20 Ottobre
La macchina di Berlusconi
Ritorno al futuro? Accordo con Salvini, premiership, campagna elettorale. Perché Berlusconi sente che il centrodestra può vincere. Le larghe intese sono un’opzione, ma sempre più lontana, il centrodestra punta al governo e la macchina del Cavaliere è già partita
Accordo con Salvini, prime valutazioni sul nome del futuro premier, campagna elettorale à la Silvio. Berlusconi sente che il centrodestra può vincere. Il vento della destra europea, il risultato dell’Austria, dicono una sola cosa: i partiti socialisti sono in crisi. Le larghe intese sono un’opzione, ma sempre più lontana, il centrodestra punta al governo e la macchina del Cavaliere è già partita.
Mai sottovalutare Berlusconi, è un comandamento che tutti i suoi avversari hanno a ondate dimenticato. Negli ultimi giorni la macchina del Cavaliere ha cominciato a accelerare. Con Salvini c'è un accordo che non fa una piega sulla premiership: la sceglie chi ha più voti (conferma arrivata oggi in un'intervista di Marco Galluzzo sul Corriere della Sera); il risultato del voto austriaco - dopo quello tedesco - ha impressionato tutti e Berlusconi ha applicato al caso il suo schema: c'è un movimento politico ancorato al Partito popolare europeo (Kurz alias Silvio) e c'è un partito di destra (Strache alias Salvini) che viene "temperato" dal partner più centrista, tutto interpretato in una chiave di conservatorismo che punta a cambiare le regole europee (le cambierà la realtà), il rapporto dei governi con la Bce, la politica dell'immigrazione e - tema su cui Berlusconi ha mostrato più di un'intuizione, vedere alla voce Libia e Russia - la politica estera dell'Unione.
Le larghe intese con il Pd sono sempre un'opzione sul tavolo, ma l'impressione netta è che sia solo una carta di riserva, in pentola sta bollendo altro: la coalizione di centrodestra è in testa in tutti i sondaggi, Salvini ha abbandonato le sue idee sull'uscita dall'Eurozona per sposare invece la tesi delle riforme economiche (a una domanda del titolare di List ieri su Night Tabloid, Salvini ha addirittura archiviato anche l'ipotesi (in realtà puramente tattica) che fece Berlusconi sulla doppia moneta e ha risposto che...
Accordo con Salvini, prime valutazioni sul nome del futuro premier, campagna elettorale à la Silvio. Berlusconi sente che il centrodestra può vincere. Il vento della destra europea, il risultato dell’Austria, dicono una sola cosa: i partiti socialisti sono in crisi. Le larghe intese sono un’opzione, ma sempre più lontana, il centrodestra punta al governo e la macchina del Cavaliere è già partita.
Mai sottovalutare Berlusconi, è un comandamento che tutti i suoi avversari hanno a ondate dimenticato. Negli ultimi giorni la macchina del Cavaliere ha cominciato a accelerare. Con Salvini c'è un accordo che non fa una piega sulla premiership: la sceglie chi ha più voti (conferma arrivata oggi in un'intervista di Marco Galluzzo sul Corriere della Sera); il risultato del voto austriaco - dopo quello tedesco - ha impressionato tutti e Berlusconi ha applicato al caso il suo schema: c'è un movimento politico ancorato al Partito popolare europeo (Kurz alias Silvio) e c'è un partito di destra (Strache alias Salvini) che viene "temperato" dal partner più centrista, tutto interpretato in una chiave di conservatorismo che punta a cambiare le regole europee (le cambierà la realtà), il rapporto dei governi con la Bce, la politica dell'immigrazione e - tema su cui Berlusconi ha mostrato più di un'intuizione, vedere alla voce Libia e Russia - la politica estera dell'Unione.
Le larghe intese con il Pd sono sempre un'opzione sul tavolo, ma l'impressione netta è che sia solo una carta di riserva, in pentola sta bollendo altro: la coalizione di centrodestra è in testa in tutti i sondaggi, Salvini ha abbandonato le sue idee sull'uscita dall'Eurozona per sposare invece la tesi delle riforme economiche (a una domanda del titolare di List ieri su Night Tabloid, Salvini ha addirittura archiviato anche l'ipotesi (in realtà puramente tattica) che fece Berlusconi sulla doppia moneta e ha risposto che "non serve a niente", Berlusconi è uno che fiuta l'aria politica come nessuno, la caduta dei partiti socialisti in Europa è un fatto ineludibile, le difficoltà del Pd renziano sono sotto gli occhi di tutti, il referendum del 22 ottobre sull'autonomia in Veneto e in Lombardia sarà comunque un passaggio positivo e il voto in Sicilia darà una sterzata alla campagna elettorale del centrodestra. Messi tutti i pezzi sulla scacchiera, la conclusione è che c'è spazio per recuperare ancora voti (Berlusconi punta al 20 per cento per Forza Italia), arrivare prima di Salvini nella corsa elettorale, vincere il voto e tornare al governo.
La domanda sul taccuino è la seguente: chi sarà il premier? Tutto dipende da chi arriva primo al traguardo. Se fosse la Lega, a Palazzo Chigi andrebbe probabilmente Matteo Salvini, in caso di affermazione di Forza Italia, si andrebbe a scrutare la sfera di cristallo del Cavaliere. Il nome di Antonio Tajani è quello giusto sul piano istituzionale, ma dall'intervista di Berlusconi al Corriere della Sera viene fuori una frase - "stiamo valutando diverse figure" - che dice molto sulla strategia e sull'obiettivo finale: vincere.
Se questo è lo scenario, se mettiamo sulla bilancia Berlusconi e Renzi, Forza Italia e il Pd, sono i democratici a pesare meno ed è proprio il segretario del Pd ad avere bisogno del Cavaliere per salvare la sua leadership. Ecco perché il non detto dei democratici - le larghe intese con Berlusconi - ha una sua logica politica. Sarebbe la somma del Rosatellum, ma come abbiamo visto, la storia si incarica sempre di inserire un finale alternativo. Lo sceglieranno gli elettori. A proposito dell'alleanza (im)possibile tra Renzi e Berlusconi, Daniela Coli ha un affilato la penna, vediamo cosa scrive, taglia.
01
Larghe intese? Do you remember...
di Daniela Coli
II Rosatellum o Arlecchinellum, come l’ha definito Giordano Bruno Guerri, non scandalizza tanto per le irregolarità procedurali (non siamo inglesi, che, anche con l’acqua alla gola, non derogano, come dice Canetti, dai rituali né nello sport né in parlamento) né perché due partiti decidono di fare insieme una legge elettorale, per togliere di mezzo i 5Stelle, per poi fare una Große Koalition come in Germania. Neppure stupisce che i politici mentano. John Mearsheimer, considerato l’erede di Morgenthau, nel 2011 ha scritto Why Leaders Lie.The Truth About Lying in International Politics. I leader delle democrazie mentono in politica estera più degli autocrati o dittatori, perché devono legittimare moralmente la guerra: vedi Bush jr per la guerra in Iraq. Si tratta di politica estera, ma, dato il rapporto di fiducia tra leader ed elettori, la menzogna provoca, soprattutto in caso di sconfitta, quella che Mario Sechi chiama la crisi della democrazia. La crisi è tanto evidente che il 27 agosto 2014 il Guardian ha pubblicato un importante articolo dell’australiano Warwick Smith, intitolato Why politicians must lie – and how selling ice-screams is like an election campaign. Fare una campagna elettorale è come vendere gelati. La democrazia ha in se stessa vermi che la divorano, perché i politici devono mentire, altrimenti perdono le elezioni. Ciò mina la democrazia. Nel caso dell’Arlecchinellum, i problemi non sono tanto quelli procedurali, né i compromessi. La questione mastodontica è che media e politici italiani all’improvviso hanno perso la memoria. A nessun giornalista o politico è passato per la testa di dire che, fuoriusciti a parte, la maggioranza Pd che sta votando l’Arlecchinellum, d’accordo con Berlusconi, per fare poi un governo Forza Italia-Pd è la stessa maggioranza Pd che il 27 novembre 2013 ha votato la decadenza di Berlusconi dal Senato. Un pasticciaccio brutto possibile solo in Italia. Il Caimano, Al Capone, il nuovo Duce, il grande porco delle olgettine, del bunga bunga, il vecchio maiale di Ruby, per cui migliaia di professoresse democratiche hanno marciato e firmato appelli, adesso è un amico. Senza dimenticare le intercettazioni di ogni tipo, pubblicate dai più grandi quotidiani italiani.
Il Pd, nato nel 2007, ha fatto battaglie che hanno messo a ferro e fuoco il paese per eliminare Berlusconi per via giudiziaria, l’Italia ha vissuto una guerra civile fredda, e ora il Pd vuole governare con Berlusconi. Altro che Arlecchinellum! Siamo di fronte a un’inversione di marcia difficilmente accettabile in qualsiasi democrazia, senza alcuna autocritica del Pd. Ciò che è paradossale dell’Arlecchinellum – lo ripeto – non è che due partiti avversati si alleino per governare. In Germania ai socialdemocratici non è mai venuto in mente di imbastire battaglie giudiziarie e mediatiche di ogni tipo per cacciare un leader Cdu dalla politica, scatenando toghe amiche, giornalisti, accademici, intellettuali, attori, cantanti e ballerine. Sono cambiati i Presidenti del Consiglio Pd (Letta, Renzi, Gentiloni), ma la maggioranza Pd dell’Arlecchinellum è, fuoriusciti a parte, la stessa che espulse Berlusconi dalla politica. Il Pd che aspira a fare il governo con Berlusconi è lo stesso Pd che lo ha espulso dalla politica. Possibile che a nessuno venga in mente di chiedere a dirigenti e intellettuali Pd se hanno ancora fiducia nella magistratura e perché vogliono allearsi con il leader che per 26 anni hanno accusato di tutto e di più, perché li sconfisse nel 1994, quando credevano di fare cappotto? Per 26 anni l’Italia ha vissuto una guerra civile fredda: dai girotondini alle marce per Ruby, il paese ha vissuto tensioni impensabili in qualsiasi democrazia.
È possibile che anche Berlusconi non si chieda come reagiranno gli elettori del centrodestra, che nelle regioni rosse venivano trattati come appestati? Non rimarranno spiazzati e sbigottiti quando nelle regioni rosse si troveranno di fronte gli stessi “comunisti” e poi “democratici” da cui sono stati strapazzati per 26 anni? Quando chiedo a conoscenti e colleghi Pd, veterani di battaglie antiCav, perché adesso vogliono allearsi con Berlusconi, la risposta è sempre: “Perché non ci fa paura, con lui rimane tutto uguale, con Grillo invece le cose cambiano”. Magari pagheranno i lavoratori, i giovani laureati e no che devono emigrare, la piccola e media borghesia, il Paese, ma che importa alle caste italiane? Non siamo nell’Inghilterra medievale della Guerra delle Due Rose, dove due dinastie si combattevano per il trono. Battaglie di poche centinaia di soldati, con sudditi senza alcun diritto (il popolo è un concetto moderno) che passavano da signore all’altro. Né nel medievale Games of Thrones. Siamo nel 2017, in una democrazia, dove per essere eletti devono avere il nostro voto. Davvero il Pd crede di essere nel Medioevo? Non è bastato a Renzi perdere il 4 dicembre col 60 per cento degli italiani contro? È possibile che al Pd non venga neppure in mente di chiedere a qualche intellettuale (un Michele Salvati, per esempio) di scrivere almeno un articolo per dire perché adesso vogliono fare un governo col Caimano?
***
Che domande pone la Coli. Non avranno risposta. Che facciamo? Il titolare di List ha nel cassetto una serie di pezzi per arricchire la vostra newsletter. Il tema introdotto da Daniela - la democrazia, l'era della bugia, il rapporto con l'elettore e la dinamica politica schmittiana dell'amico/nemico - introduce un altro punto chiave della contemporaneità, il rapporto tra sovranità e popolo. Lorenzo Castellani ha un po' di appunti su cinque lezioni che vengono dal presente. Andiamo a leggerlo insieme.
02
Sovranità e popolo. Cinque lezioni
di Lorenzo Castellani
Nella politica del ventunesimo secolo è sempre più difficile ordinare i fatti in precise categorie come avveniva in passato, tuttavia è sempre possibile rintracciare alcuni comportamenti politici che mostrano dello somiglianze tra loro e scandiscono la regolarità della storia.
Il discorso con cui Carles Puigdemont ha gettato acqua sul fuoco dell’indipendenza catalana, cercando una trattativa con lo Stato spagnolo dopo settimane di dichiarazioni infuocate e manifestazioni di piazza, ricade in una serie di episodi che hanno caratterizzato la politica occidentale negli ultimi anni. Il film si svolge in questo modo: esiste una situazione di crisi che cova sotto la cenere da tempo, un leader carismatico o un nuovo partito incontrano i favori del popolo con una posizione radicale, vincono le elezioni, cercano di sfidare i vincoli legali, burocratici, sovranazionali, economici che frenano la realizzazione delle promesse attraverso il coinvolgimento del popolo. Una volta preso atto dell’impossibilità di una rottura radicale con l’ordine costituito il leader o il partito si rimettono nei binari imposti dall’assetto politico, costituzionale, economico entro cui si muove.
È un film già visto? Nel 2015 Alexis Tsipras vince le elezioni con una forte piattaforma ideologica anti-austerity in un paese economicamente al collasso, vuole rompere i vincoli di Bruxelles e costringere tedeschi e popoli del nord europa ad allentare la prese finanziaria sul debito greco, negozia un accordo con la Troika e su di esso indice un referendum, convoca manifestazioni di popolo a Piazza Syntagma, nel cuore di Atene. Il ministro Varoufakis minaccia l’uscita dall’Euro, Bruxelles trema. La strategia narrativa funziona perché le urne gli danno ragione perché vince nella volontà popolare il respingimento delle misure proposte dalle istituzioni internazionali. E poi? Rafforzato il suo consenso popolare Tsipras, entrato nella stanza dei bottoni si rende conto che i bottoni non ci sono, la situazione delle finanze pubbliche è grave, uscire dall’euro metterebbe la Grecia ancora più in ginocchio di quanto non lo sia, non resta che accettare l’accordo per far tornare il debito pubblico greco sostenibile e varare una serie di riforme improntate a ridurre la spesa pubblica e la macchina dello Stato. Tsipras accetta, insomma, un programma di austerity.
Londra, 23 giugno 2016. La Brexit irrompe sul Continente come una meteora. Il popolo britannico decide di uscire dall’Unione Europea al grido di “Take back control”, si forma un nuovo governo a guida Theresa May e arriva subito la conferma di una linea dura: Brexit means Brexit, il Regno Unito se ne andrà indipendentemente dall’esito delle contrattazioni con Bruxelles. Inizia un periodo di caos che ancora oggi non sembra risolto. Servono due anni almeno per completare lo sganciamento, le trattative sull’accesso al mercato europeo e la circolazione dei cittadini sono ancora in alto mare. Governi e burocrazie s’incagliano tra leggi, documenti preparatori, interpretazioni costituzionali dei Trattati Europei, voti del Parlamento di Westminster. La democrazia diretta non è un pranzo di gala, nemmeno se dalla tua hai la più solida tradizione commerciale d’Europa. Anche in questo caso, la fazione dei Conservatori che ha costruito la vittoria al Referendum si trova annegata da problematiche finanziarie, legali, diplomatiche e commerciali. E uscire dal labirinto delle istituzioni europee sembra oggi molto più difficile del previsto, nonostante il vento della storia e il sostegno del popolo.
Roma, giugno 2016. Il più grande partito populista d’Europa conquista con una vittoria schiacciante la Capitale d’Italia. Non solo i partiti tradizionali scompaiono dalle poltrone del potere della Capitale, ma la neo-sindaco Virginia Raggi propone quello che gli anglo-sassoni chiamerebbero una “revolution in government”: trasparenza amministrativa, appalti senza deroghe e trucchi, snellimento della macchina burocratica, nuovo ecologismo per una Roma traboccante di rifiuti, maggiore efficienza dei servizi pubblici, una nuova etica pubblica. Sono passati sedici mesi e la vecchia Roma è ancora li: assessori che si dimettono uno dopo l’altro, servizi pubblici in sciopero perenne, problemi di sicurezza, inchieste della magistratura, richieste di fondi pubblici verso il governo da parte del primo cittadino per assunzioni di massa nella macchina comunale, difesa d’ufficio di municipalizzate sull’orlo del fallimento. Anche in questo caso: si parte con la riscossa del popolo, si finisce con la burocrazia, il corporativismo e la magistratura.
Washington, gennaio 2017. Dopo una vittoria del tutto inaspettata nelle presidenziali, con un messaggio centrato sullo slogan “Make America Great Again”, ma soprattutto su quel “I love poorly educated people” che lo metto a fianco dell’americano medio Donald Trump giura come nuovo Presidente degli Stati Uniti. Anche qui le promesse e le attese sono molte: stretta alle frontiere, costruzione del muro con il Messico, riforma fiscale, repeal dell’Obama Care, riduzione della contribuzione americana alla NATO, dazi alle frontiere. Certo, dieci mesi sono probabilmente pochi anche per esprimere una prima valutazione sull’operato di Trump, ma è evidente come anche il bionfo tycoon si sia scontrato con l’infernale macchina di Washington. Licenziati gli ideologi della prima ora, in pochi mesi The Donald si è allineato ai voleri dell’establishment repubblicano. Costretto a trattare con il Congresso e, soprattutto, ad ascoltare i desiderata della più importante strada d’America: Wall Street. Al netto dei tweet con cui continua a provocare mezzo mondo, in pochissimo tempo il funambolo Trump, che ha conquistato il popolo e rottamato il mondo liberal, è tornato a sedersi al tavolo con la realtà, sia sul suolo americano che all’estero.
Sono cinque eventi, quelli brevemente descritti, dal futuro ancora aperto e dalle molteplici diversità. Non possono essere ridotti ad un unico modello, ma tutti esprimono la stessa regola: la politica cambia velocemente così come società e quello che abbiamo chiamato su queste colonne “il rovescio della globalizzazione” ha prodotto nuovi partiti, nuove leadership, nuovi stili in grado di rintracciare la sensibilità della “folla solitaria” che domina questi tempi. Così si sono affermate i movimenti populisti o, secondo una definizione più precisa, le forze sovraniste che esprimono, a vari livelli, il rifiuto verso i partiti tradizionali e la necessità di costruire nuove identità. Tuttavia, una volta raggiunte le leve del potere l’afflato populista e sovranista tende ad esaurirsi presto. Perché? Perché sono il capitalismo globale, con i suoi commerci mondiali, i suoi mercati finanziari, le sue exponential corporations tecnologiche, e le burocrazie, con leggi e tribunali, a condizionare il potere più di quanto non possa farlo il popolo. Il mondo globalizzato ed interconnesso può forse perdere alle urne, ma quella miriade di istituzioni sovranazionali, regolatori globali, istituti finanziari e colossi tecnologici è pronta a sedersi al tavolo e condizionare qualunque interlocutore. E questi, benché forti del consenso, non possono fare altro che aprire un tavolo di trattativa con poteri nazionali e globali. Da un lato il liberalismo, in teso in senso lato come dialogo come corpus di principi incorporati dalle istituzioni nazionali e sovranazionali, dall’altro la complessità dello Stato burocratico che costringono i tribuni del popolo a rivedere programmi e ambizioni. Si profila così una nuova formula politica: sovranismo per il popolo e liberalismo per i governanti. Che sia questa la nuova arte di governo che dominerà i prossimi decenni?
***
Che facciamo? Un giro di giostra nei fatti del presente, sul taccuino sono rimasti un paio di appunti. Seguite il titolare di List.
03
Il Bilancio 2018 di Macron
Le Macroniadi proseguono. Il Bilancio 2018 del presidente francese Emmanuel Macron arriva oggi all'esame dell'Assemblea. Secondo Le Figaro, dopo i cambiamenti alla legislazione sul lavoro, siamo di fronte al secondo atto della rivoluzione dell'uomo En Marche, ma con un problema all'orizzonte che dovrebbe preoccupare il Presidente: la classe media sarà penalizzata dalla riforma fiscale. Siamo di nuovo, guardacaso, al conflitto tra ricchi e poveri (ma non troppo), tra perdenti e vincenti della globalizzazione. Sébastien Laye sul Figaro traccia un quadro con molte ombre sulle riforme di Macron dove, alla fine, viene privilegiato il capitale finanziario e non il bene più diffuso presso la classe media: la proprietà immobiliare. Tutto molto interessante. E da seguire con attenzione nei prossimi mesi. Se questo è l'incipit, nel finale prevarrà il banchiere Macron o il politico Macron? Alla fine, questo conflitto è anche quello che ha innescato la bomba politica di Trump. L'America. Come andrà la sua economia nei prossimi mesi?
04
L'economia americana oggi va. E anche domani
Sulla posta elettronica del titolare di List è piovuta un'analisi della Federal Reserve di San Francisco firmata dal vicepresidente Reuven Glick. Cosa dice? Ecco la sintesi appuntata sul taccuino:
- Il prodotto interno lordo continuerà a crescere. Nel terzo trimestre si sentirà l'effetto degli uragani Irma e Harvey, ma nel quarto l'economia tornerà a crescere a buon ritmo, sopra il 2 per cento nel 2017. Con la fine della politica monetaria espansiva della Fed ci sarà un rallentamento, ma il pil si manterrà sopra l'uno per cento;
- Il mercato del lavoro - al netto dell'effetto uragani - si manterrà sugli attuali livelli e la disoccupazione scenderà ancora, un rialzo invece è previsto nel 2019, quando non ci sarà più l'effetto espansivo della politica monetaria della Fed e la situazione si "normalizzerà";
- L'inflazione resta sempre sotto l'obiettivo della Fed del 2 per cento, salirà anche questa in futuro con la fine della politica espansiva;
- La trasformazione tecnologica continuerà ad essere uno dei principali fattori di cambiamento;
- Il consumo nel settore dei servizi si sta evolvendo rapidamente e in particolare nell'entertainment dove molte famiglie hanno già "tagliato il cavo" (tv via cavo e satellite) per privilegiare il consumo su Internet;
- La misurazione di questo nuovo stile di consumo nel settore dei servizi va aggiornata ai fini del calcolo del valore della ricchezza.
Sono gli ultimi punti, quelli della rivoluzione digitale, a colpire il titolare di List. La Federal Reserve li considera giustamente fattori-chiave. Siamo dentro una rivoluzione.
05
Curdi e iracheni tornano a combattersi
Ricordate la politica del tubo di Erdogan? Ne abbiamo parlato qualche numero fa di List: il referendum sull'indipendenza del Kurdistan ha messo di cattivo umore il presidente della Turchia, Erdogan, che ha minacciato di chiudere il rubinetto del petrolio verso il Nord. Quello che avevamo scritto si è purtroppo realizzato: curdi e iracheni sono tornati in guerra. Gli iracheni hanno battuto i peshmerga a Kirkuk, una battaglia durissima (Almasdarnews ha tutti i dettagli), hanno ripreso il controllo dell'aeroporto e della North Oil Company, i curdi hanno lasciato anche la città di Sinjar. È bastato l'avviso di Erdogan. Il rubinetto. Il tubo. L'Iraq che non avrà mai pace.
06
Il congresso del Partito comunista cinese
Domani si apre il Congresso del Partito comunista cinese. Il presidente della Cina, Xi Jinping (sopra, nella foto Ansa) si prepara a consolidare il suo potere e aprire un'altra fase quinquennale all'insegna del mercato e dell'innovazione. Durante il vertice dei paesi Brics a Xiamen, svoltosi qualche settimana fa in Cina, il presidente Xi ha dipinto un nuovo ordine mondiale, quello sarà il suo programma per il futuro. Il titolare ne ricorda i punti salienti che avevamo già pubblicato in occasione del vertice:
- La forza cinese. C'è un detto popolare qui nel sud del Fujian: "Dedicatevi e vincete" che incarna uno spirito intraprendente. Il successo di Xiamen è un buon esempio che dimostra la perseveranza di oltre 1,3 miliardi di cinesi. In quasi 40 anni di riforme e di apertura, sotto la guida del Partito comunista cinese, noi cinesi ci siamo dati da fare, senza paura e con determinazione, e abbiamo intrapreso con successo un cammino di socialismo con tratti distintivi cinesi. Abbiamo incontrato difficoltà e sfide sulla via da seguire. Ma abbiamo perseverato e tenuto il passo con i tempi. Con dedizione, coraggio e ingegnosità stiamo compiendo grandi progressi nel perseguire lo sviluppo dell'odierna Cina.
- La globalizzazione. Siamo in una grande era di sviluppo, trasformazione e adeguamento. Sebbene i conflitti e la povertà debbano ancora essere eliminati a livello globale, la tendenza verso la pace e lo sviluppo si è sempre più accentuata. Il nostro mondo di oggi sta diventando sempre più multipolare, l'economia è diventata globalizzata, la diversità culturale sta crescendo e la società è digitalizzata. La legge della giungla, la preda dei deboli, il gioco a somma zero sono respinti, e la pace, lo sviluppo e la cooperazione vincente per tutti sono diventati l'aspirazione comune di tutti i popoli.
- L'avanzata dei BRICS. L'ultimo decennio ha visto i paesi BRICS progredire nel perseguimento di uno sviluppo comune. (...) Negli ultimi dieci anni, il nostro PIL combinato è cresciuto del 179%, il commercio del 94% e la popolazione urbana del 28%. Tutto questo ha contribuito in modo significativo a stabilizzare l'economia globale e a riportarla alla crescita, e ha portato benefici tangibili a tre miliardi e più di persone.
- Rifare l'industria, Internet Plus. Come superare questa fase? Il tasso di crescita da solo non è la risposta. Dovremmo invece, sulla base delle nostre condizioni attuali e tenendo presente l'obiettivo a lungo termine, portare avanti le riforme strutturali ed esplorare nuovi motori di crescita e percorsi di sviluppo. Dobbiamo cogliere l'opportunità offerta dalla nuova rivoluzione industriale per promuovere la crescita e cambiare il modello di crescita attraverso l’innovazione. Dovremmo perseguire uno sviluppo basato sull'innovazione, creato dalla produzione intelligente, dal modello "Internet Plus", dall'economia digitale e dalla condivisione dell'economia, restare in prima linea e muoverci più rapidamente per sostituire i vecchi motori di crescita con nuovi. Dovremmo eliminare gli ostacoli allo sviluppo economico attraverso la riforma, rimuovere le barriere sistemiche e istituzionali e dare impulso al mercato e alla società, in modo da ottenere una migliore qualità, una crescita più resiliente e sostenibile.
- Interconnessione delle economie. Dobbiamo migliorare il coordinamento delle politiche macroeconomiche, creare sinergie tra le nostre rispettive strategie di sviluppo, sfruttare i nostri punti di forza in termini di struttura industriale e dotazione di risorse, creare catene del valore e un grande mercato per interessi comuni, in modo da realizzare uno sviluppo interconnesso.
- Gli strumenti. La cooperazione economica è il fondamento del meccanismo BRICS. Con questo obiettivo in mente, dovremmo attuare la strategia per il partenariato economico BRICS, istituzionalizzare e concretizzare la cooperazione in vari settori, e continuare a migliorare le prestazioni della cooperazione BRICS. Quest'anno abbiamo compiuto progressi nel funzionamento del New Development Bank and Contingent Reserve Arrangement, nonché nel commercio elettronico, nella facilitazione degli scambi e degli investimenti, negli scambi di servizi, nell' emissione di obbligazioni in valuta locale, nell'innovazione scientifica e tecnologica, nella cooperazione industriale e nel partenariato pubblico-privato, ampliando e intensificando così la cooperazione economica. Dovremmo continuare ad attuare gli accordi e il consenso già raggiunti e sfruttare meglio il ruolo degli attuali meccanismi. Dovremmo inoltre esplorare attivamente nuove vie e nuovi settori di cooperazione pratica e rafforzare i nostri legami per garantire una cooperazione BRICS duratura e fruttuosa.
- Guerra e pace. In secondo luogo, noi paesi BRICS dovremmo assumerci le nostre responsabilità di sostenere la pace e la stabilità globali. La pace e lo sviluppo si sostengono e si rafforzano reciprocamente. I popoli di tutto il mondo vogliono pace e cooperazione, non conflitti o scontri. Grazie agli sforzi congiunti di tutti i paesi, la pace globale regna da oltre mezzo secolo. Tuttavia, i conflitti incessanti in alcune parti del mondo e le questioni di hotspot stanno ponendo sfide alla pace mondiale. Le minacce intrecciate del terrorismo e la mancanza di sicurezza informatica, tra le altre, hanno gettato un' ombra oscura sul mondo.
- Economia aperta. Non dobbiamo ignorare i problemi derivanti dalla globalizzazione economica o lamentarci di essi. Dovremmo piuttosto compiere sforzi congiunti per trovare soluzioni. Dovremmo collaborare con altri membri della comunità internazionale per intensificare il dialogo, il coordinamento e la cooperazione e contribuire a sostenere e garantire la stabilità e la crescita economica globale. A tal fine, dobbiamo promuovere la costruzione di un' economia globale aperta, far progredire la liberalizzazione e l' agevolazione degli scambi e degli investimenti, costruire insieme nuove catene globali del valore e riequilibrare la globalizzazione economica.
- Non spostiamo il formaggio di nessuno. Lo sviluppo dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo non è destinato a spostare il formaggio di nessuno, ma a rendere più grande la torta dell' economia globale. Dovremmo unire le mani per guidare il corso della globalizzazione economica, offrire più visione e beni pubblici, rendere il modello di governance e le regole più equilibrate e inclusive, e migliorare e rimodellare la divisione internazionale del lavoro e le catene globali del valore. Dobbiamo lavorare alla riforma del sistema di governance economica globale per renderlo commisurato alla realtà dell'architettura economica globale. Dovremmo inoltre migliorare le norme di governance per i nuovi settori del mare profondo, delle regioni polari, dello spazio extra-atmosferico e del ciberspazio, in modo da garantire che tutti i paesi condividano diritti e responsabilità.
- Dieci frecce insieme. Come dice un proverbio cinese:" È facile rompere una freccia, ma difficile rompere un fascio di dieci frecce". Dovremmo sfruttare i nostri rispettivi punti di forza e influenza, promuovere la cooperazione sud-sud e il dialogo nord-sud, mettere in comune i punti di forza collettivi di tutti i paesi e insieme disinnescare i rischi e affrontare le sfide.
- I dieci anni del Dragone. Nell'ultimo decennio non solo si sono registrati progressi concreti nel meccanismo di cooperazione BRICS, ma si è anche assistito allo sviluppo di riforme e aperture a tutto tondo in Cina e al suo rapido sviluppo economico e sociale. Nel corso di questi dieci anni, l'aggregato economico della Cina è cresciuto del 239% e il volume totale delle sue esportazioni e importazioni di beni è aumentato del 73%. La Cina è diventata la seconda economia più grande del mondo, la vita dei suoi 1,3 miliardi di persone in più sono stati notevolmente migliorati, e la Cina ha dato un contributo sempre più grande allo sviluppo economico regionale e globale.
- La medicina efficace ha un sapore amaro. È vero che, poiché gli sforzi di riforma della Cina sono entrati in una fase cruciale in cui devono essere affrontate sfide difficili, sono emerse alcune difficoltà e problemi di fondo, che devono essere affrontati con determinazione e determinazione. Come dice un detto cinese, "La medicina efficace ha un sapore amaro". La medicina che abbiamo prescritto per noi stessi è quella di attuare una riforma a tutto tondo. Negli ultimi cinque anni abbiamo adottato oltre 1.500 misure di riforma che coprono tutti i settori, con progressi compiuti in molteplici settori, e la riforma viene portata avanti con maggiore intensità. Il ritmo dell' adeguamento strutturale economico e del potenziamento industriale ha subito un' accelerazione. L' economia cinese ha mantenuto stabile e solida performance costante, e nuovi driver di sviluppo che sostengono lo sviluppo sono cresciuti in forza. Nel primo semestre di quest' anno, l' economia cinese è cresciuta del 6,9%, il valore aggiunto dai servizi ha rappresentato il 54,1% del PIL e sono stati creati 7,35 milioni di posti di lavoro urbani. Tutti questi risultati hanno dimostrato che l' approfondimento di una riforma a tutto tondo è la strada giusta da seguire.
- Belt and Road, il futuro. Lo scorso maggio, la Cina ha ospitato con successo il Forum Strada e Cintura per la cooperazione internazionale, al quale hanno partecipato 29 capi di Stato o di governo e oltre 1.600 rappresentanti provenienti da più di 140 paesi e oltre 80 organizzazioni internazionali. Questo ha inaugurato una nuova fase di traduzione dell' iniziativa "Belt and Road" dalla visione all' azione e dalla pianificazione all' attuazione. I partecipanti al forum hanno discusso le modalità per promuovere la cooperazione e lo sviluppo e hanno raggiunto un ampio consenso. Permettetemi di chiarire questo punto: l' iniziativa Belt and Road non è uno strumento per far avanzare un' agenda geopolitica, ma una piattaforma per la cooperazione pratica. Non si tratta di un regime di aiuti stranieri, ma di un' iniziativa per lo sviluppo interconnesso che richiede ampie consultazioni, contributi comuni e benefici condivisi. Sono convinto che l' iniziativa "Belt and Road" fungerà da nuova piattaforma per tutti i paesi al fine di ottenere una cooperazione vantaggiosa per tutti e creerà nuove opportunità per attuare l' agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
- Capitali e imprese. Spero che sfrutterete i vostri punti di forza in termini di informazione, tecnologia e finanziamenti per lanciare progetti di cooperazione più pratici e reciprocamente vantaggiosi che vadano a beneficio dei nostri paesi e popoli. Ciò che farete contribuirà a stimolare lo sviluppo economico e sociale e a migliorare la vita delle persone. Il governo cinese continuerà a incoraggiare le imprese cinesi a operare e radicarsi in altri paesi, e allo stesso modo accogliamo calorosamente anche le imprese straniere ad investire e operare in Cina.
- Un secondo decennio di crescita. Noi paesi BRICS entreremo in un secondo decennio di crescita più vivace. Lavoriamo insieme ad altri membri della comunità internazionale. La nostra cooperazione deve apportare maggiori benefici alle popolazioni dei nostri cinque paesi. Lasciamo che i benefici della pace e dello sviluppo globali raggiungano tutti i popoli del mondo.
Tutto chiaro no? La Cina si prepara a dominare il mondo. Che facciamo? Quello che cantava Domenico Modugno, voliamo.
07
Airbus compra un pezzo pregiato di Bombardier
La guerra dei cieli tra gli americani di Boeing e gli europei di Airbus va a grande velocità: Airbus acquisirà il controllo di Bombardier C-Series, la società che produce aerei a fusoliera stretta da circa 150 posti. È la battaglia tra i titani dei cieli. C'è altro. Tenete allacciate le cinture, mettete le cuffie, un po' di musica in volo fa sempre bene: PlayList.
08
PlayList
La compilation dei lettori di List su Spotify continua crescere: siamo a quota 344 canzoni, oltre 28 ore di musica e 422 fedelissimi follower. Ascoltate PlayList. Siamo soddisfatti? No, perché non abbiamo limiti.
Non abbiate paura, lo sappiamo che come vedete un karaoke non resistete al richiamo del canto e sì, sappiamo anche che avete comprato la batteria a vostro figlio ma la sera siete voi a suonarla e i vicini vi stanno per fare causa. Non fate i preziosi, segnalate le vostre canzoni preferite al titolare di List. Stamattina in cuffia c'è questo pezzo: Come il giorno, Francesco De Gregori che canta Bob Dylan. "Un uomo può sbagliare/ e certi errori costano parecchio". Anche una donna. Il giorno, un altro giorno. Come diceva Rossella O' Hara? "Domani è un altro giorno".
09
17 ottobre. Al Capone
Nel 1931 Al Capone viene condannato per evasione fiscale.
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2. Acquisto dell'abbonamento
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2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
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2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
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2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
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immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
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che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.