18 Maggio
La piazza di Salvini, l'Umbria amara di Zingaretti
Il leader leghista in piazza Duomo a Milano con Marine Le Pen. L'alleanza europea a destra, il messaggio a Di Maio sulla flat tax. In Umbria la presidente dem Marini resta in carica alla guida della Regione. Con il suo voto. Gentiloni: "Si era dimessa, non può tornare indietro". Austria, lo scandalo di Strache travolge il governo, Kurz chiede il voto anticipato. Vola il Brexit Party nel Regno Unito
Punto nave della giornata Matteo Salvini ha riempito la piazza del Duomo a Milano e si prepara al finale della campagna europea; il leader della coalizione conservatrice, Scott Morrison, ha vinto le elezioni in Australia, Labour sconfitto e sorpreso dall'ondata a destra in un paese in crescita da 28 anni, fallimento totale degli exit poll che avevano dato la vittoria ai laburisti; la coalizione a destra che va in frantumi è in Austria, il cancelliere Sebastian Kurz si è ritrovato davanti a un video del suo alleato, Heinz-Christian Strache, leader del FPOe che faceva patti con la nipote di un oligarca russo, Strache si è giustificato dicendo che aveva bevuto; nel Golfo la tensione è alta, ma attenzione alle parole del ministro degli Esteri dell'Iran, Javad Zarif: "Non vogliamo la guerra", arrivano dopo la dichiarazione di Trump sulla linea "no war", naturalmente questa è sempre la dimensione del gioco di fumo e specchi, dunque occorre una gran dose di prudenza. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
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Salvini e la piazza di Milano

Piazza piena, il verde non c'è più, domina il colore blu, pioggia, un inverno di maggio, ombrelli e nessuna "ultradestra" immaginaria. A Milano ci sono italiani che votano Salvini. Il loro leader ha fatto un discorso né sopra né sotto le righe, à la Salvini, con i temi ricorrenti ma stavolta senza passare da Giovanni Paolo II a Pamela Anderson (com'era successo a Roma), con la misura giusta (per quell'area politica), toccando tutte le corde di un elettorato la cui definizione - leghista - comincia a essere stretta rispetto alla dimensione e composizione. Vedremo l'esito del voto europeo, ma oltre alla questione del cambio cromatico (il blu al posto del verde), per Salvini ci sarà presto anche il rebus del nome di una creatura che...
Punto nave della giornata Matteo Salvini ha riempito la piazza del Duomo a Milano e si prepara al finale della campagna europea; il leader della coalizione conservatrice, Scott Morrison, ha vinto le elezioni in Australia, Labour sconfitto e sorpreso dall'ondata a destra in un paese in crescita da 28 anni, fallimento totale degli exit poll che avevano dato la vittoria ai laburisti; la coalizione a destra che va in frantumi è in Austria, il cancelliere Sebastian Kurz si è ritrovato davanti a un video del suo alleato, Heinz-Christian Strache, leader del FPOe che faceva patti con la nipote di un oligarca russo, Strache si è giustificato dicendo che aveva bevuto; nel Golfo la tensione è alta, ma attenzione alle parole del ministro degli Esteri dell'Iran, Javad Zarif: "Non vogliamo la guerra", arrivano dopo la dichiarazione di Trump sulla linea "no war", naturalmente questa è sempre la dimensione del gioco di fumo e specchi, dunque occorre una gran dose di prudenza. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
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Salvini e la piazza di Milano

Piazza piena, il verde non c'è più, domina il colore blu, pioggia, un inverno di maggio, ombrelli e nessuna "ultradestra" immaginaria. A Milano ci sono italiani che votano Salvini. Il loro leader ha fatto un discorso né sopra né sotto le righe, à la Salvini, con i temi ricorrenti ma stavolta senza passare da Giovanni Paolo II a Pamela Anderson (com'era successo a Roma), con la misura giusta (per quell'area politica), toccando tutte le corde di un elettorato la cui definizione - leghista - comincia a essere stretta rispetto alla dimensione e composizione. Vedremo l'esito del voto europeo, ma oltre alla questione del cambio cromatico (il blu al posto del verde), per Salvini ci sarà presto anche il rebus del nome di una creatura che con la sua leadership raccoglie diverse istanze. Il suo discorso evoca continuamente figure e simboli del mondo cristiano, è il tentativo di dare "radici" al suo partito, opera non facile, sia detto, ma di piattaforme disponibili e pronte all'uso in giro non ce ne sono e la stessa dottrina della Chiesa per Salvini è un terreno difficile da calcare. Quale Chiesa? Quella di Papa Bergoglio appare oggi come avversaria (sono inconciliabili con la dottrina di Papa Francesco le sue posizioni sull'immigrazione) e l'Italia in ogni caso è un paese secolarizzato, dove la Chiesa è - definizione di Papa Ratzinger - una "minoranza creativa". Ma il tentativo c'è e va registrato sul taccuino. Dunque ecco apparire l'immagine di Gilbert Keith Chesterton, scrittore inglese, convertito al cattolicesimo, cavaliere dell'ordine di San Gregorio Magno, l'inventore delle indagini di Padre Brown, brillantissimo polemista e creatore di paradossi ("un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto"); ecco naturalmente Giovanni Paolo II sulle radici dell'Europa della diversità e delle nazioni; spunta come da copione Oriana Fallaci sulla questione dell'Islam e l'Occidente, il tema dell'Eurabia; Alcide De Gasperi come esempio della politica del "fare"; giganti del sapere come Leonardo Da Vinci e Galileo Galilei (la sfida al dogma); il leone della libertà, Winston Churchill, di cui Salvini cita una battuta sul paradosso della tassazione ("una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico"); il passaggio sulla riforma fiscale di Donald Trump è questione di un attimo; compare l'immagine di Giovanni Falcone per evocare la lotta alla mafia e il suo impegno da ministro dell'Interno contro la criminalità. Il pantheon salviniano serve da "legatura" ai passaggi del suo spartito: la divergenza netta tra élite e popolo, la presenza dell'establishment brussellese (citazione di Juncker); il "dio denaro" e "le banche" e la "finanza" come forze responsabili dello spaesamento e impoverimento dell'uomo; chi "costruisce un sogno" e chi fa "processi ai fantasmi del passato" e lo fa "perché non ha un futuro"; un "popolo" che è l'opposto degli "estremisti della precarietà e della povertà"; il tema di un'Europa che ha deragliato la sua corsa - "chi ha tradito l'Europa" - e l'evocazione dei suoi "padri fondatori"; la metafora del "Davide contro Golia", l'impresa di quello che chiama "l'esercito di matti"; la dichiarazione d'indipendenza americana che è "vita, libertà, felicità"; la linea di rigore contro l'immigrazione e i numeri dei morti nel Mediterraneo - "abbiamo salvato vite" - con un riferimento a "Sua Santità Papa Francesco"; e dunque "volere è potere" e bisogna essere "primo partito in Italia e primo partito in Europa" e "sono pronto a dare la vita" in piena fase William Wallace. Si può liquidare tutto come "spazzatura", oppure applaudire acriticamente. Resta un fatto: la Lega è egemone nell'opinione pubblica. E con i fatti bisogna provare a confrontarsi, non fuggirne.
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Flat Tax e selfie con Marine Le Pen
Come in ogni discorso politico, arriva il momento scenografico della promessa, l'obiettivo che serve a accelerare la campagna elettorale. E qui Salvini tira fuori dal cilindro una percentuale: 15 per cento. Lo fa con i suoi compagni di partito sul palco che sollevano un cartello blu con la scritta gialla. Un elemento di politica economica in un discorso sull'identità, la legge e l'ordine. È il numero di quella che lui chiama "la rivoluzione dei piccoli", delle "province e delle campagne". Saluta la folla in piazza con il rosario in mano, Salvini. L'avviso all'alleato Di Maio per il dopo voto europeo. Poi arriva Marine Le Pen, selfie:
Marine Le Pen punta alla vittoria in Francia (nei sondaggi ora è in lieve vantaggio, ma vedremo alla fine i voti veri), la Lega di Salvini sarà primo partito in Italia (in caso contrario i sondaggisti saranno pregati di cambiar mestiere in un nanosecondo), il resto della storia è tutto da scrivere. Lo scenario è quello di una grande battaglia per il potere nell'Unione, Salvini è l'uomo da abbattere.
E l'ultradestra? I fascisti? Le camicie nere? L'ultradestra è un altro elemento che non corrisponde alla realtà. La piazza leghista di Milano non è l'ultradestra, come quella del Partito democratico non può essere quella dell'ultrasinistra. Sono piazze diverse, ma dipingerle come estremiste - fascismo e comunismo, nell'era in cui gli -ismi e i loro manifesti sono stati sostituiti dal like via Facebook - è un errore che chi fa analisi politica non può commettere. Se per battere Salvini si arriva a stravolgere la storia, non si va lontano. Per competere con la "macchina narrativa" della Lega (e dei Cinque Stelle che ora fanno con abilità e cinismo la parte dell'opposto di governo, un problema per il Pd di Zingaretti) servono una leadership e una politica, l'opposizione - in sostanza il Pd e la galassia sperduta della sinistra italiana - è ancora in cerca degli ingredienti fondamentali per fare la torta, manca il lievito, il presente è frammentato, alla sinistra serve un autore che sappia scrivere la sceneggiatura in un linguaggio nuovo. E evitare di entrare in un vortice tafazzista come quello del Pd in Umbria. Cose incredibili.
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Umbria. La Marini resta in Consiglio. Con il suo voto
La storia del più puro che ti epura e del giustizialismo agitato come una clava alla fine prevede sempre il contrappasso dantesco, la rivoluzione si mangia i suoi figli, Robespierre ghigliottina Danton e il Terrore taglia la testa a Robespierre. Così il Pd dopo aver inseguito - ancora una volta - i grillini nella fase della ditta di demolizioni della presunzione di innocenza si ritrova di fronte a uno scenario surreale: la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, indagata nello scandalo sulle assunzioni nella Sanità, resta in Consiglio regionale. L'assemblea ha respinto le sue dimissioni. Con il voto decisivo della stessa Marini. Gong. Psicodramma nel Pd. Che si fa? Il buon Paolo Gentiloni, presidente del Pd, ha detto che “se si sceglie di dimettersi lo si fa per tutelare la dignità della propria Regione e l’onore del proprio partito: sono scelte importante dalle quali, credo, non si debba e non si possa tornare indietro”. Sembra facile, ecco cosa ha detto la Marini: “Lo statuto regionale mi impone, dopo l’atto di respingimento delle dimissioni, di affermare davanti all’Assemblea se intendo confermare le dimissioni o recedere. Lo farò in tempi brevi. La mia decisione non può che essere assunta in autonomia e non può essere viziata da nessuna altra logica. Dovrò valutare tutti gli elementi: sia ciò che viene dalla società, che dice che è bene chiudere la legislatura, sia ciò che viene dalla mia indipendenza. La responsabilità non è solo come si è governato, ma anche come si chiude la legislatura”. Capito come funziona? Doppio gong. Che mazzata.
04
Il presente frammentato
Dire a Salvini che è brutto, sporco e cattivo e poi finire così? Zingaretti ha molta strada da fare, non controlla cosa fa il suo partito in periferia (e in realtà neppure al centro, sa davvero cosa fa e pensa Renzi con i suoi?). Torniamo a Salvini. Si può dissentire da tutto questo, combattere il leader leghista, votare contro, esporre lenzuola, gridare all'uomo nero, ma alla fine al cronista resta la netta sensazione della conferma di cose scritte in anticipo e cronache che disegnavano un futuro poi realizzatosi con impressionante regolarità: la Brexit nel Regno Unito ("ogni inglese è un'isola" scriveva il poeta Novalis), Donald Trump in America (America First, le radici del jacksonismo, il ranch e il grattacielo), Emmanuel Macron in Francia (En Marche! la presa della Bastiglia, la passeggiata sulla spianata del Louvre, "la Francia è tornata!", un fenomeno antipolitico per eccellenza che ha semidistrutto gli altri partiti, annichilito la sinistra e costretto anche la destra a cambiare), le difficoltà dell'Unione europea a gestire in maniera corale il fenomeno dell'immigrazione, la politica estera senza esercito (e dunque senza efficacia), la fascinazione che gli autocrati esercitano su una parte dell'elettorato in cerca di efficienza in un metodo democratico in crisi, la contraddizione delle presunte classi colte che parlano della democrazia ma non riescono a celare il disprezzo per quest'ultima quando non sono "gli intelligenti" a vincere la partita del voto, la scomparsa della borghesia che forgiava l'élite e la cetomedizzazione (un fenomeno studiato dal professor Giuseppe De Rita) che punta inesorabilmente verso il basso, lo smarrimento del singolo, della persona, in un mondo algoritmico che riduce il soggetto in oggetto, bersaglio sempre connesso del marketing delle pulsioni, il crollo del rassicurante racconto della televisione, la Grande Sorella, che diventa luogo di confusione e distrazione, l'emersione dell'essere digitale, solitario e in mezzo a tutti, l'amicizia virtuale che sfocia in regolare delusione e illusione di comunità. Siamo nel tempo raccontato da Eric Hobsbawm in "Fractured Times", uno specchio rotto dove l'individuo cerca disperatamente di ricomporre la sua immagine che è a pezzi, a terra.
Fare politica in questo scenario di rovine fumanti è un'impresa titanica, tutto scorre con la velocità dei bit e il linguaggio è diretto, rapido come un jab sul ring. Quella piazza piena a Milano, brutta o bella, è una certezza: il mondo è cambiato e il fenomeno Salvini è incastonato in un'ondata della storia che ha "rimesso la chiesa al centro del villaggio". Costruire comunità è l'impresa da compiere in una società tribale.
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"Pensare in grande". Per fare cosa?
Salvini ha detto una cosa che dovrebbe interessare i suoi avversari: "Pensare in grande". Non è una questione che si risolve liquidando le sue parole come spazzatura perché in quella frase è visibilissimo un sostrato che è comune a tutti i movimenti politici contemporanei che hanno scardinato i poli che si alternavano fino a ieri al governo, senza problemi di gestione del quotidiano, in fondo più o meno con la stessa ricetta avviata nella seconda fase della globalizzazione. Ogni nazione ha la sua storia, ma questo fil rouge esiste e in Europa ha un obiettivo preciso: scardinare le regole di Bruxelles, contenere il ruolo della tecnocrazia. Siamo nella dimensione dell'utopia, perché le strutture del capitalismo sono titaniche, connesse, hanno una inesorabile logica, ma attenzione: siamo davanti alla questione centrale del futuro del tramonto dell'Occidente (Oswald Spengler), in mezzo a tempeste d'acciaio (Ernest Jünger) dove l'uomo in rivolta (Albert Camus) è un cancello spalancato verso l'ignoto. I partiti sovranisti surfano su questo magma incandescente, mentre gli altri annaspano in un continuismo che non può convincere chi ha perso tutto o sente la minaccia di un futuro peggiore per i propri figli.
Siamo di fronte a problemi giganteschi, il Signor Zeitgeist, lo spirito del tempo, ha in mano il mazzo di carte, chiama tutti gli attori in scena e dice: signore e signori, benvenuti al mio tavolo, questo è un gioco al buio.

A tutti serve un'agenda. C'è quella illusoria delle classi in progress disarcionate o indebolite, quella altrettanto impossibile dei nostalgici conservatori, quella del sovranismo che ha una par destruens ma non la pars construens (e non c'è un Francesco Bacone a fare la sintesi). Il declino del pensiero strategico, la furia del giornalismo collettivo, lo spirito partigiano continuano a accecare la visione. Eppure i bagliori sono là, visibili a tutti. Quanto aveva ragione Antoine de Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe: "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
In Italia l'essenziale non è quello che emerge dal dibattito rotativizzato. Pensare in grande significa allargare lo sguardo.
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Titoli, lenzuolate e realtà
L'agenda, la deviazione della fiction. Abbiamo cercato di leggere questa realtà su RadioList facendo un confronto tra i titoli dei giornali italiani e quelli stranieri, una rapida rassegna stampa dei giornali italiani e di quelli esteri, è utile per capire se l'agenda del nostro dibattito interno è sintonizzata con quella globale. Cronaca, confronto, peso reale del dibattito interno nello scenario internazionale. Notizie e musica, RadioList.
Come avete sentito, l'agenda che conta è un'altra, il campionato si gioca altrove. E i miti cadono uno a uno.
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La Brexit e il voto inglese
L'agenda, la fiction, la realtà. Il racconto della morte della Brexit affonda nella realtà. Ecco l'ultimo sondaggio di YouGov sul voto europeo nell'isola d'Inghilterra:

Il Brexit Party fondato da Nigel Farage poco tempo fa è dominatore assoluto della scena, ha il 35 per cento dei consensi, più del doppio del secondo e terzo partito (i Lib Dem e il Labour), i Verdi sono a 10 punti e i Tories vanno incontro a un colossale disastro elettorale, sono dati sotto i 10 punti. Com'era la storia che il voto sulla Brexit era opera delle fake news? Mai scambiare un club di Londra con una birreria di Nottingham. Serve altro per tornare sulla Terra? Kurz in Austria è improvvisamente atterrato. Senza carrello. Si va al voto anticipato.
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Austria. Kurz chiede il voto anticipato

Heinz Christian Strache, vicecancelliere e leader del partito di estrema destra FPOe è caduto nel peggiore dei modi: in un video girato nel luglio del 2017 a Ibiza – diffuso ieri da Der Spiegel e Sueddeutsche Zeitung – sta seduto in poltrona, davanti a un tavolino con bicchieri e bottiglie. Con Strache c'è Aljona Makarowa, nipote di un oligarca russo vicino al presidente Vladimir Putin, e di fronte a lui c'è Johann Gudenus, all’epoca vice sindaco di Vienna e capogruppo della FPOe in Parlamento. Strache è in campagna elettorale e non avendo capito un fico secco di come funziona il mondo si fa infilzare come un allocco: parla di come favorire aziende russe nel business in Austria e di come arrivare all’acquisto di quote (la donna aveva offerto circa 250 milioni di euro) della Kronen Zeitung, il più importante tabloid austriaco. Il piano è quello di soffiare gli affari a Hans Peter Haselsteiner, numero uno del gruppo Strabag, un imprenditore del settore delle infrastrutture (molto attivo in Russia) che, tra l'altro, da anni risiede a Bolzano. Quel genio di Strache nel video suggerisce alla Makarowa di “fondare una società come la Strabag e, quando sarà al governo, di non aver più nulla a che fare con Haselsteiner”. Il manuale perfetto del suicidio politico. Dimissioni drammatiche e fantozziane: "Sono stato uno stupido, irresponsabile, un errore, tipico atteggiamento da macho alcolizzato”. Ha chiesto perdono alla moglie, il rientro a casa non sarà una passeggiata. Strache va cacciato non una ma due volte: la prima perché scambiare la politica con gli affari è ignobile, la seconda perché non regge l'alcol.
Di fronte alla sbornia e alle macerie, al giovane cancelliere Sebastian Kurz (sopra, nella foto Ansa) non è rimasta altra strada che quella della reazione rapida: tagliare la testa a Strache (che ovviamente si è dimesso e con lui anche Johann Gudenus) e parlare con veemenza: “Ora è troppo. Ho dovuto sopportare molto negli ultimi anni". Kurz ha chiesto al presidente Alexander van der Bellen nuove elezioni. Si andrà al voto in autunno, tra settembre e ottobre.
Post scriptum. Attenzione al tweet di Nicola Zingaretti su niente meno che l'Austria: "Addirittura dal cancelliere Kurtz una lezione. Con l'estrema destra non si può governare". Il segretario del Pd - nel giorno del caso Marini - continua a inseguire gli avversari. Non ha capito niente.
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Australia. Cangurati gli exit poll, vincono i conservatori
Gli exit poll avevano dato la vittoria al Labour. La realtà ha cangurato i sondaggisti: le elezioni in Australia sono state vinte dalla coalizione dei conservatori guidata dal premier Scott Morrison che ha accolto così la vittoria: "Ho sempre creduto nei miracoli". Lo spoglio è in corso, ecco la situazione:
Il leader del Labour, Bill Shorten ha già riconosciuto la sconfitta, si è congratulato telefonicamente con Morrison e si è dimesso. La realtà è inesorabile, puntuale, onesta. Viviamo tempi davvero interessanti. Forse troppo. Buona serata tutti.
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4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.