5 Ottobre

La morte senz'anima ai tempi del Ceo Capitalism

Programmare la propria fine, farne un docufilm, ricorrere alla "dolce morte" in Svizzera perché "la vecchiaia è una malattia incurabile". Riccardo Ruggeri racconta la dissipazione di una vita in un sistema (malato) di pensiero che esclude il destino e la trascendenza

di Riccardo Ruggeri

Il Caffè è un giornale che ogni domenica trovi in appositi contenitori, posti in punti strategici delle città della Svizzera italiana. Domenica scorsa riportava un’intervista a Jacqueline Jencquel che mi ha messo in crisi, al punto che per alcuni giorni non sono riuscito a scrivere i miei Camei. L’intervista, all’apparenza un racconto salottiero dell’alta borghesia cosmopolita europea, si è innescato in un mio momento di riflessioni (folli) su quale sarà il mondo in cui vivranno i miei nipotini. Il libro al quale lavoro da una decina d’anni è giunto a un punto di non ritorno: con il coautore (un giovane, brillante accademico) e un giovane uomo di cultura che ci supporta: dobbiamo deciderne il titolo.

Jacqueline Jencquel un tempo si sarebbe definita una signora alto borghese. Nasce a Tientsin (Nord-Est della Cina) nel 1943, a sei anni la sua famiglia si trasferisce a Marsiglia. Nei giorni scorsi diventa improvvisamente famosa, preannunciando che nel gennaio del 2020 ci sarà il suo suicidio assistito in Svizzera. Perché lo fa? Ha coniato una locuzione non indimenticabile: “La vecchiaia è una malattia incurabile, il cui pronostico è sempre fatale”, e dalla vecchiaia (non dalla malattia) ha deciso di uscire attraverso la “dolce morte”. Ha già organizzato tutto avvalendosi dalla Fondazione svizzera Lifercircle, presieduta dalla sua amica Erika Preisig

Nell’intervista lei si racconta. In Germania incontra il suo futuro marito, si sposano, si trasferiscono in Venezuela, dove lui è importatore di Mont Blanc. Nascono tre figli. Lo stile di vita che racconta è impregnato del tipico “edonismo reaganiano” anni ‘80: tuffi nei mari del Caribe durante l’anno, inverni sulla neve a Gstaad. Il marito trascorre il tempo sui campi da golf, nelle varie club house pratica la sua attività di intermediazione. Lei scrive, orgogliosa, di non aver mai lavorato perché si considera un’intellettuale, rifiuta il...


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