19 Ottobre
La democrazia? Funziona se è meno democratica
Un colloquio di Lorenzo Castellani con Parag Khanna. "Il capitalismo finanziario sta indebolendo troppo l’Occidente, mentre in Asia il capitalismo è gestito dallo Stato, sono i governi a guidare e non viceversa". “Un europeo che oggi ha trent’anni ha vissuto una condizione d’impoverimento o di compressione delle opportunità". Un viaggio tra l'ascesa dell'Oriente e il declino dell'Occidente
di Lorenzo Castellani
Parag Khanna è uno dei saggisti più venduti e conosciuti al mondo. Di origini indiane, è cresciuto in Germania, ha studiato negli Stati Uniti e alla London School of Economics. Oggi vive tra l’America e Singapore dove lavora come ricercatore e consulente. Ha riportato la geografia politica sulla scena internazionale attraverso bestseller come I tre imperi, L’età ibrida, Connectograhpy, Il ritorno della Città Stato, tutti scritti tra i 25 e i 40 anni. In un pomeriggio d’ottobrata romana si è prestato ad una lunga chiacchierata con List per raccontare di “The future is Asian”, il suo prossimo libro che uscirà in italiano nella primavera 2019 per Fazi Editore.
È bene essere chiari: Khanna è molto lontano dal clima liberale, conservatore e realista che si respira su questo taccuino. È un pensatore radicale, teorico della tecnocrazia, velatamente a-democratico, estremamente pragmatico, convinto che la globalizzazione sia un fenomeno irreversibile ed estremamente positivo. Da qui nasce, non solo per questioni biografiche, il suo interesse per l’Asia: il continente che ha vinto più di ogni altro la sfida della globalizzazione. Una parte di mondo piena di contraddizioni e crescita esplosiva.
Il discorso inizia da qui, il confronto tra la generazione occidentale e quella asiatica. “Un europeo che oggi ha trent’anni ha vissuto una condizione d’impoverimento o quantomeno di compressione delle opportunità rispetto alle precedenti generazioni, le sicurezze si sono sgretolate, la fiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche è scesa in picchiata”, dice Khanna. Al contrario “un asiatico ha visto decuplicare il proprio reddito famigliare, ha avuto accesso ad una istruzione incomparabilmente migliore rispetto a quella dei propri genitori, si è proiettato oltre confine, ha maturato una grande fiducia nel fatto che i governi possano migliorare la vita dei cittadini. E’ una distanza siderale”. E la...
di Lorenzo Castellani
Parag Khanna è uno dei saggisti più venduti e conosciuti al mondo. Di origini indiane, è cresciuto in Germania, ha studiato negli Stati Uniti e alla London School of Economics. Oggi vive tra l’America e Singapore dove lavora come ricercatore e consulente. Ha riportato la geografia politica sulla scena internazionale attraverso bestseller come I tre imperi, L’età ibrida, Connectograhpy, Il ritorno della Città Stato, tutti scritti tra i 25 e i 40 anni. In un pomeriggio d’ottobrata romana si è prestato ad una lunga chiacchierata con List per raccontare di “The future is Asian”, il suo prossimo libro che uscirà in italiano nella primavera 2019 per Fazi Editore.
È bene essere chiari: Khanna è molto lontano dal clima liberale, conservatore e realista che si respira su questo taccuino. È un pensatore radicale, teorico della tecnocrazia, velatamente a-democratico, estremamente pragmatico, convinto che la globalizzazione sia un fenomeno irreversibile ed estremamente positivo. Da qui nasce, non solo per questioni biografiche, il suo interesse per l’Asia: il continente che ha vinto più di ogni altro la sfida della globalizzazione. Una parte di mondo piena di contraddizioni e crescita esplosiva.
Il discorso inizia da qui, il confronto tra la generazione occidentale e quella asiatica. “Un europeo che oggi ha trent’anni ha vissuto una condizione d’impoverimento o quantomeno di compressione delle opportunità rispetto alle precedenti generazioni, le sicurezze si sono sgretolate, la fiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche è scesa in picchiata”, dice Khanna. Al contrario “un asiatico ha visto decuplicare il proprio reddito famigliare, ha avuto accesso ad una istruzione incomparabilmente migliore rispetto a quella dei propri genitori, si è proiettato oltre confine, ha maturato una grande fiducia nel fatto che i governi possano migliorare la vita dei cittadini. E’ una distanza siderale”. E la democrazia? Il liberalismo? In Asia esiste in forme flebili, il capitalismo si basa sull’omologazione e sull’annullamento dell’individuo come ci rammenta Carl Wittifogel in un fondamentale libro sul dispotismo asiatico. Khanna risponde che ci sono stati degli avanzamenti, che non è possibile ragionare sempre con le categorie dell’eurocentrismo poiché parliamo di una cultura politica radicalmente diversa ma che i livelli di corruzione e d’instabilità politica in Asia si sono abbassati ovunque. Mentre parla mulina con il Macbook Air, mostra classifiche a supporto delle sue tesi, correlazioni positive tra l’effettività del governo e la fiducia nello stesso, disegna mappe con il suo compasso di geografo politico. È un pragmatico, Khanna, per cui il compito dei governi è garantire una eccellente qualità di servizi in rapporto alle tasse, poco importa che ci sia alternanza o meno alla vetta del potere.
È il sogno di Singapore, l’efficienza come principio assoluto, il dominio della tecnocrazia, le città metropolitane che prevalgono sullo Stato-nazione. “Oggi”, sostiene, “gli occidentali utilizzano i social per generare fake news e dividere profondamente l’elettorato, mentre nessun governo ha concepito delle app con cui consultare la popolazione rispetto alle decisioni amministrative. Il contrario esatto di ciò che accade nelle città asiatiche più avanzate”. Serve una forma diversa di democrazia, una tecnocrazia partecipativa, sostiene con una sfrontatezza che nessun intellettuale occidentale avrebbe potuto sfoggiare. Ecco il radicalismo del pensatore globale.
"Un europeo che oggi ha trent’anni ha vissuto una condizione d’impoverimento o quantomeno di compressione delle opportunità rispetto alle precedenti generazioni, le sicurezze si sono sgretolate, la fiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche è scesa in picchiata”
Contrariamente all’establishment liberal di casa nostra, però, Khanna ha il coraggio di contestare apertamente il sistema liberal-democratico, di sostenere che l’immigrazione va governata e che la sicurezza pubblica e il conservatorismo sociale asiatico sono da considerare degli aspetti positivi. E l’Occidente s’innamora dell’Asia? Ci sono chiari sintomi, dice vestendo ora i panni dell’analista. Gli asiatici, non soltanto i cinesi, portano i soldi in Europa per investire nelle vostre imprese, mentre i vostri professionisti, ingegneri, prodotti solcano la via della seta. È uno scambio molto più forte di quello che intercorre tra Asia e Stati Uniti. Gli asiatici prima dell’America hanno in mente una grande area asiatica, europea ed africana. Per questo “è ridicolo che Trump si preoccupi tanto dei cinesi, che esportano molto di più in Europa e altri paesi dell’Asia”. Inoltre, sostiene Khanna, è sin dai tempi della dinastia Ming che i cinesi puntano ad allungare le mani sull’Africa. E anche qui precisa “tutti parlano della Cina in Africa, ma sottovalutano l’India che sta conducendo una azione ancora più incisiva sia in termini di investimento che di presenza sul territorio”.
"Tutti parlano della Cina in Africa, ma sottovalutano l’India che sta conducendo una azione ancora più incisiva"
Esiste un sistema asiatico? “Questo è il punto centrale del nuovo libro: l’Asia si sta asianizzando, sta prendendo coscienza di se stessa come area geografica. I grandi paesi del Continente hanno rinsaldato le relazioni diplomatiche, avviato trattati commerciali, partnership regionali, infrastrutture condivise. Insomma, c’è un grande fermento di socializzazione.” È una vastissima rete l’Asia di Parag Khanna, in cui viadotti, grattacieli, ponti, porti, aeroporti, binari si snodano nel più grande continente del pianeta, miliardi di esseri umani. Nasceranno delle strutture istituzionali sovranazionali come in Europa? “Impossibile. Ci sono ancora troppe differenze e frizioni, l’Asia è fisiologicamente multipolare, ma ciò non significa che non possa percepirsi come un grande spazio geografico”.
Le valutazioni più interessanti l’intellettuale indiano le esprime sul piano economico poiché “il capitalismo finanziario sta indebolendo troppo l’Occidente, mentre in Asia il capitalismo è gestito dallo Stato, sono i governi a guidare e non viceversa.” Cosa possiamo imparare dagli asiatici, dunque? “In molti paesi dell’Asia il grande capitale è costretto a reinvestire obbligatoriamente gli utili a fini sociali, si finanziano scuole, ospedali, infrastrutture mentre in Occidente, negli Stati Uniti soprattutto, tutto finisce nelle tasche di CEO ed azionisti. Il rischio di crisi aumenta così come l’insofferenza verso governi incapaci di domare gli squilibri socio-economici. Servirebbe un rapporto più forte tra capitale e lavoro. Questa è la lezione asiatica per gli occidentali.”
"Il capitalismo finanziario sta indebolendo troppo l’Occidente, mentre in Asia il capitalismo è gestito dallo Stato, sono i governi a guidare e non viceversa"
È globalista, tecnocratico, ma anche corporativo questo geografo che corre per la storia e per i grandi spazi. La sua versione non convince del tutto chi è cresciuto leggendo i classici dell’antichità, la polis e la res publica, del liberalismo, l’individuo e lo Stato, e del conservatorismo, la famiglia, la religione e le associazioni. Fatica a seguire completamente il pensiero di Parag Khanna colui che è portatore di un romanticismo decadente che solo gli europei sanno avvertire, chi non riesce ancora a vedere soluzioni teoriche e pratiche alla crisi della democrazia liberale, chi è stato costretto dalla storia contemporanea a vivere sulla difensiva perché appartiene alla generazione d’europei di cui si discuteva in principio. Tuttavia, c’è lo stimolo della curiosità intellettuale di chi fornisce una visione inedita, estrema, portata a radere al suolo i “miti” del nostro spicchio di mondo come la grande politica, lo Stato-nazione, l’occidentalismo.
Certo su un punto c’è accordo: i governi e le democrazie dell’Occidente vivono una crisi di legittimità. I cittadini di questa parte di mondo si fidano sempre meno della classe politica, non credono più alle promesse di sviluppo ed apertura, un popolo stanco di obbedire ad istituzioni sovranazionali che rispondono una visione culturale che è sempre più evanescente e superata dai fatti. Traballano le regole, oscilla il consenso, si diffonde il pessimismo perché le coscienze sono entrate in subbuglio, convinti di essere dal lato sbagliato della globalizzazione. Da questo punto comune, allargando l’obiettivo sul mondo, la versione di Khanna apre spiragli inquietanti e quindi meritevoli di meditazione. Fratture che confermano i sentori di un mondo che evolve e si apre verso altre direzioni, un centro che sfugge, una egemonia non solo politica ed economica, ma anche culturale che si muove verso oriente, dove il sole sembra sorgere sempre più rapido e sempre più alto.
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l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
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Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.