10 Giugno
La battaglia navale di Malta
Salvini scrive alle autorità maltesi: fate sbarcare la nave Aquarius. L'isola risponde picche. Esplode il caso diplomatico nel Mediterraneo. Il fallimento dell'Europa solidale. Quando Minniti disse: blocco i porti.
La battaglia navale in corso tra Matteo Salvini e Malta ha fatto un salto di qualità. Il ministro dell'Interno ha preso carta e penna e scritto con urgenza alle autorità maltesi: la nave Aquarius con 629 migranti a bordo deve approdare nell'isola, essendo quello il "porto più sicuro". L'Aquarius non è stata autorizzata ad approdare in Italia. Malta ha risposto picche. Il caso ora diventa un problema europeo.
01
Malta non può voltarsi dall'altra parte
La risposta di Malta ricalca esattamente la linea seguita finora, scaricare sull'Italia ogni passaggio di migranti: "Il governo di Malta non è né l'autorità che coordina né ha competenza sul caso".
La situazione a questo punto è di stallo e la nave Acquarius è in mezzo al Mediterraneo con 629 persone a bordo, di queste 123 sono minori non accompagnati, 11 i bambini e 7 sono donne incinte.
Il premier Giuseppe Conte è riunito in un vertice urgente a Palazzo Chigi con il vicepremier Di Maio. Salvini ha coordinato la decisione con i ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, del Movimento 5Stelle.
Il ministro dell'Interno ha poi commentato così la sua decisione di mantenere la linea dura: "Da oggi anche l'Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia".
La sintonia di Lega e Movimento 5Stelle sulla decisione è testimoniata da una dichiarazione congiunta di Salvini e Toninelli: "Malta non può continuare a voltarsi dall'altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana e di cooperazione tra Stati. Il Mediterraneo è il mare di tutti i Paesi che vi si affacciano e non si può immaginare che l'Italia continui ad affrontare questo fenomeno gigantesco in...
La battaglia navale in corso tra Matteo Salvini e Malta ha fatto un salto di qualità. Il ministro dell'Interno ha preso carta e penna e scritto con urgenza alle autorità maltesi: la nave Aquarius con 629 migranti a bordo deve approdare nell'isola, essendo quello il "porto più sicuro". L'Aquarius non è stata autorizzata ad approdare in Italia. Malta ha risposto picche. Il caso ora diventa un problema europeo.
01
Malta non può voltarsi dall'altra parte
La risposta di Malta ricalca esattamente la linea seguita finora, scaricare sull'Italia ogni passaggio di migranti: "Il governo di Malta non è né l'autorità che coordina né ha competenza sul caso".
La situazione a questo punto è di stallo e la nave Acquarius è in mezzo al Mediterraneo con 629 persone a bordo, di queste 123 sono minori non accompagnati, 11 i bambini e 7 sono donne incinte.
Il premier Giuseppe Conte è riunito in un vertice urgente a Palazzo Chigi con il vicepremier Di Maio. Salvini ha coordinato la decisione con i ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, del Movimento 5Stelle.
Il ministro dell'Interno ha poi commentato così la sua decisione di mantenere la linea dura: "Da oggi anche l'Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia".
La sintonia di Lega e Movimento 5Stelle sulla decisione è testimoniata da una dichiarazione congiunta di Salvini e Toninelli: "Malta non può continuare a voltarsi dall'altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana e di cooperazione tra Stati. Il Mediterraneo è il mare di tutti i Paesi che vi si affacciano e non si può immaginare che l'Italia continui ad affrontare questo fenomeno gigantesco in solitudine. Ecco perché chiediamo al governo di La Valletta di accogliere la Aquarius per un primo soccorso ai migranti a bordo. Noi continueremo a salvare vite umane, altri restano nel torto".
02
Quando Minniti disse: chiudiamo i porti
La lettera di Salvini a Malta mette l'Europa di fronte al problema che non ha mai voluto risolvere: la condivisione del soccorso e dell'accoglienza dei migranti. Per Bruxelles si tratta di un altro duro colpo in pochi giorni dopo il no di 7 paesi alla riforma del trattato di Dublino. In quell'occasione è emersa un'alleanza strategica tra Italia e Austria, una spaccatura del fronte Mediterraneo, l'opposizione del gruppo di Visegrad. Uno scenario completamente nuovo di equilibri in cui Germania e Francia sono rimaste senza carte da giocare.
Forza Italia appoggia la decisione del ministro dell'Interno. Il Partito democratico invece critica la decisione di Salvini. Ecco la dichiarazione di Matteo Orfini, via Twitter: "600 disperati su una nave. Salvini e Toninelli chiudono i porti. Lo stesso fa Malta. In questa sfida assurda non so chi vincerà. Ma di certo a perdere sarà la civiltà". Come spesso capita ai partitanti di ogni colore, Orfini ha la memoria corta, in realtà ha ben poco da obiettare. Nell'agosto del 2017 il ministro Marco Minniti annunciò di voler chiudere i porti alle navi delle Ong e impose un nuovo codice alle Ong con l'obbligo della polizia a bordo. Le parole di Minniti furono queste: "La polizia a bordo è necessaria oppure bloccheremo le navi. Chi non ha firmato non potrà far parte del sistema di salvataggio che risponde all’Italia, fermo restando il rispetto della legge del mare e dei trattati internazionali".
Quella di bloccare i porti ovviamente non può essere la soluzione - non lo fu neanche ai tempi di Minniti - ma è trascorso un anno esatto dalla crisi che costrinse l'allora ministro dell'Interno del Pd a cambiare completamente la politica del suo partito rispetto all'accoglienza dei migranti e l'Europa ha continuato a dibattere senza arrivare a un accordo condiviso su soccorso, accoglienza, distribuzione dei rifugiati. Tutto è sospeso in aria e nel frattempo a Roma è cambiato il governo.
L'accordo bilaterale del governo italiano con la Libia, come si vede dalla cronaca di queste ore, è affidato tutto all'efficacia dei controlli delle autorità libiche, ma a Tripoli in realtà non comanda nessuno, è uno Stato fallito dove la Guardia Costiera e le strutture di sicurezza sono in mano ai clan tribali, il traffico di esseri umani è fonte di guadagno e corruzione. Nonostante l'efficacia mostrata nei mesi precedenti (gli sbarchi sono calati in maniera netta) siamo di fronte a una situazione che impone all'Europa un piano complessivo per l'Africa. Senza, resta l'ipotesi dei respingimenti di massa. L'Europa vuole davvero percorrere questa strada? Scarica sull'Italia il peso di tutto questo è impossibile.
A fine giugno, il Consiglio europeo dei capi di Stato prenderà in esame il dossier dell'immigrazione e la riforma delle regole europee, il banco di prova dell'Europa, tema pulsante della contemporaneità. Viviamo tempi galleggianti. Forse troppo.
03
Il Segretario generale della Nato a Roma
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg è arrivato a Roma. Domani incontrerà il premier Giuseppe Conte, oggi ha visto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi il quale ha chiesto alla Nato di non trascurare "la proiezione di stabilità verso il fianco Sud, da dove provengono importanti sfide per l'Alleanza, a partire dal terrorismo". Dalla Farnesina dicono di aver ricevuto rassicurazioni su questo punto. In realtà la Nato è tutta proiettata in un confronto a Est conla Russia e la sua politica appare quanto meno asincrona rispetto agli sviluppi in corso: Trump ha chiesto il reingresso della Russia nel format del G8, Putin ha detto oggi di esser pronto a incontrare Trump "quando gli Stati Uniti saranno pronti". A Bruxelles ci sarà un vertice dei capi di Stato e di governo della Nato l'11-12 luglio prossimi e sul tavolo c'è il ruolo di un'Alleanza che dal crollo del Muro di Berlino ha perso il suo punto di riferimento. Ne aveva uno in piena Guerra Fredda, ma dalla fine dell'Urss stenta a trovarne un altro. Dopo l'11 settembre 2001 la missione avrebbe dovuto essere quella di fronteggiare il terrorismo, ma la Nato non è uno strumento adatto per farlo e nel 2001 l'Operazione Unified Protector fatta per rovesciare Gheddafi in Libia ha contribuito non alla stabilità ma al caos del paese. Questo tema è strettamente collegato a quello dell'immigrazione. Aperto il cancello della Libia, spalancato il corridoio del deserto, i migranti si sono catapultati sul Mediterraneo. Tutto comincia nel 2011, con le primavere arabe. Questo è l'effetto sulle coste italiane:
Per quanto riguarda la Russia, il segretario generale della Nato - un laburista norvegese - ha ribadito che le sanzioni resteranno, ma la sua perentoria dichiarazione di qualche giorno fa non è stata accolta bene dal governo (risposta dura di Di Maio) e gli sviluppi del G7 di Charlevoix in Canada, il forte interesse per il ruolo dell'Italia, un ponte tra Stati Uniti e Russia, probabilmente ammorbidiranno parecchio le successive dichiarazioni di Stoltenberg domani dopo l'incontro con il presidente del Consiglio. Abbiamo il taccuino squadernato. Attendiamo.
04
Trump a Singapore, gli altri del G7 sospesi in aria
Trump è volato a Singapore per lo storico incontro con il leader della Corea del Nord Kim jong-un. L'imprudenza di Justin Trudeau durante la conferenza stampa di chiusura del G7 a Charlevoix, Canada, ha lasciato completamente sospeso l'esito finale del vertice. Il premier canadese si è esibito in un numero che Trump non ha lasciato passare: trattare con il sorriso dietro le quinte e fare la faccia feroce di fronte ai riflettori accusando gli Stati Uniti. Trump ha così deciso di non appoggiare il comunicato finale. Il caso può innescare l'escalation della guerra commerciale. Il Presidente americano ha preannunciato i dazi contro l'automobile e Trump non va mai preso sottogamba.
Lo smarrimento europeo è testimoniato da un tweet di Heiko Maas, ministro degli Esteri della Germania (ecco la definizione che ne ha dato il principale giornale economico della Germania, l'Handelsblatt: "La nuova coalizione ha scelto un socialdemocratico senza nome, Heiko Maas, come ministro degli esteri. Ha un peso zero sul palcoscenico mondiale") il quale ha dichiarato: "Con un tweet di 280 caratteri, Donald Trump ha distrutto la credibilità del G7, per ricostruire la quale ci vorranno anni".
Maas dovrà fare un corso accelerato per capire che la Casa Bianca è un posto dove i falchi abbondano e hanno gli artigli affilati. Ecco come commenta Peter Navarro, uno dei top advisor di Trump sul commercio, la trovata finale di Trudeau:
C'è un posto speciale nell'inferno per qualsiasi leader straniero che si impegni in cattiva diplomazia con Donald J. Trump e poi cerca di pugnalarlo alle spalle mentre esce dalla porta. Ai miei amici in Canada: questo è stato uno dei peggiori errori di calcolo politici di un leader canadese nella storia moderna.
Questo invece è il commento dato alla Cbs da Larry Kudlow, capo del National Economic Council della Casa Bianca:
Trudeau ha deciso di attaccare il presidente: questo è il punto chiave. E se attacchi questo presidente, lui reagirà.
Il solo precedente di disaccordo nel G7 risale al 1982. E allora il motivo di separazione tra Stati Uniti e Europa fu la Russia. A proposito, che fa Putin?
05
Putin: pronto a incontrare Trump
Il presidente della Russia intanto gioca le sue carte calma. All'auspicio di Trump per un reingresso della Russia nel format del G8 da Mosca hanno risposto freddamente, ma Putin a sua volta ha rilanciato dicendo di essere pronto a incontrare Trump "quando gli Stati Uniti saranno pronti". Commento di Putin sul risultato del G7: "Credo che sia necessario fermare questo balbettio creativo e passare a questioni concrete quali la cooperazione vera e propria". Balbettio creativo.
***
Domani riaprono i mercati, sarà una settimana da seguire con grande attenzione. Gli oracoli parlano, dicono, prevedono. Evocano l'Armageddon finanziario per l'Italia del Governo Frankenstein. Ma ci sarà? Ecco la seconda puntata.
06
Gli Oracoli. L'endogeno di Bankitalia
Gli allarmi a orologeria di Alesina e Giavazzi hanno l'accompagnamento delle istituzioni che hanno tradotto in azione questa linea di politica economica considerata come un totem, l'unica possibile. Da qui l'esclusione, l'ostracismo e le basse manovre contro chi ha un pensiero divergente. Il problema è che la corrente mainstream ha fallito e il voto in Occidente, nelle cosiddette "economie avanzate", lo dimostra. Naturalmente il voto, fondamento della nostra democrazia, viene trattato come un incidente di percorso, figlio di una massa informe e urlante di bifolchi ai quali non prestare ascolto.
Nessuno degli attori delle cosiddette élite sembra aver mai letto "Massa e potere" di Elias Canetti. Scoprirebbe nelle pagine grandiose del premio Nobel per la letteratura che quella massa che loro disprezzano e trattano con fastidio da imparruccati e incipriati sta lavorando rapidamente e inesorabilmente alla loro sostituzione. Si chiama rivoluzione, assume varie forme e in Italia ha un sostrato giacobino che li travolgerà. Questa è filosofia della storia, lettura del presente (con gli strumenti e i bagliori del passato) e si fa con i classici del pensiero (compresi pittura e arte figurativa) e non con i modelli di econometria. Esiste "un'astuzia della ragione" (Hegel) che procede verso un fine preciso: l'abbattimento di tutto ciò che ha cancellato confini, identità, significato e prodotto un uomo omogeneizzato che improvvisamente si è ribellato allo spaesamento e ha ripreso a urlare la sua inquietudine del moderno (Edvard Munch).
L'urlo, Edvard Munch, ultima versione del 1910.La storia è maestra di vita e proprio sui principali parametri che vengono presi in considerazione dai cosmopoliti - debito e crescita - la visione di longue durée, lo sguardo retrospettivo condanna inesorabilmente le scelte fatte dal 2000 a oggi. Pubblichiamo alcuni grafici, sono noti, ma costituiscono una partizione del disco di memoria stranamente disattivato. Questo è l'andamento del debito dal 2000 a oggi:
Ancora più interessante è il grafico sul rapporto tra debito e pil:
Notate la deviazione corrispondente alla grande crisi del 2008: accelerazione e esplosione verso l'alto. È crollata la crescita. E da quel momento comincia un'altra storia: quella dei perdenti, la middle class italiana senza reddito. Non solo italiana. Questo grafico di McKinsey i lettori di lunga data di List lo conoscono, ma lo ripubblichiamo perché sostiene la nostra analisi anche sul piano dell'economia (attenzione, il presente non è interpretabile solo con gli strumenti dell'economia):
Tenete d'occhio questo grafico mentre il titolare fa il riassunto delle puntate precedenti: Italia, ascesa del Movimento 5Stelle e della Lega; Stati Uniti, vittoria di Donald Trump alle presidenziali; Regno Unito, affermazione della Brexit; Olanda, ascesa del nazionalismo di Wilders e governo di destra; Francia, vittoria alle presidenziali dell'antipolitico Emmanuel Macron, maggioranza del paese a destra; Svezia, fine del sogno multiculti e stretta sull'immigrazione. What else?
Dal 2008 è partita una visione dei problemi italiani che tiene in considerazione solo i fattori interni, ma cancella il disfunzionamento dell'Eurozona e delle economie avanzate, si tratta di un accettabile sfrido di lavorazione. Accettabile per chi? Non per gli elettori, il popolo. Questi fenomeni non trovano spazio nelle analisi di Bankitalia. Si surfa sull'onda, si sposa in toto la tesi brussellese che dobbiamo "fare i compiti a casa" (e certamente c'è molto da fare) ma si ignora il ciclo storico, non si osservano i segnali che emette lo spirito del tempo, il Signor Zeitgeist, e la scienza economica - che è scienza sociale, per sua natura imperfetta - nei documenti sembra completamente aliena rispetto a questo scenario, è intabarrata in un ambiente asettico da sala operatoria dove il chirurgo fa la sua operazione e... il paziente muore. Il principale scopo della scienza sociale dell'economia in questo clima viene disatteso: capire il presente e provare a interpretare i segnali che vengono dal futuro.
La stessa politica monetaria della Banca centrale europea è figlia di questa visione a una dimensione, dove lo spazio per lo studio sociale non c'è e si trattano gli aggregati monetari come funzioni dissociate dall'uomo. Il fine diventa la moneta in sè, l'umano è troppo umano (Nietzsche) per essere preso in considerazione. La politica monetaria espansiva tampona - parzialmente - i problemi del sistema finanziario ma non tiene conto della crepa che si è aperta nella diga della società.
Guardate questi numeri pubblicati sull'ultimo Rapporto Istat sul reddito disponibile, la povertà, la disponibilità di reddito e l'indice di ineguaglianza in Italia, sono i cosiddetti indicatori Bes, una lettura che va oltre quella del Pil:
Dal 2008 a oggi non c'è uno solo di questi indicatori che sia migliorato. Quello della povertà assoluta è addirittura passato da 3.6 a 8.3 e il reddito medio disponibile è sostanzialmente invariato mentre la vita là fuori è diventata un inferno.
Sono numeri che le classi dirigenti trattano con freddezza. Li conoscono, ma a questo non segue mai un cambio di passo. Così in dieci anni l'Italia è diventata il primo laboratorio politico di un governo populista in Occidente. In realtà, se andiamo a vedere, le cose stanno galoppando anche altrove, l'Europa si sta preparando al Big Bang delle elezioni europee del maggio 2019.
Sembra che il voto non abbia sfiorato neanche le stanze di Palazzo Koch, sede di Bankitalia. Il governatore Ignazio Visco nelle sue considerazioni finali qualche giorno fa ha elencato i problemi ma continuato a sostenere una linea di politica economica che non ha migliorato le cose e ha prodotto appunto la vittoria delle forze populiste:
Alla fine dello scorso anno il debito pubblico italiano era pari a quasi il 132 per cento del PIL. È un valore molto elevato rispetto al passato; supera di oltre 50 punti percentuali quello medio del resto dell’area dell’euro; costituisce un elemento di freno e la principale fonte di vulnerabilità per l’economia.
Scoraggia gli investimenti aumentandone i costi di finanziamento e alimentando l’incertezza; accresce il ricorso a forme di tassazione distorsiva, con effetti negativi sulla capacità di generare reddito, risparmiare e investire; comprime i margini disponibili per politiche sociali e di stabilizzazione macroeconomica. Espone a crisi di fiducia, particolarmente pericolose quando, oltre a coprire il fabbisogno dell’anno, si devono rifinanziare ingenti importi di titoli in scadenza: in Italia si tratta complessivamente di circa 400 miliardi all’anno.
Mentre Visco svolgeva le sue considerazioni (29 maggio), lo spread saliva. Elencava i problemi, il Governatore, ma la soluzione era nel segno del "continuismo" come se la lezione politica non fosse mai arrivata. E invece era là, presente in una maggioranza parlamentare che oggi è - in varia gradazione - euro-critica.
L'altro ieri il governatore di Bankitalia ha continuato a sostenere questa linea, fatto singolare alla luce del quadro macro economico (e soprattutto politico) che si va delineando in Europa. Pare che i fatti politici non siano un bagliore abbastanza chiaro e quello che accade nelle altre economie (vedere alla voce Germania) in questo momento sia trascurabile:
Le crisi che abbiamo avuto in precedenza sono il risultato di choc esogeni, quella di adesso è tensione endogena. Le crisi precedenti nascevano da choc violenti che hanno colpito. Negli ultimi 7-8-10 anni abbiamo avuto difficoltà molto gravi. L'Italia si è trovata nella peggiore crisi della sua storia per complessità.
L'idea di Visco è che i problemi attuali siano solo nostri. Così abbiamo una teoria che fa del caso Italia qualcosa di distaccato dal resto del sistema. Quello che è accaduto e accade altrove non ha cittadinanza e non merita di essere discusso e soprattutto collegato alla nostra stranissima condizione. Quanto strana? Ultima pagina dell'Economist:
- l'Italia ha una crescita dell'1.4 per cento (ultima in Europa, in Germania è a + 2.3 e in Spagna a + 2.9)
- una produzione industriale a quota + 3.6 (migliore della Germania a + 3.2)
- un'inflazione bassa (+ 1.1, in Germania è a + 2.2)
- la disoccupazione all'11.2 per cento (prima di Spagna 15 per cento e Grecia 20.8 per cento, ma peggio di tutti gli altri)
- la bilancia commerciale è in positivo per 53 miliardi di dollari, pari al 2.7 per cento del Pil.
- Nell'ultima pagina dell'Economist non c'è indicato lo stock di debito e il suo rapporto con il Pil, ma c'è il tasso di interesse dei titoli di Stato a dieci anni, sui nostri Btp è pari al 2.94 per cento.
Secondo Visco questa economia così fotografata ha problemi "endogeni". Guido Carli avrebbe detto a Visco: "Non sollevatemi problemi, indicatemi soluzioni". Visco solleva problemi, ma soluzioni non ne indica a meno che non si immagini che la soluzione sta nel "continuismo" che finora ha espresso nei suoi interventi scritti e dichiarazioni orali.
Il Governatore Visco è membro del board della Banca centrale europea, quella che durante la crisi ha fatto ieri interventi tardivi sulla crisi europea e oggi prociclici con il quantitative easing che - siamo al paradosso - andrà terminare quando il ciclo economico molto probabilmente andrà a raffreddarsi. Se i dati sugli ordini della manifattura in Germania sono un buon indicatore (-2.5 per cento), allora le decisioni della Bce stanno andando in una direzione che accelererà un'altra crisi. È questa una politica di stabilizzazione?
Sono scelte che vengono da lontano e alla fine possono essere giudicate per quello che sono: non hanno migliorato né i bilanci né la vita dei cittadini. Jeffrey Frankel, economista americano che servì nell'amministrazione di Bill Clinton, già nel 2016, scrisse:
Prima del 2008, tutti i membri dell’eurozona, non solo la Grecia, avevano “inaspettatamente” superato il limite sul disavanzo del 3% del Pil e dopo il 2008, si è verificata una contrazione di bilancio prociclica, non solo in Grecia, ma anche in Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, che ha portato a un crollo del reddito e a un aumento del rapporto debito/Pil.
E, ça va sans dire, il primo sostenitore dell’austerity è la Germania. Al G20 dell’aprile 2009, a Londra, i tedeschi avevano accettato con riluttanza che Usa, Cina e altri importanti Paesi aumentassero la domanda per contribuire a far uscire il mondo dalla recessione globale. Ma quando è scoppiata la crisi greca alla fine di quell’anno, i tedeschi sono tornati al dogma della rettitudine di bilancio.
Le cose nei due anni successivi si sono aggravate. La Francia e la Spagna sono uscite dalla procedura di deficit eccessivo solo qualche giorno fa, il debito di Parigi è oggi elevato e l'economia è debole, la Germania ha un mostruoso surplus commerciale (sempre ultima pagina dell'Economist: 312.3 miliardi di dollari, il 7.9 per cento del Pil), superiore a quello della Cina (121 miliardi di dollari, 1.1 per cento del Pil) e in violazione alle regole europee che valgono a geometria variabile (Italia compresa), la guerra dei dazi non è uno scherzo di Trump e trae una ragione precisa da un numero, ancora ultima pagina dell'Economist: 466.2 miliardi di dollari di rosso nella bilancia commerciale.
Da questo scenario gli economisti cosmopoliti non possono espungere il quadro politico straordinario, in Europa nel giro di meno di un anno avremo uno scenario differente: l'Italia è governata da una maggioranza populista, l'Austria altrettanto, così pure il gruppo di Visegrad (solo la Slovacchia è nell'Eurozona), la Spagna è preda di una crisi costituzionale senza precedenti, la Francia di Macron è una retorica esterna ma un'incognita interna, la Germania della GroKo di Angela Merkel è circondata dalla destre di vario segno e contro il concerto europeo, il consiglio economico della Cdu (che pesa ben più delle tesi endogene di Bankitalia) sta discutendo di chiusura e non di apertura dei meccanismi di solidarietà europea.
L'Eurozona - e la sua moneta - non sono in una condizione ottimale e per questo sarebbe necessario discutere politiche compensative. E soprattutto ritornare all'economia come scienza sociale e non foglio excel dal quale non si solleva mai lo sguardo.
Sostenere la tesi che è tutta colpa dell'Italia - la tesi endogena cara al Governatore Visco - è un atto di cecità. L'Italia ha un avanzo primario e 53 miliardi di surplus commerciale, è la terza economia d'Europa e non può affidarsi alla dea bendata per migliorare la vita dei suoi cittadini che sono rimasti indietro. Sono milioni di persone che hanno bisogno non di un reddito di cittadinanza (oggi una misura tampone) ma di un lavoro stabile e dignitoso domani. Questo si ottiene soltanto cambiando la politica economica e si fa prima che arrivi un'altra crisi. Tra i caratteri tipografici, nei convegni e nei discorsi si percepisce la pulsione dell'establishment cosmopolita, irresponsabile e senza patria, di voler liquidare il cambiamento politico attraverso il commissariamento del Paese.
Non tutti hanno ben capito qual è la posta in gioco. E il politicamente corretto, il desiderio di farsi accettare da un establishment in rotta di collisione con la storia è una sirena alla quale la vanità e la debolezza dell'uomo spesso non sanno resistere.
La maggioranza ha un'occasione per provare a salvare il Paese dal declino, ma sprecarla è facilissimo. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria oggi ha dato un'intervista al Corriere della Sera in cui ha opportunamente rassicurato i mercati su Euro e mercato unico, ma dopo averla letta, resta una domanda: dov'è il cambiamento del governo di cambiamento? Forse esiste nella mente del professor Tria, ma nell'intervista di sicuro non c'è. Vincere le elezioni è lavoro di anni, perdere la sfida del governo è questione di un attimo. (2. fine).
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dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.