27 Giugno
La notte. Conoscere per ardore
Non è un cielo da cartolina, è un viaggio interstellare nell'oscurità abbagliante della poesia, della musica, della pittura, delle arti che si nutrono della luce degli astri, del bagliore lontano, dell'oscurità che combatte con l'alba. Costellazioni, pianeti, rime, versi sciolti, pittura, sinfonia. Il fantastico non è mai stato così reale
Valeria Rossella è una poetessa e saggista letteraria. Ha scritto in versi, in prosa, sa domare la rima e il verso sciolto, ha raccontato la "Vita di Chopin attraverso le lettere" (Lindau), ha tradotto per Adelphi "Trattato poetico" del premio nobel Czesław Miłosz, ha pubblicato poesie che sono acuminate come frecce, è un'indagatrice dell'anima e, come vedrete in questo "pezzo", la sua è una cultura che non conosce barriere. Preparatevi al decollo, allacciate le cinture, si vola altissimo. Buona lettura.
di Valeria Rossella
Come vedono la notte gli astronomi, come la vedono i poeti. Ruota la terra sul suo asse, dicono gli scienziati che consultano le mappe celesti con la fronte bagnata di luce come il loro collega ritratto in un celebre quadro di Vermeer 350 anni fa.
Il sole si abbassa sotto l’orizzonte, Catullo ci ricorda che soles redire et occidere possunt, nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. Ma la nox astronomica, che di noi non si cura, ci mostra il cielo popolato di quelle stelle che di giorno non vediamo, anche se ci sono, dei pianeti che nei secoli sono stati battezzati con i nomi del mito, e di quella luna che mai ci vuole mostrare il suo secondo volto. Quanti pittori e poeti ci hanno parlato di ciò che si manifestava a lume spento (Pound), rilucendo di luce propria, e cos’è la poesia se non passare dal lato diurno al lato notturno delle parole.
La notte illuminata della poesia è quella che attraversa gli occhi di Tiresia, l’indovino cieco, la notte-foresta in cui divampa sfolgorando la Tigre di...
Valeria Rossella è una poetessa e saggista letteraria. Ha scritto in versi, in prosa, sa domare la rima e il verso sciolto, ha raccontato la "Vita di Chopin attraverso le lettere" (Lindau), ha tradotto per Adelphi "Trattato poetico" del premio nobel Czesław Miłosz, ha pubblicato poesie che sono acuminate come frecce, è un'indagatrice dell'anima e, come vedrete in questo "pezzo", la sua è una cultura che non conosce barriere. Preparatevi al decollo, allacciate le cinture, si vola altissimo. Buona lettura.
di Valeria Rossella
Come vedono la notte gli astronomi, come la vedono i poeti. Ruota la terra sul suo asse, dicono gli scienziati che consultano le mappe celesti con la fronte bagnata di luce come il loro collega ritratto in un celebre quadro di Vermeer 350 anni fa.
Il sole si abbassa sotto l’orizzonte, Catullo ci ricorda che soles redire et occidere possunt, nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. Ma la nox astronomica, che di noi non si cura, ci mostra il cielo popolato di quelle stelle che di giorno non vediamo, anche se ci sono, dei pianeti che nei secoli sono stati battezzati con i nomi del mito, e di quella luna che mai ci vuole mostrare il suo secondo volto. Quanti pittori e poeti ci hanno parlato di ciò che si manifestava a lume spento (Pound), rilucendo di luce propria, e cos’è la poesia se non passare dal lato diurno al lato notturno delle parole.
La notte illuminata della poesia è quella che attraversa gli occhi di Tiresia, l’indovino cieco, la notte-foresta in cui divampa sfolgorando la Tigre di William Blake, la notte in cui Giacobbe lotta con l’Angelo. E sono memorabili le notti celebri dell’arte e della letteratura: la notte piena di fiamme in cui cade Troia, e quella travagliata di Didone che riconosce i segni dell’antica fiamma, i notturni dei Promessi sposi (la notte degli imbrogli e quella di Renzo all’Osteria della Luna piena, la notte di Don Rodrigo stravolto dalla vernaccia e dalla peste e quella dell’Innominato), la notte cupa di Macbeth e quella radiosa degli amanti nel Mercante di Venezia. È la notte di van Gogh con i suoi astri rotanti e i suoi caffè desolati e illuminati come quelli di Hopper e i cabaret di Toulouse-Lautrec.
Oppure sono le notti crocifisse e periferiche di Attila József: Le fabbriche sono ferme,/ come rovine… Sulle finestre delle maglierie/ si adagia in bende/ il raggio della luna… Le notti perseguitate di Mandel’štam (Mi lavavo di notte nel cortile: Si scioglie nella botte, come sale, una stella,/ e l’acqua fredda è più nera, più pura la morte, più salato il dolore,/ più giusta e più terribile la terra. La notte è quella de Las animas (i morti) che tende tra i monti il suo vibrìo di ragna,/ presto l’occhio non serve più, rimane/ la conoscenza per ardore o il buio (Mario Luzi).
La conoscenza per ardore. Quella che trascorre apollinea anche nelle notti stellate di Immanuel Kant (“Sublime è la notte…”), ma soprattutto quella mistica di Giovanni della Croce, dove l’oscurità è solo il tono più profondo della luce, uno stato atemporale di rivelazione, come “la notte nel giorno” nella Leggenda del Venerdì Santo. Furono poeti e pensatori romantici a fare della notte la nuova Musa: annunciandone la divina maestà Young e Goethe nei Pensieri notturni, e soprattutto Novalis negli Inni alla notte. Ma già Petrarca in un sonetto parla non del dell’olimpico e mitologico “carro del Sole”, ma del “carro stellato della Notte”. Cambia l’auriga e l’immaginario dei poeti.
Nelle volte astronomiche delle tombe egizie, in quella del mausoleo di Galla Placidia, nelle sale dello Zodiaco dei palazzi rinascimentali – ma anche tutta l’Alhambra è invasa dalle stelle - ruotano anime e astri. Stelle che, ci informa la scienza, sono corpi celesti composti di gas, ma Pitagora pensava che fossero dèi, e Origene esseri animati e senzienti.
Le costellazioni, i catasterismi, erano metamorfosi di dèi ed eroi, e ci sono giunti con nomi greci, a differenza delle stelle, che hanno nomi arabi. E delle Pleiadi conosciamo il nome pronunciato già nel settimo secolo avanti Cristo da una poetessa greca (Saffo, naturalmente), la chioma di Berenice passa tralucendo fra i versi di Callimaco e Catullo, e le vaghe stelle dell’Orsa, che nel cielo settentrionale non tramontano mai, erano quelle che già Ulisse cercava per stabilire la rotta. Platone nel Timeo parla della “danza delle stelle”, e pure Dante nel Paradiso, là dove Trivia ride tra le ninfe etterne, le stelle cantano e danzano: è questa la “musica delle sfere”, di cui molti immaginarono o tentarono di catturare il suono, fino allo Sternklang di Stockhausen. Leopardi sentì risonare nel cosmo lo spietato e selvatico meccanismo della natura attraverso il canto del Gallo Silvestre. Emerge fra i suoni neri della musica della notte, quel violoncello profondo della notte che sente la poetessa svedese Karin Boye). E le stelle piangono, musicate da Monteverdi, nel madrigale del Tasso Qual rugiada o qual pianto.
Non è il nostro cielo da cartolina, è l’universo firmamento in cui il sole non è che astro fra gli astri, su noi incombe cette obscure clarté qui tombe des étoiles (Corneille, Le Cid), quella che pulsa sinistra e fascinosa nei dipinti di Kiefer, lo Sternenfall dove un uomo giace sdraiato sulla nuda terra sotto un cielo incombente di stelle. Le stelle che per Quevedo sono gli occhi con cui il mondo, cieco, veglia, e di cui Pessoa dice di avere pena, della loro stanchezza eterna, perché brillano da tanto tempo… E l’ultimo sguardo del giovane Werther è alle stelle del Carro.
Tasso, poeta notturno come Leopardi, oltre che nella Gerusalemme liberata, contempla la notte (anzi: si sente contemplato, spiato dalla notte) in moltissime delle sue più di 1700 Rime: Io veggio in cielo scintillar le stelle/ oltre l’usato e lampeggiar tremanti, e persino gli occhi delle gatte dell’Ospedale di Sant’Anna dov’era rinchiuso gli paiono astri - e mi pare due stelle aver davanti - che gli facciano luce nello studio, a scriver questi versi.
Ma in questo cielo notturno i poeti vedono anche i fantasmi delle stelle straniere, quelle dell’emisfero sconosciuto, quelle che Ulisse vede sorgere al termine del suo folle volo, e la Croce del Sud aquilone alla fine del filo di cui ci parla il poeta americano Charles Wright.
Il cosmo di notte manifesta la sua policentricità e profondità infinita, oltre l’astronomia di Copernico e Galileo, di Keplero e Tycho Brache si spandono le visioni di universi infiniti che costarono il rogo a Giordano Bruno: è l’universo che s’immilla nella Ginestra, in una fuga di stelle da capogiro, gareggianti con i fuochi del Vesuvio, è il fiammeggiante abisso che da tutti i lati ci circonda di cui ci parla Tjutčev nei suoi notturni turbolenti e perturbati, o sono le luci e le piaghe della sera e le chimere che tremolano dietro l’invetriata di Dino Campana, o sono le vertigini del Ciocco pascoliano (le girovaghe Comete, le Nebulose oscure).
E come non ricordare, di Pascoli, Il bolide, quel globo d’oro che cade dall’infinito tremolio stellare. Perché le comete (le chiome celesti) non sono solo, come vuole la scienza, sfere di monossido di carbonio, anidride carbonica, metano, ammoniaca, e roccia, polvere, ghiaccio: sono, nell’arte e nel mito, segni celesti, come la cometa che passa sullo sfondo della Melancholia di Dürer, quella funebre e mortifera di Lars von Trier. Sono i tizzoni ardenti, i mostri volanti che solcano i cieli turbati del Wunderzeichenbuch, il Libro dei miracoli, manoscritto realizzato ad Augsburg verso la metà del XVI secolo, un regesto o catalogo illustrato di eventi straordinari dai bagliori apocalittici, passaggi di comete ed eclissi. Sono gli astri del cupo e crollante cielo di Trakl (Le tue stelle si chiudono in maligni segni/… Amara neve e luna!).
Nei cieli latini le stelle trascorrono cadendo (in Virgilio, e soprattutto in Lucrezio), il pianto che sfavilla nel X agosto di Pascoli arde e cade nella notte di San Lorenzo, e già Giotto negli affreschi della Cappella degli Scrovegni ci mostrò il passaggio della periodica cometa di Halley sulla capanna di Betlemme. Tutto questo serraglio luminoso (Baudelaire) ospita una regina, la vecchia Cinzia, lampada/ delle nostre spelonche (sempre Baudelaire), la Casta Diva visitata da Astolfo alla ricerca delle cose perdute, il senno, le lacrime d’amore, il tempo perso, i desideri irrealizzati, e dal Barone di Münchhausen, uno a cavallo dell’Ippogrifo, l’altro arrampicandosi su una pianta di fagioli turchi, e qualche secolo più in là, da Armstrong, Collins e Aldrin a bordo del’Apollo 11…
Lei, la solinga, eterna peregrina, testimone del sospirare e del patire, urna per tutte le domande senza risposta: Che fai tu, luna in ciel?, sì, quella luna a cui Leopardi si rivolge dedicandole idilli, interpellandola senza posa, e di cui patisce il tramonto ben più di quello del sole.
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna. O donna mia,
già tace ogni sentiero, e pei balconi
rara traluce la notturna lampa
L’endecasillabo più bello fra gli incipit della nostra letteratura introduce questa magica doppia luce notturna, quella della luna a cui risponde la lampada degli insonni. La luna infatti è la dea di chi non dorme mai, e compare ad Elizabeth Bishop riflessa nello specchio del comò, signora del mondo alla rovescia dove/ la sinistra è sempre la destra,/ dove le ombre in realtà sono corpi.
Esenin la vede come una rana d’oro del cielo, Zanzotto le si rivolge così: Fotomodella d’altissimo rango/ in piena forma sembri questa sera,/ pur sempre amica Luna: apparentemente detronizzata, da Marinetti che in uno dei suoi manifesti esortava Uccidiamo il chiaro di luna! e dai poeti novecenteschi sulla scìa di Laforgue che ghignava con le sue rime sarcastiche astro/ epigastro, ma sempre confessando Ah! la Luna, la Luna m’ossessiona… nelle litanìe dei suoi bianchi Pierrot.
Ah, la bianchezza della luna! che ci ricorda quella di Moby Dick paragonata alla Via Lattea e al Cetus celeste. Nel secondo libro della sua Nautica il matematico e poeta Bernardino Baldi, vissuto tra Cinque e Seicento, si rivolge alla pietosa notte che dà ristoro agli affanni e illumina gli amanti con mille occhi, e quindi alla musa Urania: del mondo luminoso e de le stelle/ spiegami i nomi e i non veduti giri.
La notte con tutto il suo luminoso splendore trapassa (muore) nell’alba: il momento in cui la notte sparisce e il sole non è ancora sorto, l’ora delle esecuzioni, l’ora livida di Caproni (seduta in quella stazione,/ la mano sul tavolino/ freddo, ad aspettare l’ultima coincidenza/ per l’ultima destinazione) e quella tragica della Todesfugue di Celan (Nero latte dell’alba lo beviamo la sera…), l’alba dei trovatori che separa gli amanti, spesso nei secoli impegnati in pericolosi duetti con la morte come Tristano e Isotta (Wagner, Inno alla notte).
Anche nella musica l’estasi notturna ha ispirato Chopin, la luna Haydn e Debussy (quella di Beethoven è stata inventata dal critico Rellstab), nella Tosca lucean le stelle, in Norma la Casta Diva inargenta sacre antiche piante e nella Bohème sotto la sua luce si riscaldano gelide manine, la principessa Turandot nella sua fredda stanza guarda le stelle che tremano d’amore e di speranza. Lilì Marleen attende in piedi sotto il suo lampione e un vecchio frack scivola lungo il fiume mentre dorme tutta la città meno i gatti randagi, anime veglianti e innamorate.
Uno sciame di luce circola nella Ronda di notte di Rembrandt, il Paesaggio al chiaro di luna del Guercino anticipa la luce spiritata del Tintoretto e i romantici dirupi di Caspar Friedrich, la luna fra le nuvole sovrasta i pescatori nei quadri di Turner e in quelli di La Tour una candela è l’unico lume per un misterioso voyage au bout de la nuit.
E chiuderei con i meravigliosi versi tratti da Pane e vino di Hölderlin:
Un soffio di vento muove le cime del bosco,
e il simulacro della terra, la luna,
viene in segreto: e la fantastica notte
che è ricca di stelle e di noi non si cura.
Splende stupita, estraniata tra gli uomini,
sopra le cime dei colli, triste e sfarzosa.
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6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.