21 Febbraio

La Polonia, il nazismo e Israele. La storia è questa

Puntare il dito contro Varsavia come collaborazionista è non solo ingeneroso, ma storicamente falso. Marco Patricelli naviga tra il passato e il presente di una relazione complicata oggi da mistificazioni, equivoci e scarsa conoscenza delle carte della storia

di Marco Patricelli

Le pagine più cupe della storia del Novecento gettano ancora una volta la loro ombra sinistra tra Polonia e Israele. La vecchia e infelice battuta di Yitzhak Shamir «ogni polacco ha succhiato antisemitismo col latte materno», richiamata e aggravata dalla sortita del neo-ministro degli esteri Yisrael Katz secondo cui i polacchi sarebbero stati volenterosi collaborazionisti dei nazisti nella Sho’ah, ha fatto riscendere il gelo tra i due Stati. Il programmato vertice a Gerusalemme con i Paesi di Vysegrad è stato annullato per il forfait della Polonia e si è ridimensionato in una serie di incontri bilaterali, non privi di imbarazzo, con i premier delle sole Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria. Tutto sarebbe nato dalla dichiarazione del premier Benjamin Netanyahu riportata sulla stampa israeliana secondo cui «i polacchi hanno collaborato con i nazisti», che ha scatenato la reazione di Varsavia. Secondo la versione ufficiale, sarebbe stata un’errata traduzione dall’ebraico in inglese a generare l’incidente diplomatico: «alcuni polacchi» sarebbe diventato il generico «i polacchi». Ma le tensioni sul nervo scoperto si erano già manifestate con la contestata legge polacca che prevedeva la pena di tre anni di carcere a chiunque attribuisse alla «nazione polacca» la corresponsabilità per i crimini nazisti (pena poi cancellata con un emendamento approvato dal Sejm con 388 voti contro 25): per Israele si era di fronte a un tentativo di riscrivere la storia.

La Polonia in verità da anni cerca di impedire che Auschwitz, sui mezzi di informazione e sui libri, venga definito e identificato come «campo polacco», e puntualmente in occasione del Giorno della memoria (ma non solo) le ambasciate monitorano e inviano raffiche di lettere di rettifica. Varsavia ha le sue buone ragioni per non voler vedere l’aggettivo polacco vicino a quello di uno dei «laboratori per la verifica della pretesa di dominio...


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