22 Maggio
La democrazia dei portavoce
La strategia di Salvini e Di Maio di lasciare Palazzo Chigi a un premier terzo è chiara: i tecnici sono deputati all’amministrazione, mentre i leader politici continueranno a sovraesporsi per alimentare il consenso. Lorenzo Castellani fa un viaggio nel primo governo populista d'Europa.
di Lorenzo Castellani
In Italia nascerà il primo governo populista d’Europa. A guidarlo, salvo sorprese dell’ultima ora, sarà il professor Giuseppe Conte. L’Italia torna ad essere il più importante laboratorio politico del mondo occidentale mostrando i cambiamenti a cui è sottoposta la democrazia nel Ventunesimo secolo. Il nuovo esecutivo assomma su di sé una serie di particolarità che meritano di essere analizzate senza pregiudizi moraleggianti o ideologici.
- L’esecutivo è politico. Si è parlato di governo tecnico poiché il premier sarà un accademico che non ha mai fatto politica prima d’oggi. Tuttavia, l’esecutivo è tout court politico sia perché deriva da un patto tra le due forze politiche vincitrici delle elezioni sia perché il professor Conte sarà attorniato da una squadra formata soltanto da politici del Movimento 5 Stelle e della Lega. Se il termine “tecnico” valeva per Mario Monti (2011) e Carlo Azeglio Ciampi (1993, ma quest'ultimo aveva al suo interno ministri politici), questa classificazione non vale per il nuovo governo anti-establishment, che pare assomigliare invece più ad un governo politico guidato da un tecnico d’area, come quello di Giuliano Amato nel 1992.
- Il tecnopopulismo. Certo, che il premier sia uno sconosciuto è senza dubbio elemento fuori dal comune, soprattutto nell’era della fast democracy dove le leadership tendono ad occupare tutto il centro della scena. Eppure questa non era una soluzione del tutto imprevedibile poiché le forze politiche nuove avevano due necessità: da un lato legittimarsi con un “alto profilo” nuovo e diverso dai soliti boiardi di Stato, dall’altro trovare un accordo su un nome terzo, accettabile dai partiti e dal Presidente Mattarella. Inoltre “staccare la spina” ad un tecnico per tornare ad elezioni viene considerato dai leader più semplice che non a governi guidati da loro stessi e non è detto che ciò non possa avvenire da qui...
di Lorenzo Castellani
In Italia nascerà il primo governo populista d’Europa. A guidarlo, salvo sorprese dell’ultima ora, sarà il professor Giuseppe Conte. L’Italia torna ad essere il più importante laboratorio politico del mondo occidentale mostrando i cambiamenti a cui è sottoposta la democrazia nel Ventunesimo secolo. Il nuovo esecutivo assomma su di sé una serie di particolarità che meritano di essere analizzate senza pregiudizi moraleggianti o ideologici.
- L’esecutivo è politico. Si è parlato di governo tecnico poiché il premier sarà un accademico che non ha mai fatto politica prima d’oggi. Tuttavia, l’esecutivo è tout court politico sia perché deriva da un patto tra le due forze politiche vincitrici delle elezioni sia perché il professor Conte sarà attorniato da una squadra formata soltanto da politici del Movimento 5 Stelle e della Lega. Se il termine “tecnico” valeva per Mario Monti (2011) e Carlo Azeglio Ciampi (1993, ma quest'ultimo aveva al suo interno ministri politici), questa classificazione non vale per il nuovo governo anti-establishment, che pare assomigliare invece più ad un governo politico guidato da un tecnico d’area, come quello di Giuliano Amato nel 1992.
- Il tecnopopulismo. Certo, che il premier sia uno sconosciuto è senza dubbio elemento fuori dal comune, soprattutto nell’era della fast democracy dove le leadership tendono ad occupare tutto il centro della scena. Eppure questa non era una soluzione del tutto imprevedibile poiché le forze politiche nuove avevano due necessità: da un lato legittimarsi con un “alto profilo” nuovo e diverso dai soliti boiardi di Stato, dall’altro trovare un accordo su un nome terzo, accettabile dai partiti e dal Presidente Mattarella. Inoltre “staccare la spina” ad un tecnico per tornare ad elezioni viene considerato dai leader più semplice che non a governi guidati da loro stessi e non è detto che ciò non possa avvenire da qui a qualche mese. I populisti, e in particolare modo i Cinque stelle, non hanno mai rinnegato di voler ricorrere ai tecnici. Se si osserva la scelta in controluce si vedrà come anti-politica e tecnocrazia sono due facce della stessa medaglia per sostituire la politica tradizionale. La prima agisce verso il basso con la retorica contro la casta, la seconda verso l’alto manifestando la necessità che i competenti mettano mano ai problemi del paese. Il risultato è una regime misto in cui la nuova politica non può rinunciare alla tecnica. Contrariamente agli allarmi lanciati negli ultimi anni dai media mainstream sulla fine della competenza in politica.
- Il Gentiloni dei populisti. Una volta compreso che la partita per la premiership era compromessa Salvini e Di Maio hanno optato per una soluzione in stile Gentiloni. Conte e l’ex Presidente del Consiglio sono figure molto diverse, uno è un politico puro e navigato l’altro un tecnico di valore e politicamente inesperto, ma emanano la stessa luce e assolvono la stessa funzione: quella del basso profilo mediatico e della figura dialogante tra i membri della coalizione. O meglio questa è l’idea iniziale dei due partiti che però, con questa scelta, hanno deciso di correre qualche rischio. Il Professor Conte è come il The Young Pope di Paolo Sorrentino, un potere invisibile, che non si è mai mostrato al pubblico e per questo difficile da misurare. Può rivelarsi docile e capace oppure flemmatico e soporifero o peggio ingestibile e ambizioso oppure tutte queste cose diversamente assortite. Insomma è un premier al buio, certo controllato dai due partiti e dal contratto di governo, ma un “partito di Palazzo Chigi” per allungare la vita dell’esecutivo e indirizzare certe politiche è sempre in agguato. Per informazioni citofonare a casa Renzi e chiedere della durata al governo di Paolo Gentiloni.
- La democrazia dei portavoce. Cosa faranno Matteo Salvini e Luigi Di Maio? Otterranno dei ministeri pesanti, ma non smetteranno di essere gli speaker dei propri partiti. Servirsi di Conte rientra anche in questo gioco cioè separare la politica dal governo. Oggi un premier è oberato da impegni istituzionali, europei ed internazionali, mentre i leader politici hanno le mani molto più libere pur essendo ministri. I due partner della coalizione possono controllarsi meglio a vicenda, marcandosi stretti e continuare la campagna elettorale permanente in cui sono abituati a muoversi. Le webcam del leader leghista e di quello pentastellato, insomma, non si spegneranno. Lo stesso Di Maio ha dichiarato “il nostro leader è il programma” ed il premier sarà “un esecutore”. L’operazione è chiara: i tecnici (o i politici soft come Gentiloni) sono deputati all’amministrazione, mentre i leader politici continueranno a sovraesporsi per alimentare il consenso. Il caso Renzi ha mostrato, infatti, quanto un leader possa diventare debole nel momento in cui è chiamato a concentrare su se stesso sia le scelte governative che la comunicazione politica. Nasce così, nella repubblica parlamentare italiana, la democrazia dei portavoce in cui il potere politico comunica mentre il potere esecutivo è impersonato da un amministratore silente che si occupa di tradurre il programma in politiche concrete.
- Il nodo di via XX Settembre. Il ministero chiave di ogni governo democratico è quello dell’Economia e Finanza e il nome prescelto dalla coalizione anti-establishment pare essere quello di Paolo Savona, uno dei più eminenti economisti italiani. Savona è un tecnico di altissimo livello ed è già stato ministro dell’industria. Al contrario di Conte, dunque, non difetta di esperienza politica. Su questo nome si gioca un pezzo del significato del governo populista, per una serie di motivi. Il professore è un euroscettico, nelle sue pubblicazioni ha espresso argomentate critiche alla moneta unica ed è un revisionista dei trattati europei, che a suo avviso vanno cambiati per restituire all’Italia una sovranità maggiormente bilanciata. È un nome avanzato dalla Lega, ma accettabile dal Movimento 5 Stelle. Tuttavia, sulla strada verso via XX Settembre del Professor Savona pare esserci il Colle. Le idee euroscettiche non sono gradite al Presidente Mattarella, che è pur sempre stato eletto con i voti del Partito Democratico ed ha sempre espresso una visione fideistica sull’Unione Europea. Se salta il nome di Savona, può sgretolarsi il senso del governo populista poiché sarebbe molto più difficile garantire per la Lega, e per il pezzo più oltranzista del Movimento 5 Stelle incluso Beppe Grillo, un atteggiamento critico nei confronti dell’Europa. Con un Ministro dell’Economia “moderato” ed “europeista”, infatti, l’intero esecutivo virerebbe verso un esperimento temporaneo e con poco senso politico. Come scritto, inoltre, Giuseppe Conte è un premier al buio, le cui idee sull’Europa sono ignote e qualora fossero più inclini alla moderazione del previsto Paola Savona, come ministro dell’Economia, sarebbe il contrappeso giusto per evitare un appiattimento eccessivo ai voleri di Bruxelles. Nei prossimi giorni vedremo se si arriverà al cortocircuito tra il Quirinale e i nomi proposti dal duo Salvini - Di Maio. Un veto espresso sul nome di Savona, con una forte ingerenza da parte del Presidente Mattarella, potrebbe svuotare l’anima del governo Frankenstein e ridurlo ad un esperimento di transizione. Uno scenario che le forze anti-establishment non possono permettersi e che, di fatto, farebbe precipitare il Paese verso imminenti elezioni nell’arco di pochi mesi.
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tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.