12 Settembre

La lingua italiana straniera in patria

Le statistiche dicono che è la quarta lingua più studiata al mondo, ma la realtà racconta un costante declino. Un viaggio di Marco Patricelli dallo splendore del "recitar cantando" all'orrore del burocratese

di Marco Patricelli

Ennio Flaiano sosteneva, non senza ragione, che “l’italiano è la lingua parlata dai doppiatori”. Era il cinema del neorealismo, della dolce vita, della commedia all’italiana, dove di italiano c’era l’etichetta ma il parlato era frammentato tra i dialetti più diffusi, romanesco e napoletano in primo luogo. Eppure, per paradosso, era uno prodotto da esportazione nonostante fosse spurio. La tv sciacquò i panni in Arno, con corsi di dizione che addolcivano le cadenze regionali o addirittura le cancellarono, ma negli ultimi anni le acque dell’Arno devono essersi inquinate perché i suoni sono tornati prepotentemente a cambiare di registro, con prevalenza di romanesco e lombardo che rispecchiano il duopolio geografico nazionale, e una serie di variazioni sul tema nelle varie sedi del TgR Rai. Tanto per non farci mancare nulla, aggiungiamo un’ampia spruzzata di “angliano” che mette fuorigioco le parole di Dante e della sua evoluzione.

Suonano quindi un po’ a sorpresa i dati della classifica di Ethnologue, pubblicazione cartacea ed elettronica del SIL International, secondo cui l’italiano sarebbe, anzi è, la quarta lingua più studiata al mondo. Saltino dunque i tappi di spumante per festeggiare la rivincita dell’italiano? Mica tanto. Certi dati sono come i polli di Trilussa che fanno statistica ma non la spiegano, e quando la spiegano sarebbe meglio non lo facessero. Nel 2018 l’italiano avrebbe scavalcato il francese attestandosi dietro al cinese mandarino, allo spagnolo e naturalmente all’inglese pigliatutto. Il miracolo italiano c’è eccome. Perché più di due milioni di persone, attraverso 115 Istituti italiani di cultura (sempre sotto assedio per i tagli dei fondi), più per pura passione che per necessità si sono cimentati con una lingua sicuramente bellissima dal punto di vista musicale e lessicale, ma altrettanto certamente complessa e ricca. Sono così gli stranieri a conoscere quel mistero buffo del congiuntivo...


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