21 Maggio

La casa, i cocci e la sinistra nell'era Draghi

Enrico Letta parla di aumento della tassa di successione e Draghi lo gela: "Non è il momento di prendere soldi, ma di darli". Il problema dem, trovare una rotta a sinistra. Prosegue la telenovela tra Meloni e Salvini sul Copasir. Tra Hamas e Israele c'è la tregua, non la pace, ma il cessate il fuoco regge. Putin fa il dentista e le fate esistono

Che succede? C'è la tregua tra Hamas e Israele, questa è la notizia e, almeno in queste prime ore, sembra che il cessate il fuoco regga. La giornata italiana è stata ancora una volta nel segno di Draghi. Presentazione del decreto legge sostegni, altri 40 miliardi di aiuti per la ripresa economica. Draghi è ottimista: "Ci aspettiamo che la nostra economia abbia un rimbalzo già in questo trimestre, le cifre di crescita di quest'anno probabilmente saranno riviste al rialzo". La ripresa sarà forte, poi vedremo quanto lunga, intensa, sostenuta. Finché c'è Draghi a Palazzo Chigi, c'è un freno alle spinte dei partiti, la loro eterna tendenza al deragliamento dalla realtà. 

Tra le cose dette dal premier, ci sono due flash notevoli sulla politica. Uno riguarda il dibattito che si è aperto sulla successione a Mattarella. A Draghi non sono evidentemente piaciuti i ragionamenti che si fanno sul suo futuro e quello di Mattarella, così ieri in conferenza stampa ha detto a Salvini di finirla: "Trovo estremamente improprio, per essere gentile, che si discuta del Capo dello Stato quando è in carica. L'unico autorizzato a parlare del Capo dello Stato è il Capo dello Stato". Si tratta di un'evidente forzatura, visto che tutti sono autorizzati a parlare del Capo dello Stato, è il gioco della politica, quello che ha deciso di giocare anche Draghi, non c'è nulla di strano, soprattutto se il presidente della Repubblica dice che tra 8 mesi va a riposare. 

Il premier comincia a sentire la pressione dei partiti che con la fine dell'emergenza si stanno risvegliando dal letargo da coronavirus. Svegli, ma sempre sonnambuli. Comprensibile l'irritazione del premier, sia chiaro, perché molte delle sortite dei partiti appaiono sempre più illogiche, prive di sostegno a terra, decollano e cascano immediatamente. Il tonfo più grosso, manco a dirlo, è arrivato dal Pd. Si è stampato sul suolo...


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