiana" destinato ai ristoratori. La norma era "condivisa" ma evidentemente non troppo. Così la Bellanova ha lasciato l'ospedale e ora partecipa al Consiglio dei ministri. Donna di gran tempra.
Cronaca estera. A Calicut, nello Stato meridionale indiano del Kerala, un Boeing 737 della Air India Express è uscito fuori pista e si è spezzato in due (nella foto Ansa, in basso, la fusoliera distrutta dell'aereo) secondo il Times of India, che cita fonti della polizia, i morti sono 16 e i feriti 123, tra i deceduti c'è anche il pilota. Il volo arrivava da Dubai, rimpatriava indiani bloccati dalla pandemia, a bordo c'erano 191 persone tra passeggeri ed equipaggio, compresi anche 10 bambini.
In questo numero di List abbiamo molta America, la avremo tutti i giorni da qui al voto del 3 novembre e anche oltre, in un focus quotidiano sulla campagna presidenziale e la nuova presidenza. C'è anche una tappa libanese davvero inquietante, ha parlato il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Sul fronte della politica interna, in atteso dell'esito del Consiglio dei ministri, tiene banco un'altra notizia, andiamo in zona rossa, seguite il titolare di List.
01
Alzano e Nembro, c'è una grande ombra sul governo
Il governo dopo settimane di melina, pressato da un'opinione pubblica che non capiva perché mai dovessero essere segreti atti pubblici di importanza così rilevante - ha ceduto alla pubblicazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico sulla crisi del coronavirus, ma solo un po'. Alcuni verbali sono stati pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi (che ha svolto un'azione benemerita) ma non tutti. Quelli pubblicati ieri raccontano una verità che non conoscevamo, un fatto notevole: il Comitato tecnico scientifico - stando a queste carte - aveva suggerito misure immediate (che sono arrivate in ritardo) e non aveva mai proposto un lockdown nazionale, ma al contrario una serie di provvedimenti locali di vario grado, a seconda della diffusione dell'epidemia sul territorio. Misure che vanno sotto la categoria "buon senso". Sappiamo com'è andata, siamo finiti in un lockdown scriteriato che ha affossato l'economia dell'intero paese, le conseguenze le vediamo tutti e non sono neppure quelle più dure, in autunno vedremo ben altro. I primi documenti pubblicati ci presentano due possibili spiegazioni sulle decisioni prese da Palazzo Chigi:
1. Il governo ha ceduto a qualche pressione prima di agire subito;
2. Il governo è finito nel panico e dopo aver tergiversato ha optato per la chiusura di tutto il paese, un atto grave, deciso senza la opportuna riflessione sulle conseguenze.
Ce ne sarebbe per fare come minimo un approfondito dibattito parlamentare e trarne le conseguenze, se fossimo un paese serio. Stamattina però abbiamo scoperto la vera ragione per cui questi documenti erano (e in parte sono ancora) tenuti sotto chiave: gli esperti raccomandarono la zona rossa per Alzano Lombardo e Nembro, ma il governo decise di tenere aperti i confini dei due Comuni. Tutto questo è contenuto in uno stralcio di un verbale (non ancora diffuso integralmente, siamo punto e capo con le reticenze e le furbizie maldestre) del 3 marzo scorso. Il consigliere regionale della Lombardia Niccolò Carretta aveva chiesto e ottenuto accesso agli atti lo scorso 6 aprile, una scelta giusta. Cosa c'è scritto sullo stralcio pubblicato stamattina dall'Eco di Bergamo? Ecco la paginetta, altamente istruttiva:
"I due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l'R0 (cioè l'indice di contagio, ndr) è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio". Fin qui, nessuna sorpresa, è il paragrafo seguente a gettare un'ombra sull'operato del governo: "In merito, il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell'infezione in aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi. Per quanto riguarda le città con apparente elevata incidenza di casi va invece considerata la possibilità di multiple catene di trasmissione e verificata la proporzione di casi di origine nosocomiale rispetto alla popolazione residente, dal momento che sono sede di importanti hub ospedalieri. L'evoluzione della situazione epidemiologica di grandi città verrà, certamente, sottoposta a attento monitoraggio nei prossimi giorni".
02
Le conseguenze inattese e quel perché che manca
Ecco, questa sì che è una sorpresa che cambia la storia delle decisioni prese dal governo sulle zone rosse. Il documento apre uno scenario interessante (forse troppo). Procediamo con ordine, cosa si evince dal testo?
1. Che la situazione a Nembro e Alzano Lombardo è "ad alto rischio". Non c'è un generico pericolo, ma una situazione che i tecnici definiscono in termini di allarme;
2. Quando i tecnici mettono nero su bianco che "i due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo", stanno dicendo che la propagazione potrebbe diventare esponenziale e colpire un centro altamente popolato con tutte le conseguenze del caso (così è poi avvenuto);
3. Rilevare che c'è "un'unica catena di trasmissione" è un altro colpo di gong che infatti conduce alla conclusione che il fattore R0 è già sopra il livello in cui dovrebbero scattare misure di contenimento;
4. Si propone fin da subito la chiusura dei due Comuni, in maniera netta, senza giri di parole o allusioni, con lo scopo "di limitare la diffusione dell'infezione in aree contigue", i tecnici stanno pensando chiaramente ai pericoli che può correre Bergamo;
5. Il documento ci dice che non c'era alcun bisogno di una politica di lockdown dell'intera nazione, ma si poteva adottare una strategia di zone rosse locali. Questo avrebbe evitato il collasso del paese sul piano economico, gravi forzature costituzionali, restrizioni della libertà, la crisi del settore ospedaliero rispetto alla cura di malattie importanti (tumori, cuore e la cura di molte altre patologie che è stato rinviata sine die, con gravi conseguenze, leggere alla voce aumento della mortalità), uno stress che il paese si sarebbe potuto risparmiare con una politica oculata, con l'uso della ragione, senza lo stato d'emergenza perenne e la trasmissione di paure che hanno finito per distruggere la fiducia delle famiglie e delle imprese, seminare la crisi economica in settori chiave dell'economia italiana e la povertà nelle fasce meno protette.
6. Il governo ha sempre sottolineato di seguire le indicazioni dei tecnici, ma in questo caso - e parliamo del caso più grave in assoluto - prese una decisione contraria. Con l'epidemia che galoppava nella bassa Val Seriana fece una scelta che definire imprudente è poco, inviò il 5 marzo 250 carabinieri ma invece di istituire una zona rossa come fatto a Codogno, scelse di fare una zona arancione regionale (del tutto inutile, anzi dannosa) e tenne tutto aperto per giorni e poi mise in piedi - nel panico, perché aveva fatto scappare i cavalli dal recinto - un incredibile lockdown nazionale in una forma estrema, alla pechinese. Quello che era ritenuto necessario 10 giorni prima - la zona rossa a Codogno - diventa non più urgente (e gli atti dimostrano il contrario) a Alzano e Nembro. Siamo di fronte a testacoda inspiegabile. E infatti né Conte né i suoi ministri raccontano perché fu presa quella decisione. Il perché resta un mistero, quello che da oggi è certo è che i tecnici avevano chiesto una misura chiara, urgente, ben localizzata. Non un lockdown nazionale, ma quello che era già stato fatto - con risultati tangibili - a Codogno. Riepiloghiamo la sequenza dei fatti:
- Il 21 febbraio all'ospedale di Codogno venne ricoverato l'allora presunto "paziente zero" (che zero non era), partono i controlli, ci sono altri 15 casi, il paese viene chiuso, prima zona rossa in Italia nella crisi del coronavirus;
- Il 3 marzo il Comitato tecnico scientifico propone l'istituzione di un'altra zona rossa a Nembro e Alzano. Non è passato un secolo, ma dieci giorni (in cui il virus va a passeggio per il paese), il governo invia 250 carabinieri che attendono l'ordine per far rispettare il blocco. Il telefono resta muto. Poi Conte la sera dell'8 marzo chiude la Lombardia e due giorni dopo, il 10 marzo, il governo vara la zona rossa nazionale, quella che lui chiama "l'Italia protetta". Cosa è cambiato? Non lo sappiamo. Codogno chiusa, Nembro e Alzano aperte, poi la Lombardia chiusa e infine l'intera Italia in lockdown. Dovrebbe essere Conte a spiegare questa sequenza, è il primo ministro, non il primo che passa;
7. Abbiamo sempre sostenuto - e continuiamo a pensarlo e scriverlo - che la politica deve essere autonoma, mai prigioniera di strutture tecnocratiche, libera anche di sbagliare. E non ci sono dubbi che dalla lettura di questa pagina emerga un fatto ora cristallino: il governo ha commesso un gigantesco errore. Ma anche in politica gli errori hanno delle conseguenze, il premier può rivendicare la sua scelta, ma essendo il capo di un governo sostenuto da una maggioranza che ha mandato a processo un ministro dell'Interno che applicava una certa linea politica sull'immigrazione - giusta o sbagliata che fosse - ora si trova in una posizione a dir poco imbarazzante, perché questo documento parla da solo.
8. Come se tutto questo non bastasse, siamo di fronte a un altro fatto spinoso, perché il Corriere della Sera stamattina pubblica un retroscena che racconta il seguente fatto: alle domande della magistratura di Bergamo che indaga sull'istituzione delle zone rosse, il presidente del Consiglio avrebbe detto di non aver mai visto quel verbale, che non gli fu trasmesso. Se questa versione dei fatti non sarà smentita da Palazzo Chigi, siamo di fronte al seguente fatto: un paese del G7, una potenza industriale con la seconda manifattura d'Europa, con un'epidemia di un virus sconosciuto in corso, sarebbe stato messo in lockdown totale da un premier che non ha mai visto un documento di fondamentale importanza. Domanda sul taccuino: può governare il paese un premier che dichiara di non sapere che cosa fanno, pensano - e scrivono - gli esperti che devono aiutarlo a prendere decisioni che impattano direttamente sulla vita degli italiani? Ne abbiamo viste tante, questa ci mancava.
03
L'ideologia igienista e l'educazione dei bambini
Nei verbali del Comitato tecnico scientifico ci sono due pagine all'apparenza innocue che invece danno la misura di quella che potremmo definire come l'ideologia dell'igienista. Riguardano la "regolazione" della vita dei bambini durante il lockdown. Prima pagina:
Siamo dunque alla elaborazione del "modello della giornata", una sorta di laboratorio sociale, un esperimento, l'umanità ridotta alla "programmazione". Notare alcuni esilaranti consigli degni di un ironico e distopico Marginalia alla Edgar Alan Poe. Dunque, riepiloghiamo, abbiamo la "sveglia" (perbacco), il "bagno" (cribbio), il "compreso sparecchiare a colazione" che fa molto caserma (s'accende nel microchip della memoria il ricordo del tenero sergente Emil Foley in "Ufficiale gentiluomo") e lo "sparecchiare" come momento edificante per i bambini deve essere un'ossessione di qualcuno dei componenti del Comitato tecnico scientifico perché si ripete a pranzo e a cena e per soprammercato durante merenda, non si sa mai; l'uscita di casa in stile semi-carcerario "dal cortile alla spesa" (e qui lampeggia un altro momento in celluloide, "Fuga da Alcatraz"), la fase dell'igiene personale (che non ha aggiunte di alcun tipo, si suppone dunque che sia il semplice "lavarsi") e la bucolica scena della nanna, quel "a letto" che impone la "lettura e/o favola", mancando nel comitato un soggetto esperto di letteratura, non sappiamo se le favole con il brivido dei fratelli Grimm sono politicamente ammesse, nel caso vi fossero obiezioni, procedere con la lettura di Biancaneve e i sette nani.
Passiamo alla seconda pagina, uno spettacolo, sezione "Raccomandazioni per i bambini":
Procediamo con "l'organizzazione della giornata" con un "preciso schema" con gli orari "pre-coronavirus" della pagina precendente, poi evitare la televisione, che orrore - quella scatola che trasmette immagini dove i virologi continuano a imperversare - e mi raccomando, scegliere i programmi eh; usare la terrazza 1 ora al giorno è cosa buona e giusta, con il distanziamento sociale (ma se eravamo segregati, chi potevano mai incontrare i bambini?), aridaje con le "attività domestiche" (un chiodo fisso) e vai con una botta di vita nella fase di "farsi accompagnare a fare la spesa", ancora una corretta e asettica dimensione dell'igiene personale e attenzione, "cambiare l'aria almeno due volte al giorno" con il complemento finale "dell'attività motoria in casa" e "a finestra aperta". Il mondo dei virologi e dei pedagoghi delle masse è questo, la vita è rigorosamente da un'altra parte, dove c'era una volta la libertà.
Che cosa è tutto questo? La conseguenza dello "stato d'eccezione" (quello in cui siamo ancora immersi) che conduce a quello che il filosofo Giorgio Agamben ha riassunto in maniera magistrale nel suo libro "A che punto siamo? L'epidemia come politica".
Leggiamone un passo illuminante:
Possiamo chiamare «biosicurezza» il dispositivo di governo che risulta dalla congiunzione fra la nuova religione della salute e il potere statale col suo stato di eccezione. Esso è probabilmente il più efficace fra quanto la storia dell’Occidente abbia finora conosciuto. L’esperienza ha mostrato infatti che una volta che in questione sia una minaccia alla salute gli uomini sembrano disposti ad accettare limitazioni della libertà che non si erano mai sognati di poter tollerare, né durante le due guerre mondiali né sotto le dittature totalitarie. Lo stato di eccezione, che è stato prolungato fino al 31 gennaio 2021, sarà ricordato come la più lunga sospensione della legalità nella storia del Paese, attuata senza che né i cittadini né, soprattutto, le istituzioni deputate abbiano avuto nulla da obiettare. Dopo l’esempio cinese, proprio l’Italia è stata per l’Occidente il laboratorio in cui la nuova tecnica di governo è stata sperimentata nella sua forma più estrema. Ed è probabile che quando gli storici futuri avranno chiarito che cosa era veramente in gioco nella pandemia, questo periodo apparirà come uno dei momenti più vergognosi della storia italiana e coloro che lo hanno guidato e governato come degli irresponsabili privi di ogni scrupolo etico.
Non abbiamo nient'altro da aggiungere, i documenti che abbiamo potuto leggere sono una testimonianza clamorosa della dissoluzione della contemporaneità.
***
Che facciamo, andiamo in America, altro caso, altro caos, lo stesso coronavirus.
04
TikTok e pistola, la battaglia di Trump
TikTok e la pistola, l'alluminio e il vaccino, la Bibbia e la Colt. La campagna presidenziale americana sta per entrare nel giro finale di giostra, è in piena accelerazione, da qui al 3 novembre gli ordini esecutivi e le iniziative del presidente si moltiplicheranno, come sempre accade. I fronti aperti da Trump si direbbe che sono troppi per un uomo solo, ma siamo di fronte a una sagoma politica imprevedibile. Andiamo avanti, con un po' di ordine, per quanto possibile.
Il presidente ha firmato due ordini esecutivi che impongono alle aziende americane di bloccare tutti i rapporti con TikTok e WeChat. Entro 45 giorni tutti i fili con le due società cinesi vanno tagliati, chi non si adegua andrà incontro alle sanzioni. Microsoft è in pista per l'acquisto di TikTok, il negoziato è aperto, si chiude entro il 15 settembre, la società fondata da Bill Gates punta a conquistare tutto il piatto sul tavolo da poker del social network, non solo le divisioni operative negli Stati Uniti, in Australia e Nuova Zelanda, Satya Nadella, Ceo di Microsoft punta all'acquisto dell'intera impresa. Vedremo presto se il colpo riuscirà, Microsoft non è più Windows, dalla finestra di Nadella si vede un panorama diverso, sta per cambiare la mappa mondiale dei social network.
L'effetto dell'azione di Trump sul mercato è micidiale, le azioni di WeChat quotate a Hong Kong sono crollate del 10%, prima dell'annuncio della Casa Bianca (e della presentazione di Mike Pompeo del piano sulle "Reti Pulite"), Tencent viaggiava a livelli record con una capitalizzazione pari a quella di Facebook, l'indice Hang Seng è in rosso a -2%. In questo scenario di battaglia, l'oro continua a macinare record, lo spot gold è a quota 2,058 dollari l'oncia.
L'offensiva contro la Cina è ampia, si gioca su più piani e tra repubblicani e democratici la differenza su questo punto è una questione di sfumature, ma sul nocciolo della questione - lo spionaggio di Pechino - le due famiglie della politica americana vanno d'accordo. Tanto che il Senato ha approvato all'unanimità alla legge che vieta l'uso di Tik Tok sui dispositivi di tutti i dipendenti federali. Siamo nella fase del "Clean network", l'operazione Reti pulite, una campagna che ha come obiettivo principale il Partito comunista cinese e il suo leader, Xi Jinping. Il segretario di Stato, Mike Pompeo (nella foto sopra, durante la conferenza stampa al Dipartimento di Stato), ha spiegato il piano in cinque punti:
Clean Carrier: evitare che gli operatori di telecomunicazioni della Cina siano collegati con le reti degli Stati Uniti.
Clean Store: rimuovere le app cinesi dai negozi online di applicazioni mobili degli Stati Uniti. Pompeo dice che "le app della Cina minacciano la nostra privacy, moltiplicano i virus e diffondono propaganda e disinformazione", dunque "le informazioni personali e aziendali degli americani devono essere protette".
Clean Apps: evitare che i produttori di smartphone cinesi pre-installino o rendano disponibili applicazioni non sicure. Pompeo fa un riferimento diretto a Huawei e ai suoi rapporti con le aziende americane: "Queste aziende dovrebbero rimuovere le app di Huawei per assicurarsi di non essere partner di un utente che viola i diritti umani". Il passaggio di Pompeo non è casuale, sta prefigurando una possibile azione dell'amministrazione americana su chi collabora con l'azienda cinese.
Clean Cloud: qui l'obiettivo dichiarato è quello di impedire l'archiviazione di dati su server accessibili a società come "Alibaba, Baidu e Tencent". Attenzione all'esplicito riferimento fatto dal segretario di Stato sulla ricerca scientifica e il vaccino anti coronavirus, segnala la dura competizione in corso, chi arriva prima sulla cura, domina il mondo.
Clean Cable: la sicurezza dei cavi sottomarini, l'infrastruttura di Internet, un tema strategico, politica globale.
Questo piano ha bisogno di alleati in tutto il mondo - fatto ricordato da Pompeo che ha sollecitato i paesi e le aziende a coalizzarsi - e gli Stati Uniti stanno lavorando per isolare la corazzata tecnologica cinese. Che cosa è tutto questo? Un capitolo fiammeggiante della cyberguerra tra Washington e Pechino.
Da Internet alla Bibbia è questione di un passaggio sull'Air Force One, Trump è volato a Cleveland, in Ohio. Qui c'era un governatore, Mike DeWine, positivo al coronavirus (primo test) che ora non c'è più (secondo test, negativo), per tutto il resto c'è Trump che si avventura nel campo della religiosità niente meno che di Joe Biden. Dunque, se il suo avversario venisse eletto "ferirebbe la Bibbia, farebbe male a Dio". Di tutto questo nell'Europa dei Lumi si sorride, ma qui siamo nell'America del Midwest, in Ohio, lo Stato che spesso ha deciso le elezioni presidenziali, quasi 12 milioni di abitanti, 16 seggi alla Camera. Trump la mette giù piatta, dunque Biden "è contro Dio, è contro le pistole, è contro l'energia, il nostro tipo di energia. Non credo che andrà molto bene in Ohio". L'eleganza retorica e il bon ton istituzionale non fanno parte dell'universo di Trump, egli esagera con regolarità (fin troppo, aggiungiamo) e raramente si pente e si scusa per le sue esondazioni, fare campagna in Ohio per Trump (e chiunque altro, a parti inverse) non è citare Alexis de Tocqueville. Dallo staff di Biden la risposta è composta (fin troppo) e nella tremenda sfida a colpi di clava diventa un punto a favore del candidato dem: l'ex vicepresidente, cattolico, fa sapere che la religione è stata "una fonte di forza e conforto in tempi di enorme difficoltà". Il riferimento è alla dolorosa storia personale di Biden che nel 1972 ha perso la prima moglie e la figlia di un anno, un incidente in automobile, mentre il figlio Beau è morto di tumore a 46 anni, nel 2015.
Trump ha l'orologio che lo insegue, meno di tre mesi di tempo per recuperare terreno, la commissione elettorale ieri ha detto no alla sua richiesta di organizzare un quarto dibattito con Biden, il candidato dem ha una strategia di basso profilo, è semi-silente e in immersione rapida, fa il minimo indispensabile, lascia che siano il coronavirus e la crisi economica a logorare Trump. Il presidente non può far altro che sparare tutte le cartucce che ha disposizione e rispolverare i dazi dove c'è da raccogliere i voti di chi lavora nella manifattura. Arrivano cattive notizie per il premier canadese Justin Trudeau (i due si detestano, Trump lasciò infuriato il vertice della Nato a Londra, nel dicembre 2019, dopo aver visto sui social una scenetta rubata di Trudeau che lo prendeva in giro parlando con Emmanuel Macron e Boris Johnson), Trump ha annunciato che bisogna "difendere il nostro alluminio" e naturalmente "il Canada si è approfittato di noi, come al solito" e ha cercato di "uccidere tutti i nostri posti di lavoro nell'alluminio". Traduzione: + 10 per cento di dazi sull'alluminio canadese. Risposta dal governo del Canada: "Prenderemo contro-misure, dollaro su dollaro, "i dazi sono inaccettabili", ha detto la vicepremier Chrystia Freeland. Voilà, un'altra guerra commerciale. Avviso alla Casa Bianca dalla Camera di Commercio americana: "I dazi faranno salire i costi di produzione per la manifattura americana e porteranno a una reazione contro le esportazioni". Per Trump questo ora non conta, si vota, è a caccia del consenso dell'elettorato che gli consegnò la presidenza nel 2016. Sistemato il paragrafo del Canada, il suo copione torna al capitolo della Cina, accusata di fare "dumping" e invadere il mercato con le sue lavatrici a basso costo (il presidente è sempre a Clyde, nella fabbrica di Whirpool). La politica è (anche) una centrifuga.
Che cosa è l'America? Un tempo si diceva che era la Bibbia, la forca e la Colt. Gli Stati Uniti sono nati così, con la legge di Dio e quella degli uomini, la misericordia (poca) e il piombo (tanto), la conquista del West non fu solo una questione di cavalli e strade ferrate, ranch e piccole città, basta dare un'occhiata alle pagine della storia e della letteratura. Winchester vendeva il suo fucile modello 1873 con questo slogan: "The Gun That Won the West". Il presidente Teddy Roosevelt possedeva il modello 1895, disegnato da John Moses Browning (sì, quello delle pistole) e lo chiamava "big medicine". Con questa "cura" in spalla andò nel 1909-1910 in Africa, un safari organizzato con lo Smithsonian che passò alla storia.
Le armi sono una presenza fissa in un paese che non è quello delle case eleganti di New York e San Francisco, ma una terra di mezzo dove il pericolo ha molte forme, compresa quella di chi le armi le possiede e ha il grilletto facile.
Chi produce armi in America ha soldi e voti, questo basta e avanza per ottenere tutta l'attenzione della politica. E della giustizia. Da New York è piovuta una notizia destinata a muovere la pubblica opinione e spostare consensi: la procuratrice Letitia James (la stessa che ha indagato sulla fondazione Trump) ha chiesto lo scioglimento della National Rifle Association, l'associazione che difende il diritto di produrre e possedere armi, cinque milioni di iscritti, una delle lobby che fa sentire il suo peso massimo a Washington. La Nra sostiene Trump nella corsa presidenziale (come nel 2016) e l'inchiesta di fatto è anche un attacco diretto alla base di potere del presidente. L'associazione è ricchissima, ha un bilancio di oltre 400 milioni di dollari, le accuse sono pesanti: distrazione dei fondi dell'associazione per scopi privati del gruppo dirigente, 64 milioni di dollari sarebbero evaporati in tre anni, la ragione sociale che da senza scopo di lucro è passata a guadagno per pochi intimi. Soluzione? Dissoluzione.
La richiesta di scioglimento della Nra ha alzato la palla a Trump, lui fa quello che deve fare, va sotto rete e schiaccia: "Penso che la Nra debba trasferirsi in Texas e lì che si troverebbe davvero bene. È una cosa molto terribile quella appena accaduta". Il problema è che l'associazione è la trincea del secondo emendamento della Costituzione americana, quello che recita: "Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare Armi non potrà essere infranto". I sostenitori della sua abolizione dicono che è obsoleto, il frutto del contesto storico (correva l'anno 1789), solo che in America la Costituzione è una cosa seria, un totem, si discute ma non si tocca, si interpreta, ma non si manipola, le scuole dei giuristi si classificano in base alla visione espressa sulla Carta dei Padri Fondatori: ci sono gli "originalisti" e i "progressisti", l'eterno conflitto tra i conservatori e gli evoluzionisti della Costituzione, l'impatto di un originalista come Antonin Scalia - trent'anni alla Corte Suprema - è stato enorme nella vita degli americani.
I casi concreti della giustizia, dal "legal process" al "law making", dal verdetto di un giudice alla scrittura di una legge, sono penetrati dalla dottrina in maniera esplicita, il "case book" è la base dei processi, il lavoro interpretativo dei giudici della Corte Suprema è di enorme fascino scientifico. La battaglia sul secondo emendamento tocca i pilastri della nazione americana. Il sistema è chiaro, ha una sua logica ferrea: ci sono le leggi del Congresso, gli ordini esecutivi del Presidente e le decisioni della Corte Suprema, questo agli Stati Uniti basta e avanza. Il diritto di possedere armi è una bandiera dei repubblicani (e qualcuno ricorda che lo è anche dei democratici che non abitano in città), cambiare l'atto di nascita degli Stati Uniti d'America è un'impresa, finora non è riuscita a nessuno, neppure all'uomo del "change", Barack Obama.
Costretto a inseguire, a fare una campagna elettorale da "underdog", a meno di tre mesi dal voto, Trump spera nella "October Surprise". Quale? Il vaccino - il timore dei Democratici - e "accadrà prima di quanto si pensi, avremo un vaccino molto presto, si spera molto prima della fine dell'anno", ha ribadito ieri Trump. La politica è anche questo, ripetere all'infinito un desiderio sperando che appaia come reale. In attesa del vaccino, ci sono segnali - come fa notare anche John Authers su Bloomberg - che danno il senso di quanto la corsa per la Casa Bianca sia ancora aperta: Biden non ha ancora scelto la vicepresidente che lo accompagnerà nella parte finale della campagna presidenziale (e ogni nome ha i suoi pro e contro, si espone più o meno agli attacchi dei repubblicani), nella media di RealClearPolitics il vantaggio del democratico è ancora alto (+6,4 punti), ma viaggia sotto un non confortevole 50% e Trump sta risalendo (è passato dal 40% del 2 luglio al 42,7% del 5 agosto), le possibilità che i Dem vincano al Senato sono più alte di quanto lo sia una vittoria alla Casa Bianca, i numeri di Gallup sull'approvazione del lavoro del presidente sono sempre bassi, ma di nuovo in aumento e sopra il 40%.
Un altro dato significativo è arrivato dalla raccolta dei fondi per la campagna elettorale: i numeri di luglio per Trump sono da record, 165 milioni di dollari, 25 milioni in più della campagna di Biden. I finanziatori credono ancora in una vittoria di Trump. Finora entrambi hanno in banca 300 milioni di dollari, cifre che inonderanno i network televisivi di pubblicità elettorale, soprattutto negli Stati-chiave che decideranno la corsa per la Casa Bianca.
Biden è favorito, senza dubbio, ma la partita resta più aperta di quanto si immagini. Se l'economia torna a correre (i dati pubblicati ieri sulle richieste dei sussidi di disoccupazione sono i più bassi dallo scoppio della pandemia, in marzo, 1,186,000 iscritti nel fine settimana del 1° agosto, 249 mila in meno), la vittoria annunciata di Biden sparisce. C'è sempre il timore di una seconda ondata del coronavirus con l'arrivo dell'autunno e lo spettro di un altro lockdown. Su questo punto Anthony Fauci dà una mano a Trump: "Non devi per forza chiudere tutto di nuovo, ma tutti devono essere d'accordo nel seguire cinque o sei regole fondamentali per la sanità pubblica, possiamo superare questa situazione senza dover tornare indietro ad un nuovo lockdown". Messaggio ricevuto, Trump in Ohio indossava la mascherina.
***
C'è altro? Sì, aggiornamenti importanti dal Libano, destinazione Beirut.
05
Il Libano, "l'interferenza esterna" e il messaggio di Nasrallah a Israele
Il bollettino dei morti e dei feriti nell'esplosione di Beirut è grande, 154 persone decedute e 5 mila feriti. Una tragedia, la zona del porto è un cumulo di macerie, l'economia è a pezzi, il sistema politico una lotta tra clan. Il presidente libanese, Michel Aoun, di fronte al caos ha messo le carte in tavola e per la prima volta evocato una cosa finora negata con forza, un fattore esterno che ha provocato l'esplosione, insomma, un'azione militare, un attentato. Aoun ha detto che ci sarà un'indagine (chiudendo la porta a un'inchiesta internazionale) sull'esplosione nel porto di Beirut e si sta verificando se "sia stata causata da negligenza, un incidente o da una possibile interferenza esterna". Alt, interferenza esterna? "La causa - ha spiegato Aoun - non è ancora stata determinata. Non escludiamo la possibilità di un'interferenza esterna attraverso un razzo o un'altra azione". Tre sono i livelli dell'indagine: "Il primo su come il materiale sia entrato e sia stato depositato, il secondo se l'esplosione sia stata causata da negligenza o da un incidente, e il terzo sulla possibilità che ci sia stata un'interferenza esterna". In Libano stanno preparandosi al peggio, si capisce, il paese è polverizzato e la rabbia contro i politici - che era già alle stelle - sta decollando. Per questo bisogna trovare un colpevole (hanno arrestato il direttore del porto e altri funzionari), serve un capro espiatorio al più presto. E l'interferenza esterna può servire a distrarre l'opinione pubblica dalle responsabilità di chi governa il Libano in maniera palese e occulta.
Leader di Hezbollah. Il discorso in televisione di Hassan Nasrallah (Foto Ansa).L'inchiesta è dirottata in partenza, sarà chiaramente nelle mani - e nella mente - di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, che in un discorso in tv (a tre giorni dall'esplosione, doveva trovare evidentemente una linea per fugare i sospetti, che restano, sul magazzino come deposito di armi di Hezbollah) ha già dettato le regole: niente inchiesta internazionale (e il presidente Aoun si è subito allineato), ma "una inchiesta trasparente, giusta, indipendente" condotta dall'esercito nazionale e non da altre forze e istituzioni libanesi. L'esercito che Hezbollah controlla. "Tutte le parti politiche dicono che l'esercito libanese è l'unica istituzione del paese su cui c'è piena fiducia... bene, che sia allora l'esercito a condurre l'inchiesta", ha detto Nasrallah. Una garanzia.
Il leader di Hezbollah nel suo discorso ha citato un dettaglio che la dice lunga, a un certo punto ha parlato non del porto di Beirut, ma di quello di Haifa, in Israele: "Alcuni si sono chiesti se Hezbollah sappia più del porto di Haifa in Israele che di quello di Beirut. Si, è corretto - ha detto Nasrallah - perché come Resistenza è nostro dovere sapere quello che avviene nel porto di Haifa, ma non in quello di Beirut". Il lato debole del discorso di Nasrallah emerge dalle sue stesse parole: "Il punto è accusare Hezbollah in un modo o nell'altro. In ogni caso, sono in corso indagini per accertare i fatti, cosa ha portato all'esplosione, cosa era ospitato nel magazzino e via dicendo". Nasrallah evocando Haifa per alcuni ha voluto "avvisare" gli israeliani, ai quali di certo non sarà sfuggita una sola sillaba del suo disorso. C'è un precedente inquietante che consiglia di tenere tutti i radar accesi: Nasrallah nel febbraio del 2016 minacciò in un video di colpire il porto israeliano di Haifa. Gli israeliani lo presero giustamente sul serio, così svuotarono un serbatoio dove erano custodite 12 mila tonnellate di ammoniaca. "La matematica è semplice - disse Nasrallah - pochi missili su alcuni impianti di ammoniaca equivalgono alla stessa quantità di morte di una bomba atomica". È successo, ma nel porto di Beirut. Perché Nasrallah cita Haifa? Il Libano sembra riservare altre sorprese. Tutte infiammabili.
***
Come chiudiamo questo numero serale di List? Con la foto del nostro scioglimento. Dei ghiacci.
06
Più ghiaccio, please
Questa è l'immagine del circolare polare artico, l'evoluzione dei ghiacci nel periodo estivo, nel mese di luglio, non ha bisogno di commento:
Secondo gli scienziati della Nasa "in ogni anno ci sono variazioni regionali della temperatura dell'aria, della temperatura dell'acqua e del tempo che favoriscono o inibiscono lo scioglimento in diverse parti dell'Artico. Ma nel contesto a lungo termine, il ghiaccio marino è diminuito in ogni area geografica e in ogni mese e stagione". Gong. Qualche speranza? Lassù, in qualche lontana galassia, il sogno della colonizzazione spaziale che insegue Elon Musk, foto del telescopio Hubble:
Galassia a spirale, nota come NGC 4907, 270 milioni di anni luce, bellissimi bracci a spirale. La stella brillantissima che vedete sotto, è all'interno della nostra Via Lattea, appare luminosissima perché è 100 mila volte più vicina della galassia a spirale, è a "soli" 2.500 anni luce di distanza. La galassia a spirale fa parte della costellazione della Chioma di Berenice, l'unica a prendere il nome da un personaggio storico, la regina Berenice II d'Egitto. Ok, vediamola:
Questo è un mosaico proveniente da Thmuis, Egitto, è il lavoro sublime dell’artista ellenico Sophilos, risale al 200 a.C. custodito nel museo di Alessandria d’Egitto. Notare i dettagli, la Regina Berenice qui è la metafora della città d'Alessandria, la sua corona è la prua di una nave, sulla sua veste c'è una spilla a forma di ancora. Sono i simboli dell'impero Tolemaico. Lo spazio, alla fine, ci parla sempre di noi. Siamo terrestri, il nostro extra si chiama immaginazione.
Iscriviti per leggere l'articolo completo.
30 giorni gratis per te
Ti manca poco per entrare nel Club. Completa la registrazione
Ti abbiamo mandato una mail su . Per completare la registrazione, apri la mail che ti abbiamo mandato e fai clic sul link di conferma. Grazie!
INFORMATIVA PRIVACY RELATIVA AL SERVIZIO NEWSLIST
Ai sensi dell'art. 13 D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (“Codice privacy”), dell’art. 13 del Regolamento Europeo n. 679 del 2016 (il “Regolamento privacy”), del Provvedimento n. 229 del 2014 del Garante della Protezione dei Dati Personali (rubricato “Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l'uso dei cookie”), nonché della Raccomandazione n. 2 del 2001 adottata ai sensi dell’art. 29 della Direttiva n. 95/46/CE, List S.r.l. intende informare gli Utenti in merito all’utilizzo dei loro dati personali, dei log files e dei cookie raccolti tramite la navigazione nel Sito www.newslist.it (di seguito, il “Sito”).
- Titolare, Responsabili del trattamento dei dati e Responsabile della Protezione dei Dati
Il titolare del trattamento dei dati personali è List S.r.l. (di seguito, il “Titolare” o “List”), con sede legale Roma (00196), Via Ferdinando di Savoia n. 3, partita IVA 14403801005, email help@newslist.it.
L’elenco aggiornato dei Responsabili del trattamento, ove designati, può essere fornito su richiesta da parte degli Utenti.
Nel caso in cui venga nominato un Responsabile della Protezione dei Dati (ai sensi dell’art. 37 del Regolamento privacy), i dati identificativi dello stesso saranno resi noti mediante pubblicazione dei medesimi, integrando la presente informativa.
Il titolare del trattamento dei dati personali relativi al Sito è Legalitax Studio Legale e Tributario, con sede in Roma (00196), Via Flaminia n. 135.
- Categorie, natura e finalità dei dati trattati
List tratterà alcuni dati personali degli Utenti che navigano e interagiscono con i servizi web del Sito.
- Dati di navigazione
Si tratta di dati di navigazione che i sistemi informatici acquisiscono automaticamente durante l’utilizzo del Sito, quale l’indirizzo IP, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier), nonché i dettagli delle richieste inviate al server del Sito, e che ne rendono possibile la navigazione. I dati di navigazione potranno altresì essere utilizzati per compilare statistiche anonime che permettono di comprendere l’utilizzo del Sito e di migliorare la struttura dello stesso.
Infine, i dati di navigazione potranno eventualmente essere utilizzati per l’accertamento di attività illecite, come in casi di reati informatici, a danno del Sito.
- Dati forniti dall’Utente
L’eventuale invio di comunicazioni ai contatti indicati sul Sito comporta l’acquisizione dell’indirizzo e-mail e degli ulteriori dati personali contenuti nella comunicazione, previo rilasci di idonea informativa.
- Cookie
- Siti web di terze parti
I siti di terze parti a cui è possibile accedere tramite questo Sito non sono coperti dalla presente Privacy policy. Gli stessi potrebbero utilizzare cookie differenti e/o adottare una propria Privacy policy diversa da quella di questo Sito, relativamente ai quali quest’ultimo non risponde. Consigliamo pertanto di consultare di volta in volta la relativa informativa sull’utilizzo dei cookie e seguire le istruzioni per la disabilitazione degli stessi, qualora lo si desiderasse.
- Natura del conferimento dei dati
Fermo restando quanto indicato in relazione ai dati di navigazione e ai cookie, gli Utenti sono liberi di fornire i propri dati personali, ove richiesti nelle apposite sezioni del Sito; il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ricevere la fornitura dei servizi da loro richiesti.
- Modalità del trattamento
I dati personali sono trattati con strumenti automatizzati, con logiche strettamente correlate alle finalità stesse, e per il periodo di tempo strettamente necessario a conseguire gli scopi per cui sono stati raccolti.
Le informazioni raccolte sono registrate in un ambiente sicuro.
- Ambito di comunicazione dei dati
I dati personali degli Utenti saranno trattati dal personale incaricato di List. Inoltre, i loro dati personali potranno essere trattati da terzi, fornitori di servizi esterni, che agiscano per conto o a nome di List, debitamente nominati quali Responsabili del trattamento, e che tratteranno i dati in conformità allo scopo per cui i dati sono stati in origine raccolti.
- Diffusione dei dati
I dati personali non sono soggetti a diffusione.
- Diritti dell’interessato
Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
- la cancellazione, trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati personali trattati in violazione di legge.
Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.