27 Ottobre

La musica non si spegne neanche in guerra

Chiudere i teatri è il segno della resa. La lezione di Leningrado assediata, il raduno di un'orchestra di uomini e donne disperati che suonarono per la speranza e la vittoria. Marco Patricelli racconta la storia della 7ª di Šostakovič e i sigilli nelle sale da concerto in Italia

di Marco Patricelli

Dalla musica a espressione del trionfo della vita sulla morte, alla musica ammutolita dal trionfo della burocrazia e della paura. Mentre nel 1942 le sette note fecero da argine alla barbarie della seconda guerra mondiale e diedero voce alla speranza, nel 2020 crolla ogni diga culturale nella guerra al Covid-19  sbarrando le porte delle sale da concerto e dei teatri. È vero che non c’è nessun Dmitrij Šostakovič all’orizzonte di questa società contemporanea sempre più smarrita che si scopre sempre più fragile sotto i colpi della pandemia, ma quel che accadde a Leningrado assediata dalla Wehrmacht di Hitler andrebbe ricordato a Governo, ministri, tecnici, burocrati, travet di Palazzo, che con un tratto di penna hanno cassato la musica nella poco coraggiosa ed edulcorata riproposizione del lockdown:  Paganini e Toscanini proverbialmente non davano mai il bis, il premier Giuseppe Conte fa altrettanto ma per ben altri motivi, tra cui gli scricchiolii della tenuta sociale. E sceglie per il Paese di abdicare alla difesa della cultura, in una resa senza condizioni.

Leningrado, la capitale prerivoluzionaria che portava il nome dello zar Pietro il Grande che modernizzò la Russia e la portò in occidente, era un simbolo del regime sovietico e un ghiotto obiettivo militare e propagandistico. Ai tedeschi non importava affatto che l’elegante città sulla Neva disegnata a tavolino e abbellita dagli architetti italiani fosse una delle capitali culturali d’Europa, e che a Pietroburgo Giuseppe Verdi aveva terminato e fatto rappresentare per la prima volta il 10 novembre 1862 al Teatro imperiale «La forza del destino». Il destino aveva portato la forza delle armi naziste a chiudere l’assedio della città da cui era partita la prima cannonata della rivoluzione russa del 1917. Nel settembre 1941 le cannonate arrivavano da tutte le parti sulla città dei quartieri colorati e...


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