26 Novembre

La fine dell'era Merkel, il non inizio di Macron

Nell'agenda della settimana le mosse della Cancelliera e del Presidente. In Germania cominciano le assemblee della CDU, il nuovo leader del partito a inizio dicembre. Terzo calo consecutivo dell'indice IFO sulla fiducia delle imprese: "L'economia si sta raffreddando". Macron martedì proverà a placare la protesta dei gilet gialli. E a Roma che fanno? Il governo farà scattare (forse) le riforme più tardi per abbassare il deficit e trattare con l'Ue

Saranno Germania e Francia questa settimana a dominare l'agenda. Parigi e Berlino sono i due paesi al centro di una trasformazione che avanza a ondate: le elezioni regionali in Germania e le proteste sulla politica del governo in Francia sono il segnale di una situazione di deterioramento alla quale Merkel e Macron stanno cercando di rispondere. La realtà è che la Cancelliera e il Presidente sono due figure che appartengono a una storia in declino, sono già ombre del passato. Potrebbero riemergere in piena luce? Per la Merkel è impossibile, per Macron è un'impresa disperata. A Londra Theresa May comincia il suo lavoro di uncinetto parlamentare per convincere Westminster a votare l'accordo siglato ieri con l'Unione europea, per ora la maggioranza sembra non esserci. E l'Italia?

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Deficit e sindrome del babbo

Nel frattempo il governo italiano è alle prese con i dilemmi interiori: Essere o Avere? Vivere o morire? Sovranisti o contorsionisti? Siamo di fronte  un problema che si risolverebbe facendo politica, mettendo nero su bianco provvedimenti alternativi. Fioccano naturalmente le interviste, oggi in svariate pagine: Bonafede, Siri e altri. Non dicono quasi niente, ma l'importante è apparire.  C'è un problema babelico nell'esecutivo, non si capiscono né la linea né le competenze dei vari ministri, leader e sottopanza. Ritardare l'execution di reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni (dicono sia questa l'ipotesi, per ora non c'è un fico secco) significa due cose: o non sono pronti o non ci sono i soldi. Probabilmente le due cose vanno messe insieme. Sarebbe stato molto più lineare e chiaro tagliare gli 80 euro o far scattare le clausole l'Iva per finanziare con meno incertezze il programma di governo. Invece ogni giorno c'è qualcosa che balla il fox trot. Siamo in condizioni di sospensione dalla realtà, il consenso del governo è altissimo, ma nessuna luna di...


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