18 Settembre
La battaglia di Zingaretti
Nel 2019 ha scelto la via più difficile per il Pd, dar vita al governo Conte II. Con le elezioni regionali il disegno politico dei dem è a un bivio. "Io lo dico da un anno che era meglio se la sinistra correva unita: quello è un obiettivo politico". Bonaccini: "Il segretario non rischia nulla". Lo scenario sul voto in Toscana. America 2020: la corsa pazza di Trump, a Biden per vincere non basta il coronavirus
Che succede? La Libia cerca la pace e un governo riconosciuto da tutte le fazioni, è dal 2011 che il dopo Gheddafi non ha un dopo. L'Unione europea lavora per una conferenza internazionale, la data sarà quella del 5 ottobre, il premier del governo di Tripoli, Fayez al Serraj, ieri ha annunciato di essere pronto a dimettersi, una telefonata tra Giuseppe Conte e Angela Merkel ieri è servita a fare il punto sull'agenda, l'Assemblea generale dell'Onu sarà l'occasione per discutere del futuro della Libia con tutti gli attori in campo e il Consiglio europeo della prossima settimana servirà a fissare le priorità dell'Unione europea, in particolare dell'Italia e della Francia i due paesi in competizione nell'area del Mediterraneo.
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Siamo agli ultimi fuochi della campagna per il referendum sul taglio dei parlamentari (risultato scontato, vincerà il Sì) e delle elezioni regionali (fari puntati sulla Toscana). Non ci sono grandi novità, cose sconvolgenti, tutti aspettano il giro di boa. Nicola Zingaretti si gioca quasi tutto, Conte sa che il governo non cadrà, Salvini spera nel botto in terra Toscana. Il Partito democratico e i Cinque Stelle sono alleati solo in Liguria (dove molto probabilmente perderanno) nel resto delle Regioni vanno in rigoroso disordine sparso, l'alleanza politica non c'è, resiste quella di governo, in nome di un patto di potere che serve a tenere la Lega fuori da Palazzo Chigi. Le divisioni peseranno, lo stesso Zingaretti lo dice a chiare lettere: "Io lo dico da un anno che era meglio se la sinistra correva unita: quello è un obiettivo politico". Finora non c'è stato. Enrico Letta, che non parla mai a sproposito, dice la verità: "Il giorno dopo le regionali il problema della prospettiva politica e dell'alleanza politica lo deve porre. Non possiamo andare senza alleati". Stefano Bonaccini è esplicito: "Sulle alleanze...
Che succede? La Libia cerca la pace e un governo riconosciuto da tutte le fazioni, è dal 2011 che il dopo Gheddafi non ha un dopo. L'Unione europea lavora per una conferenza internazionale, la data sarà quella del 5 ottobre, il premier del governo di Tripoli, Fayez al Serraj, ieri ha annunciato di essere pronto a dimettersi, una telefonata tra Giuseppe Conte e Angela Merkel ieri è servita a fare il punto sull'agenda, l'Assemblea generale dell'Onu sarà l'occasione per discutere del futuro della Libia con tutti gli attori in campo e il Consiglio europeo della prossima settimana servirà a fissare le priorità dell'Unione europea, in particolare dell'Italia e della Francia i due paesi in competizione nell'area del Mediterraneo.
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Siamo agli ultimi fuochi della campagna per il referendum sul taglio dei parlamentari (risultato scontato, vincerà il Sì) e delle elezioni regionali (fari puntati sulla Toscana). Non ci sono grandi novità, cose sconvolgenti, tutti aspettano il giro di boa. Nicola Zingaretti si gioca quasi tutto, Conte sa che il governo non cadrà, Salvini spera nel botto in terra Toscana. Il Partito democratico e i Cinque Stelle sono alleati solo in Liguria (dove molto probabilmente perderanno) nel resto delle Regioni vanno in rigoroso disordine sparso, l'alleanza politica non c'è, resiste quella di governo, in nome di un patto di potere che serve a tenere la Lega fuori da Palazzo Chigi. Le divisioni peseranno, lo stesso Zingaretti lo dice a chiare lettere: "Io lo dico da un anno che era meglio se la sinistra correva unita: quello è un obiettivo politico". Finora non c'è stato. Enrico Letta, che non parla mai a sproposito, dice la verità: "Il giorno dopo le regionali il problema della prospettiva politica e dell'alleanza politica lo deve porre. Non possiamo andare senza alleati". Stefano Bonaccini è esplicito: "Sulle alleanze per le regionali siamo arrivati troppo lunghi, andavano organizzate mesi fa". Il timore della sconfitta c'è, come il tentativo di attutirla in anticipo. Attendiamo il voto, devono parlare gli elettori. L'opposizione metterà altro fieno in cascina (il nostro pronostico finale è ancora 4 a 2, ma con un margine di incertezza sempre più alto per il risultato in Toscana) e continuerà a giocare il suo ruolo senza l'impegno gravoso del governo, l'esecutivo probabilmente subirà un riassetto (il Pd pesa poco e deve trovare compensazione per il sacrificio fatto finora in termini di consenso e linea politica), la legislatura anche in caso di tsunami regionale andrà avanti, ci sono da gestire i 200 miliardi del Recovery Fund e un sottosopra da voto anticipato è impensabile.
01
Fictional scenario. Cosa succede se il Pd perde la Toscana?
Domanda dal loggione: titolare, cosa succede in caso di sconfitta del Pd in Toscana? La domanda è più che logica e la possibilità che questo accada non è remota, siamo prudenti perché uno scenario simile alla vigilia del voto era previsto anche per il voto in Emilia Romagna, ma Bonaccini fu molto abile, la chiamata alle armi del Pd funzionò, il supporto delle Sardine ci fu e servì a mobilitare gli elettori giovani, la drammatizzazione della situazione fu fondamentale per mascherare un risultato del turno elettorale complessivamente negativo. Al netto della prudenza, giocando con un fictional scenario, è chiaro che una caduta dei dem in Toscana non resterà senza conseguenze. La segreteria di Zingaretti ne uscirebbe a pezzi (nessun segretario ha mai perso la Toscana), il sacrificio del partito sull'altare del governo non avrebbe spiegazioni plausibili perché la politica dell'uomo nero applicata a Salvini sarebbe fallita completamente. Difficile pensare a un Pd che non apre una discussione sulla strategia del governo, ancora meno immaginare un esecutivo che resta così com'è. La legislatura andrà avanti, ma chi nel Pd considera finita (mai cominciata, per essere precisi) la collaborazione con i Cinque Stelle avrà argomenti molto forti a suo favore. La corrente interna che già nell'agosto del 2019 premeva per andare alle urne potrà dire, "caro Nicola, avevamo ragione noi, hai tenuto in vita i Cinque Stelle, ma il nostro partito sta morendo". Sarebbe una situazione drammatica perché a Zingaretti si possono muovere molte critiche, ma ha dovuto prendere una decisione difficile quando Salvini aprì sventatamente il portone della crisi di governo, il segretario del Pd subì pressioni enormi e prese la strada che forse in cuor suo avrebbe evitato. Sapeva che andare a Palazzo Chigi avrebbe comportato un prezzo molto alto. C'era la possibilità di fare un governo e il pericolo di colare a picco con quell'esperienza. Quello che è chiaro oggi è che la composizione del governo attuale è squilibrata, la politica ha un segno predominante dei temi dei Cinque Stelle, il Pd deve continuamente farsi carico delle situazioni più difficili, il presidente del Consiglio gioca al rinvio e non è certo un pezzo della scacchiera dei Dem. Se il Pd si salva in Toscana, pur in presenza di un risultato negativo, andrà avanti con la consapevolezza di essere a un bivio della sua storia ma ancora vivo, una sconfitta difficilmente potrebbe essere arginata senza un regolamento di conti interno e con gli alleati della maggioranza. Angela Merkel - la più grande statista d'Europa in servizio, un gigante della politica rispetto ai nani in campo - ha lasciato la guida della Cdu quando ha accumulato una serie di sconfitte nei Land, come potrebbe mai restare tutto cristallizzato nel Partito democratico? "Zingaretti non rischia nulla", dice Stefano Bonaccini. È uno scenario talmente estremo che il titolare considera la trama una sceneggiatura da thriller politico. Un terremoto. La Toscana ha avuto grandi politici democristiani, è una Regione dove i moderati hanno sempre detto la loro, ma una cosa era la grande Balena Bianca, un'altra è la vittoria di una giovane e combattiva donna come Susanna Ceccardi con un partito della destra guidato da Matteo Salvini. Sembra francamente troppo, ma non possiamo non considerare lo scenario. Saremmo inoltre di fronte a una profonda mutazione dello scenario socio-politico della Regione più rossa d'Italia, una fortezza mai espugnata da nessuno. Con Giorgio Guazzaloca, uomo di popolo intriso di pragmatismo e buon senso, cadde il muro di Bologna, ma qui saremmo ben oltre quel fatto che pure è passato alla storia della politica italiana. Repubblica stamattina centra il titolo:
Zingaretti ieri a Pistoia per l'ultima tappa della campagna elettorale ha dato con il suo appello quanto sia importante la posta in palio: "In democrazia le vittorie non si aspettano. In una democrazia per le vittorie si combatte ed è arrivato il tempo di combattere per salvare la Toscana. Tutte e tutti in campo senza un minuto di sosta. Non solo nelle manifestazioni, ma anche nei bar, nei ristoranti, negli autobus. Da qui fino a lunedì". Zingaretti è un uomo di partito che va apprezzato perché riconosce nella politica dei valori che sembrano perduti nel paese, durante il comizio ha detto: "Prima di venire a Pistoia sono stato a Pisa. Ho fatto un comizio in un gazebo e 500 metri prima di noi c'era un gazebo della Lega. Sono andato a salutarli e gli ho detto: vinca il migliore. Tanto so che i migliori siamo noi, quindi era un augurio che andava anche fatto. Ma è stato bellissimo perché se due partiti contrapposti possono fare campagna elettorale a così pochi metri di distanza è anche perché in Italia la democrazia non l'ha regalata nessuno. La democrazia, la Costituzione repubblicana esistono perché c'è stato chi è morto per dare la libertà a questo Paese". Bene Zingaretti, un discorso che serve alla civiltà del paese. Non resta che attendere, siamo seduti sulla sponda dell'Arno con il taccuino squadernato.
02
Il Sì al taglio dei parlamentari. Il populismo trasversale
Il Sì al referendum apre un problema di ridisegno istituzionale che manca, vedremo se i partiti saranno capaci di colmarlo, si va verso un sistema elettorale proporzionale senza i partiti e i leader della Prima Repubblica, con un potere immenso dato a piccoli clan di partito e sultanati territoriali, una tragicommedia, come sempre nel nostro paese. Il premier Giuseppe Conte ha detto che voterà Sì, no news. Siamo all'interno di una sfida tra populismi solo in apparenza opposti, siamo al trasversalismo demagogico: non a caso il via libera al taglio dei parlamentari alla fine arriva dal primo, secondo e terzo partito del sistema politico, Lega, Pd e Cinque Stelle sono per il Sì, nonostante all'interno dei primi due la corrente del No sia forte (Giorgetti e Fontana tra i leghisti), un fronte variegato e ampio nel Pd è contrario al taglio, a cominciare dal suo fondatore, Walter Veltroni. I Cinque Stelle obbediscono alla loro vocazione anti-sistema pur facendo ormai pienamente parte del sistema, un cortocircuito che sta consumando il Movimento tra spinte governiste e antiche e sempre vive pulsioni da "anti-casta", come vedremo anche nel voto delle Regioni. La Lega e il Pd hanno motivazioni diverse, ma sempre di populismo si tratta: il partito di Salvini marca i Cinque Stelle e cavalca l'onda anti-establishment con cui Salvini ha costruito l'ascesa di un partito che aveva preso quando era al 4%, in fase di zombificazione; i democratici dopo aver detto No fino all'altro ieri si sono piegati alla realpolitik del governo, l'oggi non può essere messo in discussione dalla coerenza con l'ieri. Tutti navigano verso gli scogli taglienti di un sistema politico senza partiti e privo di competizione interna. Ci si lamentava in passato della mancanza di un ascensore sociale, ora siamo finiti direttamente senza le scale, si va in alto solo se appesi alla corda della cooptazione, in un paese vecchio e con i migliori o colpevolmente disinteressati alla cosa pubblica o tenuti fuori dal gioco democratico perché non obbedienti e con la pretesa di pensare.
03
Renzi non vuole morire grillino
Tornare nel Pd? Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, l'ha detto chiaramente: Renzi e Bersani devono tornare nel Pd. Cosa dice l'ex segretario? "No che non torniamo nel Pd. Non torniamo nel Pd perché il Pd ha scelto di fare l'accordo con i grillini, non già sul governo nazionale, ma sugli accordi locali. Vogliamo fermare Salvini, ma non vogliamo morire grillini". Dunque... par di capire che se il Pd non inseguirà più gli accordi con i grillini, ci possa essere una possibilità di riunione. O no? Da lunedì sera anche questa schermata del videogame comincerà a muoversi, anche perché il partito di Renzi non sembra destinato a cantare vittoria e anche lui mette le mani avanti: "Secondo me il governo può andare avanti anche in caso di voto negativo. Qui si vota per le regioni e per i governatori, non per il governo". Tutto vero, ma la Toscana non è il Madagascar, è il cuore pulsante del Pd. Renzi non vuole morire grillino, comprensibile, ma la sua Italia è viva?
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Dove andiamo? C'è un'altra corsa elettorale, là dove si decidono i destini del paese che guida il mondo, l'America.
04
America 2020. Il coronavirus ai dem non basta
Chi vince? Bella domanda, ma nessuno può rispondere con certezza. Quel che appare certo nella corsa alla Casa Bianca è che Biden può perdere e Trump può vincere, il che significa che tutta la narrazione preventiva sul vincente (democratico) e perdente (repubblicano) non c'è più, è stata rovesciata dalla realtà. La campagna presidenziale non è quel che si legge, ma quel che si vede e quello che si vede è Trump che corre e Biden che difende il vantaggio, resta favorito, ma danza su una lastra di ghiaccio sempre più sottile. Il tempo gioca a favore di Biden (è poco) e a sfavore di Trump (è sempre poco), ma la "fortuna" politica del candidato dem era il coronavirus e lo storytelling del disastro si è indebolito, basta dare un'occhiata al declino del numero di americani disposti a fare il vaccino, dati di Morning Consult:
All'inizio di aprile, il 72% degli adulti era pronto a farsi vaccinare, all'inizio di marzo la quota era pari al 64%. Ora, all'inizio di settembre, solo il 51% degli adulti americani afferma di esser pronto a farsi vaccinare contro il coronavirus, un calo di 21 punti percentuali negli ultimi cinque mesi. Il tema del coronavirus non è più centrale nel dibattito americano.
05
Il vantaggio di Biden è sempre più sottile
Conseguenze? Per la prima volta dal 31 maggio scorso (nel pieno della crisi del coronavirus e con l'economia al collasso da lockdown) il distacco tra Biden e Trump è sotto i 6 punti (5,9) e le curve tra i due candidati sono opposte.
Biden è fuori dalla comfort zone e se osserviamo il quadro nei Battleground States la sfida appare più aperta che mai, il distacco è di appena 3,7 punti.
Biden potrebbe (ri)prendere il Wisconsin, ma Trump punta a sostituirlo con il Minnesota e l'Arizona, sta giocando il suo sudoku elettorale con un forcing di visite negli Stati incomparabile rispetto al candidato dem che continua a perseguire una strategia di conservazione, tutta puntata sul messaggio del coronavirus, dunque enfasi sul distanziamento, l'uso della mascherina, una rappresentazione plastica della minaccia pandemica. Basterà? I numeri dicono che continua a mantenere un discreto vantaggio, ma è tutto sulla carta e se la campagna è quello che si vede (e lo è), allora le immagini dicono che c'è una forte mobilitazione della base repubblicana contrapposta a una presenza virtuale di quella dem, a meno che non si pensi che il voto per Biden sia rappresentato dalle manifestazioni del Black Lives Matter e sarebbe un pensiero errato, i dem hanno bisogno di allargare il consenso.
Domanda sul taccuino: dov'è finita Kamala Harris? La sua candidatura è efficace sul fronte della raccolta dei fondi per la campagna (Biden ha superato Trump in agosto e quest'ultimo pensa di mettere mani al portafoglio personale per la modica cifra di 100 milioni di dollari), ma sul piano del messaggio politico i dubbi sono molti e preoccupano il Partito democratico. Se c'è si vede poco e quando si vede il tono è tale che diventa la conferma del partito schiacciato a sinistra.
06
Il voto al punto di non ritorno
Trump sa che probabilmente perderà nel voto popolare, la sua strategia insegue il percorso del 2016, far cascare i birilli negli Stati in bilico, ma non può trascurare il risultato complessivo e dunque la campagna punta a erodere il consenso dei dem anche nei fortini del voto blu. In California (55 grandi elettori che andranno certamente a Biden-Harris) un quarto dei voti è per i repubblicani e la gestione degli incendi e i blackout elettrici sono un elemento di insoddisfazione sul quale il Gop punta per far meglio del 2016, l'entusiasmo della base secondo gli analisti c'è, il resto (forse) seguirà. Sfida difficile, sarebbe una gran sorpresa vedere crescere i voti tra San Francisco e Los Angeles, il fortino delle Big Tech e l'Eldorado di Hollywood.
La California è una partita persa sul piano del voto, ma è importante se si guarda il videogame della cultura politica e del messaggio elettorale: per Trump è la metafora di ciò che nella visione dei repubblicani non possono e non devono diventare gli Stati Uniti, un luogo governato dall'élite ultra-liberal, prigioniero dei miti del politicamente corretto, lo Stato di Kamala Harris, soprattutto il ritratto che emerge dalle pagine iniziali di "The Stakes", il libro di Michael Anton che ne descrive la parabola da sogno a incubo, da luogo onirico dell'America Dream a striscia di terra sovra-popolata, tempio dell'ineguaglianza con un costo della vita impossibile, dal traffico congestionato, le infrastrutture cadenti, incapace di costruire qualcosa di nuovo che non crolli o costi troppo, pericolosa e violenta, rapace sul piano fiscale, dal clima culturale soffocante, colma di pregiudizio e teocratica, patologicamente altruista (quindi egoista), balcanizzata, feudale, naturalmente avvolta dalla distopia delle Big Tech, dai mostri dell'architettura che rovinano il gusto europeo di un tempo e le radici della California, le chiese delle missioni cattoliche spagnole fondate da Fra Junípero Serra. Il Paradiso è perduto, l'inferno è servito, non ti sogno California.
Provocazioni? Anton racconta la California (che è solo il primo degli otto capitoli di "The Stakes") che non trovi nei depliant del Futuro, un'immagine sfaccettata e tagliente che emerge dal libro di questo eccezionale polemista, un intellettuale fuori dal coro in un'America che si auto-compiace di essere così uguale sui media per poi scoprirsi così diversa con la vittoria di Trump nel 2016. Fu proprio Michael Anton nel settembre del 2016 a pubblicare sulla Claremont Review of Books un articolo intitolato "The Flight 93 Election" che fece scalpore: paragonava l'elezione presidenziale al volo United Airlines 93 dirottato l'11 settembre 2001 dai terroristi islamici e poi precipitato nella campagna di Shanksville dopo una rivolta dei passeggeri. Anton chiamava i passeggeri dell'America repubblicana alla rivolta contro i dirottatori dem di Hillary. Seguirono feroci polemiche. E in pista atterrò il jumbo di Trump. Anton 4 anni dopo si chiede: il 2020 è un altro voto a bordo del volo 93? Per lui e altri intellettuali conservatori lo è ancora.
Questo è il punto della campagna del 2020, ci sono due Americhe in rotta di collisione e quella che vince il 3 novembre cancellerà l'altra. In questo senso Anton vede il voto del 2020 come "un punto di non ritorno". Una sconfitta di Trump secondo Anton spianerebbe la strada a una nazione governata con il partito unico, mentre una vittoria di The Donald metterebbe fine alla deriva a sinistra dei dem, costringendoli (forse) a cambiare strada. Gli Stati Uniti diventerebbero "lo Stato Unito" dal conformismo liberal e da un'ideologia iconoclasta che non si ferma con l'abbattimento delle statue, ma punta a distruggere tutto ciò che è "diverso" dunque naturalmente insano ai suoi occhi, gli unici che vedono, si capisce.
È quello che Roger Kimball sull'ultimo numero di "The New Criterion" chiama "spirale della purezza": "Prendiamo la frase "spirale della purezza" dal giornalista Gavin Haynes. "Si verifica una spirale di purezza", scrive, "quando una comunità si fissa sull'attuazione di un unico valore che non ha un limite superiore e non ha un'unica interpretazione concordata". Il risultato è una furia di nutrimento morale". Gli studenti di storia sapranno tutto su questa specie di perversa sovra-indulgenza gustativa. La Rivoluzione Francese è un locus classicus. In quel macabro carnevale, i Montagnardi più estremi divoravano i più moderati (un po') Girondini prima di volgersi a consumare se stessi. Nessun cittadino, nemmeno lo stesso Robespierre, poteva essere abbastanza virtuoso da soddisfare le inesorabili esigenze dello zelo rivoluzionario".
La rivoluzione mangia i suoi figli. Il Black Lives Matter e i movimenti della "cancel culture" faranno un sol boccone di Joe Biden e del Partito democratico? Non è detto che accada anche oggi, ma il tema esiste e la storia a volte funziona come una sveglia. È la parabola del più puro che ti epura. È sempre Roger Kimball sull'edizione americana dello Spectator a scrivere una lettera d'addio di Donald Trump dalla Casa Bianca che è un pezzo spettacolare di giornalismo politico, finale beffardo: "C'è ancora molto lavoro da fare, e Mike avrà le mani occupate. Ma dovrebbe ringraziarmi per aver reso il suo lavoro molto più facile. Siamo in pace. Siamo più prosperi che mai. C'è un nuovo rispetto per la libertà religiosa e la libertà di parola. Il politicamente corretto si è spento con l'Antifa nel 2020. Il compito di Mike è di mantenere grande l'America. Io ho fatto la parte più difficile e l'ho resa di nuovo grande".
Due mandati di The Donald, l'incubo di ogni nevertrumpista.
Gli strateghi della campagna di Trump si attendono una reazione degli elettori repubblicani di fronte a tutto questo, dentro e fuori dalla California e, dunque, un risultato del voto popolare con un margine di distacco inferiore rispetto al "successo" di Hillary Clinton nel 2016. Andrà così? Presto lo scopriremo, in ogni caso la campagna non si vince sulla costa del Pacifico, ma nel cuore del'America, Trump deve centrare il risultato nel Midwest, negli Stati della Rust Belt e in Florida.
La corsa è pazza e le analisi cercano di inseguirla con gli insufficienti strumenti della razionalità, mentre qui navighiamo nel campo delle emozioni, è la politica. Come andrà il voto popolare, chi vince, chi perde, quali sono le quotazioni al totalizzatore del Gran Premio della Casa Bianca? Larry Sabato nel suo Crystal Ball ha presentato un'analisi del professor James E. Campbell sulla corsa presidenziale che si conclude così: "Le quattro versioni delle previsioni sono abbastanza coerenti nel prevedere un margine di voto popolare ancora più ristretto per il candidato democratico Joe Biden rispetto a quello che Hillary Clinton ha guadagnato nel 2016 quando ha vinto il voto popolare, ma ha perso il voto elettorale. La divisione del voto elettorale nel 2020 potrebbe facilmente andare in entrambi i sensi. Con un'elezione così ravvicinata, il nostro clima politico surriscaldato e le polemiche che seguiranno sicuramente le ulteriori adozioni delle votazioni per corrispondenza e i numerosi e attesi eventi della campagna elettorale a venire, l'intera nazione potrebbe essere sotto l'effetto di farmaci per la pressione sanguigna prima che tutto questo sia finito (...). Fanno il Maalox in rosso e blu?".
07
Luci e ombre dell'economia americana
In attesa dell'apertura della farmacia (bipartisan) per curare il bruciore di stomaco e andare a nanna senza incubi, l'altra medicina si chiama economia. Come vanno le cose? Ieri la Federal Reserve ha dipinto il quadro, è positivo, naturalmente con una serie di avvisi sul futuro, il primo dei quali è la necessità di un nuovo intervento di politica fiscale da parte del Congresso e il memento sulla fragilità di alcuni settori del business, l'incertezza non è svanita. I dati sull'ingresso negli uffici pubblicati dal Wall Street Journal sono illuminanti: sono ancora vuoti al 50% nel settore dei servizi, va un po' meglio nella manifattura e nel retail, ma siamo lontanissimi dall'era pre-Covid, è un altro segnale del "new normal" che normal non è, se non vai al lavoro ci sono interi settori collaterali che finiscono al tappeto (vedere alla voce bar, ristoranti, trasporti). A questo elenco si aggiungono i dati delle iscrizioni alle liste per i sussidi di disoccupazione, sono sempre a quota 860 mila, un numero elevato nonostante i buoni segnali che sono giunti dal mercato del lavoro. Bene, male, luci e ombre. Il futuro è un mestiere difficile.
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e il segretario del Tesoro, Steve Mnuchin (Foto Ansa).Il governatore Jay Powell con la prudenza necessaria ha detto che la politica monetaria sarà per lungo tempo "altamente accomodante fino a quando l'economia non sarà in ripresa" e confermato che il recupero è "più veloce" di quanto previsto dalla Fed all'inizio della crisi del coronavirus. Le proiezioni della Federal Reserve sono buone, con la crescita nel 2020 a -3,7% (contro il -6,5% di giugno), un balzo a +4% nel 2021 e nel 2022 a quota +3%; il tasso di disoccupazione al 7,6% (era proiettato a +9.3% a giugno) e a quota 5,5% nel 2021.
Tradotto nella campagna elettorale, Trump potrà dire che la ripresa c'è, ma dovrà anche sollecitare il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e il Gop a trovare un accordo con i democratici per un nuovo pacchetto di aiuti all'economia, come ha detto lo stesso Powell. Il presidente ieri ha invitato i repubblicani riluttanti a agire: "Alcuni repubblicani non sono d'accordo, ma penso di poterli convincere ad accettarlo, voglio che la gente abbia i soldi". Attendiamo notizie da Mitch McConnell e Nancy Pelosi. Il governatore della Fed ha ribadito che la banca centrale è pronta a sostenere l'economia, ma di fatto ha passato la palla al Congresso dicendo che i rischi al ribasso derivano (anche) dalla mancanza di uno stimolo fiscale. La politica monetaria da sola non basta. Non basta a Wall Street (che si aspettava un intervento della Fed sulle obbligazioni e mentre scriviamo punta l'indice S&P sul rosso fisso), non basta a Trump che per vincere le elezioni deve muovere la leva dell'economia sulla quale ha un consenso nettamente superiore a quello di Biden.
Economia e elezioni, denaro e voti. La trama è fitta, sulla scrivania dello Studio Ovale ci sono dossier da risolvere in fretta e ogni soluzione è un messaggio per gli elettori. Trump deve decidere su Tik Tok e l'accordo con Oracle nelle prossime ore, il suo capo di gabinetto, Mark Meadows, ha detto che se i cinesi continuano a mantenere il controllo della società, allora la vendita non va incontro alle condizioni poste dall'amministrazione. È un avviso, nonostante la presenza di due giganti della Corporate America come Oracle e Walmart, la Casa Bianca ha davanti la sagoma di Xi Jinping e qui il contesto è quello del confronto con il paese del "virus cinese". Raccontare agli elettori che si lascia Pechino al volante non è una gran trovata e sarebbe facilmente criticabile dai dem. L'altro fascicolo aperto riguarda la crisi del trasporto aereo, la Casa Bianca punta a un disegno di legge singolo da 25 miliardi di dollari per salvare le compagnie americane, sono a mezz'aria circa 30 mila posti di lavoro e bisogna evitare il crash landing prima del voto.
La campagna presidenziale è in alta quota, sta per iniziare la discesa, si atterra di notte, vince chi fa scendere il carrello e vede la pista illuminata. Allacciate le cinture.
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S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.