22 Ottobre
La Germania prima di tutto
Record della produzione industriale e nuova politica del rigore in Europa. Primo bersaglio: la flessibilità all'italiana. Lo scenario dopo l'uscita di Schäuble dal ministero delle Finanze. Il Pd ha dieci anni: è già vecchio
La Germania prima di tutto. Il voto tedesco sta decantando, il polverone sui destri e i sinistri in Parlamento si sta posando e ora comincia a vedersi, spumeggiante come una birra, l'essenza al doppio malto di quel voto: la Germania prima di tutto.
Un paese che oggi ha messo a segno il miglior balzo della produzione industriale degli ultimi sei anni (+ 2.6 per cento in agosto), si interroga sulla sua capacità di sfidare i titani della rete Made in America (titolo di Handelsblatt: "La Germania può competere con Amazon?"), è ancorata all'Europa ma guarda all'Asia come mercato (e non solo) sul quale catapultarsi con sempre più vigore.
La forza della Germania. La produzione industriale vola, trainata da un eccezionale + 10.8 per cento del settore dell'automobile, e su queste solide fondamenta la cancelliera Merkel ha avviato i colloqui per la formazione del nuovo governo Jamaica con i Verdi e i liberali di FDP. Né i primi né i secondi saranno alleati facili, l'accomodante presenza dei socialdemocratici senza un programma chiaro e distinto da quello della CDU, è finita. E forse è un bene. Anche per l'Europa. L'arte diplomatica di Angela Merkel è sempre stata quella di sminuzzare e far proprie le idee che venivano di volta in volta proposte dai suoi partner di governo. Con i Verdi e FDP ci sarà un cambio di rotta, soprattutto sull'economia dove i liberali peseranno parecchio. Sarà loro il ministero delle Finanze e faranno apparire "morbido" quel grande politico che è stato (e che sarà ancora, alla presidenza del Bundestag) Wolfgang Schäuble. Schäuble oggi parteciperà in Lussemburgo al suo ultimo Eurogruppo prima di andare a presiedere il Bundestag.
La centralità della Germania è testimoniata dall'intervista che proprio Schäuble ha concesso al Financial Times. Un testo da leggere...
La Germania prima di tutto. Il voto tedesco sta decantando, il polverone sui destri e i sinistri in Parlamento si sta posando e ora comincia a vedersi, spumeggiante come una birra, l'essenza al doppio malto di quel voto: la Germania prima di tutto.
Un paese che oggi ha messo a segno il miglior balzo della produzione industriale degli ultimi sei anni (+ 2.6 per cento in agosto), si interroga sulla sua capacità di sfidare i titani della rete Made in America (titolo di Handelsblatt: "La Germania può competere con Amazon?"), è ancorata all'Europa ma guarda all'Asia come mercato (e non solo) sul quale catapultarsi con sempre più vigore.
La forza della Germania. La produzione industriale vola, trainata da un eccezionale + 10.8 per cento del settore dell'automobile, e su queste solide fondamenta la cancelliera Merkel ha avviato i colloqui per la formazione del nuovo governo Jamaica con i Verdi e i liberali di FDP. Né i primi né i secondi saranno alleati facili, l'accomodante presenza dei socialdemocratici senza un programma chiaro e distinto da quello della CDU, è finita. E forse è un bene. Anche per l'Europa. L'arte diplomatica di Angela Merkel è sempre stata quella di sminuzzare e far proprie le idee che venivano di volta in volta proposte dai suoi partner di governo. Con i Verdi e FDP ci sarà un cambio di rotta, soprattutto sull'economia dove i liberali peseranno parecchio. Sarà loro il ministero delle Finanze e faranno apparire "morbido" quel grande politico che è stato (e che sarà ancora, alla presidenza del Bundestag) Wolfgang Schäuble. Schäuble oggi parteciperà in Lussemburgo al suo ultimo Eurogruppo prima di andare a presiedere il Bundestag.
La centralità della Germania è testimoniata dall'intervista che proprio Schäuble ha concesso al Financial Times. Un testo da leggere e conservare, a futura memoria. Che cosa ha detto l'ex ministro delle Finanze? Ecco la sintesi sul taccuino del titolare di List:
- Gli economisti in tutto il mondo sono preoccupati per il crescente rischio legato all'accumulazione di una liquidità sempre più alta e alla crescita del debito pubblico e privato. Anch'io sono preoccupato di questo;
- L'austerità rappresenta un modo anglosassone di descrivere una solida politica finanziaria, la quale non considera necessariamente un debito più alto una buona cosa. La Gran Bretagna si e' sempre fatta beffe del capitalismo renano... Ma noi sappiamo che questi strumenti dell'economia sociale sono più efficaci nel contrastare le crisi di quelli che esistono laddove la crisi è emersa;
- Non c'e nessuna possibilità che la Germania ricada nel nazionalismo;
- La priorità è quella di ridurre i rischi che sono troppo alti. Penso in particolare ai bilanci delle banche di molti Stati membri.
Gong! Tutto questo fa parte del passato. Al ministero delle Finanze della Germania andrà un liberale. FDP ha idee ancora più radicali di quelle di Schäuble e vedremo presto questo cambio di passo. I primi segnali arrivano dall'Europa dove l'idea di concedere ancora flessibilità all'Italia non piace agli altri partner nordici che pensano di porre fine alla "disparità di trattamento". Il tema era già emerso, ma il voto di Berlino è carburante per muovere le ali dei falchi. Perché mai l'Italia dovrebbe continuare a godere di condizioni favorevoli? Non è un problema numerico, ma politico. Lo scenario è cambiato e oggi il patto tra Padoan e la Commissione europea può reggere, ma domani no.
C'è un altro punto, interessantissimo, che emerge dall'intervista di Schäuble, quello che riguarda i bilanci delle banche. È un tema che per l'Italia è nitroglicerina. L'ABI ha già fatto il suo passo contro le nuove regole sui crediti a rischio che la Banca centrale europea adotterà nel 2018. È uscito un documento di consultazione e subito l'associazione dei banchieri ha detto che non va bene e ci sarà "un nuovo credit crunch", una stretta del credito. Vista la maniera in cui hanno allargato i cordoni della borsa in passato, la critica non ha alcuna credibilità, ma Matteo Renzi senza pensarci un attimo si è fatto portavoce dei banchieri e con la consueta profondità ha twittato:
Sarà questo uno dei temi in cui vedremo all'opera il probabile governo di larghe intese. Pd e Forza Italia convergono su questo punto, il loro euroscetticismo è indotto dalla competizione con il Movimento 5Stelle e il bersaglio di questa tattica per contenere Grillo diventa automaticamente l'Europa. Alla fine, ne esce indebolito il profilo dell'Italia, ma questa è l'ultima preoccupazione dei partiti in questo momento. Si vota.
L'Italia è l'osservato speciale del 2018. L'ultimo passaggio di un treno di votazioni che è partito con la Brexit nel 2016 e da allora ha prodotto un cambiamento di scenario titanico: in America Trump è entrato alla Casa Bianca, in Francia sono morti i socialisti ed è arrivato Macron, in Germania la destra è entrata in parlamento e i socialdemocratici hanno messo a segno il peggior risultato dal dopoguerra, in Italia...
Al centro di tutto, c'è la crisi della sinistra europea che ha aperto spazi a partiti identitari, radicali, con un messaggio euroscettico. È la crisi dei Volkspartei, dei partiti popolari, che in Italia si traduce nella crisi del Partito democratico, una formazione che ha solo dieci anni di vita ed è già vecchia. Quanto vecchia? Seguite il titolare di List.
01
Dieci anni di Pd. E ne dimostra di più
Dieci anni. Per una forza politica un tempo erano un lampo, pochi giorni sui quali misurare la propria storia. Oggi non è più così. Partiti e leadership si "consumano" come i detersivi e l'intensità del loro sfruttamento è tale che molti nascono e muoiono nel giro di una stagione. Il Pd dopo soli dieci anni (fu fondato il 14 ottobre del 2007) di vita è un partito che appare vecchio. Il titolare non ha nessuna intenzione di ripercorrerne qui la sua storia, ma alcuni punti si possono fissare, sempre a futura memoria, quando nei prossimi mesi la crisi della sinistra italiana sarà ancora più acuta. Un primo passaggio lo avremo subito con le elezioni in Sicilia, il resto seguirà. Cosa bisogna ricordare dei primi (e forse ultimi) dieci anni del Partito democratico? List applica il suo metodo, quello dei fatti che parlano da soli, ecco l'elenco:
- Nacque come fusione fredda dei DS e della Margherita e subito a sinistra vi fu una scissione da cui nacque Sinistra Democratica (sparita);
- Il primo segretario fu Walter Veltroni, perse le elezioni del 2008 prendendo oltre 14 milioni di voti e mettendo a segno un robusto 33 per cento. Veltroni si dimise dopo il voto negativo delle elezioni regionali in Sardegna del febbraio 2009 a causa degli attacchi di D'Alema e di un'opposizione interna che giudicava quei risultati un fallimento;
- Una delle prime iniziative di Veltroni fu quella di varare una riforma elettorale;
- Subito dopo le dimissioni di Veltroni si aprì una transizione con la segreteria di Dario Franceschini;
- Alle elezioni Europee del 2009 il partito guidato da Franceschini prende il 26,1 per cento dei voti, 7 punti in meno rispetto alle politiche del 2008;
- Il 25 ottobre del 2099 Pierluigi Bersani vince le primarie e diventa segretario del Pd;
- Francesco Rutelli due giorni dopo lascia il partito che aveva fondato con Piero Fassino, allora segretario dei DS. Una perdita che segnerà per sempre il profilo di un partito ormai sbilanciato a sinistra;
- Alle elezioni amministrative del 2011 il Pd fa un buon risultato, conquista sette province su undici;
- Nel novembre del 2011 si dimette il governo Berlusconi e il Pd appoggia la nascita del governo Monti;
- Il governo Monti va in crisi e si arriva al voto del febbraio 2013. Il Pd fa le primarie per scegliere il leader della coalizione che andrà alle politiche. Compare la candidatura di Matteo Renzi. Vince Bersani con il 44.9 per cento dei consensi, Renzi prende il 35 per cento e comincia la sua corsa della rottamazione;
- Nelle elezioni politiche del febbraio 2013 il Partito democratico guidato da Luigi Bersani prende il 25 per cento. Era strafavorito, fa crac. Entrano in massa in Parlamento i deputati del Movimento 5Stelle di Grillo, il sistema politico italiano ne esce sconvolto;
- Il Pd non riesce a eleggere alla presidenza della Repubblica i suoi candidati ufficiali, prima Franco Marini e poi Romano Prodi. Al Quirinale viene implorato il ritorno di Giorgio Napolitano, un bis inedito nella storia politica italiana;
- Il segretario Pierluigi Bersani e Rosy Bindi (presidente del partito) si dimettono dagli incarichi;
- Nel Pd si apre un'altra transizione: viene eletto segretario l'ex leader della Cgil Guglielmo Epifani;
- Si va verso nuove primarie per eleggere il leader del partito: Matteo Renzi si ripresenta, è appoggiato da uno schieramento largo e alternativo, vince la sfida contro Gianni Cuperlo e Pippo Civati, non proprio due titani;
- Renzi diventa segretario del Pd, Gianni Cuperlo nel gennaio 2014 si dimette dalla presidenza del partito dopo alcune divergenze sulla legge elettorale;
- A Palazzo Chigi nel frattempo governa Enrico Letta, soluzione d'emergenza allo stallo politico seguito dopo le elezioni del 2013. Renzi dice a Letta "stai sereno";
- Il 13 febbraio del 2014 un documento della Direzione nazionale del Pd sfiducia il governo Letta che due giorni dopo si dimette;
- Renzi diventa presidente del Consiglio;
- Il 25 maggio del 2014 il Pd alle elezioni europee ottiene un grande risultato: il 40 per cento dei voti. Grande ma influenzato da un fattore decisivo: l'alta affluenza. In termini assoluti i voti presi dal Pd in quella elezione sono 11.172.861 voti. Il Pd di Veltroni nel 2008 ne prese oltre 14 milioni. Il risultato delle elezioni europee segnerà per sempre, in maniera fatale, l'immaginario renziano: quota 40;
- Nel maggio 2015 Pippo Civati lascia il Pd;
- A fine maggio il Pd alle elezioni regionali fa crac: perde la Liguria con una clamorosa e storica vittoria del centrodestra guidato da Giovanni Toti; il partito sprofonda al 17 per cento in Veneto (ko di Alessandra Moretti contro Luca Zaia); in Toscana vince agevolmente Enrico Rossi (che poi diventerà un oppositore di Renzi fino alla scissione dal partito); il Pd perde capoluoghi come Venezia e Matera, il risultato viene "salvato" da due figure che non sono in sintonia con Renzi: Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia;
- Comincia la scissione: se ne vanno Fassina, Mineo, D'Attorre e altri. Lo scontro con Bersani è totale;
- L'Unità va in bancarotta;
- Nel 2016 arrivano le elezioni amministrative: splash del Pd. Perde a Roma (Giachetti stracciato dalla Raggi), dopo aver fatto secco il sindaco uscente Ignazio Marino, perde a Napoli (De Magistris batte tutti) e perde a Torino (vinta dai Cinque Stelle con la Appendino). La crisi di leadership di Renzi emerge con forza;
- 4 dicembre 2016, Referendum costituzionale: Renzi perde la scommessa numero uno, quella per cui disse che avrebbe lasciato la politica. Il No vince con il 59 per cento dei voti, il Si si ferma al 41 per cento. Ancora quella cifra, il 40 per cento, convincerà Renzi e i renziani che resta un grande consenso (c'è un tweet di Luca Lotti sul tema che resta a futura memoria);
- Matteo Renzi si dimette dalla presidenza del Consiglio, arriva il governo di Paolo Gentiloni.
- Il 19 febbraio del 2017 Renzi si dimette dalla segretaria e riapre la corsa alla leadership. Cerca il suo rilancio;
- Il 20 febbraio arriva la scissione di Pierluigi Bersani e gli altri parlamentari che formano il gruppo di MDP. Renzi non fa niente per fermarli;
- Il 30 aprile Renzi vince le primarie con il 69 per cento dei voti.
Il resto è storia di questi mesi, la conoscete. Ora il Pd è alle prese con lo psicodramma dello Ius Soli. Non ha avuto il coraggio di portare in aula la legge sulla nuova cittadinanza - dopo averla sbandierata come esempio del suo progressismo - e il risultato è che abbiamo ministri scissi da se stessi che fanno lo sciopero della fame (Delrio), un pezzo di partito che non mangia, gli intellettuali che lo criticano (fa lo sciopero della fame anche Renzo Piano) e le sinistre che lo guardano come un oggetto radioattivo dal quale tenersi lontani. Ci sarebbe da chiosare lo Scalfari di ieri che in questo caos ieri su Repubblica ha visto un Renzi che apre a sinistra, ma lasciamo perdere. Questi sono i dieci anni del Pd, un continuo dividersi, mai comprendersi, dar vita a governi che poi vengono "suicidati" dagli stessi compagni. Dieci anni. Portati malissimo. E non basta il lifting. Serve molto altro. Appuntamento in Sicilia il 5 novembre. Dove andiamo ora? A fare un giro di secessioni, prima in Catalogna, per un rapido aggiornamento sulla Catalexit che forse non ci sarà, poi nel Regno Unito dove Theresa May prepara un avviso per Bruxelles.
02
Catalogna, domani è un altro giorno
L'appuntamento è quello di Carles Puigdemont con il parlamento catalano. Dichiarerà l'indipendenza? Molti si aspettano il colpo di scena. Vedremo. Intanto il premier Mariano Rajoy ha già fatto sapere che in quel caso "prenderà delle decisioni". Quali? Il minimo che potrà fare è l'innesco dell'articolo 155 della Costituzione spagnola, quello che revoca l'autonomia della Catalogna. Subito dopo, il premier spagnolo si troverà di fronte a un altro dilemma: arrestare il governo catalano? E dunque far intervenire le forze armate. Questo è quel che si dice "scenario peggiore". E il migliore? Puigdemont si rende conto che la Catalogna non può permettersi una guerra civile, prende tempo, torna indietro, invita Rajoy a un tavolo e tutti vissero felici e più o meno contenti. Dobbiamo aspettare almeno 24 ore per avere un quadro chiaro, per oggi siamo ancora nella fase preparatoria.
Quello che è successo ieri in piazza a Barcellona in ogni caso non è senza conseguenze. Gli indipendentisti ieri hanno scoperto che non sono forza egemone. In casa. Questo rafforza il governo centrale, ma potrebbe non essere sufficiente a frenare i separatisti. Il quotidiano La Vanguardia stamattina chiede a Puigdemont di "abbandonare il determinismo" che lo ha condotto finora e "fare un gesto per tutti i catalani". Ci arriverà? Come diceva Rossella O' Hara in Via col vento: "Domani è un altro giorno". Nell'attesa di questo domani, facciamo un rapido salto a Londra. Allacciate le cinture.
03
Brexit. Theresa May alla House of Commons
Il premier britannico andrà alle 16:30 (ora di Londra) di fronte alla House of Commons per dire che l'Unione europea deve velocizzare i colloqui sulla Brexit e ribadire l'offerta di un forte partnership tra Londra e Bruxelles. I colloqui sono tanto per cambiare in una fase di stallo, c'è il conto da venti miliardi che Berlino e Parigi giudicano insufficienti per un divorzio senza i piatti rotti e la frase del giro di Juncker di stamattina è "la palla è interamente nel campo del Regno Unito". Che succederà? È uno scontro durissimo, a questo scenario bisogna aggiungere il mattone della faida interna tra i Tories, un mezzo disastro. Che fare? Seguire in diretta le dichiarazioni della May, il Parlamento inglese resta sempre uno spettacolo unico. C'è altro? Il premio Nobel per l'Economia.
04
Richard Thaler
Il premio Nobel per l'Economia lo ha vinto Richard Thaler e voi direte che sopravviverete anche a questo. Non ci sono dubbi, ma la cosa interessante è che Thaler, professore all'Università di Chicago, mette insieme la freddezza dei numeri con il caldo della psicologia umana e dice una cosa che gli economisti sembrano aver dimenticato: "La lezione più importante è che gli agenti economici sono gli esseri umani e che i modelli economici devono tenerne conto". Gli umani, questi sconosciuti alla gran parte degli economisti. Thaler ha fatto un cameo nel film (bellissimo), The Big Short. Non l'avete mai visto? Allora non potete citare neanche Gordon Gekko. Ecco il trailer:
Il titolare di List ricorda che il film è tratto da un grande libro di Michael Lewis, un racconto in presa diretta del crollo di Wall Street. Cosa resta fare? Dare un'occhiata al taccuino, gli appuntamenti della settimana.
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5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.