1 Novembre
La caldaia americana
I Democratici provano a fermare Trump con l'impeachment, ma l'economia continua a favorire il presidente: altri 128 mila nuovi posti di lavoro a ottobre. The Donald e Nancy, una storia d'amore e odio (politico). Le nozze tra Fiat-Chrysler e Peugeot e la tassa sull'auto aziendale in Italia
Che succede? Grandi cose, in Italia il dibattito è su un altro punto fondamentale della contemporaneità: la tassazione delle auto aziendali, gettito previsto 513 milioni. Un'idea geniale che funziona così: la tassa che i dipendenti pagano sulle auto aziendali viene triplicata, così su un reddito di 28 mila euro all'anno la tassa sarebbe di 2 mila euro in più. Avete letto bene. Non c'è solo il devastante impatto su questi redditi che sono già bassi, provate a immaginare le conseguenze sul mercato dell'auto e sulle imprese che noleggiano le flotte aziendali. Lo sentite il rumore? Crac.
La faccenda a quattro ruote ha un tratto di tragica comicità involontaria visto che nelle stesse ore in cui l'officina tributaria di Palazzo Chigi studiava (e poi si rimangiava) l'aumento del prelievo fiscale sulle flotte delle imprese, il più grande gruppo industriale della manifattura italiana, la casa automobilistica Fiat-Chrysler, veniva "acquistata" (questo è il reale significato della fusione) dai francesi del gruppo Psa, il proprietario dei marchi Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors. Il settore automotive è fondamentale per i paesi ad economia avanzata.
È il mercato bellezza, solo che nel caso della fusione Fca-Psa siamo di fronte a una delle più importanti operazioni industriali della storia d'Italia e il governo - l'intero Parlamento - è concentratissimo su altre questioni. Forse è meglio così (sarebbero capaci di peggiorare le cose) ma fa impressione la differenza tra Roma e Parigi, dove il governo ha messo in fila le sue idee e forte anche della quota che ha in Peugeot, prepara la difesa dell'interesse nazionale della Francia. Di quello dell'Italia, si sono perse le tracce.
A Washington, nel frattempo, lo spettacolo di America 2020 sta offrendo quanto promesso (nel bene e nel male): i dem hanno aperto il capitolo dell'impeachment. È tutta una questione di racconto, come vedremo. E se siamo in...
Che succede? Grandi cose, in Italia il dibattito è su un altro punto fondamentale della contemporaneità: la tassazione delle auto aziendali, gettito previsto 513 milioni. Un'idea geniale che funziona così: la tassa che i dipendenti pagano sulle auto aziendali viene triplicata, così su un reddito di 28 mila euro all'anno la tassa sarebbe di 2 mila euro in più. Avete letto bene. Non c'è solo il devastante impatto su questi redditi che sono già bassi, provate a immaginare le conseguenze sul mercato dell'auto e sulle imprese che noleggiano le flotte aziendali. Lo sentite il rumore? Crac.
La faccenda a quattro ruote ha un tratto di tragica comicità involontaria visto che nelle stesse ore in cui l'officina tributaria di Palazzo Chigi studiava (e poi si rimangiava) l'aumento del prelievo fiscale sulle flotte delle imprese, il più grande gruppo industriale della manifattura italiana, la casa automobilistica Fiat-Chrysler, veniva "acquistata" (questo è il reale significato della fusione) dai francesi del gruppo Psa, il proprietario dei marchi Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors. Il settore automotive è fondamentale per i paesi ad economia avanzata.
È il mercato bellezza, solo che nel caso della fusione Fca-Psa siamo di fronte a una delle più importanti operazioni industriali della storia d'Italia e il governo - l'intero Parlamento - è concentratissimo su altre questioni. Forse è meglio così (sarebbero capaci di peggiorare le cose) ma fa impressione la differenza tra Roma e Parigi, dove il governo ha messo in fila le sue idee e forte anche della quota che ha in Peugeot, prepara la difesa dell'interesse nazionale della Francia. Di quello dell'Italia, si sono perse le tracce.
A Washington, nel frattempo, lo spettacolo di America 2020 sta offrendo quanto promesso (nel bene e nel male): i dem hanno aperto il capitolo dell'impeachment. È tutta una questione di racconto, come vedremo. E se siamo in quel campo, Trump resta quello da battere. E l'economia americana è un motore di eccezionale forza e intensità, oggi ha messo a segno un altro record nella creazione dei posti di lavoro.
Attenzione al Medio Oriente, siamo in un dedalo cosparso di liquido infiammabile. La Turchia vuole il controllo anche di Kobane in Siria. In Libano hanno riaperto gli sportelli bancari (ma non ci sono soldi) dopo le dimissioni del premier Saad Hariri, il presidente Michel Aoun chiede riforme per arrivare a un sistema politico laico (con Hezbollah, figuriamoci), non settario, mentre la piazza chiede un governo di tecnici. Ricordiamo che in Libano attualmente il potere è così suddiviso: il primo ministro è un musulmano sunnita, il presidente è un cristiano maronita, il presidente del parlamento è un musulmano sciita. Il manuale Cencelli della teocrazia. E l'Iraq? Caos totale e il governo per ora non si schioda.
Facciamo il nostro giro di giostra. Solo quello che conta, seguite il titolare di List.
01
Altri 128 mila nuovi posti a ottobre
Benzina per la campagna presidenziale di Donald Trump: l'economia degli Stati Uniti ha creato 128 mila nuovi posti di lavoro a ottobre, contro i + 136.000 posti di settembre, le stime avevano fissato il numero di + 89 mila addetti. Ecco la curva della disoccupazione in America, che tuffo:
Il tasso di disoccupazione passa dal 3,5% al 3,6%, in linea con le attese. I salari medi orari sono aumentati del 3,0% rispetto a un anno fa. Lo sciopero di General Motors ha comportato il calo di 42 mila posti lavoro nel settore automotive e una perdita complessiva di 36 mila posti nel settore manifatturiero. Wall Street fa un balzo, ecco l'impennata degli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq:
Commento di Donald Trump:
Winston Churchill disse: "Gli Stati Uniti sono come una gigantesca caldaia, una volta accesi non c'è limite alla potenza che possono generare". I Democratici che fanno?
02
Donald e Nancy
A che ora è l'impeachment? La domanda compare fin dai primi numeri di List come un tormentone. La risposta di solito era "è troppo presto" e si attendeva un altro episodio della saga di The Donald per ritirarla fuori. Anche oggi siamo qui a chiederci a che ora è l'impeachment e la risposta è che è troppo tardi. La Camera dei Rappresentanti ha votato l'avvio della procedura, Nancy Pelosi ha fatto una mossa che (forse) si sarebbe risparmiata, ma la sceneggiatura dei democratici è prevedibile perché in assenza di un vero candidato, con primarie affollate di candidati troppo a sinistra (Elizabeth Warren e altri) o troppo stagionati (Joe Biden), i dem devono aggrapparsi all'unica risorsa che hanno finora usato con regolarità ma senza mai cavarne un ragno dal buco: il dossier contro Trump, l'arma giudiziaria. Pelosi alla fine ha dovuto assecondare le richieste dell'ala più radicale dei dem e poi a un anno dal voto la situazione appare quasi disperata: l'economia continua a tirare nonostante la guerra dei dazi con la Cina, il record assoluto di posti di lavoro e disoccupazione al minimo dai tempi del Vietnam, la questione immigrazione che resta centrale nel dibattito pubblico, Trump che diventa il giustiziere della notte (siriana) e fa secco Abu Bakr al Baghdadi, il capo dell'Isis, con un blitz da manuale.
Sull'agenda di Nancy a un certo punto è comparsa la domanda del compagno Lenin: che fare? La risposta è stata: va bene, cari dem, proviamoci, ma sappiate che è una sagoma dura da abbattere. Si erano tanto amati. E si amano ancora, Nancy e The Donald.
Toh, chi si rivede. Nancy Pelosi, Donald Trump e William Barr a Washington lo scorso 19 maggio (Foto Ansa)Lei milionaria, insopportabilmente chic, una professionista della politica che ha messo in fila le Ocasio-Cortez dell'alter-mondo dem; lui miliardario, il più phonato di Manhattan, insopportabilmente privo di bon ton, ha messo al tappeto il vecchio establishment repubblicano, un professionista della pop-politics che non si vedeva dai tempi di Ronald Reagan. Alla fine, sono loro al centro della ballroom di Washington. Sì, l'avevamo detto e scritto qui su List che Trump e Pelosi danzavano in coppia. Così è stato e sarà per i prossimi mesi fino al voto di novembre del 2020.
Come dimenticare quella stretta di mano in Campidoglio, il sorriso da volpe di Lui, gli occhi fulminanti di Lei. Dite che è il passato? Che tutto è finito? Era il 6 febbraio del 2019. E poi quell'applauso da furbetta, un clap clap clap sublime.
Sì, diamine, il grande spettacolo della politica americana. Che continua perché questa presidenza è un sottosopra, riempie il taccuino dei cronisti, ha rivoltato la geopolitica e lo scenario americano è un altro film che ha spento quello pur sfolgorante tutto patinato, il glamour degli Obama. Cambiamo set, vai con Mar-a-Lago e Make America Great Again. Ciak, si gira, impeachment.
03
Impeachment, dolcetto o scherzetto a Washington
La Camera così ieri si è spaccata con un voto (232 a 196) che più partisan non si può, da una parte i democratici, dall'altra i repubblicani. Con questo schema l'impeachment di Trump non ci sarà perché il Gop conserva la maggioranza in Senato. Ma qui non è in discussione l'esito finale, tutto questo ambaradan serve solo a tenere sotto pressione il Presidente e sviluppare una trama da campagna elettorale dentro lo scenario di America 2020 con tutta la cassetta degli attrezzi: audizioni, testimonianze, colpi di scena giudiziari, soffiate vere e false sul New York Times e il Washington Post, gaffe di Trump, l'unica vera arma di distruzione di massa presente sulla scena.
La pistola fumante doveve essere il Russiagate, ma non potendo usare il rapporto-senza-il-botto di Mueller, si sono ritrovati tra le mani il candelotto farlocco di dinamite dell'imprudenza di Trump, una telefonata con un comico ucraino eletto presidente, il lavoro sporco delle spie e di un pezzo del deep state obamiano. Cosa ci si fa con questo? In altri tempi una commedia, in quest'era di fiction politica si mette in scena l'impeachment, cribbio. Lui, Trump, non si risparmia nulla, le telefonate sono quanto di più lontano dall'aplomb presidenziale e testimoniano - se ancora ce ne fosse bisogno - che tutto quello che si pensa delle trame della politica americana è superato da quel che accade sul serio sul set di Washington. La Casa Bianca è un colabrodo, l'uomo più potente del mondo non riesce a proteggere le sue telefonate e un surreale colloquio tra Trump e Zelensky è diventato motivo per provare a far deragliare Trump. Sempre dossier. Sempre spie. Sempre Europa dell'Est e vai con il plot del dalla Russia con amore. Il dossier dell'Ucraina per il momento ha finito per azzoppare Joe Biden che già aveva seri problemi di deambulazione politica, visto che il figlio del golfista preferito di Obama in quel paese sguazzava in un mare di gas. Cose che capitano ai tipi eleganti dell'establishment americano.
Il giochetto del disarcionamento di Trump la prima volta è fallito. Correva l'anno 2016 - che anno - il dossier della spia di Sua Maestà la Regina, Christopher Steele, era falso ma circolava sui media liberal come il caffè da Starbucks, e poi serviva a innescare l'indagine dell'FBI naufragata nello scandalo e nel trasferimento degli agenti con il vizietto del love affair declinato in never Trump (le grandi gesta degli agenti Peter Strzok e Lisa Page). Quanto all'inchiesta dello special counsel Robert Mueller è finita per rovesciarsi contro i Dem, visto che è ora l'amministrazione Trump - le missioni all'estero di William Barr a questo servono - a indagare sulle origini di quell'indagine e sulle trame del professor Mifsud con un passaggio da mamma butta la pasta anche in Italia. Non è una trama spettacolare? Lui, Trump, dice che è una gigantesca "caccia alle streghe". Non poteva dirla meglio (o peggio), vista la giornata. Dolcetto o scherzetto, benvenuti a Halloween.
04
Il Commander In Tweet
Trump fa Trump. Ha sfiammato al Baghdadi, pubblicato la foto della sua situation room (qui sopra) durante il blitz, non c'è più solo quella di Obama. L'eliminazione del capo dei terroristi è un asso sul tavolo da poker della campagna presidenziale, al Baghdadi cancellato dalla scena, una croce e via, quel tipo che è "morto come un cane, un codardo", mentre piagnucolava in un tunnel inseguito dai cani delle forze speciali. Brad Parscale, il responsabile della campagna elettorale di Trump per il 2020 ha twittato uno spot che riassume la strategia di Trump. Sequenza di titoli: sta cambiando Washington, 6 milioni di posti di lavoro creati, 500 mila posti di lavoro nella manifattura, dimezzata l'immigrazione illegale, cancellato l'Isis, ucciso il leader dei terroristi, i dem ignorano i problemi reali. Semplice. Con una sagoma come Trump tutto diventa materiale da rotocalco. Ricordate la foto del cane delle forze speciali che era rimasto ferito nel blitz in Siria nel covo di al Baghdadi? Trump aveva twittato l'immagine, il New York Post l'ha impaginata così:
Lesson number one: come si fa un titolo perfetto per un tabloid. Un gioco da maestro sul titolo del film sulla cattura di Osama Bin Laden (Zero, Dark, Thirty) diretto da Kathryn Bigelow. I colti e i raffinati del marketing in progress storceranno il naso - cielo, la cipria! - ma la realtà è che Trump è efficace. È il Commander In Tweet.
***
Dove andiamo? Con un piede (meglio, una zampa) in Siria, il passaggio al confine con l'Iraq è questione di un attimo. Occhio ai proiettili. Alt, se si evoca la polvere da sparo, si va prima in Cina. L'hanno inventata loro e ci stanno dando dentro con i missili.
05
Il missile cinese che preoccupa il Giappone
Il sistema missilistico DF-41 mentre sfila a Pechino nella celebrazione dei 70 della Repubblica Popolare cinese (Foto Ansa)È stato fotografato per la prima volta il 1° ottobre scorso a Pechino e preoccupa prima di tutto il Giappone. È il Dongfeng-41 della Cina, quarta generazione, è il missile con il più ampio raggio operativo (tra i 12 mila e i 15 mila chilometri), velocità massima Mach 25, capace trasportare un paio di testate nucleari (non è certo il numero) e di raggiungere il territorio americano in 30 minuti. Taro Kono, ministro della Difesa del Giappone, ha detto al Financial Times che la Cina deve essere trasparente nei suoi piani militari. Mettono in mostra i nuovi missili, più chiari di così.
06
Iraq, la protesta si eleva (e il premier non se ne va)
La protesta in Iraq si eleva, viene da dire guardando la foto qui sopra. L'Iraq è morte e violenza, la rivolta nelle strade, nelle piazze (e a questo punto nei palazzi) a Baghdad e nelle città irachene ha provocato finora oltre 100 morti e 5mila feriti. Il governo è all'angolo, ma non c'è accordo tra le fazioni su come avviare la transizione e poi a nuove elezioni. Così quelle che sembravano ieri le dimissioni certe del primo ministro Adel Abdul Mahdi sono diventate una posizione congelata in attesa di un accordo sulla sua sostituzione tra i principali blocchi politici, cioè le fazioni dirette dai capi religiosi. Questo è quanto ha annunciato il presidente Barham Salih mentre nella capitale la protesta partita sui social chiede la fine della corruzione e lavoro.
***
Che facciamo? Prendiamo un caffè, andiamo in alto e diamo un'occhiata all'Antartide.
07
La frattura di Halloween
Le immagini sono dell'Esa e documentano la frattura di Halloween, il processo di distacco di un gigantesco blocco di ghiaccio in Antartide.
La piattaforma di ghiaccio si chiama Brunt, nel mare di Weddell, è grande come l'area metropolitana di Londra. Sulla piattaforma ci sono due crepe, una nord a l'altra a sud, che non si sono ancora incontrate, ma il processo di frattura appare destinato a far nascere un nuovo iceberg. Brrr... Tempi freddi? O caldi? C'è il surriscaldamento globale, lo vediamo, poi ci sono colpi di vento, notizie come quella che ha lanciato un gruppo di scienziati dell'università di Chicago: un aumento del ghiaccio marino in Antartide potrebbe condurre a un'era glaciale a causa di un effetto serra "inverso" che raffredderebbe la Terra. Viviamo tempi di confusione climatica. Forse troppo.
08
Google compra l'ossessione del peso
Mancava tra i trofei di famiglia, ma era solo una questione di tempo. Il Gorilla Game della Silicon Valley prevede di crescere, crescere, crescere, espandere il proprio dominio sulla mente e sul corpo. E dunque a Google non poteva mancare un gingillo come Fitbit, azienda leader nella produzione di hardware e software per il fitness e l'alimentazione. Prezzo dell'operazione: 2.1 miliardi di dollari. L'operazione si concluderà nel 2020. Voi continuate a correre, i dati del vostro braccialetto ora li raccoglie direttamente Google. Sapranno quando, dove e come correte e camminate, quanto pesate e cosa mangiate. E naturalmente quanto dormite. State svegli e buon Grande Fratello a tutti.
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.