16 Agosto

La Grande Retrocessione

La fuga americana non è solo dall'Afghanistan. Il mondo è diventato troppo grande e complesso anche per gli Stati Uniti. Una linea sottile unisce il glamour radical di Obama, il populismo tranchant di Donald Trump, il centrismo pacificatore di Joe Biden. Le note di Lorenzo Castellani sulla ritirata

di Lorenzo Castellani

"Ohio" è un bel romanzo di Stephen Markley sull’America profonda di oggi. Bisogna leggere Ohio non solo per assaporare i malesseri e le disperazioni da tempo conosciuti dell’americano medio, ma per comprendere quanto le campagne militari abbiano scavato un solco profondo nella società e nelle menti degli americani. Soldati morti, soldati invalidi, soldati malati di mente, soldati dalla vita famigliare distrutta. Un romanzo sa raccontare una storia meglio di un saggio. Markley riesce a mostrare il degrado di chi, senza un ethos, è stato a combattere dall’altra parte del mondo e ha perso tutto.

Troppo da sopportare per un Occidente sempre più  raffinato, autocompiaciuto, pavido, debole di cuore. La realtà, Kabul che cade sotto il colpi dei talebani e i soldati americani che vengono rimpatriati, è nient’altro che l’eco della devastazione dell’America profonda. Un impero da sempre riluttante che ama la propria frontiera, fisica ed interiore, più che quella altrui. Per questo dopo gli anni Novanta, quelle delle “follie del potere”, del sogno illusorio di un mondo unipolare, una linea sottile unisce il glamour radical di Obama, il populismo tranchant di Donald Trump, il centrismo pacificatore di Joe Biden.

In mezzo, il collante dello Stato profondo: i generali, l’intelligence, la burocrazia, i media, gli intellettuali. Questo fil rouge guida la dismissione dell’impegno militare diretto degli americani nel resto del mondo. Da qualche anno si interviene dove è necessario, non dove si può. Difesa più che attacco. Impero più che imperialismo. Una parabola romana: all’apice del potere imperiale, maturo e meno spericolato, consegue l’inizio della lunga decadenza. L’élite si rammollisce e invecchia, il popolo perde integrità e durezza.

La grande retrocessione parte proprio dall’Afghanistan, laddove tutto era iniziato. Il mondo è diventato troppo grande e complesso anche per gli Stati Uniti. L’interno troppo fragile per gestire l’espansione esterna. Il...


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