20 Agosto
La crisi c'è, la soluzione no. Si riparte dal Colle
Battaglia in Senato, Conte si è dimesso. Scontro durissimo tra il premier e Salvini. La Lega manovra per le elezioni. Il governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega parte in salita, il Pd non vuole un bis di Conte e serve "un rinnovamento profondo". Domani la direzione dei dem, prova di leadership per Zingaretti
A un certo punto sembrava di stare in un film di Woody Allen con i coniugi che litigano (Giuseppe Conte e Matteo Salvini) e il figlioletto (Luigi Di Maio) che s'incupisce perché gli stanno levando il giocattolo dalle mani. La crisi al Senato ha rispettato il copione, Conte si è dimesso, è andato al Quirinale, altro giro, altra corsa, ma lo svolgimento del dibattito è stato a dir poco surreale. Una rappresentazione mai vista, con il Presidente del Consiglio e il ministro dell'Interno fianco a fianco e il capo del governo che lo accusa di ogni misfatto istituzionale, un ex tutto (Matteo Renzi) che parla come se fosse il leader del partito (il Pd) e di un nascente governo ombra, rappresentanti di un partito che non c'è (Pietro Grasso) che discettano di soluzioni istituzionali per la seconda potenza industriale dell'Europa senza avere neppure i voti per fare un gruppo parlamentare. Tutto per fortuna da stasera finisce al Quirinale. La crisi è partita, dove conduce? Seguite il titolare di List.
01
L'orologiaio della crisi
È giunto il momento del Presidente della Repubblica e aggiungiamo: per fortuna. Il presidente del Consiglio è salito al Quirinale e la gestione della crisi passa nella mani di Mattarella. Sarà lui a dettare i tempi, c'è finalmente l'orologiaio della crisi. La linea di Mattarella è chiara, vuole scoprire le reali intenzioni dei partiti, dei leader, saggiare la consistenza del terreno di una maggioranza (ammesso che vi sia) o sciogliere le Camere. È escluso che Mattarella suggerisca soluzioni, dica sì o no a eventuali programmi (che tra l'altro non ci sono, come le alleanze, almeno per ora), siamo all'inizio di un gioco che da domani parte con le consultazioni. Tempi rapidi, primo giro di consultazioni con chiusura giovedì, niente repliche degli oltre 80 giorni della crisi post-voto del 2018 che poi...
A un certo punto sembrava di stare in un film di Woody Allen con i coniugi che litigano (Giuseppe Conte e Matteo Salvini) e il figlioletto (Luigi Di Maio) che s'incupisce perché gli stanno levando il giocattolo dalle mani. La crisi al Senato ha rispettato il copione, Conte si è dimesso, è andato al Quirinale, altro giro, altra corsa, ma lo svolgimento del dibattito è stato a dir poco surreale. Una rappresentazione mai vista, con il Presidente del Consiglio e il ministro dell'Interno fianco a fianco e il capo del governo che lo accusa di ogni misfatto istituzionale, un ex tutto (Matteo Renzi) che parla come se fosse il leader del partito (il Pd) e di un nascente governo ombra, rappresentanti di un partito che non c'è (Pietro Grasso) che discettano di soluzioni istituzionali per la seconda potenza industriale dell'Europa senza avere neppure i voti per fare un gruppo parlamentare. Tutto per fortuna da stasera finisce al Quirinale. La crisi è partita, dove conduce? Seguite il titolare di List.
01
L'orologiaio della crisi
È giunto il momento del Presidente della Repubblica e aggiungiamo: per fortuna. Il presidente del Consiglio è salito al Quirinale e la gestione della crisi passa nella mani di Mattarella. Sarà lui a dettare i tempi, c'è finalmente l'orologiaio della crisi. La linea di Mattarella è chiara, vuole scoprire le reali intenzioni dei partiti, dei leader, saggiare la consistenza del terreno di una maggioranza (ammesso che vi sia) o sciogliere le Camere. È escluso che Mattarella suggerisca soluzioni, dica sì o no a eventuali programmi (che tra l'altro non ci sono, come le alleanze, almeno per ora), siamo all'inizio di un gioco che da domani parte con le consultazioni. Tempi rapidi, primo giro di consultazioni con chiusura giovedì, niente repliche degli oltre 80 giorni della crisi post-voto del 2018 che poi diede vita al governo tra Cinque Stelle e Lega. Incarico per un nuovo governo o scioglimento delle Camere e elezioni anticipate? Si gioca tutto in una manciata di giorni, la prossima settimana avremo la risposta, lo scenario è sospeso in aria, chi afferma di avere la risposta certa alla crisi ha un problema con la verità. Le consultazioni partono da domani alle 16, la crisi ora è aperta sul serio e finalmente c'è un arbitro in campo.
02
Ecco il calendario delle consultazioni
Mercoledì 21 agosto 2019
- Il presidente emerito della Repubblica, Senatore Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, verrà sentito telefonicamente.
- Ore 16.00: Presidente del Senato della Repubblica: Sen. Avv. Maria Elisabetta Alberti Casellati
- Ore 16.45: Presidente della Camera dei deputati: On. Dott. Roberto Fico
- Ore 17.30: gruppo parlamentare "Per le autonomie (Svp-patt,uv)" del Senato della Repubblica
- Ore 18.00: gruppo parlamentare Misto del Senato della Repubblica
- Ore 18.30: Gruppo parlamentare Misto della Camera dei deputati
- Ore 19.00: gruppo parlamentare "Liberi e uguali" della Camera dei deputati
Giovedì 22 agosto 2019
- Ore 10.00: Gruppi parlamentari "Fratelli d'Italia" del Senato della repubblica e della Camera dei deputati
- Ore 11.00: Gruppi parlamentari "Partito democratico" del Senato della repubblica e della Camera dei deputati
- Ore 12.00: Gruppi parlamentari "Forza Italia - Berlusconi presidente" del Senato della repubblica e della Camera dei deputati
- Ore 16.00: Gruppi parlamentari "Lega-Salvini premier" del Senato della repubblica e della Camera dei deputati
- Ore 17.00: Gruppi parlamentari "Movimento 5 stelle" del Senato della repubblica e della Camera dei deputati.
É partita la rumba. Vediamo il film della giornata e come sono le parti in commedia.
03
Il Conte che sogna il bis (im)possibile
Quando si assumono incarichi di Governo, bisogna essere pienamente consapevoli delle responsabilità che ne conseguono e occorre evitare, in particolare, di lasciarsi condizionare da sondaggi, se del caso anche non favorevoli.
Il presidente del Consiglio ha attaccato a testa bassa il ministro dell'Interno che sedeva al suo fianco, mentre quest'ultimo scuoteva la testa, esprimeva con tutta la sua mimica il disappunto per l'atto d'accusa che il premier sferrava contro la sua persona. Era logico attendersi un discorso duro, non è logico un intervento come quello di Conte sul piano politico. Ha accusato Salvini di essere sopra e sotto le righe istituzionali (e la cosa è vera) ma facendolo è caduto anch'egli nell'errore di uscire dal binario dell'istituzione. Conte faceva Conte non il presidente del Consiglio che si rivolge al ministro dell'Interno. "Matteo", diceva Conte nell'aula del Senato, e in quel rivolgersi colloquiale c'era tutta la confusione dei ruoli a cui abbiamo assistito in questi mesi. Non è una questione di forma, ma di sostanza. Conte si è trasformato con il trascorrere del tempo da elemento terzo, in terzo incomodo, finendo per fare l'antagonista di Salvini al punto da rubare la scena a Di Maio, come è apparso plasticamente nel suo intervento a Palazzo Madama. "La crisi in atto compromette inevitabilmente l'azione di governo che qui si arresta", ha detto Conte che non chiamando il voto di fiducia e presentandosi dimissionario da Mattarella cerca chiaramente di fare il bis. Operazione difficile, quasi impossibile, perché Conte non ha fatto alcuna autocritica (necessaria per il Partito democratico) ma un atto d'accusa contro Salvini, non solo un ministro fondamentale del governo presieduto da Conte, ma leader del partito che ha dato vita all'esecutivo con i Cinque Stelle, partito di cui Conte è espressione. Dopo quasi 15 mesi il premier si sveglia e improvvisamente rivela al mondo che il suo ministro dell'Interno è un pericolo pubblico, l'uomo che chiede "pieni poteri" e dunque va fermato.
In politica molte cose sono possibili, ma è decisamente hard rock fare l'alieno dopo aver abitato nella stessa casa di quello che oggi dipingi come un nemico della democrazia. Conte ha sciorinato tutte le colpe di Salvini, ma ha dimenticato di citare un dettaglio che dice tutto: la vicenda della mozione anti-Tav presentata dai Cinque Stelle, una mozione in direzione contraria rispetto all'orientamento espresso dal Conte stesso. L'autocritica non è arrivata, è comparsa solo quella che Paolo Gentiloni ha descritto come "una valanga tardiva di sassolini dalle scarpe". Conte ha cercato (e naturalmente ha trovato) la rottura piena, il suo discorso doveva convincere il Pd che l'esperimento "si può fare", un altro Frankestein con la casacca che da giallo-verde diventa giallo-rossa. Conte ha rimproverato a Salvini anche l'invocazione dei santi, della Vergine Maria, i suoi modi che mai sono stati istituzionali e difficilmente lo saranno anche in futuro. Mentre il premier parlava, denunciava, diceva che quei "pieni poteri" evocati da Salvini erano un pericolo, una cosa inquietante, ecco, mentre l'avvocato del popolo eruttava tutto questo in faccia a Salvini, sul taccuino compariva una domanda: ma fino a ieri Conte dov'era?
04
Lo slalom di Salvini
In Aula del Senato oggi non abbiamo ascoltato idee. Dopo un anno di governo insieme, dunque, solo insulti dal presidente del Consiglio. Che delusione, se mal sopportava la Lega e me e preferiva il Pd poteva dirlo subito.
Ha aperto la crisi pensando a un percorso dritto, ha sottovalutato il cinismo di Renzi, si è ritrovato a fare lo slalom in una pista piena di ostacoli di cui non aveva calcolato la resistenza e dimensione. Chi non conosce il gioco parlamentare pensa che il segretario della Lega abbia preso troppo sole al Papeete Beach, ma in realtà il ritiro last minute della mozione di sfiducia ha una logica. Rimette simbolicamente il cerino in mano a Di Maio. Si potrà dire - e hanno già cominciato - che è stato Conte con i Cinque Stelle a togliere la fiducia a... Salvini. Strano? Per niente, sono ferree logiche della politica. Bisogna ricordare che si sta per entrare - anche nel caso di un ribaltone con un governo PentaDem - in una dimensione di campagna elettorale permanente, un Vietnam parlamentare (la Lega ha la presidenza di numerose commissioni e si vedrà l'impatto su ogni proposta di un eventuale governo post-Frankenstein 1) e con la chiamata alla piazza imminente. Si tratta per il voto o per il governo fiammante e chiavi in mano. E si prepara lo scontro politico duro. Niente di nuovo, fa parte della cronaca e della storia del paese.
In Senato Salvini ha usato il suo registro, quello che si rivolge all'elettore, senza mezze parole. Il leader della Lega non parlava per l'aula, ma per chi là fuori assisteva allo spettacolo della politica, gli elettori. È la sua forza, che poi nel gioco d'aula diventa un limite. Ha scelto di non centrare il suo intervento sulle accuse di Conte, ha fatto bene un paio di passaggi, quello sull'industria e l'innovazione è stato il migliore perché ha mostrato l'incompatibilità con i Cinque Stelle e fatto emergere la montagna di problemi che avrebbe il Pd a governare con i Cinque Stelle. Chiudere e aprire il rubinetto, questa era l'idea di Salvini e le pedine si sono mosse zigzagando in quella direzione: accerchiato dal mantra del "tutti contro Salvini", sembrava destinato a finire all'opposizione e farsi la classica traversata nel deserto, ma le crisi sono fatte di lampi e tuoni, così al lampo della sconfitta in aula di qualche giorno fa (quello in cui il dibattito sulla fiducia è stato spostato a oggi e la riforma del taglio dei parlamentari in posizione ininfluente al 21 e 22 agosto e infatti è saltata con le dimissioni di Conte, come avevamo previsto) s'è sostituito il tuono: l'offerta di andare a fare la riforma insieme e votare, il ritiro della mozione di fiducia e il cerino che così torna simbolicamente nelle mani di Di Maio e di un Movimento spaccato sul domani e con una sola certezza in arrivo: il Pd non vuole un Conte bis. Salvini tiene la partita aperta, non è detto che la vinca - ogni giorno nelle crisi di governo è una storia nuova - ma è ancora al tavolo perché l'alleanza che dovrebbe scagliarlo all'opposizione ha i suoi problemi da risolvere. Quali?
05
Lo yogurt di Renzi
Se dovesse nascere un nuovo governo frutto dell'accordo tra M5s e Pd io orgogliosamente non ne farò parte.
Matteo Renzi è un caso interessante (forse troppo) di politico a cui manca lo specchio del potere e non fa niente per nasconderlo, il suo Ego lo precede, alla grande intuizione fa seguito regolarmente il grande ruzzolone. Oggi in aula abbiamo visto i bagliori di entrambi. La sua discesa sotto rete ha costretto tutti a discutere di un'intesa tra Cinque Stelle e Partito democratico, ma l'eccesso di confidenza nel dritto ne ha scoperto il debole e impreciso rovescio: prima in un'intervista al Giornale (tribuna scelta non casualmente) si lascia andare a considerazioni sulla prospettiva del governo da lui proposto e il Pd (la "grillizzazione") che fa da preludio alla sua prossima mossa, promuovere un governo d'emergenza (per salvare il suo gruppo parlamentare) e poi farlo cadere (per liberarsi della segreteria di Zingaretti). Al Senato ha parlato di aumento dell'Iva (un artificio che gli serve per giustificare la sua mossa), di migranti, di sinistra, di solidarietà (e bisognerebbe ricordargli che era il segretario del Pd che esprimeva Marco Minniti, un duro che ha fatto gli accordi con la Libia, ministro dell'Interno), di pericolo e necessità di fare il fronte comune con lui che, naturalmente, non sarà mai nel futuro governo. Perché mai fare il ministro in un governo che ha la scadenza come lo yogurt? Siamo nella giungla del Renzistan.
06
La direzione di Zingaretti
Tutto quanto detto sul ministro Salvini questo pomeriggio dal Presidente Conte non può che essere condiviso. Ma attenzione anche ai rischi di autoassoluzione. In questi 15 mesi è stato il presidente del Consiglio, anche del ministro Salvini, e se tante cose denunciate sono vere perché ha atteso la sfiducia per denunciarle?
Ha dato la sua versione, prima dell'intervento di Renzi, con una nota stampa secca su un impossibile Conte Bis, per sottolineare che la linea del partito è quella del segretario, non del senatore di Scandicci. La via maestra per Zingaretti resta quella di andare a vedere le carte (e le persone) per comporre un governo di legislatura con i Cinque Stelle. Ma per Zingaretti senza le premesse, non ci sono le conclusioni e dunque si va al voto. Un governo PentaDem deve essere di legislatura, con un "rinnovamento profondo". Deve cambiare tutto, operazione ad alto voltaggio dove di solito qualcuno si fulmina. La partita interna nel Pd si sta delineando: c'è chi ha vinto il congresso e chi lo ha perso, chi ha vinto ieri non vuole perdere domani appoggiando un governo con i pentastellati dalla vita incerta, chi lo ha perso vuole vincere domani appoggiando un governo con i pentastellati dalla vita sufficiente per organizzare un nuovo assalto al Pd. Il duello è in corso, appuntamento domani sulla via polverosa della Direzione del Pd convocata alle ore 11. A un'ora dal mezzogiorno di fuoco. Parola d'ordine: primum vivere.
***
Per oggi finisce qua. Come disse Rossella O'Hara, "domani è un altro giorno". E non siamo a "Via col vento". Qui non c'è amore, è una storia di potere. Buona serata.
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6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
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comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.