10 Gennaio
La liberazione della Spagna (e nostra)
Il governo guidato dal socialista Pedro Sanchez chiederà all'Europa di monitorare il Covid come un'influenza, senza registrare ogni caso e fare test di massa. Draghi, la riapertura della scuola e l'uscita dalla dimensione dell'isolamento. Boomerang australiano, il tennista Djokovic vince in tribunale. La Nato si prepara alla guerra, Putin la fa in Kazakistan: "Non permetteremo rivoluzioni nella regione"
Che succede? Rapido punto nave, inizia una settimana complicata, sono finite le feste, ma c'è chi pensa di continuare a stare a casa come prima più di prima, così va il nostro paese e non c'è da stupirsi. Il primo bollettino del giorno è ricco di fatti che dovrebbero suggerire una certa prudenza (e decenza), un minimo di realismo. Alla fine, quando sarà finita l'illusione del denaro distribuito per non lavorare - e siamo vicinissimi più di quanto si immagini all'appuntamento - quando sarà chiaro che un altro stop all'economia non ce lo possiamo permettere, allora tutti si sveglieranno.
Non è mai troppo tardi, il problema è capire quanti resteranno in piedi. Omicron ha risvegliato il partito del telecomando sociale, ridato carburante alla macchina della cinesizzazione, rimesso in moto la ditta di demolizione della singolarità dell'individuo, ma questo progetto svanirà di fronte al ruggito delle tigri della contemporaneità, serve la politica e non i politicanti, la scienza e non lo scientismo. Su questo punto, c'è una svolta radicale che il premier spagnolo Pedro Sanchez proporrà all'Unione europea: monitorare il Covid come un'influenza, uscire da una strategia di isolamento che conduce alla distruzione dell'economia (e delle nostre vite, sono danni incalcolabili). Facciamo il nostro giro di giostra, sulla neve ci sono sassi enormi, seguite il titolare di List.
01
Il Fondo monetario internazionale: ripresa economica a rischio
Il Fondo monetario internazionale dice che la ripresa globale continuerà, ma ci sono rischi di rallentamento, soprattutto nelle economie emergenti (che per l'interdipendenza dei mercati si tradurrebbe in problemi per tutti) che devono prepararsi a "episodi di turbolenza economica" in vista del rialzo dei tassi che a breve dovrebbe essere deciso dalla Federal Reserve. Effetto di un apprezzamento del dollaro sulle economie emergenti - investimenti di capitale proveniente dall'estero - in questo grafico...
Che succede? Rapido punto nave, inizia una settimana complicata, sono finite le feste, ma c'è chi pensa di continuare a stare a casa come prima più di prima, così va il nostro paese e non c'è da stupirsi. Il primo bollettino del giorno è ricco di fatti che dovrebbero suggerire una certa prudenza (e decenza), un minimo di realismo. Alla fine, quando sarà finita l'illusione del denaro distribuito per non lavorare - e siamo vicinissimi più di quanto si immagini all'appuntamento - quando sarà chiaro che un altro stop all'economia non ce lo possiamo permettere, allora tutti si sveglieranno.
Non è mai troppo tardi, il problema è capire quanti resteranno in piedi. Omicron ha risvegliato il partito del telecomando sociale, ridato carburante alla macchina della cinesizzazione, rimesso in moto la ditta di demolizione della singolarità dell'individuo, ma questo progetto svanirà di fronte al ruggito delle tigri della contemporaneità, serve la politica e non i politicanti, la scienza e non lo scientismo. Su questo punto, c'è una svolta radicale che il premier spagnolo Pedro Sanchez proporrà all'Unione europea: monitorare il Covid come un'influenza, uscire da una strategia di isolamento che conduce alla distruzione dell'economia (e delle nostre vite, sono danni incalcolabili). Facciamo il nostro giro di giostra, sulla neve ci sono sassi enormi, seguite il titolare di List.
01
Il Fondo monetario internazionale: ripresa economica a rischio
Il Fondo monetario internazionale dice che la ripresa globale continuerà, ma ci sono rischi di rallentamento, soprattutto nelle economie emergenti (che per l'interdipendenza dei mercati si tradurrebbe in problemi per tutti) che devono prepararsi a "episodi di turbolenza economica" in vista del rialzo dei tassi che a breve dovrebbe essere deciso dalla Federal Reserve. Effetto di un apprezzamento del dollaro sulle economie emergenti - investimenti di capitale proveniente dall'estero - in questo grafico del Fmi:
Secondo gli economisti del Fmi "i rischi per la crescita rimangono alti a causa della persistente recrudescenza della pandemia", combinata con il rialzo dei tassi potrebbe "scuotere i mercati finanziari e stringere le condizioni finanziarie a livello globale". Allacciate le cinture, si balla. Nel caso dell'Australia, si salta come un canguro.
02
Boomerang australiano, il giudice libera Djokovic
C'è un giudice in Australia. Novak Djokovic (qui sopra, nella foto Epa) ha vinto la causa contro il governo australiano che gli aveva negato il visto per giocare gli Open di tennis. Il tennista serbo si trovava da giovedì scorso in un centro di detenzione a Melbourne, visto revocato perché Djokovic non è vaccinato e in Australia è obbligatorio. Il problema è che Djokovic è uno sportivo (sanissimo) e a quanto pare ha il diritto di partecipare al torneo, visto che il giudice Anthony Kelly della Melbourne Federal Circuit Court ha ordinato al governo australiano di rilasciarlo, di consegnare al campione (è il numero uno del tennis) il passaporto e gli effetti personali e di pagare le spese legali. Gli Australian Open cominciano lunedì prossimo, dunque Djokovic può giocare. A meno che... il governo non decida di espellerlo in ogni caso, contro la decisione della magistratura. Perché l'avvocato del governo, Christopher Tran, ha affermato che il ministro per l'Immigrazione Alex Hawke "ha il potere di espellerlo" e ci sta facendo un pensierino. L'affermazione di Tran dimostra che la storia non è mai stata un problema di diritto, ma politico. Il magistrato che ha ridato la libertà a Djokovic ha chiosato così le parole dell'avvocato: "Sono molto preoccupato se il ministro usa la sua discrezione personale per annullare nuovamente il visto".
Il giudice libera Djokovic, il governo pensa di cangurarlo, epilogo da zoo del diritto. Siamo al casino totale, a un certo punto s'è diffusa la voce (così dicevano i parenti del tennista e varie fonti delle Serbia) che Djokovic fosse stato arrestato di nuovo, poi è arrivata la smentita del governo australiano (per ora, tutto è in divenire, il diritto australiano è diventato una barzelletta). Djokovic gioca a tennis, è un grande campione, lo hanno trasformato in un nemico pubblico e alla fine ha pure vinto in tribunale (in Australia, non in Serbia), cosa che non era difficile da immaginare, succede quando si pensa di trasformare il diritto in strumento di lotta ideologica. Un boomerang. Nel caso dell'Australia sono esperti della materia.
03
Sanchez fa la mossa: monitorare il Covid come un'influenza
Pedro Sanchez, s0cialista, primo ministro della Spagna (qui sopra, foto Epa), stamattina ha mostrato la saggezza di chi fa politica e non chiude la mente di fronte ai muri ideologici: "Abbiamo le condizioni per aprire gradualmente, con precauzione, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l'evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo avuto fino ad ora".
Che cosa pensa di proporre Sanchez all'Unione europea? L'applicazione della logica, dettata dai numeri e dall'esperienza, come spiega El Pais: il governo spagnolo pensa di monitorare il Covid come un'influenza, senza registrare ogni caso e senza testare tutte le persone che presentano sintomi. Uscire dalla dimensione della segregazione, riaprire la mente, ritrovare il gusto per la vita.
04
Draghi, la scuola riaperta e la mente chiusa
Oggi riaprono le scuole, il premier Draghi e il ministro Bianchi hanno tenuto botta (finora) di fronte all'isteria di massa (oggi ci sarà la conferenza stampa del premier con il ministro dell'Istruzione e quello della Salute), il partito delle chiusure è un -ismo, un esercito ideologico, ai bambini e agli adolescenti è già stato riservato il trattamento peggiore in questi due anni di pandemia, c'è chi vuole continuare a fare danni con l'educazione a distanza che non è educazione ma alienazione, una società di vecchi, senescente e decadente non trova di meglio da fare che distruggere la vita interiore dei giovani. I danni della pandemia sono enormi e oltre ai morti bisogna contare anche i vivi zombificati.
La cronaca è piena di fatti insignificanti elevati a giudizio di Dio, per fortuna così non è, il tempo poi s'incarica come sempre di riportare tutto nella giusta dimensione, la realtà alla fine è puntuale, onesta, inesorabile. Omicron domina le prime pagine dei giornali italiani, le televisioni fanno rumore, siamo in un teatro del non-sense dove il tragico è diventato per forza comico. Ieri il vostro titolare è andato in farmacia (cura per l'ipertensione, in Italia circa 17 milioni di persone ne soffrono, 240 mila morti all'anno che non fanno notizia) la scena si è presentata così: normale porta d'ingresso divisa in due, a sinistra quelli del tampone, a destra tutte le altre malattie dimenticate dal resto del mondo. Io ero nella fila del resto del mondo. Ero solo. La scuola è aperta, la farmacia è deserta, il tampone è di massa, la mente è chiusa.
Siamo sulle pagine di "A volte ritornano" (è il titolo della prima serie di racconti di Stephen King, dove l'autore si presentava al lettore così: "Parliamo, io e te. Parliamo della paura" - e oggi siamo più che mai nel regno della paura), la conferma del plot de paura è arrivata ieri con la (ri)comparsa di Walter Ricciardi, il consulente scientifico del ministro della Salute, il quale ha detto che lui sulla riapertura della scuola non è d'accordo. Siamo di nuovo all'anarchia, se il principale collaboratore del ministro Speranza - che ha deciso di tenere la scuola aperta - può andare a favellare in giro che lui è in disaccordo rispetto alla linea del governo, allora la fase delle torte in faccia è tornata. Sia chiaro, Ricciardi è un uomo libero e può dire quello che vuole, ma oltre alla sua augusta figura, esiste un minimo di decenza istituzionale, visto che fa anche il consulente del governo. O tace per un minimo di riserbo e rispetto della funzione della politica, o parla e un minuto dopo si dimette dall'incarico.
05
Fatti che contano. La Nato, la Russia e noi
Siamo alla commedia, senza il grande Eduardo. D'altronde, basta dare un'occhiata ai giornali per rendersi conto che abbiamo un problema. Ecco l'apertura del Financial Times di oggi:
La Nato è pronta a un conflitto in Europa (tutti insieme: Eu-ro-pa) con la Russia. Non proprio un filo d'erba trasportato dal vento, ma nelle prime pagine italiane non c'è traccia del tema. L'agenda è aperta, il vice segretario di Stato, Wendy Sherman, alla guida della delegazione americana, e il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, a capo di quella di Mosca, hanno già avuto un incontro nelle scorse ore, i colloqui di oggi saranno poi seguiti mercoledì da un incontro del Consiglio Nato-Russia a Bruxelles e giovedì da una sessione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) a Vienna. Ryabkov stamattina ha detto che le condizioni poste dagli Stati Uniti "sono inaccettabili".
06
Putin: non permetteremo rivoluzioni nella regione
E Vladimir Putin che fa? Mentre la Nato dice di esser pronta alla guerra in Europa, si occupa del Kazakistan e non facendo dichiarazioni bellicose sui giornali, ma con i soldati sul teatro. Il presidente russo stamattina ha affermato due o tre cose che mettono in chiaro come le sfere d'influenza per la Russia non siano materia astratta, ma confini e governi che per Mosca devono essere stabili. Così l'uomo del Cremlino ha detto che le forze inviate in Kazakhstan resteranno nel Paese per "un tempo limitato", sottolineando che la rivolta in Kazakistan è un'operazione di "terrorismo internazionale". Il nocciolo della questione kazaka è in una frase che vale per tutti: "Non permetteremo rivoluzioni nella regione". Bentornato, Novecento.
***
Abbiamo imparato qualcosa anche stamattina, una conferma di come la vita italiana sia chiusa, senza un'idea di futuro con gli altri, nel mondo, non giochiamo nessuna partita se non quelle dei giornali, di cartapesta. Ci ostiniamo a pensare che siamo soli nell'universo, ripiegati a guardarci l'ombelico. Sono cose che capitano a un paese privo di una visione, di un'agenda internazionale. C'è solo quella di Mario Draghi ma è a capo di un governo che ha chiaramente esaurito il suo compito, con un Parlamento che teme il voto (gran parte degli onorevoli rappresentanti dovrebbe poi trovare un lavoro) e dunque vuole inchiodare Draghi (il candidato naturale alla più alta carica dello Stato) a Palazzo Chigi, nella speranza che quest'uomo si prenda ancora sulle spalle il paese e l'irresponsabilità della politica. È format che non può funzionare più, là fuori ci sono segnali chiari di accelerazione, una spinta a uscire da uno scenario di chiusura che sta mettendo la testa dell'Occidente nelle mani della Cina, della Russia e di altri paesi che non vanno per il sottile.
Come andrà finire? Per ora nessuno può saperlo, si naviga a vista, ma la forza delle cose si imporrà, perché l'Italia è un paese forte e fragilissimo nello stesso tempo, i mercati hanno iniziato a guardare al dossier Italia con attenzione (lo spread sale) e con il nostro debito monstre c'è ben poco da scherzare (tutto dimenticato, ma ci sarà una salutare rinfrescata alla memoria). Il primo voto per l'elezione del Capo dello Stato è in calendario per il 24 gennaio, da oggi non riapre solo la scuola, ma anche la politica, quel poco che ne resta. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.