2 Dicembre
La Casa Sbianca: Biden grazia il figlio Hunter
Joe Biden esce di scena concedendo il perdono giudiziario al figlio che era sotto processo. Una mossa che lascia attoniti i democratici. La parabola di un Presidente mediocre che ha chiuso la sua avventura alla Casa Bianca nel peggiore dei modi, dopo aver sempre negato di voler procedere con la grazia
Joe Biden è stato un mediocre Presidente degli Stati Uniti. Nonostante tutti gli sforzi della macchina della propaganda democratica di farne un eroe, il 46° Presidente ce l’ha messa tutta per essere ricordato nel peggiore dei modi. La sua uscita di scena è la negazione di ogni nobile idea che aveva professato (senza praticarla), il «pardon» al figlio Hunter Biden chiude il cerchio di una storia costellata di bugie e scelte sbagliate. La Casa Sbianca, i democratici sono in completo stato confusionale.
Dice Biden in una nota della Casa Bianca, nel motivare la grazia al figlio Hunter, che il pargolo è stato «perseguito in modo selettivo e iniquo» e che «nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato preso di mira solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato. C'è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo, anche di fronte ad attacchi incessanti e procedimenti giudiziari selettivi. Nel tentativo di fare a pezzi Hunter, hanno cercato di fare a pezzi me, e non c'è motivo di credere che si fermerà qui. Adesso basta». Adesso basta, l’espressione di un monarca.
La storia si diverte a giocare a dadi con il destino, ha una grande ironia, dunque ecco Biden prima negare di fronte ai giornalisti anche il solo pensiero di voler graziare il figlio, poi riecco Biden spiegare perché il ragazzo deve essere salvato dalle grinfie della giustizia che, en passant, è sotto il controllo della Casa Bianca. Sempre Biden, assicurava di essere in grado di correre alle elezioni presidenziali, il suo staff diceva che nessuno era sano e in pieno possesso delle sue facoltà mentali come il vecchio...
Joe Biden è stato un mediocre Presidente degli Stati Uniti. Nonostante tutti gli sforzi della macchina della propaganda democratica di farne un eroe, il 46° Presidente ce l’ha messa tutta per essere ricordato nel peggiore dei modi. La sua uscita di scena è la negazione di ogni nobile idea che aveva professato (senza praticarla), il «pardon» al figlio Hunter Biden chiude il cerchio di una storia costellata di bugie e scelte sbagliate. La Casa Sbianca, i democratici sono in completo stato confusionale.
Dice Biden in una nota della Casa Bianca, nel motivare la grazia al figlio Hunter, che il pargolo è stato «perseguito in modo selettivo e iniquo» e che «nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato preso di mira solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato. C'è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo, anche di fronte ad attacchi incessanti e procedimenti giudiziari selettivi. Nel tentativo di fare a pezzi Hunter, hanno cercato di fare a pezzi me, e non c'è motivo di credere che si fermerà qui. Adesso basta». Adesso basta, l’espressione di un monarca.
La storia si diverte a giocare a dadi con il destino, ha una grande ironia, dunque ecco Biden prima negare di fronte ai giornalisti anche il solo pensiero di voler graziare il figlio, poi riecco Biden spiegare perché il ragazzo deve essere salvato dalle grinfie della giustizia che, en passant, è sotto il controllo della Casa Bianca. Sempre Biden, assicurava di essere in grado di correre alle elezioni presidenziali, il suo staff diceva che nessuno era sano e in pieno possesso delle sue facoltà mentali come il vecchio Joe, poi riecco Biden spiegare il suo passo indietro nella campagna elettorale e lasciare il testimone al fenomeno, alla gioiosa macchina da guerra di Kamala Harris.
Lui, Biden, senza arrossire neanche un po’, racconta come ci è arrivato, al salvataggio del figliolo: «Oggi ho firmato una grazia per mio figlio Hunter. Dal giorno in cui ho assunto l'incarico, ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del dipartimento di giustizia e ho mantenuto la parola anche se ho visto mio figlio essere perseguito in modo selettivo e ingiusto». Santo cielo, ma come? I democratici stavano appena iniziando a strillare «vedrete cosa farà Trump appena metterà piede alla Casa Bianca», e Biden perdona Hunter che incidentalmente è il figlio e per giunta dice anche che è «un perseguitato». Dante fu un genio del contrappasso, applaudirebbe anche lui nel vedere contorcersi i democratici di fronte a questo ribaltone: Joe che fa quello di cui i liberal stavano accusando Donald. Supera lo spettacolo di Trump che frigge le patatine e i dem che urlano che «è tutta fiction!», mentre cercano la dentiera che hanno perso sul ring della politica.
Hunter non è un «perseguitato» dalla giustizia, semmai è uno sciagurato che ne ha combinato tante - dal possesso illegale d'armi al consumo fuori controllo di stupefacenti e molto altro - è un uomo come tanti che ha incasinato la sua vita per inettitudine, una persona che ha diritto al suo riscatto, a ricostruire la sua esistenza, ma farlo saltando a piè pari la legge, con l’aiutino del babbo-presidente, appare al di sopra della linea di galleggiamento della decenza. Non è un bambino da proteggere, ma un adulto e come tale dovrebbe trattarlo il padre. Non avendo più nulla da perdere sul piano politico, dopo aver negato di fronte al mondo che lo avrebbe graziato, ha agito secondo il suo vero desiderio, forse in uno dei rari momenti di sincerità, prima di tutto verso se stesso.
Graziato dal padre. Hunter Biden (Foto: Abaca).Il finale della nota di Biden è un esempio di comicità involontaria, un pezzo da manuale: «Per tutta la mia carriera ho seguito un semplice principio: dire semplicemente la verità al popolo americano. Esso sarà imparziale. Ecco la verità: credo nel sistema giudiziario ma... credo anche che la politica senza regole abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario, e una volta presa questa decisione questo fine settimana, non aveva senso ritardarla ulteriormente. Spero che gli americani capiscano perché un padre e un presidente sono giunti a questa decisione». Apoteosi della giustizia 'ad personam', fine con diluvio di applausi dei dem che con un colpo di penna hanno superato il futuro Trump 2.0, il quale si perdonerà tutto e nessuno potrà fiatare, ssshhhhhhh!!! che c’è un problema con gli ultimi fatti e misfatti di padre e figlio, Joe che perdona, Hunter che accetta, Jill che ride come in campagna elettorale, salvo poi scoprire che il nemico non era Trump, ma Obama e tutto il suo clan. E ora, eccoli qua, tutti insieme, si sente il rumore dei piatti rotti nella cucina democratica.
A questo punto, tutto è possibile, Trump potrebbe concedere la grazia ai condannati per l’insurrezione del 6 gennaio in Campidoglio e i dem strilleranno inutilmente perché Biden, quello che veneravano (e in realtà volevano far secco), ha salvato il figlio e via così. La situazione si potrebbe dire che è grave ma non seria, se perfino la Russia, con il sorriso di chi ha appena messo su la forca sulla Piazza Rossa, fa dire a Maria Zakharova, la potente portavoce del ministero degli Esteri, sul quotidiano Izvestia, che la grazia concessa da Biden al figlio Hunter è una «caricatura della democrazia». Cosa che detta dal palco di un regime che sbatte in galera e fa sparire i dissidenti, sembra uscita dal copione di un film di Woody Allen.
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pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
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10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
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