25 Febbraio

La polvere del voto italiano

Quale può essere lo sbocco politico del malessere di una classe media in declino? Michele Magno prova a rispondere alla domanda più difficile del nostro tempo. Il caso italiano, il popolo e la crisi dei partiti.


di Michele Magno

Pubblicato nel 1935 a Zurigo, "Eredità del nostro tempo" di Ernst Bloch è un magistrale saggio storico-sociologico sul crollo della Repubblica di Weimar e sull'avvento del nazismo. La sua introduzione si intitola "Polvere". La metafora centrale del libro è infatti la polvere, che la piccola borghesia in rovina solleva nell'aria e che si diffonde rapidamente in tutto il Reich. Potenze della polvere sono la distrazione e l'inebriamento di massa (magnificamente ritratti nella serie televisiva tedesca "Babylon Berlin"), le due categorie interpretative di cui si serve Bloch per esaminare l'ascesa di Hitler. Sotto la scura polvere che si alza in un'atmosfera cupa e minacciosa, non c'è una via d'uscita. Il finale, quindi, è già scritto. Mentre l'operaio senza lavoro non guardava più a Mosca, l'impiegato disoccupato si affidò al Führer. In Europa, nei primi decenni del Novecento, la rabbia e la paura dei ceti medi impoveriti furono catturati e addomesticati da regimi totalitari. 

Pur in contesto storico profondamente diverso, oggi una domanda si ripropone con una certa drammaticità: quale può essere lo sbocco politico del malessere di una classe media in declino, malessere che si tinge talvolta perfino di colori razzisti e xenofobi? Se guardiamo all'Italia, qualche inquietudine è lecita. La pancia del paese ribolle di un meteorismo patologico, di una miscela esplosiva di gas velenosi fatta di rancore sociale e di odio per il "diverso". Nelle sacre rappresentazioni dei sacerdoti delle chiese populiste, inoltre, gli abiti di Satana sono identici. Possono essere, a seconda delle circostanze, lo Stato dei padroni, la casta dei politicanti, la grande finanza, il complesso militare-industriale, i poteri forti, la massoneria, gli incontri annuali di Bilderberg. 

Nulla di eclatante, perché il populismo non è un'ideologia, ma una sindrome basata su due radicate convinzioni: che il popolo sia depositario della verità e...


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