17 Marzo

La guerra senza la guerra

Evocato da tutti, il conflitto con il coronavirus impone la riorganizzazione del sistema di produzione e distribuzione delle risorse. Uno scenario di analogie e una differenza: il nemico è invisibile. Un'indagine di Marco Patricelli sulla guerra senza la guerra

"Siamo in guerra, vinceremo, ma questo periodo ci avrà insegnato molto. Molte delle nostre convinzioni saranno state spazzate via".

Emmanuel Macron, presidente della Francia. 

"Uno stato di emergenza come in tempo di guerra"

Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo.

di Marco Patricelli

La parola guerra è usata in continuazione per definire le misure di contenimento della pandemia che ha fatto riscoprire la debolezza dell’uomo verso l’infinitamente piccolo. Sono scomparsi gli imperi, sono state cancellate le dinastie, sono stati sgominati eserciti che si credevano imbattibili (l’Orda mongola di Gengis Khan, l’Invincibile Armada spagnola, la Grande Armée di Napoleone e la Wehrmacht di Adolf Hitler), ma resistono implacabili alle preghiere e alla scienza medica quei maledetti e microscopici virus di tutti i tempi e di tutti i luoghi. In questi giorni è stato ricordato che l’epidemia di influenza spagnola falciò più vite delle trincee e delle battaglie nel primo conflitto mondiale. Adesso è la volta di Covid-19, contro cui il mondo si è mobilitato per una guerra senza quartiere e fuori dagli schemi, e non è un modo di dire. Tutto si è piegato a combattere l’invisibile mostriciattolo peduncoloso arrivato dalla Cina, in ogni aspetto e in ogni assetto del mondo contemporaneo. Per l’economia si è già trattato di un immediato bagno di sangue finanziarioo, nell’impossibilità di calcolarne le conseguenze nel medio e lungo periodo. Il riordino è stato improvviso e radicale, tanto da richiamare nelle forme e nelle sensazioni l’economia di guerra.

Nel caso di conflitti gli Stati sono obbligati a programmare e a ridisegnare dalle fondamenta tutto il sistema di produzione, distribuzione e destinazione delle risorse, tenendo presente che va alimentata in continuità e regolarità la macchina bellica. Escludendo la consumazione delle risorse (oro e valuta pregiata), i pilastri di sostenibilità dell’economia di guerra sono la tassazione (diretta e indiretta), il debito pubblico (interno ed...


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