23 Marzo

La Brexit è intrappolata, Londra è libera

Un milione in marcia nella capitale del Regno Unito per chiedere di rimettere la decisione di nuovo nelle mani del popolo. Cinque milioni di firme all'appello per bloccare l'articolo 50. Maite Carpio racconta il sottosopra inglese

di Maite Carpio

Londra oggi era un fiume in piena di persone che marciavano per le strade della città, decise a far sentire la loro voce. Da Marble Arch a Piccadilly Circus e Trafalgar Square, un milione di cittadini (secondo l’organizzazione People's Vote) sono andati in piazza e si sono posizionati, molto più veloci dei politici che li rappresentano, al di là della Brexit. Ormai la gente è andata oltre. Non manifestavano più a favore o contro la Brexit, il quesito è rimasto intrappolato nella ragnatela che la politica britannica si è tessuta addosso con poca lungimiranza e tanta piccineria. La questione oggi era un'altra: ridateci la parola. Put it to the People (lasciatelo nelle mani della gente), era il motto che guidava il pacifico corteo. Dappertutto si leggevano cartelli con la scritta “stop the Brexit madness” (Basta con questa follia). 

Sono più di due anni di trattative (era il lontano 23 giugno del 2106 quando il referendum per la Brexit vinse con 52 per cento  dei voti a favore e il 48 per cento contro) e i cittadini si ritrovano ancora con una classe dirigente che non sa fare altro che richieste di spicciole proroghe. La sensazione di caos assoluto dilaga, così come l’impressione che il governo di Theresa May non sia in grado di prendere decisioni sensate. Si vedevano tanti cittadini demoralizzati e increduli per l’incapacità di gestione politica. Consapevoli di quanta credibilità internazionale ha perso il Regno Unito in una faccenda che sfiora il surreale. 

La questione Brexit ha diviso profondamente la società inglese, ma la manifestazione di oggi è stata un tentativo di superamento di questa polarizzazione. Non c'è più nessuno sicuro della decisione presa (c’erano cartelli con la scritta “se in democrazia non si può cambiare opinione, non è democrazia”). Prevale invece un...


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