29 Gennaio
La crisi del Progressista, l'uomo omogeneizzato
Una straordinario viaggio di Lorenzo Castellani nel pensiero a una dimensione che è entrato in crisi. Filosofia? No, politica e ha molto a che fare con il voto del prossimo 4 marzo. Indagine sul civilizzato-cosmopolita (con una cena-preludio).
Avete mai provato la strana sensazione di essere "fuori posto" durante una discussione a cena? L'inquietante atmosfera pervasiva in cui fin dal primo piatto tutti si danno ragione, con la testa che bascula sui denti scintillanti, affilati; al secondo piatto c'è la citazione grave e definitiva di un autore cool ma così cool che cribbio non hai mai letto, alla frutta arriva un regista iraniano che ti sei perso (te l'ho sempre detto, ottuso, che devi finirla con la fantascienza!) e non si capisce proprio perché tu non lo conosca, l'iraniano (ma so tutto di quel bifolco della distopia chiamato Philip K. Dick, giuro); al dolce siamo ai viaggi eco-solidali e al contributo filantropico mentre tu, cafone, lavoravi in agosto, e mia cara sai, passeggiare tra i colori del Jardin Majorelle a Marrakech, tu mi capisci, è così divinoooo; e naturalmente a Cannes la festa migliore era dello sceicco e mentre a tavola comincia la descrizione degli interiors di uno yacht da 40 metri, il tuo pensiero per disperazione s'appoggia a Hemingway che descrive lei, l'unica cosa per cui tu (forse) ancora vibri, Brett Ashley: "Era fatta di curve come lo scafo di uno yacht da corsa, e con quel golfino di lana non te ne sfuggiva nemmeno una". E mentre stai sognando le curve e la fuga da quella stanza con un gommone rattoppato del 1973, gira come l'elica di un fuoribordo fuori dal pelo dell'acqua la domanda che piomba direttamente sul tuo piatto: ci dica, cosa ne pensa del populismo? È il tanto desiderato momento-asteroide, ma citare il Buondì Motta qui non fa fino, bofonchi qualcosa sulle larghe intese dopo il voto 'che rassicurano i commensali a quattro ganasce, tutti si alzano e... vola a mezz'aria come il lingotto d'oro della refurtiva un ma tu vieni alla settimana bianca? Abbassi la testa e lo schivi con un saettante no, grazie, è troppo intelligente. Come il pensiero a una dimensione...
Avete mai provato la strana sensazione di essere "fuori posto" durante una discussione a cena? L'inquietante atmosfera pervasiva in cui fin dal primo piatto tutti si danno ragione, con la testa che bascula sui denti scintillanti, affilati; al secondo piatto c'è la citazione grave e definitiva di un autore cool ma così cool che cribbio non hai mai letto, alla frutta arriva un regista iraniano che ti sei perso (te l'ho sempre detto, ottuso, che devi finirla con la fantascienza!) e non si capisce proprio perché tu non lo conosca, l'iraniano (ma so tutto di quel bifolco della distopia chiamato Philip K. Dick, giuro); al dolce siamo ai viaggi eco-solidali e al contributo filantropico mentre tu, cafone, lavoravi in agosto, e mia cara sai, passeggiare tra i colori del Jardin Majorelle a Marrakech, tu mi capisci, è così divinoooo; e naturalmente a Cannes la festa migliore era dello sceicco e mentre a tavola comincia la descrizione degli interiors di uno yacht da 40 metri, il tuo pensiero per disperazione s'appoggia a Hemingway che descrive lei, l'unica cosa per cui tu (forse) ancora vibri, Brett Ashley: "Era fatta di curve come lo scafo di uno yacht da corsa, e con quel golfino di lana non te ne sfuggiva nemmeno una". E mentre stai sognando le curve e la fuga da quella stanza con un gommone rattoppato del 1973, gira come l'elica di un fuoribordo fuori dal pelo dell'acqua la domanda che piomba direttamente sul tuo piatto: ci dica, cosa ne pensa del populismo? È il tanto desiderato momento-asteroide, ma citare il Buondì Motta qui non fa fino, bofonchi qualcosa sulle larghe intese dopo il voto 'che rassicurano i commensali a quattro ganasce, tutti si alzano e... vola a mezz'aria come il lingotto d'oro della refurtiva un ma tu vieni alla settimana bianca? Abbassi la testa e lo schivi con un saettante no, grazie, è troppo intelligente. Come il pensiero a una dimensione pennellato da Lorenzo Castellani in questo straordinario mini-saggio sull'Uomo Omogeneizzato. Buona lettura. (ma.se)
L'Uomo Omogeneizzato
di Lorenzo Castellani
Tutto nasce dalla Storia e da lì si deve partire. Il progressista del Ventunesimo Secolo ha ereditato dal suo pari del Ventesimo Secolo la medesima concezione della Storia ossia che questa sia caratterizzata da una progressiva azione di razionalizzazione nell'operato umano. Il fluire del tempo, dunque, donerebbe agli individui e alla società una continua opportunità di miglioramento politico e sociale. La Storia, pertanto, non può andare all'indietro. Una volta abbandonata, ad esempio, la dimensione religiosa in favore della razionalità tecnologica non sarebbe possibile una inversione di tendenza. Così qualsiasi istinto profondo dell'essere umano contrario alla razionalità progressista deve essere soppresso, eliminato, messo alla berlina dall'opinione pubblica.
Il filosofo conservatore Augusto Del Noce ha spiegato così la concezione della storia da parte dei progressisti:
Qual è oggi la veduta normale della storia contemporanea se non quella per cui la crisi segnata dalle due guerre mondiali e da ciò che avvenne nel Ventennio tra di esse, altro non sarebbe che la frattura che accompagna il passaggio dell'umanità alla sua condizione di maggiorennità? Passaggio ostacolato dall'attaccamento, poco importa se sentimentale o economico, a un mondo vecchio il cui destino è segnato. Dunque la grande paura dei conformisti, dei benpensanti (termini di origine illuministica); onde costoro sono rincorsi e ancora rincorrerebbero, per la difesa di ciò che la storia ha già condannato, alle forme autoritarie, ai fascismi di diversa guisa. Dunque, ascesa dei popoli verso la maggiorenneità; e disperato tentativo, sopratutto dei piccoli borghesi per fermarla.
Gli intellettuali progressisti sviluppano una dicotomia: da un lato i maggiorenni, i civilizzati che intendono la Storia come progresso e dall'altro i piccoli-borghesi, conservatori inclini all'autoritarismo. Due categorie antropologiche radicalmente differenti e inconciliabili tra loro. Dunque il "letterato-civilizzato-liberal" del Ventunesimo Secolo pretende di forgiare un tipo d'uomo, svincolato da ogni legame comunitario e territoriale, assolutamente dominato nelle sue scelte dalla logica razionale, privo di qualsiasi istinto residuo della sua primitività, di quella socialità animale che pure è parte dell'uomo.
Il nuovo uomo progressista cosmopolita è tutto centrato sulla scelta razionale, perché lo spirito deve essere rigettato. È un uomo aperto, solidale, accogliente, plurale. Egli non è autorizzato a provare sentimenti come la difesa della propria comunità, l'identità sessuale, l'appartenenza culturale. È un uomo omogeneizzato, buono per ogni lato del mondo, privo d'identità. In sostanza, per il progressista cosmopolita, l'uomo è senza volto, quindi camaleontico e capace di diventare ciò che più desidera in quel momento. Come scrive Cristopher Lasch però questa concezione antropologica si scontra con la realtà:
Questa sensibilità - che in mancanza di un termine migliore possiamo continuare a chiamare populista, o piccolo-borghese - è definita, in primo luogo, da una profonda diffidenza per lo schema della storia in quanto progresso. L'idea che la storia, come la scienza, rappresenti il dispiegarsi per accumulazione delle capacità umane e che la civiltà moderna sia l'erede di tutte le conquiste del passato, va contro il senso comune, cioè a quell'esperienza di fallimento e sconfitta ineliminabile dalla vita di tutti i giorni. 'Non ci sono calamità della storia?' chiedeva Orestes Brownson. 'Non c'è nulla di tragico?' Brownson e gli altri oppositori del 'miglioramento' avevano trovato ben poche prove di illuminazione cumulativa. Concetti ufficialmente screditati come quelli di fato, nemesi, provvidenza e fortuna, a loro avviso, parlavano all'esperienza umana più direttamente di quello di progresso.
Così il progressista cosmopolita rifiuta la realtà o, meglio, rifiuta l'essere umano in quanto tale, con i suoi istinti, il suo bisogno spirituale e le sue limitatezze, che egli considera oramai appartenente al passato. Lasch prosegue nella sua analisti sostenendo come, di fatto, il progressista detesti tutto ciò che possa essere ricondotto alla società borghese:
Da un punto di vista progressista, l'ideale di una società di piccoli produttori era ristretto, provinciale e reazionario. Recava in sé tutte le stigmate delle sue origini piccolo-borghesi: rappresentava il rifiuto di guardare in faccia il futuro. Il disprezzo per l' arretratezza, la rispettabilità e gli scrupoli religiosi della piccola borghesia erano diventati il marchio della mentalità progressista.
Dunque l'uomo non deve essere un produttore legato al suo territorio, capace di coltivare il proprio giardino con la ricchezza dell'identità e dello spirito, ma egli vuole un uomo consumatore, non importa che i beni siano forniti dal mercato o dalle finanze pubbliche dello Stato, l'importante è che il nostro nuovo soggetto antropologico consumi e sia sradicato, viaggi, si emancipi rinunciando ad un pezzo del proprio essere umano, viva anywhere, per dirla con David Goodhart. Tutti possono essere tutti, possono consumare tutto, possono essere ovunque e, soprattutto, tutti devono essere uguali. E nell'era della post-ideologia questo nuovo socialismo à la page va costruito fondendo insieme politiche pubbliche, capitalismo globale e un ordine antropologico radicalmente diverso da quello precedente.
Thomas Mann nelle "Considerazioni di un impolitico", scritte nel 1918 e che danno l'idea di come il progressismo cosmopolita venga da lontano, chiama questo uomo "gotico" e così lo descrive:
In che cosa crede allora l'uomo 'gotico', il neo-fanatico e nemico di giurato di ogni tolleranza formatrice e sciattamente borghese? Io ammetto la bellezza cruda e generosa del suo gesto: ma quale ideale costituisce dunque il contenuto del suo severo fideismo da crociata anti-umana? Bene: l'ideale dell'umanità! Chi lo avrebbe mai detto? È l'ideale rinascimentale del dubbio che disintegra tutto, nemico dell'autorità, l'ideale dell'emancipazione, della libertà, della progressiva liberazione del genere umano da ogni legame irrazionale, quello religioso, per esempio, o quello nazionale. Per l'uomo gotico l'unica condizione degna dell'uomo è la rivolta della ragione; la libertà assoluta è la sua mèta orgiastico-nihilistica.
È impressionante notare come, dopo un secolo e al di là del lessico, questo discorso di Mann sia pienamente adattabile al Ventunesimo Secolo. Dunque, per il progressista cosmopolita, chi non rientra nella propria tipologia antropologica è un residuo del passato e va denunciato come personalità incline alla tirannia. Dunque tutto, per il progressista, si riduce alla scelta personale e la stessa condanna dell'inciviltà va espressa a livello individuale. Secondo Lasch un punto nodale del passaggio da una visione condivisa dei destini dell'umanità ad una visione personale è la pubblicazione da parte del gruppo di Adorno degli studi sulla personalità autoritaria.
Adorno, con il suo monumentale studio 'La personalità autoritaria' contribuì a spostare il dibattito pubblico dal campo della politica a quello psicosociale e a sostituire le categorie etiche e filosofiche con quelle mediche e terapeutiche. La medicalizzazione della società intera è frutto del fraintendimento, e dei limiti, del concetto di progresso. Chi non si adegua ai principi del progressismo è vittima di un residuo evolutivo, la personalità autoritaria, che non è in grado di cogliere gli aspetti positivi del cosmopolitismo progressista. Va quindi stigmatizzato e, ove possibile, ricondotto alla ragione.
Per il progressista cosmopolita, chi non rientra nella propria tipologia antropologica è un residuo del passato e va denunciato come personalità incline alla tirannia.
Tuttavia, c'è qualcosa che sfugge alla visione antropologica del nostro "civilizzato liberal", come la storia sta dimostrando con il suo dispiegarsi. Secondo Roberto Calasso, filosofo e patron della casa editrice Adelphi, l'uomo immaginato dai progressisti che oggi domina il panorama culturale è l'homo saecularis, l'individuo secolarizzato e liberato da ogni richiamo del sacro e dall'irrazionalità, che egli descrive così: "Homo saecularis non deve nulla a nessuno. Sta per sé. Non ha nulla dietro, se non ciò che fa. " Tuttavia, continua Calasso è per homo saecularis "inevitabile un senso di incertezza perché poggia su qualcosa di instabile - e sospetto di inconsistenza. Il piacere dell'arbitrio è guastato da quella inconsistenza". Per Calasso il progressista cosmopolita è un paladino della secolarizzazione che è, in primo luogo, "allentamento dei vincoli - di qualsiasi vincolo. E, in certi casi, cancellazione dei vincoli stessi. A parte il rispetto dei codici, che implica l'osservanza di un ordine, l'unico vincolo che in ogni caso rimane è il pagamento delle imposte.".
Il regno del progressismo si costruisce, inoltre, sulla minuta regolamentazione della condotta umana, regole che devono forgiare il tipo d'uomo immaginato dal politicamente corretto. Calasso evidenzia come in questo momento:
Le procedure hanno preso il sopravvento sui rituali. Momento sfuggente, difficile da stabilire, perché le due potenze hanno anche tratti comuni. Innanzitutto sono azioni formalizzate. Ma rivolte in direzioni opposte. Il rituale verso la perfetta coscienza, che per i cristiani è l'istante della transustanziazione. La procedure puntano invece verso il totale automatismo. Quanto più si moltiplicano le procedure, tanto più si espande il regno degli automi.
Il progressista, tuttavia, non è anti-religioso, infatti "homo saecularis parla con molte voci, spesso divergenti. Quella che si fa più notare è progressista e umanitaria. Applica precetti di eredità cristiana, ammorbiditi e edulcorati. Soluzione tiepida e pavida, si combina, in senso inverso, con il movimento in corso nella Chiesa stessa, che cerca sempre di più di assimilarsi a un ente assistenziale." Il progressismo, con il papato di Francesco, si è mescolato in modo ancor più deciso con il cattolicesimo in modo tale per cui i laici parlano con una compunzione da ecclesiastici, sacerdoti del politicamente corretto, e gli ecclesiastici si travestono da professori di sociologia.
Si giunge così al trionfo dei diritti a protezione delle minoranze. Le minoranze, per il progressista secolarizzato, sono l'unica dimensione che deve essere protetta ad ogni costo. Sul punto è ancora Calasso ad illuminare il nostro cammino:
Homo saecularis non è così contrario alle religioni in sé. Le religioni somigliano molto alle ideologie - e con queste ultime è abituato ad avere a che fare ogni giorno. Chi dice di essere cristiano non deve essere molto diverso da chi dice di essere vegetariano. Sono tutti gruppi, comunità, confraternite. Si può essere comunisti - come anche culturisti. Ogni scelta va rispettata. Sono tutte minoranze. Nicchie. Quel che Homo saecularis non riesce a cogliere è il divino. Non sa situarlo. Non rientra nell'ordine delle cose. Delle sue cose.
Il progressista cosmopolita è un turista che si contrappone ai nativi. I turisti sono curiosi, simpatetici, spesso impressionati e sempre accompagnati dal pensiero rassicurante di poter fare ritorno al luogo da cui sono partiti. I turisti sono disponibili e flessibili rispetto ai nativi, sono pronti a visitare altri luoghi sempre più lontani, che forniscono un senso di legittimazione alla propria superiorità civile e antropologica.
Scrive Calasso che "col tempo (…) si è venuta ad affermare l'idea che il turista sia il cittadino di uno Stato composto da innumerevoli enclave incuneate in altrettanti Stati, dove finalmente gli abitanti sono sottratti allo shock permanente dell'estraneità, chiudendosi in compound e resort. Là, anche se incontreranno persone di altre nazioni, le considereranno innanzitutto come appartenenti ad una vasta entità turistica sovranazionale, a cui loro stessi sanno di appartenere. Tutto questo ha molto a che fare con il formarsi di una categoria che ha finito per imporsi come normale. È la categoria della bigotteria planetaria, controparte di ogni fondamentalismo". Tuttavia, il civilizzato-cosmopolita non si accontenta di fare soltanto il turista. Non solo film e foto, ma il progressista cosmopolita si impone di tornare a casa pieno di buone azioni. Conclude il patron di Adelphi che "il mondo secolare ignora la grazia, ma continua a sentire un acuto bisogno di salvarsi. E l'unica altra via è quella dei meriti, che vanno dall'educazione di bambini nativi al salvataggio delle tartarughe e culminano in una 'donazione'. Così si eviterà l'imbarazzo dell'elemosina, data a ignoti. Mentre la 'donazione' è destinata ai nativi che si conoscono".
Il civilizzato-cosmopolita non si accontenta di fare soltanto il turista. Non solo film e foto, ma il progressista cosmopolita si impone di tornare a casa pieno di buone azioni.
Il progressista cosmopolita si colpevolizza per la superiorità economica del mondo da cui proviene ed espia le proprie colpe con il turismo sociale e con l'accoglienza, magari finanziata dalle imposte di tutti. Quest'ultima passa dalla distorsione concettuale della tolleranza che passa dall'essere il riconoscimento della diversità, all'apertura indiscriminata verso tutti, all'eliminazione dei confini e delle culture. Ancora una volta: un solo tipo d'uomo, capace di formattare qualsiasi diversità ancestrale, civilizzato, razionale, aperto, accogliente e dominato dall'applicazione di una visione pedagogica-ortopedica verso coloro che non si sono ancora adeguati al nuovo modello antropologico. Prendendo in prestito dallo storico Giovanni Orsina l'espressione "visione pedagogica-ortopedica" si vuole indicare l'idea, sostanziale, per la quale il popolo non vada bene e che debba essere cambiato, o meglio migliorato, dalla politica, cioè da un'illuminata élite partitica. Per il progressista cosmopolita i cittadini devono dunque essere moralizzati attraverso le istituzioni e la politica deve fornire un codice etico, razionale, morale a cui tutti devono uniformarsi. Quando ciò non accade, il problema ricade sul popolo ignorante, totalitario, incivile.
Augusto Del Noce, alla fine degli Anni Sessanta, già scorgeva in questa intransigenza del politicamente corretto il paradosso per cui "la prospettiva prossima nell'eventualità del successo del progressismo è il conservatorismo più dispotico che si è mai avuto nella storia. Tale perché il suo assunto è cancellare totalmente l'idea di un'altra realtà, o terrena o celeste.". Inoltre, il progressismo è sempre permeato dall'egualitarismo, nelle parole dell'Eugenio Montale dell'Auto da fè, questo consiste "nel fare sempre più e sempre più velocemente quello che fanno tutti: e nel fare che questo sia fatto da tutti, senza colpevoli astensioni".
Riepilogando, il civilizzato cosmopolita ha ridotto l'essere umano, nella sua intrinseca e insondabile complessità, ad un unico tipo d'uomo. Un uomo ad una sola dimensione. In questa dimensione il sacro è rifuggito perché nulla può essere considerato superiore all'essere umano, ne consegue che gli unici valori accettati sono quelli dell'apertura, dell'accoglienza, dell'assenza di confini, dell'eguaglianza. In questo modo viene espunta la verticalità del mondo e i concetti ad essa limitrofi, come doveri, autorità, confini, sostituendola con una artificiale orizzontalità, basata su diritti, rete, parità; le identità culturali, religiose, nazionali vengono rigettate come espressione del passato e la storia è un progresso in linea retta secondo la quale tutto potrà andare solo per il meglio, cioè a favore dell'eliminazione progressiva dell'irrazionalità e dell'imponderabile dalla vita umana; ciò che rimane all'essere umano è solamente una sterminata serie di diritti garantiti da una sovrabbondante legislazione; quest'uomo ad una dimensione, inoltre, non deve essere un produttore di ricchezza radicato sul territorio, ma un consumatore sradicato che fa del proprio cosmopolitismo solidale il mezzo attraverso il quale l'Occidente è chiamato ad espiare le proprie colpe verso il resto del mondo.
In questa antropologia progressista esistono, dunque, soltanto minoranze che devono essere protette a qualunque costo attraverso la proliferazione del diritto; le leggi devono assicurare eguaglianza totale rispetto agli altri a chiunque si proclami minoranza, mentre chi non rientra in nessuna di esse è sempre un soggetto potenzialmente pericoloso. Chiunque si sottragga a ciascuna di queste assunzioni deve essere sottoposto alla pedagogia progressista, il legno storto deve essere raddrizzato, e qualora la riconversione non accada è bene esiliare, espellere, censurare coloro che non si adeguino alla logica dell'eguaglianza bocciandoli come personalità inclini al fascismo, alla tirannia, alla persecuzione del diverso. Questo è il politicamente corretto di cui ogni giorno il progressista cosmopolita si fa portatore, impositore e censore.
Il legno storto deve essere raddrizzato, e qualora la riconversione non accada è bene esiliare, espellere, censurare.
Una dogmatica verso cui ribolle quello che Carl Schmitt chiamava il "politico" per indicare la dialettica amico-nemico, la contrapposizione atavica tra gruppi e culture diverse. Un conflitto che non può essere completamente eliminato o addomesticato dalla razionalità e dalle regole che essa cerca di imporre come quelle liberal-progressiste. Scontro di sottofondo incomprimibile anche nelle età più pacifiche e prospere della storia perché proprio dell'essere umano; melancolia, per dirla con il giurista-filosofo Pierangelo Schiera, sentimento che si manifesta nella trasgressione delle regole sociali imposte dall'alto e sottrae l'individuo al disciplinamento del potere razionale. L'elemento più profondo, irrazionale, emotivo dell'uomo periodicamente riaffiora sulla superficie politica e ribalta il tavolo della razionalità progressista. Come notava Gianfranco Miglio il "politico" ha sempre effetti "disordinanti" rispetto alla realtà immaginata dai progressisti. Su questi scogli dell'animo umano s'infrange il mito del progresso e il suo equivoco si mostra.
Scriveva lo storico Johan Huizinga nel suo saggio del 1937 intitolato "La crisi della civiltà" avvertendo il grande equivoco di fondo del progressismo: "Progresso, in sé, non implica che il senso di movimento in una direzione, e lascia impregiudicato se al termine di esso stia la salvezza o la rovina." Solamente un ottimismo superficiale ha potuto confondere "la fiducia nel 'più grande e più buono' col concetto puramente geometrico del procedere innanzi". Ed è la cultura degli ottimisti superficiali che oggi sta entrando in una profondissima crisi.
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3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.