10 Maggio
La guerra e l'alleato. Biden e Draghi, America e Europa
Oggi il premier italiano a Washington incontra il presidente americano. La politica europea e un negoziato per la pace che non c'è. La Casa Bianca è pressata dall'inflazione record, il prezzo di benzina e diesel vola, la campagna per il voto di mid-term impatta sulla politica estera. Macron apre una porta per una pace "senza umiliazioni" e ricorda Keynes. L'agenda dell'Oriente e l'illusione dell'Occidente che non è più il centro del mondo
A che punto è la guerra? Odessa è sotto il tiro dei missili russi, il fronte sud è quello dove Mosca cerca di chiudere il cerchio. Si combatte nel Donbass, la fanteria incontra una forte resistenza, i battaglioni di Mosca attivi sul terreno hanno bisogno di rifornimenti e l'avanzata è lenta. È il classico scenario di una guerra lunga, logorante, ricca di incognite. Il pericolo di un'escalation è grande e cresce con le difficoltà dei russi, Putin potrebbe essere tentato di aprire un altro fronte, ma chi si attendeva l'annuncio ieri sulla Piazza Rossa sbagliava i suoi calcoli. Gli Stati Uniti continuano a inviare armi. Si attende un segnale dall'Unione europea, un'iniziativa per il negoziato, Macron ieri ha staccato nettamente il suo discorso da quello americano, ha ricordato Keynes, la necessità di una pace "senza umiliazione" (di tutti). È un primo passo, ma non è sufficiente per parlare di una svolta. Draghi oggi incontrerà Joe Biden a Washington. Molti guardano al premier italiano come la chiave per aprire la porta della diplomazia.
Come andrà? Previsioni difficili, lo scenario americano si sta complicando, la pressione sull'amministrazione Biden cresce, la campagna per il voto di mid-term influenza la politica estera. Wall Street sta navigando in acque agitate, i prezzi azionari sono in caduta libera, il problema numero uno di Biden è quello dell'inflazione e oggi il prezzo della benzina e del diesel è schizzato ai massimi storici: benzina a 4,374 dollari il gallone (+47% anno su anno), diesel a 5,5 dollari il gallone (+78% anno su anno). Domani verranno pubblicati i dati dell'inflazione americana in aprile. L'Ucraina? Il problema di Biden è la politica economica, il quadro interno, l'ombra di Trump.
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Draghi a Washington. L'incontro con Biden e il destino dell'Europa
12 giugno 2021. Mario Draghi e Joe Biden a Carbis...A che punto è la guerra? Odessa è sotto il tiro dei missili russi, il fronte sud è quello dove Mosca cerca di chiudere il cerchio. Si combatte nel Donbass, la fanteria incontra una forte resistenza, i battaglioni di Mosca attivi sul terreno hanno bisogno di rifornimenti e l'avanzata è lenta. È il classico scenario di una guerra lunga, logorante, ricca di incognite. Il pericolo di un'escalation è grande e cresce con le difficoltà dei russi, Putin potrebbe essere tentato di aprire un altro fronte, ma chi si attendeva l'annuncio ieri sulla Piazza Rossa sbagliava i suoi calcoli. Gli Stati Uniti continuano a inviare armi. Si attende un segnale dall'Unione europea, un'iniziativa per il negoziato, Macron ieri ha staccato nettamente il suo discorso da quello americano, ha ricordato Keynes, la necessità di una pace "senza umiliazione" (di tutti). È un primo passo, ma non è sufficiente per parlare di una svolta. Draghi oggi incontrerà Joe Biden a Washington. Molti guardano al premier italiano come la chiave per aprire la porta della diplomazia.
Come andrà? Previsioni difficili, lo scenario americano si sta complicando, la pressione sull'amministrazione Biden cresce, la campagna per il voto di mid-term influenza la politica estera. Wall Street sta navigando in acque agitate, i prezzi azionari sono in caduta libera, il problema numero uno di Biden è quello dell'inflazione e oggi il prezzo della benzina e del diesel è schizzato ai massimi storici: benzina a 4,374 dollari il gallone (+47% anno su anno), diesel a 5,5 dollari il gallone (+78% anno su anno). Domani verranno pubblicati i dati dell'inflazione americana in aprile. L'Ucraina? Il problema di Biden è la politica economica, il quadro interno, l'ombra di Trump.
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Draghi a Washington. L'incontro con Biden e il destino dell'Europa
12 giugno 2021. Mario Draghi e Joe Biden a Carbis Bay, in Gran Bretagna, durante il vertice del G7 (Foto Ansa).Oggi il premier Mario Draghi incontrerà a Washington il presidente Joe Biden. Alle 20 italiane i due presidenti faranno il punto sul conflitto e riaffermeranno anche "le eccellenti relazioni e la solidità del legame transatlantico". Domani Draghi incontrerà la stampa e, quando a Roma saranno le 20,40, vedrà la speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, e i leader dei Gruppi politici del Congresso. A seguire all'Atlantic Council riceverà il Distinguished Leadership Award, il riconoscimento come uno dei politici la cui influenza si è fatta sentire di più nel mondo nell'ultimo anno. C'è attesa per quello che diranno i due leader, ma non c'è spazio per una svolta diplomatica, perché non è l'Italia a decidere le sorti del conflitto e Draghi non può spaccare una fragile alleanza guidata dagli americani. La partita europea non esiste, si gioca tra Washington e Mosca, il noi e loro, il confronto tra l'Occidente e "il resto" è un'illusione ottica, perché l'Occidente è frammentato dal non possumus che ci scaglia per inerzia dentro il conflitto guidato da altre forze, l'America ha un problema esistenziale (combatte la Russia, pensa alla Cina) e quel "resto" in ascesa guarda altrove, ha un futuro e si chiama Oriente. Dovremmo prendere, noi europei, in mano il nostro destino. Non lo vediamo, non lo vogliamo.
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Putin. Un discorso senza vittoria
Vladimir Putin sfila sulla Piazza Rossa con il Reggimento Immortale. La foto è quella del padre che partecipò alla Grande guerra patriottica (Foto Epa).Che cosa ha detto Vladimir Putin? Sulla Piazza Rossa il presidente russo ha squadernato il suo discorso del Giorno della Vittoria dove è mancata proprio quella parola, "vittoria". Non è un caso, perché non c'è ancora e pensare che Putin dichiarasse il successo (o addirittura una nuova guerra) significa non conoscere il pensiero strategico della Russia e del suo leader.
Il conflitto per Putin è un fatto in fieri - appartiene alla scuola realista e lo ha mostrato nel suo discorso - non si esaurisce né in un giorno né in un mese o due, la fine non è un punto su un calendario, il desiderio o l'impulso senza calcolo, ma è la somma di tante battaglie, del contesto in cui avvengono e dell'impatto che producono oltre il teatro dello scontro, nella politica interna e internazionale. Il confronto tra eserciti s'accompagna alla guerra economica, il lancio di missili e la chiusura del rubinetto del gas, l'avanzata (o il ripiego dei carri) e l'arma delle materie prime. La guerra è una tessitura paziente e inesorabile (anche per lui) di azioni e reazioni.
Putin è il leader di una grande potenza, sa che la sconfitta è sempre dietro l'angolo, ma è un uomo che viene dalla scuola del Kgb - è al potere da vent'anni - conosce il mestiere delle armi (circola una storiella: in un momento caotico della battaglia in Donbass abbia ordinato lui in persona il riposizionamento di uomini e mezzi che mancavano di coordinamento sul campo di battaglia - visto l'uomo, non sarebbe poi così sorprendente, lo faceva anche Winston Churchill) e la lezione della sconfitta dell'Armata Rossa in Afghanistan è per lui un memento. La guerra è un concerto di movimento e pazienza, furia e attesa, pianificazione e lampo di fantasia. Vincerà? Perderà? Nessuno può dirlo con certezza, ma subito dopo il suo discorso (senza vittoria) l'agenzia Tass ha riportato queste parole: "Tutti i piani vengono realizzati. Il risultato sarà raggiunto, su questo non ci sono dubbi". Naturalmente i dubbi ci sono tutti, ma un comandante militare li coltiva nella solitudine, nel silenzio, nell'assoluto momento pietrificante in cui decide il destino della propria nazione.
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La guerra preventiva del Cremlino (e noi)
La sfilata dei carri armati ieri sulla Piazza Rossa (Foto Epa).Il tema centrale del discorso di Putin non è la vittoria, è un'idea sottile, tagliente e ricca di implicazioni: la dottrina della guerra preventiva di Mosca. Secondo il presidente russo l'Ucraina assistita dalla Nato stava preparando un'offensiva. E così il Cremlino ha giocato d'anticipo. Vero? Falso? Diciamo che ha il valore (zero) che avevano le prove degli americani per invadere l'Iraq nel 2003. E in ogni caso ai fini dell'analisi ha perfino una relativa importanza, perché qui il testo, come sempre, supera il pre-testo. Prendiamo, appunto, un'altra guerra preventiva, l'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti. Fu decisa perché secondo l'intelligence americana Saddam Hussein disponeva di armi chimiche che avrebbero minacciato l'Occidente. Non c'erano, il dittatore aveva usato il gas nel 1988 contro i curdi nel nord dell'Iraq facendo strage di 5 mila innocenti, ma quell'arsenale era svanito. L'esercito americano e gli ispettori dell'Onu non trovarono niente (le prove del dossier della Cia erano sbagliate alla fonte) e la fiala di antrace mostrata dal segretario di Stato Colin Powell durante il suo discorso all'Onu del 5 febbraio 2003 divenne uno storico esempio di falso per muovere una guerra. Povero Powell. Quello che conta ai fini dell'analisi è l'azione. Quella guerra ha cambiato il corso della storia contemporanea, ha innescato altri eventi che arrivano fino ad oggi. La crisi americana è anche frutto di quella guerra. La storia si ripete con Putin? Non sarebbe una notizia. Attendiamo sulla riva del fiume con il taccuino squadernato, egli eventi corrono.
Quello che conta nel discorso di Putin non sono le prove del movimento del nemico alle porte, ma l'idea strategica che Mosca si riserva di intervenire ogni volta che si presenta una minaccia ai suoi confini o i russi nel mondo vengono minacciati. Preemptive war.
La cosa non è certo nuova, ha antenati illustri (e terribili), si comincia con la Guerra del Peloponneso (leggere il libro intitolato A War Like No Other di Victor Davis Hanson) e si va avanti fino all'esercito americano che entra a Baghdad. È un'opzione che di volta in volta le grandi potenze usano. Per fare cosa? Anticipare la sorpresa dell'avversario. Gli americani l'hanno elaborata nel corso della storia, fino ad erigere un'idea di Fortezza che ha fatto i conti con la realtà del nemico.
John Lewis Gaddis in un libro intitolato Surprise, Security, and the American Experience racconta questa storia di conflitto e preparazione permanente all'attacco e alla difesa. Il 24 agosto 1814 le truppe inglesi entrarono a Washington, il presidente James Madison fuggì, le truppe britanniche incendiarono la città mentre la First Lady, Dolley Madison, fu l'unica figura intrepida alla Casa Bianca e mise in salvo il ritratto del generale Washington, simbolo di una nazione che si era smarrita sul campo di battaglia. Umiliazione. Da quel momento nella politica americana prese corpo l'idea di enlargement, l'allargamento della sfera di sicurezza, dello spazio vitale degli Stati Uniti. Scrive Gaddis: "La sicurezza deriva dall'allargamento, non dalla contrazione, della propria sfera di responsabilità". Espansione. E prevenzione.
Il problema di Putin è quello delle grandi potenze. Riguarda tutti. Quanto al piegare la storia, il presidente russo usa quella della sua nazione per fornire elementi di mitizzazione alla guerra, la incastona tra la Russia zarista e quella della Grande guerra patriottica, in un detto e contraddetto (come è la storia) dove Caterina La Grande e Lenin fanno parte della stessa famiglia. Troppo, ma quel troppo è la politica con tutta la retorica e la manipolazione. Il discorso occidentale da tempo gioca a specchio, la deformazione è diventata la regola della politica, in tempo di guerra è un'impresa schivare la disinformatia di tutti. Quanto all'America...
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Il dibattito pubblico americano? Non è sulla guerra
Joe Biden parla della "inflazione di Putin" e in realtà questa era un fenomeno precedente alla guerra. Se un paese finisce in balìa della cancel culture, tutto è possibile. La distanza che separa il loro mondo dal nostro è in questo elenco che vi propongo, sono i commenti di oggi - ottimi e di grande efficacia - pubblicati sul Wall Street Journal: sul disegno di legge sull'aborto presentato da Chuck Schumer; sul crash in borsa dei titoli della Rivian, azienda produttrice di auto elettriche; su una signora di nome Gigi Sohn che dovrebbe guidare la commissione federale sulle comunicazioni - la potentissima Fcc - e ha scarsi requisiti per farlo bene e ottimi per essere un disastro; sulle elezioni a Hong Kong e la 'vittoria' di John Lee; sulle elezioni in California e la sfida tra Michael Shellenberger e Gavin Newsom; sulle idee dei democratici su quando comincia la vita; sul burqa imposto di nuovo alle donne afghane; sempre sulle corbellerie dei democratici a proposito del 'degender' nella medicina, un articolo interessantissimo di Patricia Posner sulla cura del suo tumore al seno che nel discorso medico è passato da breast cancer a chest cancer; ah, sull'ultimo grande progetto di Nancy Pelosi per sindacalizzare gli assistenti del Congresso - 435 uffici che fanno cose tutte diverse con un turnover altissimo. E la nostra guerra in Ucraina dov'è? Eccola, un articolo che spiega come mettere al bando la circolazione del biglietto da 100 dollari in Russia sia ben più efficace di tutte le sanzioni imposte finora dai governi occidentali. Ecco, la nostra guerra non è il centro del mondo, né di quello americano né di quello dell'Asia.
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L'Oriente e "lo spettacolo secondario" dell'Europa
In carica finché lo vorrà. Il presidente della Cina, Xi Jinping (Foto Epa).Per capire cosa sta succedendo in Oriente rispetto al conflitto in Ucraina, basta leggere un ottimo articolo di Shivshankar Menon, ex consigliere per la sicurezza nazionale nel governo indiano di Manmohan Singh dal 2010 al 2014. Cosa dice?
Sulla prospettiva asiatica:
Da una prospettiva asiatica, la guerra in Ucraina non fa presagire dei cambiamenti a breve termine, ma evidenzia un cambiamento che ha già avuto luogo. Il fatto che una guerra sia combattuta tra europei sul suolo europeo è un riflesso di quanto la geopolitica globale sia cambiata dalla fine della guerra fredda. Prima di allora, quando l'Europa era la linea di faglia centrale nella competizione tra superpotenze, non si combattevano guerre nella regione; i confini rimanevano congelati, per evitare che qualsiasi cambiamento provocasse un conflitto tra due superpotenze nucleari. Ma dopo la guerra fredda, il conflitto in Europa - nell'ex Jugoslavia negli anni '90 e oggi in Ucraina - non è diventato né impensabile né irto degli stessi rischi di annientamento o di escalation, nonostante il panico allarmista su queste possibilità apocalittiche oggi. L'Europa è uno spettacolo secondario rispetto al principale teatro del dramma geopolitico: l'Asia.
Sul centro di gravità del mondo:
Oggi, il centro di gravità dell'economia mondiale si è spostato dall'Atlantico a est degli Urali. Le dispute geopolitiche e i dilemmi sulla sicurezza che potrebbero influenzare l'ordine globale si concentrano nell'Asia marittima. E il mondo cerca un nuovo equilibrio per tenere conto dell'ascesa della Cina. Le complesse dinamiche politiche in Asia non si prestano facilmente al tipo di scontro duro in corso in Ucraina. I politici dei paesi occidentali non dovrebbero pensare che le loro azioni sui nuovi fronti in Europa plasmeranno i contorni di una più ampia lotta a venire.
Siamo periferia. E il modo in cui si sta dispiegando la guerra in Ucraina lo dimostra. L'incuranza degli Stati Uniti per la pace, il deficit della classe dirigente europea, le non-risposte all'integrazione e alle domande dei popoli, il dibattersi delle nazioni (vedere alla voce embargo del petrolio russo e stallo nell'Unione europea).
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L'ismo auto-consolatorio dell'Unione. Macron ricorda Keynes
Abbandonare l'autoconsolatoria retorica dell'ismo europeo e tornare a un saggio, equilibrato realismo è necessario. In fondo, più o meno (in)volontariamente, è lo stesso Emmanuel Macron a evocarlo quando ieri ha detto che "quando la pace tornerà sul suolo europeo dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e dovremo insieme non cedere mai alla tentazione né dell'umiliazione né dello spirito di vendetta perché già troppo in passato hanno devastato il cammino della pace". Macron si riferisce correttamente al Trattato di Versailles concluso dopo la Prima guerra mondiale, segnato dall'"umiliazione" della Germania. "Domani avremo una pace da costruire, non dimentichiamolo mai. Dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo". Anche qui, la storia è maestra, il libro di John Maynard Keynes sulle conseguenze economiche della pace" è illuminante:
Keynes vide la cecità delle grandi potenze:
Forse solo in Inghilterra (e in America) è possibile essere tanto inconsapevoli. Nell'Europa continentale la terra trema, e non c'è chi avverta i suoi brontolii. Là non è solo questione di spese improvvide o di "agitazioni operaie"; ma di vita e di morte, di fame ed esistenza, e delle paurose convulsioni di una civiltà morente.
E la guerra che covava in una cattiva pace:
Se la guerra civile europea finirà con Francia e Italia abusanti del loro momentaneo potere vittorioso per distruggere Germania e Austria-Ungheria ora prostrate, esse provocheranno anche la propria distruzione, dati gli occulti vincoli psichici ed economici che le legano così profondamente e inestricabilmente alle loro vittime.
Tutto è scritto, scolpito nella storia di altre due guerre che devastarono l'Europa. Non siamo più il centro del mondo, restiamo un campo di battaglia.
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.