1 Agosto

La debolezza di Francoforte

La stretta monetaria della Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde viene criticata dai leader politici (compreso Macron). Il rallentamento del Pil dell'Italia, i numeri del mercato del lavoro (che va bene) e il vero problema che presenterà il conto: il rialzo dei tassi ha fermato l'accesso al credito di famiglie e imprese

Come va l'economia italiana? Va che l'effetto della stretta monetaria della Banca centrale europea ha innescato il testacoda: curi l'inflazione (in calo a +5,3% in luglio) ma se non dosi con prudenza i rialzi dei tassi finisci per regalare al paziente un'altra malattia, la recessione. La produzione italiana per la prima volta da molto tempo frena bruscamente. Commento dell'Istat sui dati pubblicati oggi: "L’economia italiana registra una flessione dello 0,3% nel secondo trimestre del 2023 rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata positiva in misura dello 0,6%. Alla discontinuità dell’andamento congiunturale nel secondo trimestre, fa fronte l’evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6%, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva". Che calo è? Stiamo per entrare nell'era glaciale (in piena estate) o si tratta solo di un temporale che passerà? Lasciate perdere i titoli dei giornali, il "crollo" non c'è, ecco i grafici dell'Istat: 

Il profeta di sventura prima o poi c'azzecca, ma oggi no: Wall Street scommette sul calo dell'inflazione e sulla fine della stretta monetaria della Federal Reserve, l'Europa dà segni di vitalità, in casa abbiamo l'indice Pmi manifatturiero fresco di stampa che è al di sopra delle attese (44,5), i dati diffusi oggi da Istat sull'occupazione sono molto positivi (+82 mila posti di lavoro a giugno rispetto al mese precedente e disoccupazione in calo al 7,4%). Il disastro? Non esageriamo, i numeri sono un mix barometrico che per ora è un esercizio divinatorio sotto l'ombrellone. Tre grafici, l'Italia del lavoro è questa: 

Le ragioni del calo del Pil? Sono spiegate da Istat: "Questo risultato, di cui va messa in evidenza la natura preliminare è dovuto ad una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. Dal lato della domanda...


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