29 Maggio

La crisi e l'orologiaio del Quirinale

Di Maio affida il suo destino di leader alla piattaforma Rousseau, Salvini incontra Conte e calcola la durata del governo. L'ingranaggio di Palazzo Chigi è rotto, le lancette girano vorticosamente, tra poco sarà Mattarella a dettare i tempi della crisi

Cosa bolle in pentola? La crisi vera. Finora tutto quello che abbiamo visto era solo il borbottìo di una caffettiera, una moka carica e gorgogliante che può sversare un po' di caffè ma niente di grave, quello che è partito domenica sera linvece è un grande incidente di cucina politica, perché il voto europeo ha innescato un processo di più grandi dimensioni e con uno scenario finalmente chiaro. Primo (Salvini), secondo (Zingaretti) e terzo (Di Maio) ora sono esposti in vetrina, chi ha vinto comincia a esercitare il suo potere reale, chi ha perso cerca di difendere il suo feudo, perfino il Pd pur esibendo una vittoria-non-vittoria e una sconfitta-non-sconfitta, da quel limbo può guardare al voto anticipato con più fiducia (ma attenzione ai voli con le ali di cera) e sperare di incassare subito il consenso. La Lega ha una doppia strategia: può continuare l'avventura del governo giallo-verde, oppure andare direttamente all'incasso elettorale (occhio, non è il voto europeo), è in una posizione win win. La parabola dell'esecutivo descritta da List in questi mesi si è realizzata: previsione dell'arrivo del Governo Frankenstein, messa in produzione dell'unico format di maggioranza possibile, assemblaggio dei pezzi della "creatura", partenza a razzo con grande ruggito, luna di miele con il paese, prime difficoltà sulla legge di Bilancio a dicembre, segni di chiaro rigetto degli organi a gennaio, crisi aperta in febbraio, incomunicabilità a marzo, preparazione della guerra a aprile e conflitto totale in maggio.

La politica e l'amore hanno una cosa grande in comune: la sfida del tempo. L'orologio e l'orologiaio, la parola "durare".

I segni di cedimento strutturale del rapporto oggi sono evidenti: la leadership di Luigi Di Maio è compromessa, potrà anche andare avanti, ma è ammaccata dall'impatto della locomotiva del voto; il potere di Matteo Salvini è immensamente più grande della...


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