6 Aprile

La Finlandia è la prova degli errori politici di Putin

La guerra in Ucraina ha condotto all'allargamento della Nato, sul campo di battaglia non c'è un esito finale da portare sul tavolo del negoziato con Kiev (e gli Stati Uniti). I limiti della strategia dell'uomo del Cremlino svelati dall'adesione di Helsinki all'Alleanza Atlantica. Una storia di confini e schieramento di missili e carri armati

di Marco Patricelli

Il fallimento politico dell’Operazione militare speciale di Vladimir Putin contro l’Ucraina, nonostante il successo sul campo, è eclatante alla luce del risultato dell’adesione della Finlandia alla Nato. Se lo sbandierato scopo di piegare Kiev era di impedire un’espansione dell’Alleanza Atlantica e l’allargamento dei confini da sorvegliare, i numeri sono più eloquenti di qualsiasi ghirigoro interpretativo: il 24 febbraio 2022 la Russia doveva tenere d’occhio 1.198 chilometri di frontiere, il 3 aprile 2023 con l’ingresso di Helsinki se ne sono aggiunti altri 1.335, portando il totale a 2.533. Un’enormità che fa tremare i polsi agli strateghi militari. Persino chi con gli scenari di guerra ha confidenze limitate a qualche allegra partita tra amici a Risiko, sa bene che in avvio del gioco non si possono mettere i carrarmatini colorati a presidio di tutti i territori, perché è la maniera migliore per perderli uno dopo l’altro. La scelta della Finlandia, in attesa del superamento del veto turco sulla Svezia che non combatte un conflitto dai tempi di Napoleone e ha fatto del neutralismo una filosofia fino alla Guerra Fredda compresa, è l’ennesimo passaggio abbastanza scontato dal rimescolamento globale dal crollo dell’Unione Sovietica.

L’ombrello Nato è necessario – e per alcuni Paesi addirittura vitale – come deterrente al revanscismo russo, già impero zarista, già impero bolscevico, già reinfiammato dal nazionalismo putiniano che non si è fatto mancare ingerenze anche pesanti nelle nazioni che considera il giardino di casa come Georgia, Armenia, Azerbaijan e, buon ultima e a livelli devastanti, Ucraina. Il disastro totale dell’apparato militare sovietico è stato affrontato da Putin con cure da cavallo per tornare superpotenza. Pochi ricordano il post 1989, quando i soldati si vendevano di tutto, dalle uniformi ai khalashnikov, andando a far prosperare i mercatini delle pulci e il mercato nero delle armi, quando i...


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